Quartetto per archi n. 3 (Beethoven)

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Quartetto d'archi n. 3
CompositoreLudwig van Beethoven
TonalitàRe maggiore
Tipo di composizioneQuartetto d'archi
Numero d'operaOp. 18
Epoca di composizione1798-1799
Prima esecuzione1801
DedicaJoseph Franz Maximilian von Lobkowicz
Durata media27 minuti[1]
Organico
Movimenti
  1. Allegro (Re maggiore)
  2. Andante con moto (Si bemolle maggiore)
  3. Allegro (Re maggiore)
  4. Presto (Re maggiore)

Il Quartetto per archi n.3 in Re maggiore è una composizione di Ludwig van Beethoven scritta tra il 1798 e il 1799 e pubblicata nel 1801.

Il brano fu composto tra l'autunno 1798 e gennaio 1799. Cronologicamente, nel complesso dei sei quartetti che costituiscono l'op.18, fu quello composto per primo; il numero "3" che lo contraddistingue deriva dall'ordine in cui furono stampati i quartetti. L'ordine esatto in cui furono composti i sei quartetti non è del tutto certo, dato che gli originali autografi sono andati perduti, tuttavia si può dedurre dai quaderni di appunti.

Il brano fu pubblicato nel 1801.

L'inizio del primo movimento

Il quartetto è composto da quattro movimenti:

  1. Allegro (Re maggiore)
  2. Andante con moto (Si bemolle maggiore)
  3. Allegro (Re maggiore)
  4. Presto (Re maggiore)

Il primo movimento Allegro è composto in tonalità di Re maggiore con misura in 2/2 e segue la forma-sonata. Il tema principale è determinato da settime e la melodia del primo violino ricorda il quartetto per archi n. 21 in Re maggiore K.575 di Mozart.[2] Il tema secondario fa da contrappunto con sincopi e accentuazioni. Le variazioni sul tema principale, così come altre sincopi e sforzati, sono esprsse nello sviluppo tramite terzine. La settima domina nella riesposizione prima del finale caratterizzato da sonore ottave).

II Andante con moto

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Il secondo movimento Adagio cantabile è composto in tonalità di Si bemolle maggiore con misura 2/4. Il tema principale è un cantabile composto da quattro note che ripetono tre volte con un registro via via più acuto, a cui si contrappone un tema secondario gioioso. In questo movimento gli strumenti danzano in forma canonica tra di loro anche nelle pause. La ricapitolazione è domanita da semicrome sottolineate da sforzati, prima del finale caratterizzato da pause sempre più sommesse.

Il terzo movimento Allegro ritorna alla tonalità iniziale in Re maggiore con misura in 3/4. Discostandosi dalla struttura tradizionale, Beethoven non indica il terzo movimento come Scherzo optando per un tempo più simile a quello dei movimenti precedenti. La parte centrale di questo movimento vira in minore (Beethoven stesso la intitola infatti Minore) ed è caratterizzata da sequenze di tremoli.

Il quarto movimento Presto rimane anch'esso alla tonalità principale in Re maggiore ma la misura cambia in 6/8. Dagli appunti di Beethoven si deduce che il compositore inizialmente aveva in mente un finale diverso per questo movimento. Nella versione definitiva, il tema è una tarantella che si ripete in sei o otto battute e che non è interrotta dal tema secondario, molto più tranquillo. La partitura prevede che il tema venga eseguito da due strumenti contro un terzo, in una combinazione costantemente nuova. Il movimento termina a sorpresa con il tema che sfuma in un pianissimo.

  • (DE) Jan Caeyers, Beethoven – Der einsame Revolutionär, C. H. Beck-Verlag, 2013, ISBN 978-3-406-65625-5.
  • Ludwig van Beethoven, Epistolario 1783-1807, a cura di Sieghard Brandenburg, traduzione di L. Della Croce, vol. 1, Skira, 1999 [1996], p. 46.
  • (DE) Gerd Indorf, Beethovens Streichquartette: Kulturgeschichtliche Aspekte und Werkinterpretation, 2ª ed., Rombach, 2007.
  • (DE) Lewis Lockwood, Beethoven: Seine Musik – Sein Leben, Metzler, 2009.

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