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Alluvione di Firenze
del 3 novembre 1844
disastro naturale
Targa dell'alluvione del 1844, chiostro di San Remigio
TipoAlluvione
Data3 novembre 1844
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Toscana
Provincia  Firenze
Comune
Motivazionestraripamento dei fiumi Arno e Sieve
Conseguenze
Mortin.d.
Feritin.d.
Dispersin.d.
Dannin.d.

L'alluvione di Firenze del 3 novembre 1844 fu l'ultima grande inondazione dell'Arno che colpì il capoluogo toscano ed i suoi dintorni prima della più celebre del 4 novembre 1966. Per la vastità degli allagamenti venne considerata quasi al pari di quella dell’anno 1740, ma tuttavia inferiore a quelle degli anni 1333 e 1557[1]. INSERIRE LINK ALLE VOCI DEL 1333 E 1557

Secondo le testimonianze dell’epoca la fine del mese di ottobre era stata caratterizzata da forti precipitazioni che avevano fatto crescere notevolmente il livello dei fiumi. Nella giornata di sabato 2 novembre, come scrive Giuseppe Aiazzi, era caduta infatti «una pioggia dirottissima, accompagnata alla sera da terribili tuoni e lampi»[2] SE FAI UNA CITAZIONE DIRETTA E' BENE INSERIRE ANCHE IL NUMERO DI PAGINA che aveva provocato uno straordinario rigonfiamento delle acque ed in particolare della Sieve, affluente dell’Arno, in cui si rintraccia una delle principali cause dell’alluvione fiorentina.

Ancora una volta la calamità non coinvolse solo il capoluogo ma anche diverse zone del contado: si ebbero gravissimi danni nel Mugello, in particolare nella zona di Borgo San Lorenzo, ma anche nella Piana di Brozzi e Campi Bisenzio[3]. Alle prime ore della domenica 3 novembre 1844 le acque invasero il centro cittadino di Firenze dalle zone delle porte di Santa Croce e San Niccolò. L’Arno, con la sua corsa, travolse le recenti strutture in ferro del ponte di San Niccolò, i cui pezzi per furono portati a valle dalla corrente danneggiando i ponti a valle, tanto che si temette per il Ponte Vecchio[4]. Inoltre, l’alluvione devastò la città, riportando danni a mercanzie e vettovaglie, suppellettili ed edifici. Andarono sommersi anche i magazzini della Dogana, situati negli scantinati degli Uffizi, e quelli del Comune in via Palazzuolo[5].

La fortuna volle però che l'allagamento avvenisse in un giorno festivo e molti fiorentini si trovassero ancora a letto o nelle chiese per la messa. Le vittime infatti furono poche. Tuttavia, proprio per questo motivo, agli abitanti mancò il tempo di portare ai piani superiori i propri mobili e mercanzie che, dopo il ritiro delle acque, trovarono totalmente devastati. Allo stesso modo, i soccorsi furono impediti sia dal maltempo incessante che dalla scarsità di imbarcazioni. FONTE

A guidare i soccorsi fu il gonfaloniere Pierfrancesco Rinuccini[6], che poté contare sull'aiuto dei pompieri, dei carabinieri e della polizia granducali per raccogliere viveri e le poche barche che si trovavano a disposizione; notevoli aiuti alle popolazioni alluvionate arrivarono anche dalle famiglie benestanti, dai cittadini stranieri che vivevano a Firenze e dalle altre città del Granducato. Particolarmente attivo nell'organizzare i soccorsi fu il granduca Leopoldo II che, rientrato immediatamente dalla villa di Poggio a Caiano, aprì le porte di Palazzo Pitti agli sfollati[7], si impegnò personalmente nelle operazioni di salvataggio su una barca e si recò in visita anche nelle zone periferiche come Brozzi. Il governo granducale e le autorità cittadine si prodigarono anche in seguito nell'assistenza ai sinistrati bisognosi e furono anche effettuate alcune opere pubbliche; in tempi brevissimi furono, infatti, attuate grandi operazioni di ripristino delle difese fluviali come il restauro e il rialzo delle spallette, cateratte alle fogne e la chiusura delle condutture tra il fiume e le case private[8].

  1. ^ Cavina Giovanni, Le grandi inondazioni dell'Arno attraverso i secoli: saggio storiografico, Firenze, Bonechi Editore, 1969, p. 151.
  2. ^ Aiazzi Giuseppe, Narrazioni istoriche delle più considerevoli inondazioni dell'Arno e notizie scientifiche sul medesimo, raccolte ed insieme riunite da G. A., Firenze, Tip. Piatti, 1845.
  3. ^ Inondazioni in Firenze del 3 e 6 novembre 1844 e 1864: provvedimenti e soccorsi del Governo Granducale e dell'italiano, Firenze, Tip. A. Salani, 1864, p. 5.
  4. ^ Bianca Concetta e Salvestrini Francesco, L'acqua nemica. Fiumi, inondazioni e città storiche dall'antichità al contemporaneo, 2017, p. 263.
  5. ^ Aiazzi Giuseppe, Narrazioni istoriche delle più considerevoli inondazioni dell'Arno e notizie scientifiche sul medesimo, raccolte ed insieme riunite da G. A., Firenze, Tip. Piatti, 1845.
  6. ^ Inondazioni in Firenze del 3 e 6 novembre 1844 e 1864: provvedimenti e soccorsi del Governo Granducale e dell'italiano, Firenze, Tip. A. Salani, 1864, p. 12.
  7. ^ Le inondazioni di Firenze, su idraulica.beic.it, Fondazione BEIC.
  8. ^ Bianca Concetta e Salvestrini Francesco, L'acqua nemica. Fiumi, inondazioni e città storiche dell'antichità al contemporaneo, 2017, pp. 265-267.

Bibliografia DA STRUTTURARE (MA LO FACCIAMO INSIEME)

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  • Aiazzi Giuseppe, Narrazioni istoriche delle più considerevoli inondazioni dell'Arno e notizie scientifiche sul medesimo, raccolte ed insieme riunite da G. A., Firenze, Tip. Piatti, 1845.
  • De Boni Filippo, Lettera ad Anonimo, Firenze, Società editrice Fiorentina, 1844.
  • Bianca Concetta, Salvestrini Francesco, L'acqua nemica. Fiumi, inondazioni e città storiche dall'antichità al contemporaneo, 2017.
  • Giovanni Cavina, Le grandi inondazioni dell'Arno attraverso i secoli, Bonechi Editore, Firenze 1969.
  • Inondazioni in Firenze del 3 e 6 novembre 1844 e 1864: provvedimenti e soccorsi del Governo Granducale e dell'italiano, Firenze, Tip. A. Salani, 1864.

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