Pietro Cocolin

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Pietro Cocolin
arcivescovo della Chiesa cattolica
Mons. Pietro Cocolin (al centro) con il presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat (a destra), il 13 luglio 1967.
In nomine Christi
 
Incarichi ricoperti
 
Nato2 agosto 1920 a Saciletto di Ruda
Ordinato presbitero3 giugno 1944 dall'arcivescovo Carlo Margotti
Nominato arcivescovo26 giugno 1967 da papa Paolo VI
Consacrato arcivescovo3 settembre 1967 dal cardinale Giovanni Urbani
Deceduto11 gennaio 1982 (61 anni) a Gorizia
 

Pietro Cocolin (Ruda, 2 agosto 1920Gorizia, 11 gennaio 1982) è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Nacque a Saciletto, frazione di Ruda, allora in provincia e arcidiocesi di Gorizia, il 2 agosto 1920.

Formazione e ministero sacerdotale

[modifica | modifica wikitesto]

Frequentò il seminario minore e quello teologico centrale di Gorizia.[1]

Il 3 giugno 1944 fu ordinato presbitero, a Gorizia, dall'arcivescovo Carlo Margotti.[1]

Dopo l'ordinazione fu vicario cooperatore a Cormons. Nel 1951 fu nominato parroco a Terzo d'Aquileia e nel 1955 decano di Aquileia. Nel 1966 fu trasferito alla parrocchia di sant'Ambrogio a Monfalcone in qualità di arciprete.[1]

Ministero episcopale

[modifica | modifica wikitesto]

Il 26 giugno 1967 papa Paolo VI lo nominò arcivescovo metropolita di Gorizia e Gradisca; succedette ad Andrea Pangrazio, precedentemente nominato arcivescovo, titolo personale, di Porto e Santa Rufina. Il 3 settembre successivo ricevette l'ordinazione episcopale, nella basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia, dal cardinale Giovanni Urbani, patriarca di Venezia, co-consacranti l'arcivescovo Antonio Santin, vescovo di Trieste e Capodistria, e il vescovo ausiliare di Udine Emilio Pizzoni. Il 24 settembre prese possesso dell'arcidiocesi, facendo il suo ingresso a Gorizia.

Durante il suo episcopato valorizzò la tradizione aquileiese, riorganizzò la diocesi, non trascurando la componente slovena della comunità, promosse una missione presso l'arcidiocesi di Bouaké, in Costa d'Avorio, e si batté per il riconoscimento del friulano nella liturgia, concedendo, tra l'altro, l'imprimatur al primo Messale Romano mai tradotto in tale lingua.

Il 28 giugno 1975 papa Paolo VI lo nominò amministratore apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis della diocesi di Trieste e delle parrocchie di Muggia e Caresana nella diocesi di Capodistria,[2][3] dopo le dimissioni per raggiunti limiti di età dell'arcivescovo-vescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin. Mantenne l'incarico fino all'8 dicembre 1977, giorno dell'ingresso del nuovo vescovo di Trieste Lorenzo Bellomi.

L'11 gennaio 1982 morì a Gorizia per un'emorragia cerebrale.[1] Dopo le esequie, celebrate il 14 gennaio dal cardinale Marco Cé, patriarca di Venezia, nella chiesa del Sacro Cuore a Gorizia, fu sepolto nella cripta della cattedrale dei Santi Ilario e Taziano.[4]

Genealogia episcopale

[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

  1. ^ a b c d DBF.
  2. ^ Benché le diocesi di Trieste e Capodistria fossero unite aeque principaliter, mons. Cocolin fu nominato amministratore apostolico soltanto della parte italiana delle due diocesi; per il territorio sloveno e croato, erano da tempo amministratori apostolici ad nutum Sanctae Sedis rispettivamente Janez Jenko, vescovo titolare di Acufida, e Dragutin Nežić, vescovo di Parenzo e Pola.
  3. ^ Guido Botteri, Antonio Santin, collana Civiltà della memoria, 2ª ed., Pordenone, Studio Tesi, 1º dicembre 1992, p. 67, ISBN 88-7692-356-X.
  4. ^ don Renzo Boscarol, L'ultimo saluto della folla al suo vescovo Cocolin, Trieste, Il Piccolo, 17 gennaio 2012. URL consultato il 21 gennaio 2019.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Arcivescovo metropolita di Gorizia e Gradisca Successore
Andrea Pangrazio 26 giugno 1967 – 11 gennaio 1982 Antonio Vitale Bommarco, O.F.M.Conv.
Controllo di autoritàVIAF (EN13167759915713571254 · SBN LIGV041858