Indice
Ritratto di Bartolomeo Colleoni
Ritratto di Bartolomeo Colleoni | |
---|---|
Autore | Giovan Battista Moroni |
Data | 1565-69 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 66×54 cm |
Ubicazione | Castello Sforzesco, Milano |
Il ritratto di Bartolomeo Colleoni è un dipinto a olio su tela di Giovan Battista Moroni, che raffigura il condottiero Bartolomeo Colleoni.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'ente benefico Pio della Pietà che ha sede nel Luogo Pio Colleoni in Bergamo, aveva avuto incarico dal condottiero, della gestione delle sue proprietà, del fondo di Pietà e del mantenimento della Cappella Colleoni. Il consiglio dell'ente, dopo la metà del XVI secolo a cent'anni dalla morte, decise di averne un ritratto da esporre nei propri locali[1].
Venne incaricato Giovan Battista Moroni che era considerato il ritrattista della verità, il migliore presente in quel tempo nella bergamasca. Le uniche immagini che raffiguravano Colleoni erano una medaglia di bronzo opera di Marco Guidizzani e l'affresco Cristo in pietà e i santi eseguito per la chiesa dell'Incoronata di Martinengo, forse la sola opera che raffigurasse il condottiero dal vivo, dal 1912 nella sede del luogo Pio[2]. Il pittore aveva quindi solo ritratti posti di profilo, quando questo modo di raffigurare era stato superato da tempo.
Del dipinto vi sono più copie, una del Salmeggia eseguita nel secondo decennio del 1600, venne ordinata al pittore dalla famiglia Suardi e donata all'Accademia Carrara nel 1966 da Maria Suardi Pecori Giraldi[3] e una copia in Prefettura opera di Giacomo Trecourt.
Il ritratto esposto nei luoghi del Pio Colleoni è una nuova produzione, realizzata successivamente, come quella conservata in accademia Carrara, eseguita da Enea Salmeggia. La produzione di più dipinti con il medesimo soggetto fu sicuramente conseguente a una necessità dinastica. Tutti i rami della famiglia volevano conservare il dipinto del capostipite per riprenderne i tratti somatici.[4]
L'originale è ora conservato presso la Pinacoteca del Castello Sforzesco, faceva parte della raccolta d'arte della famiglia Trivulzio e venduto da Luigi Alberico nel 1935[5].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il Moroni, come era la sua caratteristica, voleva dare un'immagine reale del condottiero, pur dovendo, come i pochi modelli che aveva a disposizione, rappresentarlo di profilo, cosa superata nel XVI secolo.
Il Colleoni viene quindi rappresentato con il taglio di profilo vestito dall'armatura lucida e brillante, chiusa sul collo, e con la vitalità nello sguardo. Il condottiero si presenta curato nell'aspetto, brizzolato e con la barba incolta, il volto scarno ma temprato, lo sguardo fisso, le rughe che contornano agli occhi gli conferiscono un'espressione morbida, anche se attenta e vigile. Tensione e attenzione accentuata dalle linee del collo che ne determinano la postura leggermente curvata in avanti[6].
Il ritratto viene considerato la migliore effigie del condottiero. Le copie riportano epigrafi differenti, il ritratto presente nel Luogo Pio Colleoni presenta la scritta originaria: EFFIGES VULTUS GENEROSI MILITI HEC EST QUEM PIETAS COLUIT NUNC COLIT UNUS AMOR.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Bergamo scomparsa:gli affreschi del Luogo Pio, su bergamosera.com, Bergamosera. URL consultato il 15 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2017).
- ^ Criso crocifisso con san Francesco e Bartoloemo Colleoni, su cappellacolleoni.smilevisit.it, Smilevisit.it. URL consultato il 15 settembre 2017.
- ^ Ritratto di Bartolomeo Colleoni in armatura, Salmeggia, Enea detto Talpino – Opere e oggetti d'arte, su Lombardia Beni Culturali, Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 15 settembre 2017.
- ^ Enrico De Pascale, Prima della pittura Enea Salmeggia, Accademia Carrara, pp. 42-43.
- ^ Storia della famiglia Trivulzio[collegamento interrotto], Fondazione Trivulzio. URL consultato il 16 settembre 2017.«Nel febbraio 1935 tratta invece la vendita delle raccolte d’arte e della biblioteca di famiglia col podestà di Torino, sollevando peraltro nell’opinione pubblica milanese una reazione tale che il podestà di Milano, Marcello Visconti di Modrone, promuove l’acquisto dell’intero patrimonio da parte del comune.»
- ^ Ritratto di Bartolomeo Colleoni, su cappellacolleoni.smilevisit.it, SmileVisi.it. URL consultato il 15 settembre 2017.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Frangi con Della Lucia, Giovan Battista Moroni. Itinerari bergamaschi, Cinisello Balsamo, 2004.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ritratto di Bartolomeo Colleoni, su cappellacolleoni.smilevisit.it, Smile visit.it. URL consultato il 14 settembre 2019.