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Palazzo Michelozzi
Palazzo Michelozzi | |
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Palazzo Michelozzi | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Coordinate | 43°46′01.54″N 11°14′57.46″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XVI secolo |
Stile | rinascimentale |
Palazzo Michelozzi, o Bartolozzi, è un edificio storico del centro di Firenze, situato in via Maggio 11 angolo via dei Velluti e via Sguazza, nel quartiere di Oltrarno. Il palazzo, con la denominazione di "palazzo Amerighi", appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il palazzo fu eretto nella seconda metà del Cinquecento su preesistenti case dei Corbinelli (presumibilmente già unificate nel corso del Quattrocento e inglobate nella nuova costruzione), quasi sicuramente su commissione del senatore Giovanni Battista Michelozzi, noto peraltro come committente del prestigioso ciborio marmoreo della vicina chiesa di Santo Spirito, opera di Giovanni Battista Caccini. Vista la consuetudine del committente con quest'ultimo, segnalatosi anche come valente architetto, la letteratura tende a ricondurre anche l'attuale palazzo ad un suo disegno, o comunque a immaginarlo coinvolto nelle vicende progettuali, per quanto nel tempo siano stati avanzati anche i nomi di Santi di Tito, di Baccio d'Agnolo (per il cortile[1]) e di suo figlio Domenico[2].
Attorno alla metà del Settecento la proprietà passò a un ramo collaterale del casato, quello dei Michelozzi Boni Giacomini, fino a che, con l'estinzione della famiglia, passò in dote nel 1845 ad Elena Amerighi[3], sposata con Leonardo Roti, la cui discendenza - in virtù della doppia parentela fra la famiglie Michelozzi Boni e Amerighi - assunse il nome "Roti Michelozzi"[4].
Nella prima metà del Novecento, presumibilmente dopo essere stata dei Ticci e dei Donati, fu acquistata dai Bartolozzi, che ancora oggi la detengono. Nnel 1903 il palazzo fu rialzato di un piano su via Sguazza, nel 1925 furono riaperte le finestre del secondo piano su via Maggio ripristinando gli antichi archi esistenti sotto l'intonaco, e che nel 1929 fu ingrandita la porta sempre su via Sguazza[5].
Nel 2012 l'immobile è stato oggetto di un intervento di restauro delle facciate, di rifacimento delle coperture e di ridistribuzione degli spazi interni, su progetto dell'architetto Leonardo Zorzet[6].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il fronte, organizzato su tre piani per sei assi ben distanziati, presenta il piano terreno segnato da un portone ad arco, ai fianchi del quale si allineano, due a sinistra, tre a destra, imponenti finestre inginocchiate. Queste ultime sono da considerare frutto di un intervento del tardo Cinquecento se non proprio del Seicento[7], mentre i piani superiori registrano ancora un gusto quattro cinquecentesco, con le finestre ad arco allineate sul ricorso di pietra, incorniciate da bugne e ben stagliate sulla parete intonacata.
Sul portone è uno scudo con l'arme della famiglia Michelozzi (trinciato d'argento e di rosso, a due monti di sei cime dell'uno nell'altro, ciascuno cimato da una stella a sei punte dello stesso), nell'androne una targa con una testa scolpita in memoria del pittore Pedro Americo, artista ufficiale del governo brasiliano che qui morì nel 1905.
L'androne, voltato a botte, è inoltre impreziosito da un elegante ed elaborato cancello moderno, segnato dalla "B" dei Bartolozzi. Oltre a questo spazio si accede al cortile, con i lati d'ingresso e di testa coperti da un loggiato, i laterali segnati da arcate cieche. Le colonne in pietra serena e capitelli tuscanici. Gli altri due lati hanno arcate cieche e paraste, ravvivate da aperture rettangolari e oculi. Particolarmente elegante il prospetto sul cortile del corpo di fabbrica che guarda alla strada, con due finestre ad arco al primo piano e, in alto, una altana, arretrata rispetto al filo della facciata principale e sorretta da colonne e trabeazione in pietra serena.
Nel cortile sono due statue e due urne scolpite nel marmo. Da qui parte anche lo scalone in pietra per i piani superiori, piuttosto ripido e di reminiscenza medioevale. A sinistra dell'androne una vasta sala terrena a volta con lunette laterali mostri degli elaborati peducci di pregevole fattura e di carattere quattrocentesco: spesso sono ornati da motivi araldici dei Corbinelli e ciò dimostra che l'ambiente appartiene a una costruzione preesistente e risale ai tempi di quella storica casata d'Oltrarno[8].
Esternamente, su via dei Velluti esiste una buchetta del vino tamponata, mentre su via Sguazza si nota una lapide in pietra serena, completamente abrasa, ma grazie a trascrizioni sappiamo che si trattata di un bando dei Signori Otto del 1612, che vietava la sporcizia (le "brutture"):
E S.RI OTTO |
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Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Così Walther Limburger nel 1910.
- ^ Bucci 1973.
- ^ Albero Genealogico
- ^ enciclopedia spretiestra
- ^ Mazzino Fossi (1968).
- ^ Ditta esecutrice Mugelli Costruzioni.
- ^ Ma su questo non concorda Mario Bucci che le considera coeve al fronte e le segnala come "uno degli esempi più arcaici di questo tipo di sistemazione del piano terra".
- ^ Ginori Lisci (1972).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 250, n. 624;
- Carl von Stegmann, Heinrich von Geymüller, Die Architektur der Renaissance in Toscana: dargestellt in den hervorragendsten Kirchen, Palästen, Villen und Monumenten, 11 voll., München, Bruckmann, 1885-1908, X, p. 7;
- Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 252;
- Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 468;
- Luigi Vittorio Bertarelli, Firenze e dintorni, Milano, Touring Club Italiano, 1937, p. 290;
- Ettore Allodoli, Arturo Jahn Rusconi, Firenze e dintorni, Roma, Istituto Poligrafico e Libreria dello Stato, 1950, p. 189;
- Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 468;
- Mario Bucci, Palazzi di Firenze, fotografie di Raffaello Bencini, 4 voll., Firenze, Vallecchi, 1971-1973 (I, Quartiere di Santa Croce, 1971; II, Quartiere della SS. Annunziata, 1973; III, Quartiere di S. Maria Novella, 1973; IV, Quartiere di Santo Spirirto, 1973), IV, 1973, pp. 91-93;
- Leonardo Ginori Lisci, I palazzi di Firenze nella storia e nell’arte, Firenze, Giunti & Barbèra, 1972, II, pp. 717-718;
- Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, II, 1977, p. 183;
- Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, I, p. 364;
- Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 450;
- Toscana esclusiva, pubblicazione edita in occasione dell’iniziativa Lucca, Pisa, Siena: cortili e giardini aperti, Firenze: cortili e giardini aperti, 16 e 23 maggio 2010, a cura dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, Sezione Toscana, testi a cura dell’Associazione Culturale Città Nascosta, Firenze, ADSI, 2010, p. 33.
- Mugelli Costruzioni 1913-2013. Un secolo di cantieri e restauri edili, Firenze, Tipografia San Marco, 2013.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Michelozzi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 247425117 |
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