L'Ideale prima della gara in casa con la Fiorentina. Si riconoscono, in piedi da destra: il secondo Coda e il terzo Vacca; accosciato, primo da sinistra Moretti.
I nero-verdi iniziano anche quest'anno calcistico con due sconfitte, la prima al motovelodromo Corvisea di Taranto (anche questa, similmente alla stagione passata), 2-0 contro la rosso-blu "A.S. Taranto" (nata dalla fusione di Audace e Pro Italia, il rosso e il blu sono i colori dello stemmacomunale della città ionica) e la seconda in casa, 0-3 nel derbybarese contro il Bari Football Club. Con l'1-1 fra le mura amiche contro il Savoia, gli idealisti iniziano una condotta più proficua che li porta, alla fine del girone d'andata ad aver raccolto 5 punti, frutto di una vittoria, tre pareggi e una sconfitta. In 5ª giornata la squadra di Plemich ha fermato sull'1-1 la Fiorentina di Csapkay: al goal del vantaggio gigliato di Miconi ha risposto due minuti dopo Manzulli,[2] il più giovane in campo dell'Ideale,[3] con un colpo di testa;[3] elogiata la prestazione del portiere nero-verde Lodolo, che ha negato più volte la rete agli ospiti.[2][3]
Il girone di ritorno si apre con la vittoria interna 3-0 nel derby regionale con il Taranto. Pochi giorni dopo quest'incontro l'ala ventiduenne Peppino Ugenti muore di nefrite dopo un breve periodo di malattia;[4] il 27 novembre del 1927 (la 2ª giornata di ritorno, nei giorni del lutto) l'Ideale gioca con passione la stracittadina contro il Bari F.C. al Campo degli Sports (in casa dei bianco-blu), per dedicare l'incontro al compagno scomparso,[4] ma perde 1-0 per effetto della rete di Costantino al 16º minuto, nonostante il volume di gioco espresso dai nero-verdi sia stato ben superiore a quello dei rivali;[4] criticate diverse decisioni dell'arbitro Serra, a danno dei nero-verdi.[4] Le due formazioni sono scese in campo così: Bari FC - De Carli, Castellano, Minunno, Lella III, Brezzi, A. Lella, Bellomo, Costantino, Corengia, Piccinni, Rastelli; Ideale - Lodolo, Alboreto, Moretti, Spilotros, Plemich, Lamastra, Petrillo, Salonna, Coda, Chirico, Zito;[4] a fine incontro i componenti delle due squadre si stringono mestamente la mano.[4] Il resto del girone vede gli idealisti perdere altri due incontri e vincerne tre (di cui uno a tavolino con il Tivoli, causa rinuncia dei laziali). L'Ideale conclude quindi il campionato a 13 punti, 6ª e terzultima in classifica, un punto in meno del Taranto quinto e dieci punti in più del Savoia settimo.
Il 27 febbraio 1927, circa quaranta giorni dopo la chiusura del girone interregionale, il segretario federale Leonardo D'Addabbo convoca presso la federazione fascista di Bari i proprietari di Bari Football Club e U.S. Ideale, assieme al podestàAraldo di Crollalanza e al direttore della Gazzetta del MezzogiornoRaffaele Gorjux, disponendo una discussione sull'unificazione dei programmi delle due società e quindi ordinando la fusione dei due sodalizi nell'"Unione Sportiva Bari".[4] Nei giorni successivi diversi ex dirigenti della compagine nero-verde si oppongono nell'iter dell'unione, generando dissidi e polemiche; le opposizioni si ridurranno gradualmente nei periodi seguenti.[4] Sul finire di marzo il processo di unificazione è stato completato;[4] nel rimescolamento di cariche di componenti dei due vecchi sodalizi, il presidente idealista Atti viene posto a capo della nuova società e Plemich allenatore.[4]
Il 10 marzo 1928 i nero-verdi danno l'addio al pubblico nell'amichevole con il San Pasquale (squadra barese di Terza Divisione), fra gli improperi di ex tifosi libertiani.[4]
L'Ideale sarà poi rifondata, dopo circa ventotto anni, nella seconda metà degli anni cinquanta.
^La Gazzetta del Mezzogiorno, 5 dicembre 1927, p. 5; Savoia-Ideale 1-2. Nota: l'Ideale ha segnato il primo goal della gara. Giocata sul campo di Aversa per la squalifica dello stadio Oncino di Torre Annunziata.