Giovanni Gagino
Giovanni Gagino (Fossano, 10 gennaio 1924 – Cuneo, 21 ottobre 2014) è stato un pittore italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Fossano, si trasferì in giovane età a Cuneo. A tredici anni copiava gli ex-voto presenti nel Santuario Madonna della Riva[senza fonte]. Arruolato nella Marina Militare durante la seconda guerra mondiale, dopo l'8 settembre fu fatto prigioniero e mandato in un campo di concentramento in Turingia[1]. Tornato in Italia, si stabilì a Cuneo, dove lavorò come operaio e cominciò a dipingere da autodidatta secondo gli insegnamenti di Roberto Luciano ed Ego Bianchi[2]. Morì novantenne a Cuneo nel 2014[3].
Produzione pittorica
[modifica | modifica wikitesto]Pur autodidatta e pittore non di professione, si diede all'arte con serietà e risultati da professionista[4], sviluppando una pittura fortemente coloristica, dove la costruzione dell'immagine non passa per il disegno ma è realizzata direttamente attraverso ampie campiture cromatiche[5].
Soggetto ricorrente delle opere di Gagino sono le periferie industriali e gli interni delle officine, raffigurati con effetti cromatici stridenti che suggeriscono sensazioni inquietanti e quasi infernali, con evidenti richiami all'espressionismo tedesco, a Edvard Munch e a Vasilij Kandinskij, dove protagonisti della scena sono unicamente gli stabilimenti, i macchinari, e le loro iridescenze, mentre gli operai hanno un ruolo secondario e meramente evocativo, impedendo a Gagino di cadere, secondo le parole di Federico Faloppa, nella «retorica del realismo socialista, di marca sovietica»[4].
A partire dai primi anni novanta Gagino si è pure dedicato alla scultura: suo è il Monumento all'operosità dei fossanesi donato nel 2011 al suo paese natale e collocato presso la Chiesa del Salice[6]. È stato ceramista insieme all'amico Guido Vigna[senza fonte].
Esposizioni
[modifica | modifica wikitesto]La prima personale di Gagino risale al 1964 presso la Galleria Ghigo di Racconigi[2]. Nel 2007 la Regione Piemonte gli ha dedicato a Torino un'ampia retrospettiva curata da Luca Arnaudo e Federico Faloppa[4]. Nel 2013 una nuova antologica si è tenuta, per la cura di Federico Faloppa, presso il museo Palazzo Samone di Cuneo[7].
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2008 Gagino fu insignito del titolo di Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica[8].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Davide Schiffer, Non c'è ritorno a casa..., 5 Continents, 2003, p. 132, ISBN 9788874390533.
- ^ a b Giovanni Gagino. Biografia, su grandarte.it. URL consultato il 29 agosto 2014.
- ^ Walter Lamberti, Addio al pittore e scultore Giovanni Gagino, in La Fedeltà, 21 ottobre 2014. URL consultato il 21 ottobre 2014.
- ^ a b c Paolo Levi, Gagino emozioni d'officina, in La Repubblica, 11 novembre 2007. URL consultato il 29 agosto 2014.
- ^ Marcello Levi (a cura di), Catalogo dei pittori in Piemonte dal XIV al XX secolo, Bolaffi Editore, 2003, p. 102, ISBN 9788888406114.
- ^ Inaugurato il monumento all'operosità dei fossanesi, su comune.fossano.cn.it, 28 febbraio 2011. URL consultato il 29 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2015).
- ^ Giovanni Gagino. La memoria del colore, su comune.cuneo.gov.it, 6 novembre 2013. URL consultato il 29 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2014).
- ^ Gagino Sig. Giovanni, su quirinale.it. URL consultato il 29 agosto 2014.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Gagino, Giovanni, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 305428686 · ISNI (EN) 0000 0004 2048 1972 · GND (DE) 1044741449 |
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