Kartell
Kartell | |
---|---|
Stato | Italia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1949 a Milano |
Fondata da | Giulio Castelli |
Sede principale | Noviglio |
Persone chiave | Claudio Luti, presidente |
Settore | design |
Note | Premio Compasso d'oro nel 1955 Premio Compasso d'oro nel 1957 |
Sito web | www.kartell.it e www.kartell.com |
Kartell è un'azienda italiana fondata nel 1949 a Noviglio, nella città metropolitana di Milano, nella frazione di Santa Corinna, che produce mobili e oggetti di disegno industriale ricercato in plastica.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'azienda viene fondata da Giulio Castelli, Michele Pistorio ed Enos Rastelli e comincia la propria attività producendo accessori per le auto e casalinghi in plastica. Il successo del marchio si consolida negli anni sessanta, un periodo particolarmente positivo per il design italiano. La consacrazione a livello internazionale arriva nel 1972 con la partecipazione ad una mostra presso il Museum of Modern Art di New York dedicata all'arredamento made in Italy, e i pezzi presentati in quell'occasione, disegnati da Gae Aulenti, Ettore Sottsass, Marco Zanuso e Richard Sapper fanno tuttora parte della collezione permanente del museo.
Negli anni ottanta il gusto del pubblico torna verso i mobili di costruzione artigianale e la Kartell incontra un periodo di crisi. Nel 1988 l'azienda è rilevata dal genero di Castelli, Claudio Luti, che ha da poco lasciato dopo 11 anni Gianni Versace.[1]
Negli anni novanta inizia una collaborazione duratura con diversi designer di fama internazionale, tra cui Antonio Citterio, Ron Arad, Vico Magistretti, Philippe Starck, Piero Lissoni e molti altri.
Nel 1999 Kartell fonda l'omonimo museo, che raccoglie ed espone più di 1000 creazioni.[2][3] E nel 2014, in occasione dei suoi primi 15 anni di vita, il museo viene riprogettato e riallestito, e dal 2018 è parte del Circuito Lombardo dei Musei del Design[4]. Nel 2020, durante l'emergenza Covid19 il museo Kartell ha saputo reinventarsi rendendo possibili le visite virtuali[5].
Nel 2003 entra in azienda Lorenza, esponente della seconda generazione Luti.[6] Nel 2006 si amplia il team di designer: Patrick Jouin, Marcel Wanders, Patricia Urquiola, Erwan e Ronan Bouroullec, Tokujin Yoshioka.
Nel dicembre 2017 Kartell acquisisce con un investimento di 10 milioni di euro il 2% di Bio-On, la società specializzata nel mercato chimico ecosostenibile.[7] Inoltre l'azienda ha spesso lanciato iniziative a favore della sua città natale, Milano.[8]
Icone di design
[modifica | modifica wikitesto]Kartell è la prima azienda al mondo ad usare il policarbonato nel campo del design, questo materiale infatti non era mai stato usato per fini estetici fino al 2000, anno in cui l'azienda milanese presenta la sedia minimal La Marie disegnata da Philippe Starck. La Marie viene presentata per la prima volta al Salone del Mobile di Milano grazie alla collaborazione con Fiat: la sedia era infatti posizionata su una piattaforma in cui veniva ripetutamente colpita da dei macchinari forniti dal colosso automobilistico, questa performance serviva a dimostrare la resistenza incredibile del policarbonato. Dopo la prima esperienza con il policarbonato l'azienda continua a studiare e lavorare questo materiale e crea la Luis Ghost, che con più di oltre un milione di esemplari diventa la sedia di design più venduta al mondo.[9]
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]A diversi prodotti Kartell sono stati conferiti premi internazionali, tra cui il Compasso d'Oro, il premio assegnato annualmente dall'ADI (Associazione per il Disegno Industriale), considerato il più importante premio al mondo nel settore.
La particolarità di Kartell è l'utilizzo della plastica in arredamento in un modo del tutto originale e con l'uso di tecnologie di lavorazione tradizionalmente usate in altri settori industriali. I prodotti Kartell sono totalmente prodotti in Italia, anche se il maggiore mercato di vendita è costituito dagli Stati Uniti.
Tra i prodotti più famosi e di maggior successo ci sono le serie di sedute Maui di Magistretti, la sedia trasparente in soli due pezzi La Marie, le poltroncine Eros e la serie di sedie monopezzo a stampaggio rotazionale Ghost e Bubble di Starck, la libreria Bookworm di Ron Arad.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dal 1949 le due vite di Kartell (per ora), su design.repubblica.it. URL consultato il 26 dicembre 2017.
- ^ Kartell Museo, su luoghidelcontemporaneo.beniculturali.it. URL consultato il 15 luglio 2021.
- ^ Kartel Museo, su Musei Design. URL consultato il 15 luglio 2021.
- ^ Museo Kartell | Musei Design, su museidesign.it. URL consultato il 30 settembre 2019.
- ^ Coronavirus, dal design di Kartell alle moto Ducati: tutti gli archivi aperti per i tour virtuali, su Il Fatto Quotidiano, 25 marzo 2020. URL consultato il 15 luglio 2020.
- ^ Lorenza Luti: "La Kartell è un'impresa familiare", su grazia.it. URL consultato il 26 dicembre 2017.
- ^ Kartell compra il 2% di Bio-On e punta sulle plastiche biodegradabili, su repubblica.it. URL consultato il 26 dicembre 2017.
- ^ Kartell loves Milan: la metropoli ringrazia, su Mondo Rosa Shokking. URL consultato il 15 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2020).
- ^ Polimerica.it, Dieci anni di policarbonato alla Kartell, su Polimerica.it. URL consultato il 15 luglio 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Elisa Storace, Hans Werner Holzwarth (a cura di), Kartell, the culture of plastics, Colonia, Taschen, 2012
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Kartell
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su kartell.it.
- Sito ufficiale, su kartell.com.
- kartellpeople (canale), su YouTube.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 123070050 · ISNI (EN) 0000 0001 1481 0336 · ULAN (EN) 500274620 · LCCN (EN) no2001079240 · GND (DE) 4726367-2 · BNF (FR) cb137495543 (data) |
---|