Teresita Pasini
Teresita Pasini (o Teresita dei Bonfatti), nota anche con lo pseudonimo di Alma Dolens (18 febbraio 1869 – Milano, 20 maggio 1948), è stata una pacifista e giornalista italiana impegnata sia come femminista sia come attivista politica.
Scelse lo pseudonimo Alma Dolens (in italiano: Anima sofferente) per manifestare la sua vicinanza a chi soffriva a causa delle guerre.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque nel 1876 in una nobile famiglia umbra che durante il risorgimento si schierò a favore di Giuseppe Garibaldi. Sposò un avvocato milanese e per questo motivo si trasferì nel capoluogo lombardo.
Impegno politico
[modifica | modifica wikitesto]A Milano, sostenuta in questo anche dal marito, divenne attivista per i diritti delle donne. Fu vicina alle idee socialiste e divenne presidente del Comitato lombardo per il suffragio femminile e per i diritti delle lavoratrici. Fu relatrice alle Conferenze nazionali per la Pace del 1909 e 1910 ed operò per legare politicamente il movimento suffragista e quello pacifista, tentando di operare una sintesi che coinvolgesse anche i sindacati dei lavoratori. Creò la Società per la pace femminile e viaggiò per tutta l'Italia centrale per creare comitati locali.[1]
Nel 1911 a seguito della guerra italo-turca il movimento pacifista fu percorso da un aspro dibattito e Teresita Pasini si batté contro l'intervento[2], collegandosi anche con associazioni pacifiste in Svizzera e negli Stati Uniti. A causa del suo attivismo pacifista, le fu vietato di pronunciare discorsi pubblici per due anni, durante i quali Pasini studiò le condizioni della classe operaia e dei ceti disagiati in Italia. Riprese l'impegno pubblico partecipando alla conferenza per la pace di Budapest, durante la quale iniziò a collaborare con la pacifista Rosika Schwimmer. Più tardi, tornata a Milano, frequentò anche il salotto intellettuale di Margherita Sarfatti.[3]
Partecipò attivamente al dibattito che precedette l'entrata in guerra dell'Italia mantenendo rapporti con Ernesto Teodoro Moneta, Arcangelo Ghisleri e altri esponenti politici a favore o contrari alla guerra.[2]
Nel 1914 fu delegata ai congressi e alle conferenze contro la guerra a L'Aia e a Bruxelles per tentare di impedirne lo scoppio.[4] Fu presidente della Società "Pro Arbitrato e disarmo" e aderì alla Lega internazionale dei Neutri (anti interventista) con personalità come il deputato socialista Claudio Treves, il sindaco di Milano Emilio Caldara, padre Agostino Gemelli e il rabbino di Milano Alessandro Da Fano.
Scoppiata la prima guerra mondiale, si dedicò al volontariato a favore delle famiglie povere evacuate dal fronte italo-austriaco. Forte dei suoi convincimenti pacifisti, sosteneva che "il nemico non è al confine; è tutto intorno a noi: è la povertà, la tubercolosi, la disoccupazione. La cura per queste malattie è la fine di formidabili e costose armi".[5]
Nel periodo fascista non le fu possibile svolgere attività pubblica ma continuò a sostenere i dissidenti antifascisti milanesi, tra i quali lo scrittore Gilberto Gilioli e la moglie Myrthe Ripamonti.
Ultimi anni
[modifica | modifica wikitesto]Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ormai in età avanzata, si trasferì in una casa di via Leopardi a Milano dove morì. La sua tomba si trova nel famedio del Cimitero Monumentale di Milano. Una statua con una stele la ricorda con queste parole: «Alma Dolens volesti chiamarti ed eletta fosti nel farti sorella ai poveri e sofferenti. Temevi la solitudine ma camminasti in purezza di vita e d'ideali coi migliori del tuo tempo. Ora riposi accanto a nobili creature che come te ebbero sacro ogni vincolo di solidarietà umana».
Un busto di Teresita Pasini è conservato dagli eredi della famiglia Gilioli.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Giovanna Angelini.
- ^ Elda Gentili Zappi, pp.274,275.
- ^ Theodore Ruyssen, pp. 236-238.
- ^ Sandi E Cooper.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanna Angelini et al., Nazione democrazia e pace: tra Ottocento e Novecento, Milano, FrancoAngeli, 2012, OCLC 851375681.
- Stefania Bartoloni, Donne di fronte alla guerra: pace, diritti e democrazia (1878-1918), Roma;Bari, Laterza, 2017, OCLC 1016003260.
- Laura Demofonti, La riforma nell'Italia del primo Novecento: gruppi e riviste di ispirazione evangelica, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2004, OCLC 636979349.
- Daniele Ceschin, Gli esuli di Caporetto: i profughi in Italia durante la Grande Guerra, Roma;Bari, Laterza, 2014, OCLC 898744934.
- (EN) Sandi E. Cooper, Patriotic pacifism: waging war on war in Europe, 1815-1914, New York; Oxford, Oxford University Press, 1991, OCLC 1061807214.
- (EN) Theodore Ruyssen, The Final Efforts of the European Pacifists to Prevent the War (PDF), Thousand Oaks, Sage Publications, Inc., OCLC 5546983484.
- (EN) Helen Rappaport; Marian Wright Edelman, Encyclopedia of women social reformers. Vol. 1, A-L, Santa Barbara; Denver; Oxford, ABC-CLIO, 2001, OCLC 1050826043.
- (EN) Alma, Dolens (Teresita dei Bonfatti/Teresita Pasini), Santa Barbara; Denver; Oxford, ABC-CLIO, OCLC 7983209779.
- (EN) Elda Gentili Zappi, If eight hours seem too few: mobilization of women workers in the Italian rice fields, Albany, State University of New York Press, 1991, OCLC 42856381.
- (EN) Ruth Roach Pierson, Women and peace: theoretical, historical, and practical perspectives, London, Routledge, 2019, OCLC 1082311244.
- La Vita internazionale. Rassegna quindicinale, Milano, 1911, OCLC 504142537.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Teresita Pasini
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- La Difesa delle lavoratrici (direttori, collaboratori...), su fondazionemodigliani.it, fondazionemodigliani. URL consultato il 13 febbraio 2019.
- a cura di Matteo Ermacora e Maria Grazia Suriano, Vivere in guerra. Le donne italiane nel primo conflitto mondiale (PDF), su unive.it, Università Cà Foscari. URL consultato il 13 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2019).
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