Franco Turigliatto

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Franco Turigliatto

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato28 aprile 2006 –
28 aprile 2008
LegislaturaXV
Gruppo
parlamentare
- Rifondazione Comunista-Sinistra Europea (fino al 23/02/2007)
- Misto/SC (dal 24/02/2007)
CoalizioneL'Unione
CircoscrizionePiemonte
Incarichi parlamentari
  • Segretario della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alle cosiddette morti bianche (dal 28/11/2006 al 28/04/2008)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoSinistra Anticapitalista (dal 2013)
In precedenza:
GCR-LCR (1969-1989)
DP (1989-1991)
PRC (1991-2007)
SC (2007-2013)
ProfessioneImpiegato

Franco Turigliatto (Rivara, 13 dicembre 1946) è un politico italiano.

È stato senatore della Repubblica dal 28 aprile 2006 al 28 aprile 2008, portavoce di Sinistra Critica e successivamente il leader del movimento Sinistra Anticapitalista.

Primi passi politici e nascita di Rifondazione

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Franco Turigliatto comincia, nel 1966, la militanza politica nel Movimento Studentesco di Mario Capanna; nel novembre 1967 partecipa all'occupazione di Palazzo Campana a Torino[senza fonte].

A partire dalle lotte operaie del 1969 segue le dinamiche del movimento operaio torinese e nazionale. Aderisce quello stesso anno alla Quarta Internazionale. Guida poi, con Livio Maitan, la Lega comunista rivoluzionaria IV internazionale fino al 1989, quando questo gruppo confluisce in Democrazia Proletaria.

Membro subito dopo della direzione nazionale di DP, nel 1991 partecipa alla costruzione del Partito della Rifondazione Comunista. Diventa membro della direzione nazionale e dirigente di una minoranza interna del PRC, "Bandiera Rossa", guidata da Maitan, che in seguito confluirà in "Sinistra Critica" (la cui rivista di riferimento è Erre). Da membro della direzione nazionale del PRC si occupa per diversi anni, all'interno del Dipartimento Lavoro, di politiche industriali della divisione grandi fabbriche, seguendo da vicino la crisi della FIAT e recandosi quotidianamente davanti ai cancelli degli stabilimenti torinesi di Mirafiori. Ha ricoperto inoltre il ruolo di Responsabile lavoro del PRC in Piemonte.

Alle elezioni politiche del 2006 viene candidato al Senato della Repubblica, tra le liste di Rifondazione Comunista nella circoscrizione Piemonte in seconda posizione, venendo eletto senatore. Nella XV legislatura della Repubblica è stato membro della 11ª Commissione Lavoro, previdenza sociale, della 14ª Commissione Politiche dell'Unione europea e della Delegazione italiana all'Assemblea parlamentare dell'OSCE.

Caso Turigliatto-Rossi

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Il 21 febbraio 2007 la sua non partecipazione al voto, assieme al senatore Fernando Rossi (Comunisti Italiani), sulla mozione del Ministro degli affari esteri Massimo D'Alema riguardo alla politica estera del governo scatena notevoli polemiche, pur non essendo determinante per la crisi del governo Prodi II, causata dall'astensione, che al senato equivaleva ad un voto contro, anche dei due senatori a vita (Giulio Andreotti e Sergio Pininfarina) e del voto contrario del senatore a vita Francesco Cossiga. Tuttavia a causa dell'astensione, essendosi posto "fuori dalla comunità di Rifondazione", secondo le parole della segreteria del partito, questa ha raccomandato che ne venga decretato l'allontanamento[1]. L'allontanamento per due anni dal partito (il provvedimento disciplinare più grave previsto dallo Statuto del PRC) è deciso, con 14 voti a favore e 6 contrari, dal Collegio Nazionale di Garanzia il 1º marzo.

Il 23 febbraio 2007 Turigliatto, dopo essere stato espulso dal gruppo parlamentare di Rifondazione, aderisce, come da regolamento, al gruppo misto del Senato, costituendo la componente della Sinistra Critica, dal nome dell'associazione di cui è membro, la quale è poi interamente uscita da Rifondazione l'8 dicembre 2007, giorno in cui tale partito formalizzava la propria adesione a La Sinistra l'Arcobaleno.

Durante la discussione della Legge finanziaria del 2008, Turigliatto ha proposto un emendamento in cui si proponeva di dimezzare lo stipendio e le indennità dei parlamentari, che l'8 novembre 2007 venne respinto con 36 voti a favore e 266 contrari[2]. In un altro emendamento, approvato dal Senato, ha proposto di istituire un fondo per risanare gli edifici pubblici dall'amianto[3].

Crisi di governo

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Il 24 gennaio 2008 Turigliatto è tra i senatori che votano "no" alla fiducia nei confronti del Governo Prodi II, provvedimento che farà aprire la crisi di governo con le successive dimissioni.

Alle elezioni politiche del 2008 Turigliatto presenta il suo movimento Sinistra Critica (che candida la giovane Flavia D'Angeli come Premier) guidandone le liste al Senato, in autonomia dagli altri schieramenti. Durante la campagna elettorale, nella puntata del 13 marzo 2008 di Porta a Porta, Turigliatto abbandona gli studi del programma televisivo di approfondimento politico in polemica con la presenza di Roberto Fiore, leader del movimento Forza Nuova, di ispirazione neofascista. Nessun candidato di Sinistra Critica viene eletto in Parlamento, a causa del mancato raggiungimento dello sbarramento posto al 4% a livello nazionale per la Camera e all'8% a livello regionale per il Senato.

Sviluppi successivi

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Anche dopo le elezioni del 2008 Turigliatto continua la sua militanza politica; nel novembre 2009 è stato confermato fra i tre portavoce nazionali di Sinistra Critica[4]. In un'intervista al Corriere della Sera del 15 agosto 2010 afferma di non essersi mai pentito di aver fatto cadere il governo Prodi[5].

Alle elezioni amministrative del 2011 si è candidato al consiglio comunale di Torino, nelle liste di Sinistra Critica a sostegno del candidato sindaco di sinistra Iuri Gilberto Bossuto, senza risultare eletto.

Nel 2012 in occasione del Congresso Nazionale di Sinistra Critica è il primo firmatario degli emendamenti al documento congressuale. In sede di congresso le due posizioni (documento principale ed emendamenti) si eguagliano. Dopo un anno di convivenza le due aree decidono di porre fine all'esistenza di Sinistra Critica: dall'estate 2013 Turigliatto è uno dei principali esponenti della nuova formazione Sinistra Anticapitalista.[6]

Alle elezioni politiche del 2018 il suo movimento fa parte della lista Potere al Popolo!, senza però poi aderire al successivo processo costituente che lo porterà a diventare un movimento politico a tutti gli effetti[7].

Vicende giudiziarie

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Durante la campagna elettorale delle elezioni politiche del 2008, ospite del programma televisivo Porta a Porta su Rai 1, Turigliatto è stato messo a confronto con Roberto Fiore, segretario di Forza Nuova, ma prima che Fiore possa dire nulla, Turigliatto abbandona lo studio, affermando di non poter dibattere con un fascista. In seguito a ciò, Fiore lo querela per diffamazione a mezzo stampa.

Il 4 luglio 2014 il GIP dispone il giudizio immediato per Turigliatto[8]. Tuttavia il 16 settembre 2015 il Senato, con 219 voti a favore, nessun contrario e 2 astensioni, dichiara le affermazioni di Turigliatto insindacabili, ai sensi dell'art.68, primo comma della Costituzione, venendo prosciolto dalle accuse.[9]

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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