Sacramenti gnostici

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ogni setta gnostica predicava una propria variante del credo gnostico e quindi praticava un proprio culto. Alcune sette respingevano completamente i sacramenti, mentre altre accettavano quali strumenti di conoscenza solo il battesimo e l'Eucaristia, affiancandoli ad altri riti che, per mezzo di inni e formule magiche, dovevano propiziare l'ascesa al regno spirituale del principio divino imprigionato nel corpo materiale.

Tutte le sette gnostiche praticarono in qualche sua variante questo rito; nei mandei il battesimo quotidiano è una delle grandi pratiche del sistema. Le formule usate dagli gnostici cristiani erano molto diverse da quelle usate dai cattolici. I marcosiani dicevano: "Nel [eis] nome del Padre sconosciuto di tutti, nel nome [eis] della Verità, Madre di tutti, nel nome di colui, che venne in Gesù [eis ton katelthonta eis Iesoun]". Gli elcesaiti dicevano: "Nel [en] nome del grande ed altissimo Dio e nel nome di suo Figlio, il grande Re". Tali formule, e molte altre, talvolta venivano pronunciate in ebraico, talvolta in aramaico.

Confermazione

[modifica | modifica wikitesto]

L'unzione del candidato con il crisma, o unguento profumato, è un rito gnostico che oscura persino l'importanza del battesimo. Negli "Acta Thomae", aveva sostituito completamente il battesimo, ed era il solo sacramento di iniziazione ammesso. I Marcosiani andarono oltre, rifiutando il battesimo cristiano e sostituendolo con una mistura di olio ed acqua che versavano sulla testa del candidato. Con la confermazione, gli gnostici non intendevano tanto imporre lo Spirito Santo, quanto proteggere i candidati dagli attacchi degli arconti, o scacciarli grazie all'odore dolce che sovrastava tutto (tes uter ta hola euodias). Il balsamo, si credeva, che fosse in qualche modo fluito dall'Albero della Vita, e questo albero era misticamente legato alla Croce, per questo negli "Acta Thomae" il crisma viene chiamato "il mistero ignoto nel quale la Croce ci è mostrata."

In un certo numero di passi si trovano riferimenti alla rottura del pane, ma non è facile determinare in cosa consisteva. L'uso di sale in questo rito sembra essere stato importante (Clem., Hom. XIV), a tal proposito si legge chiaramente come San Pietro spezzò il pane dell'Eucaristia e "mettendovi sopra del sale, lo diede prima alla madre e poi a noi". C'è, inoltre, una grande probabilità, sebbene nessuna certezza, che l'Eucaristia descritta negli "Acta Thomae" consistesse soltanto nella rottura del pane senza l'uso del calice. Questo punto è, comunque, molto controverso. Non ci sono dubbi che spesso gli gnostici sostituivano l'acqua con il vino (Acta Thomae, Battesimo di Mygdonia, capitolo. CXXI), ma non sappiamo quale formula di consacrazione fosse usata, anche se è probabile che il pane venisse segnato con la Croce. Nei Libri copti (Pistis Sophia, 142; II Jeû, 45-47) si trova una lunga descrizione di alcune cerimonie apparentemente Eucaristiche officiate da Gesù stesso. In queste vengono usati fuoco ed incenso, due fiasche e due calici, uno con acqua l'altro con vino, e tralci di vite. Cristo, inoltre, corona gli Apostoli con ghirlande di ulivo, implora Melchisedech di venire e cambiare il vino in acqua per il battesimo e mette erbe nella bocca e nelle mani degli Apostoli. Fino a che punto queste azioni riflettano il rituale gnostico, o siano solamente immaginate dell'autore, non può essere stabilito.

Il nymphon era uno speciale sacramento gnostico nel quale, attraverso delle azioni simboliche, le loro anime venivano sposate ai loro angeli nel Pleroma. I dettagli di questi riti sono ancora sconosciuti. Tertulliano, senza dubbio, vi alluse nelle parole "Eleusinia fecerunt lenocinia".

Vocali Magiche

[modifica | modifica wikitesto]

Veniva tributata una prominenza straordinaria all'espressione delle vocali: alfa, epsilon, eta, iota, omicron, ipsilon, omega. Gli gnostici credevano che il Salvatore ed i suoi discepoli, nel mezzo delle loro frasi, prorompessero in un farfugliamento interminabile di sole vocali; ci sono pervenuti incantesimi magici formati solo di vocali; le sette vocali, ripetute con tutti i generi di artifici, formavano un'iscrizione molto comune sugli amuleti. Secondo studi fatti da Ruelle, Poirée, e Leclercq, ogni vocale rappresenta uno dei sette pianeti, o arconti; i sette, insieme, rappresentano l'Universo, ma senza consonanti rappresentano l'Ideale e l'Infinito non ancora imprigionato e limitato dalla materia.

  • Hans Jonas, Lo Gnosticismo, a cura di R. Farina, presentazione di M. Simonetti, SEI, Torino, 1995.
  • Henri-Charles Puech – K. Rudolph – J. Doresse, Gnosticismo e Manicheismo, in H.C. Puech (a cura di), Storia delle Religioni, vol. VIII, Laterza, Roma-Bari, 1988.
  • H.C. Puech, Sulle tracce della Gnosi, Adelphi, Milano, 1985.
  • H.C. Puech, Sul Manicheismo e altri saggi, Einaudi, Torino, 1995.
  • K. Rudolph, La Gnosi: natura e storia di una religione tardoantica, Paideia, Brescia, 2000.
  • Manlio Simonetti (a cura di), Testi gnostici in lingua greca e latina, Fondazione Lorenzo Valla – A. Mondatori Editore, Milano, 1993.
  • L. Moraldi (a cura di), La Gnosi e il mondo: raccolta di testi gnostici, TEA, Milano, 1988.
  • Emanuele Samek Lodovici (1942-1981), Metamorfosi della Gnosi. Quadri della dissoluzione contemporanea, Ares, Milano 1979;
  • Ioan Petru Culianu, I miti dei dualismi occidentali. Dai sistemi gnostici al mondo moderno, trad. it., Jaca Book, Milano 1989;
  • Umberto Pace, La Gnosi, Marcovalerio, Torino 2002.
  • Henri-Charles Puech, En quête de la gnose
  • Jacques Lacarrière, Les gnostiques ;
  • Madeleine Scopello, Les gnostiques, Paris, Cerf, « Fides ».
  • Jean Doresse, article Le gnosticisme dans histoire des religions, folio essais, Paris, Gallimard
  • Mircea Eliade, dans Histoire des religions et idées religieuses, Bibliothèque historique Payot
  • Louis Painchaud, La bibliothèque copte de Nag Hammadi, in L'étude de la religion au Québec: Bilan et prospective, sous la direction de Jean-Marc Larouche et Guy Ménard, Les Presses de l'Université Laval, 2001, en libre accès sur internet à cette adresse
  • Daniel Boyarin, Border Lines. The Partition of Judaeo-Christianity, Berkeley: University of California Press
  • Robert Haardt, Die Gnosis: Wesen und Zeugnisse, Otto-Müller-Verlag, Salzburg 1967.
  • Johann Ev. Hafner, Selbstdefinition des Christentums. Ein systemtheoretischer Zugang zur frühchristlichen Ausgrenzung der Gnosis, Freiburg 2003.
  • Jens Holzhausen, Gnostizismus, Gnosis, Gnostiker. Ein Beitrag zur antiken Terminologie, in Jahrbuch für Antike und Christentum, 44, 2001, pp. 58–75.
  • Hans Jonas, Gnosis und spätantiker Geist. Erster Teil: Die mythologische Gnosis, Göttingen, 1934, 1988. ISBN 3-525-53123-0 Zweiter Teil: Von der Mythologie zur mystischen Philosophie, Göttingen, 1954, 1993. ISBN 3-525-53841-3
  • Christoph Markschies, Die Gnosis, Beck'sche Reihe 2173. Beck, München 2001. ISBN 3-406-44773-2
  • Kurt Rudolph, Die Gnosis - Wesen und Geschichte einer spätantiken Religion, Leipzig, 1977 (3. Aufl. Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen 1994) ISBN 3-8252-1577-6
  • Benjamin Walker, Gnosis. Diederich's Gelbe Reihe Bd.96. Diederichs, München 1995. ISBN 3-424-01126-6.
  • Catholic Encyclopedia, Volume VI New York 1909, Robert Appleton Company. Nihil obstat, 1º settembre 1909. Remy Lafort, S.T.D., Censor. Imprimatur +Cardinale John Murphy Farley, Arcivescovo di New York.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]