Cellamare
Cellamare comune | |
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Castello Caracciolo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Puglia |
Città metropolitana | Bari |
Amministrazione | |
Sindaco | Gianluca Vurchio (lista civica) dal 27-5-2019 (2º mandato dall'8-6-2024) |
Territorio | |
Coordinate | 41°01′13″N 16°55′45″E |
Altitudine | 110 m s.l.m. |
Superficie | 5,91 km² |
Abitanti | 5 772[1] (30-6-2024) |
Densità | 976,65 ab./km² |
Sottodivisioni ulteriori | Contrada Cocevole |
Comuni confinanti | Capurso, Casamassima, Noicattaro |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 70010 |
Prefisso | 080 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 072018 |
Cod. catastale | C436 |
Targa | BA |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 339 GG[3] |
Nome abitanti | Cellamaresi |
Patrono | sant'Amatore |
Giorno festivo | 30 aprile |
Cartografia | |
Posizione del comune di Cellamare all'interno della città metropolitana di Bari | |
Sito istituzionale | |
Cellamare è un comune italiano di 5 772 abitanti[1] della città metropolitana di Bari in Puglia. Vi si conserva il vecchio castello baronale di origine medievale (XIII secolo), ma ricostruito e riadattato da fortezza militare a residenza signorile nel XVI secolo. Nelle campagne, sulla via per Rutigliano, si conserva un menhir di imprecisata datazione.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Il centro abitato è 12 km a sud-est della città di Bari. Il territorio comunale è posto ai margini meridionali della conca di Bari; confina con Capurso, Casamassima e Noicattaro, risultando il comune meno esteso dell'intera città metropolitana[4].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Preistoria
[modifica | modifica wikitesto]Nel territorio di Cellamare non vi sono tracce di insediamenti risalenti all'età della pietra. Solo verso il XV secolo a.C., nell'età del bronzo, la vita si affaccia nella zona detta Cocevole, ad un paio di chilometri dal paese, sulla via vecchia per Casamassima. È qui che si sviluppò il primo insediamento nell'area dell'odierna Cellamare.
Dai numerosi reperti ritrovati nella zona è facile dedurre che si trattò di un insediamento di eccezionale importanza e che occupò una grande area di territorio. La posizione favorevole derivava dal fatto che l'avvallamento che oggi si osserva era un'importante via canale (solco torrentizio) che partiva da Monte Sannace, presso Gioia del Colle, proseguendo in direzione della vicina Cellamare e di Azetium, che si trovava tra Noicattaro e Rutigliano, e passando dinanzi alla chiesetta rurale dell'Annunziata, nel territorio di Rutigliano, sfociava nell'Adriatico dove oggi è la baia di San Giorgio a sud di Bari.
Le attività praticate erano la pastorizia e l'agricoltura. La maggior parte dei reperti, riportati in superficie durante i lavori di trasformazione delle colture, è andata persa. Non sono pochi i contadini, i più anziani, che possono testimoniare che gli aratri meccanici hanno fatto riaffiorare decine di lastroni calcarei, cocci, anse ed oggetti di pietra. Nella stessa zona si trovano, come dicono i contadini, i "paretoni". Si tratta delle "muragge", ossia muri formati di pietre, poste le une sulle altre con bravura e perizia, senza malta, a secco.
Diversi storici ritengono si tratti di monumenti sepolcrali, i "dolmen". Esistono tre principali tipi di dolmen: il primo è costituito da una galleria con lastroni di pietra laterali, sormontati da altri lastroni, poi coperti da un cumulo di pietrame a forma ellittica; il secondo consiste in un sarcofago in pietra, ricoperto come il precedente da pietrame a forma ellittica; il terzo, più modesto, consta di un piccolo sarcofago monolitico coperto da un minuscolo cumulo di pietre. Quest'ultimo tipo è quello presente nel territorio di Cellamare, in agro Cocevole.
Medioevo
[modifica | modifica wikitesto]Le origini di Cellamare si fanno risalire al secolo XI; l'unico documento attendibile in tal senso può essere considerato uno statuto delle città e delle terre appartenenti all'Arcidiocesi di Bari, compilato nel 1171 dall'arcivescovo Rainaldo nel quale per la prima volta si cita una località di nome Cellamare o Cellamarii.
Alcuni storici sono invece concordi nel segnalare l'esistenza di questo sito o villaggio di pastori e contadini in concomitanza con le escursioni saracene. Si racconta infatti che nel 988 i Saraceni attuarono una delle più feroci incursioni nel territorio intorno a Bari, depredando le popolazioni ed incendiando le loro abitazioni. Dopo aver distrutto Ceglie e Valenzano si trasferirono nel territorio di Capurso, ma qui furono respinti ed uccisi dai capursesi e cellamaresi. La zona ancora oggi viene chiamata Massaracina per ricordare il massacro dei saraceni.
In quanto al toponimo "Cellamare" gli storici rimandano all'episodio riguardante l'arcivescovo di Bari Giovanni V, che a seguito della distruzione di Bari perpetrata dal sovrano normanno Guglielmo il Malo si rifugiò col suo seguito nel territorio che da allora mutò il nome da Cella Amoris in Cella Amaris per sottolineare il dolore degli esuli.
Si ignora come e quando Cellamare si tramutò in feudo. Il primo signore di cui si hanno notizie è Roberto Venato. Gli successe il fratello Galeotto Venato, morto nel 1294. Con la sua scomparsa il feudo di Cellamare passò al Regio Fisco, cioè allo Stato per mancanza di eredi. Trasformatosi nuovamente in feudo nel 1407, Cellamare fu appannaggio di diverse famiglie (Sandionigi, Di Sangro, Marra, Giudice Caracciolo), fino a quando con l'avvento di Murat passò al regno di Napoli.
Il santo patrono: sant'Amatore
[modifica | modifica wikitesto]Amatore nacque a Tucci, identificabile oggi con Martos in Andalusia. Apprese dai genitori ad amare Dio e il prossimo, specie i sofferenti. Perduta la madre, il padre prese Amatore e gli altri figli e si trasferì a Cordova per mandarli a scuola. Il suo maestro fu il dotto e santo vescovo Eulogio, anch'egli futuro martire.
Infuriando la persecuzione musulmana, si unì ad un monaco di nome Pietro, a Ludovico (fratello di Paolo, diacono e martire), entrambi cordovesi, e si lanciò con loro alla conquista delle anime. Furono catturati e trucidati, e i loro corpi furono gettati nel fiume Guadalquivir il 30 aprile 855. Dopo alcuni giorni i tre cadaveri, trovati sulla spiaggia di Beta, furono raccolti da mani pietose.
Il papa Clemente X dava la reliquia insigne di sant'Amatore al Duca di Giovinazzo, Domenico De Iudice, mossosi a Roma in missione di ubbidienza con Pietro di Aragona, luogotenente del Re di Napoli. Il Duca di Giovinazzo la donava a Cellamare verso l'anno 1670.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]Chiesa della Santissima Annunziata
[modifica | modifica wikitesto]L'attuale chiesa della Santissima Annunziata è costruita sulle fondamenta di un'altra antica chiesa, edificata dall'arcivescovo Rainaldo (1171-1188). La nuova chiesa fu costruita nel 1854 sotto l'arcivescovo di Bari Michele Basilio Clary, come si rileva dall'epigrafe posta sotto l'architrave della porta maggiore.
La pianta è ad una navata con tre cappelle per lato. All'interno è possibile ammirare un pregevole dipinto su tavola raffigurante lo "sposalizio di Santa Caterina". Il dipinto è attribuito alla scuola fiorentina del XII secolo.
Sullo stesso piano della facciata si eleva la torre campanaria, costituita da grossi conci in pietra e divisa in due ordini. Quello inferiore ha una luce quadrilobata in cornice circolare; l'ordine superiore, che si sopraeleva dall'altezza della chiesa, è la cella campanaria con lesene angolari e bifore.
Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]Castello baronale
[modifica | modifica wikitesto]Il castello baronale di Cellamare venne edificato nel XV secolo e intitolato ai Del Giudice - Caracciolo.
Torre dell'Orologio
[modifica | modifica wikitesto]La Torre Civica, comunemente chiamata Torre dell'Orologio, si erge in largo Don Bosco di fronte alla chiesa matrice. Realizzata nel 1923, è composta da un basamento trapezoidale. Una piccola scaletta interna conduce al piano del loggiato dotato di quattro bifore, una su ogni lato, costituite da tre colonnine in pietra locale. Il secondo piano è decorato da una scultura a bassorilievo che raffigura lo stemma comunale.
Menhir di Cellamare
[modifica | modifica wikitesto]In territorio di Cellamare, e precisamente al confine con il territorio di Noicattaro, strada della Cappella, sulla via per Rutigliano, è ubicato un menhir. Quel blocco di pietra, su cui è incisa la parola "NOJA", ha un grande valore archeologico e ha millenni di vita. Il significato di questi monoliti è tuttora oggetto di studi. Diversi sostengono che la loro funzione fosse quella di segnalare il confine tra territori. Non manca chi sostiene che fossero punti di riferimento per la viabilità dell'epoca. Il menhir di Cellamare è un segno dimostrativo (forse unico) del sistema antico divisionale dei territori amministrativi[senza fonte].
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[5]
Etnie e minoranze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Gli stranieri residenti nel comune al 31 dicembre 2016 erano 26[6].
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Istruzione
[modifica | modifica wikitesto]Cellamare dispone di una scuola materna, una scuola elementare e una scuola media.
Televisione
[modifica | modifica wikitesto]Nell'aprile del 2015 si sono svolte delle riprese nel centro storico di Cellamare per la sitcomedy I Comisastri 3 di Piero Bagnardi, in onda sulla rete locale Antenna Sud.
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Il principale asse viario che serve Cellamare è la Strada statale 100 di Gioia del Colle che corre a ovest del centro urbano.
La stazione ferroviaria più vicina è a 4 km, nel comune di Capurso, sulla linea ferroviaria delle Ferrovie del Sud-Est. Gli autobus delle Ferrovie del Sud-Est collegano, comunque, Cellamare con i comuni di Bari, Capurso, Triggiano, Noicattaro e Rutigliano.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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24 giugno 1985 | 2 giugno 1990 | Nicola Ronchi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [7] |
2 giugno 1990 | 24 aprile 1995 | Nicola Ronchi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [7] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Marisa Santa Mariani | Coalizione civica di centro-destra | Sindaco | [7] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Marisa Santa Mariani | Alleanza Nazionale | Sindaco | [7] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Michele Laporta | Coalizione civica di centro-sinistra | Sindaco | [7] |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Michele Laporta | Lista civica | Sindaco | [7] |
26 maggio 2014 | 27 maggio 2019 | Michele De Santis | Lista civica: Uniti per cellamare | Sindaco | [7] |
27 maggio 2019 | in Carica | Gianluca Vurchio | Lista civica: Insieme per Cellamare | Sindaco | [7] |
Gemellaggi
[modifica | modifica wikitesto]Sport
[modifica | modifica wikitesto]Le due squadre di calcio di Cellamare sono: l'A.S.D. Cellamare 2005, che milita nel girone A pugliese di promozione, e A.S.D. New Team Cellamare, fondata nel 2008, che ha disputato il campionato regionale di Seconda Categoria. Per la pallavolo, la Polisportiva Libertas ASD 1979 milita in prima e seconda divisione maschile.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Comuni della Città Metr. di Bari per superficie territoriale, su TuttItalia.it. URL consultato l'8 giugno 2020.
- ^ [1] - ISTAT; URL consultato in data 02-05-2023.
- ^ Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2013 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 18 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2015).
- ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/
- ^ Tra Cellamare e Martos patto di gemellaggio [collegamento interrotto], su cellamare.org. URL consultato il 22 agosto 2011.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cellamare
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito comunale, su comune.cellamare.ba.it.
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