Indice
Piedirosso
Piedirosso | |
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Dettagli | |
Sinonimi | Piede di colombo |
Paese di origine | Italia |
Colore | nera |
Italia | |
Regioni di coltivazione | Campania Puglia Lazio |
DOC | Campi Flegrei Capri Cilento Costa d'Amalfi Falerno del Massico Irpinia Ischia Penisola Sorrentina Sannio Vesuvio |
Ampelografia | |
Degustazione | |
http://catalogoviti.politicheagricole.it/result.php?codice=189 |
Il Piedirosso è un vitigno italiano a bacca nera. È tra i più diffusi della Campania, ma viene coltivato anche in Puglia e in Lazio, limitatamente alla Provincia di Latina[1].
Entra negli uvaggi di numerosi vini campani, tra i quali le doc Sannio, Campi Flegrei e Vesuvio[1].
Nelle sue varie zone di coltura questo vitigno assume denominazioni diverse. Oltre a Piedirosso, anche Piede di colombo (Pere 'e palummo in dialetto campano) o Strepparossa nella zona di Pozzuoli[2].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il vitigno, autoctono della regione Campania[3], viene descritto già da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia[3], compilata tra il 78 e il 79 dC. Come Piede di Palombo viene descritto per la prima volta da Columella Onorati, e ripreso poi da Froio nel 1876[4].
Il suo nome sembra derivare dalla colorazione di rachide e pedicello nel momento della maturazione, che assumono una particolare tinta rossa associata a quella della zampa dei colombi[5]. Altri fanno risalire l'origine del nome alla forma del graspo, simile a quella di una zampa di piccione[6].
Secondo altri studiosi, il Piedirosso, coinciderebbe con la Palombina nera citata da Herrera - Soderini nel XVI secolo.[7]
La sua registrazione ufficiale risale al 1970[3].
Caratteristiche e diffusione
[modifica | modifica wikitesto]Il Piedirosso si presenta con un grappolo tozzo a una o due ali, di media grandezza o grande, che ha una dimensione di circa 15–20 cm[2]. Il colore è rosso vivo, con acini di media grandezza o grossi di forma subsferoide e buccia di color rosso violaceo intenso[2]. La maturazione avviene nella prima o seconda decade di ottobre[7].
Il vitigno ha una fertilità non elevata e una produzione vigorosa[4]. Allevato in forme espanse ed alte, è resistente all'oidio e alla Botrytis[7].
La sua superficie coltivata a livello nazionale ammonta a 700 ha[3]. Attualmente è coltivato principalmente nell'area dei Campi Flegrei, del Vesuvio, della costiera amalfitana, dell'Alto Casertano, del Sannio e della Provincia di Avellino, specie nel Taburno[6]
È idoneo alla coltivazione in tutta la Campania e in tutta la Puglia, nonché nel territorio della Provincia di Latina[1].
Caratteristiche del vitigno
[modifica | modifica wikitesto]- Foglia: media, quinquelobata, quasi orbicolare[2]
- Grappolo: medio-grande o grosso, tozzo, con una o due ali ben sviluppate, mediamente spargolo[2]
- Acino: medio-grande o grosso, subsferoide[2]
- Buccia: rosso violaceo intenso, pruinosa, spessa[2]
Vini DOC e IGT
[modifica | modifica wikitesto]Vini DOC
[modifica | modifica wikitesto]- Campi Flegrei
- Capri
- Cilento
- Costa d'Amalfi
- Falerno del Massico
- Irpinia
- Ischia
- Penisola Sorrentina
- Sannio
- Vesuvio
Vini IGT
[modifica | modifica wikitesto]- Beneventano
- Campania
- Civitella d'Agliano
- Colli Cimini
- Colli di Salerno
- Daunia
- Dugenta
- Epomeo
- Frusinate
- Lazio
- Murgia
- Paestum
- Pompeiano
- Puglia
- Roccamonfina
- Salento
- Tarantino
- Terre del Volturno
- Valle d'Itria
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c . Varietà Piedirosso, su Registro Nazionale delle Varietà di Vite. URL consultato il 25 febbraio 2020.
- ^ a b c d e f g . Piedirosso - Scheda Ampelografica, su Registro Nazionale delle Varietà di Vite. URL consultato il 25 febbraio 2020.
- ^ a b c d Piedirosso - L'Atlante dei vitigni italiani, su Quattro Calici. URL consultato il 25 febbraio 2020.
- ^ a b Piedirosso - Vitigni rossi, su vinook.it.
- ^ Piedirosso, su Assovini. URL consultato il 25 febbraio 2020.
- ^ a b Luciano Pignataro, Luciano Pignataro Wine&Food Blog, https://www.lucianopignataro.it/a/piedirosso-o-per-e-palummo-piccola-guida-ragionata/54350/ .
- ^ a b c Piedirosso, su sanniodop.it. URL consultato il 25 febbraio 2020.