Arcidiocesi di Laodicea di Frigia

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Laodicea di Frigia
Sede arcivescovile titolare
Archidioecesis Laodicensis in Phrygia
Patriarcato di Costantinopoli
Sede titolare di Laodicea di Frigia
Mappa della diocesi civile di Asia (V secolo)
Arcivescovo titolaresede vacante
IstituitaXVI secolo
StatoTurchia
Arcidiocesi soppressa di Laodicea di Frigia
ErettaIV secolo
Soppressacirca XVIII secolo
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche
Basilica cristiana di Laodicea, costruita sulle antiche terme romane.
Resti della città di Laodicea al Lico.

L'arcidiocesi di Laodicea di Frigia (in latino Archidioecesis Laodicensis in Phrygia) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli e una sede titolare della Chiesa cattolica.

Laodicea di Frigia, le cui rovine si trovano nei pressi del villaggio di Eskihisar vicino alla città di Denizli nell'odierna Turchia, è l'antica sede metropolitana della provincia romana della Frigia Pacaziana nella diocesi civile di Asia e nel patriarcato di Costantinopoli.

Laodicea fu centro di un'antica comunità cristiana, le cui origini risalgono agli albori del cristianesimo. La città è menzionata più volte da san Paolo nelle sue lettere, e sembra fosse destinataria di una delle sue epistole, la cosiddetta lettera ai Laodicesi, come testimoniato dalla lettera ai Colossesi (4,16[1]). Lo stesso testo di Colossesi (4,17[2]) menziona il discepolo Archippo, che nella tradizione cristiana è considerato il primo vescovo di Laodicea. Nella lettera a Filemone (v. 2[3]) questi è chiamato da san Paolo «compagno d'armi». Ancora nella lettera ai Colossesi (4,15[4]) l'Apostolo saluta Ninfa «con la comunità che si raduna nella sua casa»; questo discepolo è menzionato quale successore di Archippo nella lista dei primi vescovi di Laodicea.

La comunità di Laodicea è menzionata anche fra le Sette Chiese dell'Asia cui è indirizzato il libro dell'Apocalisse (3,14-22[5]). Il destinatario dei rimproveri dell'Apocalisse è identificato dal Le Quien con quel Diotrefe di cui parla la terza lettera di Giovanni (vv. 9-10[6]).

Il Martirologio romano, alla data del 6 ottobre, menziona il vescovo Ságaro, che fu uno degli antichi discepoli di san Paolo: «A Laodicea in Frigia, nell'odierna Turchia, san Ságaro, vescovo e martire sotto Servilio Paolo, proconsole della provincia d'Asia».[7]

Il primo vescovo storicamente documentato è Nunechio, che prese parte al concilio di Ancira nel 314 e fu tra i padri del concilio di Nicea del 325.[8]

A Laodicea fu tenuto un importante sinodo per la storia della vita interna della Chiesa. Fu celebrato all'incirca nella seconda metà del IV secolo e prese decisioni non su questioni di fede e di dottrina, ma unicamente su questioni disciplinari e liturgiche. Furono decretati 60 canoni miranti a: mantenere un ordine tra vescovi, clero e laici; a far applicare un comportamento modesto dei chierici e dei laici; a regolare il rapporto con gli eretici, gli ebrei e i pagani; a bandire il mantenimento del sabato ebraico e incoraggiare la domenica; alla strutturazione delle pratiche liturgiche con l'eliminazione di pratiche magiche o idolatriche; a regolare la cerimonia del battesimo, con le relative istruzioni per i catecumeni e i neofiti; a fissare il canone dei Libri sacri che si possono leggere in chiesa.

Nella Notitia Episcopatuum attribuita allo pseudo-Epifanio e composta durante il regno dell'imperatore Eraclio I (circa 640), la sede di Laodicea è elencata al 21º posto nell'ordine gerarchico delle metropolie del patriarcato di Costantinopoli e le sono attribuite 17 diocesi suffraganee.[9] Nella Notitia attribuita all'imperatore Leone VI (inizio X secolo) Laodicea è scesa al 22º posto fra le metropolie del patriarcato, e le diocesi suffraganee sono diventate 21.[10] L'arcidiocesi è documentata nelle Notitiae Episcopatuum fino al XIV secolo, ma già dal 1256 il territorio era stato definitivamente conquistato dagli Ottomani.

Nel 1651 un terremoto accelerò il processo di abbandono dell'antica città, che già da tempo oramai non era più sede dei metropoliti. La serie episcopale, con ampi vuoti, continuò ancora fino al XVIII secolo, ma non è chiaro se fossero metropoliti residenziali o solamente titolari. Di certo nel XIX e nel XX secolo il titolo di Laodicea è stato assegnato in più occasioni, ma la metropolia bizantina di fatto non esisteva più e i suoi vescovi erano solo titolari.[11]

Dal XVI secolo Laodicea di Frigia è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 25 giugno 1968.

Arcivescovi greci

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Epoca romana e bizantina

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Epoca ottomana

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  • Anonimi † (menzionati tra il 1342 e il 1376)[24]
  • Macario I † (prima del 1381 - ottobre/novembre 1399 deceduto)[30]
  • Macario II † (menzionato a dicembre 1399)
  • Teofilatto † (menzionato nel 1450)
  • Gerasimo † (menzionato nel 1467)
  • Anonimi † (menzionati nel 1469 e il 1470)
  • Gabriele † (menzionato nel 1593)
  • Joasaf † (menzionato nel 1605)
  • Niceforo † (prima del 1620 - 1630 deceduto)
  • Doroteo † (menzionato nel 1632)
  • Sofronio † (6 settembre 1643 - ?)
  • Gregorio I † (1678 - ?)
  • Cosma † (1705 - ?)
  • Gregorio II † (febbraio 1791 - dopo il 1797)

Arcivescovi titolari

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I vescovi di Laodicea di Frigia appaiono confusi con i vescovi di Laodicea di Siria, perché nelle fonti citate le cronotassi delle due sedi non sono distinte.

  1. ^ Col 4,16, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Col 4,17, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ Fm v. 2, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  4. ^ Col 4,15, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Ap 3,14-22, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  6. ^ 3Gv vv. 9-10, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  7. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II (PDF), Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 784.
  8. ^ a b (FR) Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie, pp. 726-727.
  9. ^ (FR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes., Paris, 1981, pp. 210-211, nnº 312-329.
  10. ^ (FR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae, pp. 280-281, nnº 388-409.
  11. ^ La serie dei titolari bizantini è riportata da Stiernon, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XXX, col. 512.
  12. ^ Questo vescovo è menzionato nella passione del martire Artemone, di dubbia storicità, e sarebbe vissuto all'epoca dell'imperatore Diocleziano (Stiernon, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XXX, col. 507). Il successivo vescovo che Le Quien inserisce nella cronotassi dei vescovi di Laodicea di Frigia appartiene invece alla diocesi di Laodicea Combusta (Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie, pp. 281-283).
  13. ^ (FR) Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie, pp. 724-725.
  14. ^ (FR) Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie, p. 574.
  15. ^ (FR) Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie, pp. 169-170.
  16. ^ (FR) Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie, pp. 727-731.
  17. ^ (FR) Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie, pp. 492-493.
  18. ^ (FR) Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie, pp. 828-829.
  19. ^ (EN) Catalogue of Byzantine Seals at Dumbarton Oaks and in the Fogg Museum of Art., vol. III, 1996, p. 36. Destephen, Prosopographie du diocèse d'Asie, p. 84.
  20. ^ a b (FR) Stiernon, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XXX, col. 507.
  21. ^ (FR) Jean Darrouzès, Listes épiscopales du concile de Nicée (787)., in Revue des études byzantines, 33 (1975), p. 13.
  22. ^ Nominato prima dell'858 dal patriarca Ignazio metropolita di Caria, aderì al partito del patriarca Fozio, che lo nominò metropolita di Laodicea di Frigia, e come tale è documentato tra l'861 e l'867. In seguito passò nuovamente dalla parte di Ignazio e nel concilio dell'869-870 la sua nomina a Laodicea fu annullata. Stiernon, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XXX, col. 508. Jean Darrouzès, Le traité des transferts. Édition critique et commentaire., in «Revue des études byzantines», 42 (1984), pp. 180 (nº 42) e 201-203.
  23. ^ Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, nº 527.
  24. ^ a b c d e f g h i j k l (FR) Stiernon, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XXX, col. 510.
  25. ^ (FR) Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014)., vol. V/1, Paris, 1963, nº 528.
  26. ^ (FR) Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014)., vol. V/1, Paris, 1963, nº 529.
  27. ^ Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, nº 530.
  28. ^ Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, nº 531.
  29. ^ Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, p. 392.
  30. ^ Tutti i metropoliti di questa cronotassi da Macario I sono documentati da: Stiernon, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XXX, coll. 511-512.
  31. ^ a b c d e f g h i j Vescovo ausiliare di Cracovia
  32. ^ Nella bolla di nomina è scritto: ecclesia Laodicensis in Syria sub metropolita Damascena.
  33. ^ Vescovo maronita. Annuario Pontificio 1872, p. 221. Menzionato fino all'Annuario pontificio del 1895.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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