Utente:Michele859/Sandbox20
La 48ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dall'11 al 22 febbraio 1998, con lo Zoo Palast come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per il diciannovesimo anno Moritz de Hadeln.
L'Orso d'oro è stato assegnato al film brasiliano Central do Brasil di Walter Salles.
L'Orso d'oro alla carriera è stato assegnato all'attrice Catherine Deneuve mentre la Berlinale Kamera è stata assegnata allo scrittore, regista e sceneggiatore Curt Siodmak e a Carmelo Romero de Andrés, vice direttore dell'Istituto di cinema e arti audiovisive di Madrid.[2]
Il festival è stato aperto dal film in concorso The Boxer di Jim Sheridan.[3]
La retrospettiva di questa edizione, intitolata "Siodmak Bros. Berlin-London-Paris-Hollywood", è stata dedicata ai fratelli Curt e Robert Siodmak.[4]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]«Affinché tutto lo sforzo e la passione dedicati a dare vita a un film siano stati utili, il momento in cui incontra il pubblico per la prima volta, il suo luogo di nascita, deve essere scelto con molta attenzione... non dimenticherò mai il giorno in cui Central do Brasil è stato scelto per Berlino... Né dimenticherò mai, naturalmente, il giorno in cui il film ha vinto l'Orso d'Oro, così come l'Orso d'argento per la migliore attrice per Fernanda Montenegro. Ma c'è un momento che trascende entrambi questi eventi: il giorno in cui il film ha incontrato per la prima volta il pubblico berlinese allo Zoo Palast». (il regista Walter Salles.)[1]
A differenza di qualsiasi altra Berlinale precedente, il 1998 ha portato con sé l'intuizione che il film di base era soggetto al trambusto del mercato tanto quanto qualsiasi altro prodotto scarso che è potenzialmente altamente redditizio. Più soldi sono coinvolti, più la decisione in quale festival presentare un film in anteprima diventa, per il produttore e il distributore, una sfida tattica, persino esistenziale. Quando è arrivata sul mercato europeo, la Berlinale insieme all'International Film Festival Rotterdam era cresciuta fino a diventare un concorrente aggiuntivo per i vecchi rivali Cannes e Venezia, specialmente quando si trattava di giovani registi e film più non convenzionali.[1]
I direttori del festival e il comitato di selezione hanno visto 504 film per il concorso, più che mai. Ci sono stati viaggi di selezione in 24 città da Buenos Aires a Tokyo. Già nella primavera dell'anno precedente erano stati fatti degli sforzi per alcuni film e ancora i 29 film che finalmente hanno corso in concorso, sono stati visti da numerosi commentatori come "seconda scelta". Senza dubbio, la critica era ingiusta, perché dal punto di vista cinematografico questa Berlinale è stata una delle migliori degli anni '90. Allora, cos'è successo?[1]
L'anno precedente il festival ha dovuto stare a guardare come un invito alla Berlinale spesso servisse semplicemente come una mossa di poker per entrare in un altro festival. Quando questo finalmente confermava, a volte un film veniva ritirato all'ultimo minuto e la Berlinale veniva lasciata a se stessa. A questo proposito il festival del 1998 ha subito una vera serie di sconfitte. Mezzanotte nel giardino del bene e del male di Clint Eastwood, Kundun di Martin Scorsese e Sliding Doors di Peter Howitt sono stati solo gli esempi più noti della serie di scommesse tattiche che si sono concluse a svantaggio della Berlinale.[1]
Nel caso dei film di Eastwood e Howitt, i cambiamenti a breve termine nelle strategie di marketing hanno fatto pendere la bilancia contro la Berlinale. Nel caso di Kundun ci sono stati problemi politici all'inizio. Il governo cinese è intervenuto politicamente contro il film che affrontava la repressione del popolo tibetano. La Berlinale ha cercato di gestire la situazione in maniera diplomatica, cosa che ha portato ancora a malintesi con Scorsese, che poi ha ritirato lui stesso il film. Moritz de Hadeln non è riuscito a far cambiare idea a Scorsese e per di più ha dovuto fare a meno di due produzioni cinesi già invitate, che comunque non erano più state approvate per la Berlinale.[1]
Se questa cancellazione era almeno scusabile perché un festival del cinema non ha un proprio nucleo di diplomatici, la Berlinale ha agito sfortunatamente nel caso de La vita è bella di Roberto Benigni. Il film era stato offerto alla Berlinale, ma il comitato di selezione era diviso nella sua opinione. Il festival ha rinunciato, lo ha trascurato per troppo tempo e alla fine ha dovuto guardare come il film è stato presentato in anteprima a Cannes solo per diventare un successo internazionale.[1]
All'inizio del festival, si è parlato più dei film e delle star che la Berlinale si era lasciata "sfuggire" che dei film che erano effettivamente presenti e degli ospiti che si sono presentati. Con The Boxer di Jim Sheridan e soprattutto I Want You di Michael Winterbottom e The Butcher Boy di Neil Jordan, entrambi con protagonisti giovani forti e memorabili, hanno segnato un ottimo percorso per il cinema britannico nella competizione di quest'anno. Le quattro voci francesi erano forti e convincenti: la commedia musicale Parole, parole, parole... di Alain Resnais è stato particolarmente ben accolto. Central do Brasil di Walter Salles è stato il grande successo e vincitore a sorpresa del Concorso.[1]
Il cinema americano ha mostrato uno dei suoi migliori lati cult in Il grande Lebowski di Joel ed Ethan Coen e Jackie Brown di Quentin Tarantino. Sesso & potere di Barry Levinson era una satira convincente ed era divertente e commovente alla luce dello scandalo Clinton-Lewinsky. È stato tuttavia frustrante che né Barry Levinson né un attore protagonista siano venuti a Berlino per rappresentare il film. Questa è stata la prima volta per un film in concorso e ha suscitato ancora più malizia nei confronti della Berlinale e di Moritz de Hadeln.[1]
Mentre quest'anno ci sono stati notevoli cambiamenti di umore tra la Berlinale e Hollywood, il Kinderfilmfest ancora una volta va controcorrente. Di solito il pubblico ha preferito le produzioni del Nord Europa. Quest'anno, però, l'eccellente produzione americana Where the Elephant Sits di Mark Lowenthal è stata premiata con l'Orso di cristallo. Privo di estenuazione, il film descrive condizioni miserabili in una scuola di Los Angeles e Renate Zylla ha mostrato coraggio e intuizione nel decidere di invitare il film al Kinderfilmfest.[1]
Ancora una volta ha acceso un dibattito su cosa fosse esattamente un film per bambini e su cosa ci si potesse aspettare da un pubblico giovane. Questa discussione non era nuova e ha contribuito al profilo della sezione. «Se tutti gli insegnanti fossero così», ha scritto l'undicenne Lisa Marie nel suo commento dopo la prima, «ci sarebbero meno problemi nel mondo. Il film è stato duro, ma onesto». Un'affermazione così piacevolmente onesta, se si pensa ai tentativi falliti di comunicazione tra i "grandi" - di cui ce n'erano così tanti alla Berlinale di quest'anno.[1]
Il cinema asiatico è stato nuovamente così ben rappresentato sia al Forum che al Concorso, da costituire un fulcro tematico. Tra gli altri, in concorso il taiwanese Fang Lang di Lin Cheng-sheng con le giovani star Lee Kang-sheng e Chen Shiang-chyi che si sarebbero ripresentate regolarmente alla Berlinale. Una serie di film coreani al Forum ha raccontato la vita in un Paese che si è trovato in una fase di transizione verso la democrazia. La fonte di "autonomia e intuizione sismografica" di questi film, scriveva Peter Körte sul Frankfurter Rundschau, era il loro modo genuino di rispecchiare il "divario tra la modernizzazione in stile occidentale e le tradizioni regionali, non solo dal punto di vista tematico, ma anche e linguaggio formale". Ancora una volta il Forum ha mostrato la sua capacità di fare nuove scoperte.[1]
Un focus sulle realtà ebraiche nel Forum è stato accompagnato da due film israeliani di Assi Dayan e Yossi Somer proiettati al Panorama, formando un caleidoscopio generazionale. Inoltre, il Panorama di quest'anno è diventato ancora una volta un trampolino di lancio per diversi registi che avrebbero avuto successo a livello internazionale e sarebbero tornati come ospiti regolari della Berlinale. A questi apparteneva Daniel Burman con il suo lungometraggio di debutto Un crisantemo estalla en cinco esquinas, Amos Kollek e la sua attrice protagonista nel commovente ritratto Sue Lost in Manhattan e François Ozon, il cui film di debutto Sitcom - La famiglia è simpatica ha ottenuto un successo immediato sia di pubblico che di critica. Il pubblico di Panorama era già abituato ad Apri gli occhi di Alejandro Amenábar, Sanbuingwa di Park Chul-soo, Carícies di Ventura Pons e John Greyson con il suo tentativo intelligente e altrettanto divertente di decostruire con Uncut. Insieme hanno reso questo Panorama uno dei migliori, più avvincenti degli ultimi anni.[1]
Polemiche tra il cinema italiano e il Festival di Berlino, aperte prima dell'inizio della rassegna dalle dimissioni del selezionatore italiano Sauro Borelli. Se quest'ultimo aveva rilevato scarso interesse nei confronti della nostra produzione, Moritz de Hadeln ribatte sostenendo l'esatto contrario: "Abbiamo avuto l'impressione che non ci sia stato offerto il meglio del cinema italiano a disposizione. Siamo amici del vostro cinema, ma non accettiamo di essere trattati in questo modo. La vita è bella di Benigni, per esempio, non ci è stato mai proposto e la nostra delegazione ha dovuto vederlo a Roma, pagando il biglietto". Secondo de Hadeln i problemi con il nostro cinema risalgono ormai a vari anni fa, ai tempi in cui la giuria del festival presieduta da Gina Lollobrigida non premiò La messa è finita di Nanni Moretti, a quelli in cui Giulio Andreotti chiese al presidente dell'Anica, Carmine Cianfarani, di non presentare al festival il film di Giuseppe Ferrara Il caso Moro e all'incidente dello scorso anno con Il principe di Homburg di Marco Bellocchio, prima selezionato e poi offerto al Festival di Cannes. A mettere pace tra il festival e il nostro cinema dovrebbe essere il ministro Veltroni, in arrivo a Berlino nei prossimi giorni e già personalmente interessato alla vicenda. "Dopo i colloqui avuti con lui a Venezia e ora in vista della sua visita", dice de Hadeln, "se troveremo partner adatti, il futuro sarà di nuovo positivo".(stampa.16feb98)
Per ricreare un clima di amichevole collaborazione, il 16 febbraio è stato organizzato un collegamento con il Teatro 5 di Cinecittà. L'incontro, cui hanno preso parte da Roma Giuseppe Tornatore e l'intero cast del film di Longoni Naja, e da Berlino Moritz de Hadeln, Gillo Pontecorvo e la regista Roberta Torre è servito a superare gli attriti e le incomprensioni delle ultime ore. "Non c'è mai stata guerra tra la Berlinale e il cinema italiano", ha esordito de Hadeln, "basti dire che qui al festival l'Italia ha vinto 5 volte l'Orso d'oro e la Francia 6. Ho vissuto a lungo in Italia, parlo italiano e vorrei, come sono certo che accadrà d'ora in poi, che i nostri rapporti fossero ottimi. I problemi che ho sottolineato in questi giorni sono soprattutto due: la preoccupazione per il fatto che i film italiani sono quasi completamente scomparsi dai cinema tedeschi e poi che un festival come quello di Berlino avrebbe voluto avere la possibilità di scegliere film italiani di una certa importanza. A queste cose si aggiungono alcuni problemi di organizzazione, ma quella è un'altra cosa". Pontecorvo ha risposto a de Hadeln sottolineando che "il cinema europeo si costruisce proprio sul trinomio Italia, Francia, Germania". Al telefono da Roma Marco Bellocchio ha avuto anche modo di chiarire il famoso incidente dell'anno scorso, quello per cui Il principe di Homburg, prima selezionato per il FilmFest, è poi stato presentato in concorso a Cannes: "Mi dispiace, anch'io ho avuto dei torti e d'altra parte li ho sempre ammessi. Quando si è produttori oltre che autori capita, certe volte, di trovarsi in difficoltà, per questo ho dovuto fare una scelta machiavellica, anche se guidata da buone intenzioni". L'unica importante domanda a cui non è stata data una vera risposta è quella che de Hadeln ha formulato più volte: "Che cosa fanno i film italiani all'estero? Quali sono i loro problemi di esportazione?".(stampa.17feb98-2)
Pochi divi alla Berlinale 1998. Moritz de Hadeln sta invano ripetendo da giorni ai cronisti berlinesi il concetto per cui il FilmFest non deve vivere di divi ma di film. Sul Berliner Morgenpost, che dedica un lungo articolo alla carenza di nomi famosi, l'affermazione di de Hadeln viene seccamente contraddetta: "Le argomentazioni di de Hadeln sarebbero accettabili se stessimo parlando di un festival di provincia, ma Berlino è una città cosmopolita e la Berlinale è una delle più grandi manifestazioni di cinema. Per questo dovrebbe essere un suo impegno garantire la presenza di divi importanti".(stampa.18feb98)
Per il 18 febbraio è atteso anche il vicepresidente del consiglio Walter Veltroni, che incontrerà de Hadeln e terrà una conferenza all'Accademia Europea sul tema "La nuova Italia".(stampa.18feb98)
Giurie
[modifica | modifica wikitesto]Giuria internazionale
[modifica | modifica wikitesto]- Ben Kingsley, attore (Regno Unito) - Presidente di giuria[5]
- Héctor Olivera, regista, sceneggiatore e produttore (Argentina)
- Annette Insdorf, storica del cinema e scrittrice (Stati Uniti)
- Leslie Cheung, attore e musicista (Hong Kong)
- Maurizio Nichetti, regista, attore e sceneggiatore (Italia)
- Maya Turovskaya, critica cinematografica e teatrale e storica del cinema (Russia)
- Helmut Dietl, regista, sceneggiatore e produttore (Germania)
- Brigitte Roüan, attrice, regista e sceneggiatrice (Francia)
- Senta Berger, attrice e produttrice (Austria)
- Li Cheuk-to, direttore artistico del Festival internazionale del cinema di Hong Kong (Hong Kong)
- Michael Williams-Jones, presidente della United International Pictures (Regno Unito)
Kinderjury
[modifica | modifica wikitesto]I premi riservati alla sezione Kinderfilmfest sono stati assegnati da una giuria composta da membri di età compresa tra 11 e 14 anni, selezionati dalla direzione del festival attraverso questionari inviati l'anno precedente.[5]
Selezione ufficiale
[modifica | modifica wikitesto]In concorso
[modifica | modifica wikitesto]- Barbara, regia di Nils Malmros (Danimarca)
- The Boxer, regia di Jim Sheridan (Stati Uniti, Irlanda)
- The Boys, regia di Rowan Woods (Australia)
- The Butcher Boy, regia di Neil Jordan (Stati Uniti, Irlanda)
- Central do Brasil, regia di Walter Salles (Brasile, Francia)
- The Commissioner, regia di George Sluizer (Belgio, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Francia)
- Country of the Deaf (Strana glukhikh), regia di Valery Todorovsky (Russia, Francia)
- Fang lang, regia di Lin Cheng-sheng (Taiwan)
- Il grande Lebowski (The Big Lebowski), regia di Joel Coen (Stati Uniti, Regno Unito)
- Hold You Tight (Yue kuai le, yue duo luo), regia di Stanley Kwan (Hong Kong)
- I Want You, regia di Michael Winterbottom (Regno Unito)
- Jackie Brown, regia di Quentin Tarantino (Stati Uniti)
- Jeanne et le Garçon formidable, regia di Olivier Ducastel e Jacques Martineau (Francia)
- Left Luggage, regia di Jeroen Krabbé (Paesi Bassi, Regno Unito, Belgio, Stati Uniti)
- Das Mambospiel, regia di Michael Gwisdek (Germania)
- Parole, parole, parole... (On connaît la chanson), regia di Alain Resnais (Francia, Svizzera, Regno Unito, Italia)
- Le ragazze della notte (Girls' Night), regia di Nick Hurran (Regno Unito)
- Sada (Sada: Gesaku - Abe Sada no shōgai), regia di Nobuhiko Obayashi (Giappone)
- Sesso & potere (Wag the Dog), regia di Barry Levinson (Stati Uniti)
- Lo sguardo dell'altro (La mirada del otro), regia di Vicente Aranda (Spagna)
- The Sound of One Hand Clapping, regia di Richard Flanagan (Australia)
- Il testimone dello sposo, regia di Pupi Avati (Italia)
- Trop (peu) d'amour, regia di Jacques Doillon (Francia)
- Will Hunting - Genio ribelle (Good Will Hunting), regia di Gus Van Sant (Stati Uniti)
- Xiu Xiu: The Sent-Down Girl (Tian yu), regia di Joan Chen (Hong Kong, Stati Uniti, Taiwan)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- Addendum to the Politbuero Report (Einschub in den Bericht des Politbüros), regia di Hans-Hermann Hertle e Gunther Scholz (Germania)
- Butterfly Flying (Die shuang fei), regia di Duo Mu e Yunchu Wu (Cina)
- Cinema Alcázar, regia di Florence Jaugey (Nicaragua)
- Comic Dance (Shutochnyy tanets), regia di Sergey Ainutdinov (Russia)
- Ein gleiches, regia di Riki Kalbe e Barbara Kasper (Germania)
- Ik beweeg, dus ik besta, regia di Gerrit van Dijk (Paesi Bassi)
- O Que Te Quero, regia di Jeanne Waltz (Portogallo)
- Playboys, regia di Pepe Danquart (Germania)
- Solvorn, regia di Anja Breien (Norvegia)
- Tram (Villamos), regia di Márton Nyitrai (Ungheria)
Fuori concorso
[modifica | modifica wikitesto]- Conflitto di interessi (The Gingerbread Man), regia di Robert Altman (Stati Uniti)
- Paradiso perduto (Great Expectations), regia di Alfonso Cuarón (Stati Uniti)
- Princess Mononoke (Mononoke-hime), regia di Hayao Miyazaki (Giappone)
- L'uomo della pioggia - The Rainmaker (The Rainmaker), regia di Francis Ford Coppola (Stati Uniti, Germania)
Panorama
[modifica | modifica wikitesto]- Allarme mortale (The Alarmist), regia di Evan Dunsky (Stati Uniti)
- Amori & segreti (Polish Wedding), regia di Theresa Connelly (Stati Uniti)
- Angel on My Shoulder, regia di Donna Deitch (Stati Uniti)
- Apri gli occhi (Abre los ojos), regia di Alejandro Amenábar (Spagna, Francia, Italia)
- The Brandon Teena Story, regia di Susan Muska e Gréta Olafsdóttir (Stati Uniti)
- Carícies, regia di Ventura Pons (Spagna)
- A Crysanthemum Bursts in Cincoesquinas (Un crisantemo estalla en cinco esquinas), regia di Daniel Burman (Argentina, Francia, Brasile, Spagna)
- Didn't Do It for Love, regia di Monika Treut (Germania)
- Dirty, regia di Bruce Sweeney (Canada)
- The Dybbuk of the Holy Apple Field (Ha-Dybbuk B'sde Hatapuchim Hakdoshim), regia di Yossi Somer (Israele, Germania, Svizzera)
- Eighteen Springs (Ban sheng yuan), regia di Ann Hui (Hong Kong, Cina)
- Ever Changing Waters (Escrito en el agua), regia di Marcos Loayza (Argentina)
- Father, Son and Holy Torum (Isa, poeg ja püha Toorum), regia di Mark Soosaar
- Fintar o Destino, regia di Fernando Vendrell (Portogallo, Capo Verde)
- Frankfurt - Millennium (Das Frankfurter Kreuz), regia di Romuald Karmakar (Germania, Francia)
- Le gone du Chaâba, regia di Christophe Ruggia (Francia)
- Guerra de Canudos, regia di Sergio Rezende (Brasile)
- Guy Maddin: Waiting for Twilight, regia di Noam Gonick (Canada)
- Hollywoodism: Jews, Movies and the American Dream, regia di Simcha Jacobovici (Canada, Stati Uniti, Regno Unito, Germania)
- L'honneur de ma famille, regia di Rachid Bouchareb (Francia)
- Hundert Jahre Brecht, regia di Ottokar Runze (Germania)
- In the Navel of the Sea (Sa pusod ng dagat), regia di Marilou Diaz-Abaya (Filippine)
- I Think I Do, regia di Brian Sloan (Stati Uniti)
- Je ne vois pas ce qu'on me trouve, regia di Christian Vincent (Francia)
- Kichiku (Kichiku dai enkai), regia di Kazuyoshi Kumakiri (Giappone)
- Kiss, Cuddle and Celebrate (Knutschen, kuscheln, jubilieren), regia di Peter Kern (Germania)
- The Land Girls - Le ragazze di campagna (The Land Girls), regia di David Leland (Regno Unito, Francia)
- Lichter aus dem Hintergrund, regia di Helga Reidemeister (Germania)
- Life, Love & Celluloid, regia di Juliane Lorenz (Germania)
- Lou Reed: Rock and Roll Heart, regia di Timothy Greenfield-Sanders (Stati Uniti)
- The Man in Selya's Life (Ang lalaki sa buhay ni Selya), regia di Carlos Siguion-Reyna (Filippine)
- Midnight in Cuba, regia di Dimitri Falk (Stati Uniti)
- Milice, film noir, regia di Alain Ferrari (Francia)
- Mr. Baum (Mar Baum), regia di Assi Dayan (Israele, Francia)
- Nadro, regia di Ivana Massetti (Costa d'Avorio, Canada, Francia)
- Neue Freiheit - Keine Jobs Schönes München: Stillstand, regia di Herbert Achternbusch (Germania)
- No President, regia di Jack Smith (Stati Uniti)
- Perlur og svín, regia di Óskar Jónasson (Islanda)
- Petits désordres amoureux, regia di Olivier Péray (Francia, Svizzera, Spagna)
- La pistola de mi hermano, regia di Ray Loriga (Spagna)
- Push! Push! (Sanbuingwa), regia di Park Cheol-su (Corea del Sud)
- Rakka suru yugata, regia di Naoe Gōzu (Giappone)
- Retro vtroёm, regia di Pëtr Todorovskij (Russia)
- Sex/Life in L.A., regia di Jochen Hick (Germania, Stati Uniti)
- Shvil Hahalav, regia di Ali Nasser (Israel)
- Sue, regia di Amos Kollek (Stati Uniti)
- Tábor padlych zien, regia di Laco Halama (Slovacchia)
- Tango Is a Sad Thought to Be Danced (Tango je tuzna misao koja se plese), regia di Mladomir Puriša Đorđević (Serbia e Montenegro)
- Totò che visse due volte, regia di Ciprì e Maresco (Italia)
- Trouble on the Corner, regia di Alan Madison (Stati Uniti)
- Twilight of the Ice Nymphs, regia di Guy Maddin (Canada)
- Uncut, regia di John Greyson (Canada)
- Und Gott erschuf das Makeup, regia di Lothar Lambert (Germania)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- 4:00 A.M., regia di Heesook Sohn (Germania)
- African Violet, regia di Koto Bolofo (Sud Africa)
- American International Pictures, regia di Vivian Ostrovsky (Francia, Stati Uniti)
- Blue Diary, regia di Jenni Olson (Stati Uniti)
- Boxed, regia di Genevieve Anderson (Stati Uniti)
- Broken Goddess, regia di Dallas (Stati Uniti)
- Charlotte in Schweden, regia di Rosa von Praunheim (Germania)
- Cuba 15, regia di Elizabeth Kamir Schub (Stati Uniti)
- Delivery of a Nation ((Po) Radjanje jedne nacije), regia di Momir Matovic (Serbia e Montenegro)
- Finale, regia di Peter Jürgensmeier (Germania)
- La guerra dell'oppio (Yapian zhanzheng), regia di Xie Jin (Cina)
- Harbour (Uostas), regia di Audrius Stonys (Lituania)
- Hustler for Life, regia di Peter Sempel (Germania)
- I Was a Male Yvonne De Carlo for the Lucky Landlord..., regia di Jack Smith (Stati Uniti)
- Keep in a Dry Place and Away from Children, regia di Martin Davies (Regno Unito)
- My Own Obsession, regia di Garine Torossian (Canada)
- Peppermills, regia di Isabel Hegner (Stati Uniti)
- O Pulso, regia di José Pedro Goulart (Brasile)
- Repetition Compulsion, regia di Ellie Lee (Stati Uniti)
- Sabor a mí, regia di Claudia Morgado (Canada)
- Schwarzes Wasser, regia di Nathalie Percillier (Germania)
- Smuggler, regia di Maximilian von Moll (Germania)
- Sour Juice, regia di Shoshanah Oppenheim (Stati Uniti)
- Der Staub der Stadt, regia di Heike Ollertz (Germania)
- St. Pelagius the Penitent, regia di Jewels Barker (Regno Unito)
- Straßensperre, regia di Carsten Fiebeler (Germania)
- Stromboli, regia di Chris Newby (Regno Unito)
- De suikerpot, regia di Hilde Van Mieghem (Belgio)
- Tabu V (About Which One Cannot Speak) (Tabu V. (Wovon man nicht sprechen kann)), regia di Michael Brynntrup (Germania)
- Techno and the KGB, regia di Peter Skuts (Stati Uniti, Ungheria)
- T.R.A.N.S.I.T., regia di Piet Kroon (Regno Unito, Paesi Bassi)
- Unternehmen Arschmaschine, regia di Mara Mattuschka e Gabriele Szekatsch (Austria)
- Wavelengths, regia di Pratibha Parmar (Regno Unito)
Forum internazionale del giovane cinema
[modifica | modifica wikitesto]Programma principale
[modifica | modifica wikitesto]- Abstich, regia di Joachim Tschirner (Germania)
- Bertolt Brecht - Liebe, Revolution und andere gefährliche Sachen, regia di Jutta Brückner e Kaj Holmberg (Germania, Finlandia, Svezia, Danimarca, Francia)
- The Big One, regia di Michael Moore (Stati Uniti, Regno Unito)
- Blue Fish, regia di Yosuke Nakagawa (Giappone)
- Cinéma, de notre temps – Episodio HHH, un portrait de Hou Hsiao-hsien, regia di Olivier Assayas (Taiwan, Francia)
- Conceiving Ada, regia di Lynn Hershman Leeson (Stati Uniti, Germania)
- Dahan, regia di Rituparno Ghosh (India)
- Delitti d'autore (Frogs for Snakes), regia di Amos Poe (Stati Uniti)
- Demain et encore demain, journal 1995, regia di Dominique Cabrera (Francia)
- Divine carcasse, regia di Dominique Loreau (Belgio, Benin)
- Four Corners, regia di James Benning (Stati Uniti)
- Grüningers Fall, regia di Richard Dindo (Svizzera)
- It's a Long Road (Ola einai dromos), regia di Pantelis Voulgaris (Grecia)
- Junk Food (Janku fudo), regia di Masashi Yamamoto (Giappone)
- Kasaba, regia di Nuri Bilge Ceylan (Turchia)
- A Letter Without Words, regia di Lisa Lewenz (Stati Uniti)
- Living with Your Eyes (Leven met je ogen), regia di Ramón Gieling (Paesi Bassi)
- Milk, regia di Edgar Honetschläger (Austria, Giappone)
- Münchner Freiheit, regia di Harald Rumpf (Germania)
- My Conversations on Film (Mes entretiens filmés), regia di Boris Lehman (Belgio)
- Nachrichten aus dem Untergrund, regia di Andreas Hoessli (Svizzera)
- Nadya's Village (Nahja no mura), regia di Seiichi Motohashi (Giappone)
- Nappeun yeonghwa, regia di Jang Sun-woo (Corea del Sud)
- A Place Called Chiapas, regia di Nettie Wild (Canada)
- Rajio no jikan, regia di Kōki Mitani (Giappone)
- Sergey Eyzenshteyn. Meksikanskaya fantasiya, regia di Oleg Kovalov (Russia)
- Shivrei T'munot Yerushalayim, regia di Ron Havilio (Israele)
- Spark, regia di Garret Williams (Stati Uniti)
- Thirteen, regia di David D. Williams (Stati Uniti)
- Three Sisters (Shalosh Achayot), regia di Tsipi Reibenbach (Israele, Germania)
- Tigerstripe Baby Is Waiting for Tarzan (Tigerstreifenbaby wartet auf Tarzan), regia di Rudolf Thome (Germania)
- Tōkyō yakyoku, regia di Jun Ichikawa (Giappone)
- To Sang Fotostudio, regia di Johan van der Keuken (Paesi Bassi)
- V toj strane, regia di Lidija Bobrova (Russia)
- Wang xiang, regia di Hsu Hsiao-Ming (Taiwan)
- War Zone, regia di Maggie Hadleigh-West (Stati Uniti, Germania)
- Winter Land (Invierno mala vida), regia di Gregorio Cramer (Argentina, Francia)
- Wolves Cry Under the Moon (Guo dao feng bi), regia di Ping Ho (Taiwan)
- Xiao Wu, regia di Jia Zhangke (Cina, Hong Kong)
- The Year After Dayton (Das Jahr nach Dayton), regia di Nikolaus Geyrhalter (Bosnia ed Erzegovina, Austria)
La scena coreana
[modifica | modifica wikitesto]- Barricade, regia di Yun In-ho (Corea del Sud)
- Habitual Sadness (Najeun moksori 2), regia di Byun Young-joo (Corea del Sud)
- Jeopsok, regia di Chang Yoon-hyun (Corea del Sud)
- Motel Cactus (Motel Seoninjang), regia di Park Ki-yong (Corea del Sud)
- The Murmuring (Najeun moksori), regia di Byun Young-joo (Corea del Sud)
- Pyongyang Diaries, regia di Solrun Hoaas (Australia)
Quattro film di Kim Ki-young
[modifica | modifica wikitesto]- Hanyeo, regia di Kim Ki-young (Corea del Sud)
- Ieoh Island (Iodo), regia di Kim Ki-young (Corea del Sud)
- Insect Woman (Chungyo), regia di Kim Ki-young (Corea del Sud)
- Woman of Fire '82 (Hwanyeo '82), regia di Kim Ki-young (Corea del Sud)
Midnight Special
[modifica | modifica wikitesto]- C'era una volta in Cina e in America (Huáng Fēihông Zhī Xīyù Xíongshī), regia di Sammo Hung (Hong Kong)
- Cube - Il cubo (Cube), regia di Vincenzo Natali (Canada)
- Ma Yong Zhen, regia di Corey Yuen (Hong Kong, Cina)
- Modulations, regia di Iara Lee (Stati Uniti)
- Perfect Blue (Pāfekuto burū), regia di Satoshi Kon (Giappone)
- Sangue, proiettili e ottani (Blood, Guts, Bullets and Octane), regia di Joe Carnahan (Stati Uniti)
- Tano da morire, regia di Roberta Torre (Italia)
- Unlucky Monkey (Anrakkī monkī), regia di Sabu (Giappone)
Proiezioni speciali
[modifica | modifica wikitesto]- Bergmans röst, regia di Gunnar Bergdahl (Svezia)
- Faire-part: Musée Henri Langlois, regia di Jean Rouch (Francia)
- Journal de Rivesaltes 1941-1942, regia di Jacqueline Veuve (Svizzera)
- Neon Goddesses, regia di Nelson Lik-wai Yu (Hong Kong)
Il Nuovo cinema tedesco
[modifica | modifica wikitesto]- Die Apothekerin, regia di Rainer Kaufmann (Germania)
- Back in Trouble, regia di Andy Bausch (Germania, Lussemburgo)
- Bags of Time (Alle Zeit der Welt), regia di Matl Findel (Germania)
- La banda del rock - I musicanti di Brema (Die Furchtlosen Vier), regia di Michael Coldewey, Eberhard Junkersdorf e Jürgen Richter (Germania)
- Bandits, regia di Katja von Garnier (Germania)
- Barluschke, regia di Thomas Heise (Germania)
- Der Campus, regia di Sönke Wortmann (Germania)
- Comedian Harmonists, regia di Joseph Vilsmaier (Germania, Austria)
- Crimini invisibili (The End of Violence), regia di Wim Wenders (Stati Uniti, Germania, Francia)
- Große weite Wel, regia di Andreas Voigt (Germania)
- The Hardship Test (Härtetest), regia di Janek Rieke (Germania)
- Hunger: Addicted to Love (Hunger - Sehnsucht nach Liebe), regia di Dana Vávrová (Germania)
- Im Lichtbild der Großstadt, regia di Manfred Wilhelms (Germania)
- Im Namen der Unschuld, regia di Andreas Kleinert (Germania)
- Just Married, regia di Rudolf Thome (Germania)
- Kinderland ist abgebrannt, regia di Sibylle Tiedemann (Germania)
- Knockin' On Heaven's Door, regia di Thomas Jahn (Germania)
- Nach dem Spiel, regia di Aysun Bademsoy (Germania)
- Nights, Gambled Away (Verspielte Nächte), regia di Angeliki Antoniou (Germania, Grecia)
- Obsession, regia di Peter Sehr (Germania, Francia)
- Pelym, regia di Andrzej Klamt e Ulrich Rydzewski (Germania)
- Pi - Die Polizistin, regia di Carolin Otto (Germania)
- Raus aus der Haut, regia di Andreas Dresen (Germania)
- Silvester Countdown, regia di Oskar Roehler (Germania)
- Sognatori d'inverno (Winterschläfer), regia di Tom Tykwer (Germania)
- Tanger - Legende einer Stadt, regia di Peter Goedel (Germania, Francia, Stati Uniti)
- Trains' n' Roses (Zugvögel - ...einmal nach Inari), regia di Peter Lichtefeld (Germania, Finlandia)
- Und vor mir die Sterne... - Das Leben der Schlagersängerin Renate Kern, regia di Ulrike Franke e Michael Loeken (Germania)
- Widows, regia di Sherry Hormann (Germania)
- Zwickel auf Bizyckel, film collettivo (Germania)
Video
[modifica | modifica wikitesto]- Blood Money: Switzerland's Nazi Gold, regia di Stephen Crisman (Stati Uniti)
- Burma Diary, regia di Jeanne Hallacy (Paesi Bassi, Thailandia)
- De l'autre côté du périph, regia di Bertrand e Nils Tavernier (Francia)
- Eisenstein: The Master's House (Dom mastera), regia di Aleksandr Iskin e Marianna Kireeva (Russia)
- Inspired by Bach, film collettivo (Canada)
- Kisangani Diary, regia di Hubert Sauper (Francia, Austria)
- On-Line: An Inside View of Korean Independent Film (Byunbang-eso joongsim-urö), regia di Hong Hyung-sook (Corea del Sud)
- Red-Hunt, regia di Chon Sung-bong (Corea del Sud)
- The Six Day Fight in Myong Dong Cathedral (Myeong-seong, geu 6-il-gan-ui gi-rok), regia di Kim Dong-won (Corea del Sud)
- Die verschiedenen Gesichter des Sergej Eisenstein, regia di Oksana Bulgakova e Dietmar Hochmuth (Germania)
Kinderfilmfest
[modifica | modifica wikitesto]- The Climb, regia di Bob Swaim (Francia, Nuova Zelanda, Canada)
- Un cucciolo tutto per me (Ms. Bear), regia di Paul Ziller (Germania, Canada)
- Kalle e la formula magica (Kalle Blomkvist och Rasmus), regia di Göran Carmback (Svezia)
- Kayla, regia di Nicholas Kendall (Canada, Germania)
- On Our Own (Når mor kommer hjem...), regia di Lone Scherfig (Danimarca, Svezia)
- Ringo-no usagi, regia di Kōji Kobayashi (Giappone)
- Sanning eller konsekvens, regia di Christina Olofson (Svezia)
- A Talk with Birds (Razgovor s ptizi), regia di Rumyana Petkova (Russia, Bulgaria)
- Where the Elephant Sits, regia di Mark Lowenthal (Stati Uniti)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- Dobranocka, regia di Daniel Szczechura (Polonia)
- Hands Up (Hænderne op), regia di Morten Henriksen (Danimarca)
- Den hellige finger, regia di Øivind S. Jorfald (Norvegia)
- Jeden dzien z zycia kukulki zegarowej, regia di Longin Szmyd (Polonia)
- Kisten, regia di Jan Konings (Norvegia)
- Der Nachtkrapp, regia di Heidi Kull (Germania)
- Otto, regia di Stig Bergqvist e Jonas Odell (Svezia)
- Puppies for Sale, regia di Ron Krauss (Stati Uniti)
- Rant, regia di Mary Siceloff (Stati Uniti)
- Samb et le commissaire, regia di Olivier Sillig (Svizzera)
- When the Dust Settles, regia di Louise Johnson (Canada)
Retrospettiva
[modifica | modifica wikitesto]- Abschied, regia di Robert Siodmak (Germania)
- L'affare Nina B. (L'affaire Nina B.), regia di Robert Siodmak (Francia, Germania Ovest)
- Aloma dei mari del sud (Aloma of the South Seas), regia di Alfred Santell (Stati Uniti)
- Banditi atomici (Creature with the Atom Brain), regia di Edward L. Cahn (Stati Uniti)
- Black Friday, regia di Arthur Lubin (Stati Uniti)
- Il capitano Mollenard (Mollenard), regia di Robert Siodmak (Francia)
- Carico bianco (Cargaison blanche), regia di Robert Siodmak (Francia)
- Il cervello di Donovan (Donovan's Brain), regia di Felix E. Feist (Stati Uniti)
- Chango (Shady Lady), regia di George Waggner (Stati Uniti)
- Il cobra (Cobra Woman), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Il corsaro dell'isola verde (The Crimson Pirate), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- La crisi è finita (La crise est finie), regia di Robert Siodmak (Francia)
- Custer eroe del West (Custer of the West), regia di Robert Siodmak (Regno Unito, Francia, Spagna, Stati Uniti)
- Il deportato (Deported), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- La donna e il mostro (The Lady and the Monster), regia di George Sherman (Stati Uniti)
- La donna fantasma (Phantom Lady), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Doppio gioco (Criss Cross), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Dorothea Angermann, regia di Robert Siodmak (Germania Ovest)
- Esploratori dell'infinito (Riders to the Stars), regia di Richard Carlson (Stati Uniti)
- Das Feuerschiff, regia di Ladislao Vajda (Germania Ovest)
- Il figlio di Dracula (Son of Dracula), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Il fischio a Eaton Falls (The Whistle at Eaton Falls), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Frankenstein contro l'uomo lupo (Frankenstein Meets the Wolf Man), regia di Roy William Neill (Stati Uniti)
- I gangsters (The Killers), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Il grande giuoco (Le grand jeu), regia di Robert Siodmak (Francia, Italia)
- Il grande peccatore (The Great Sinner), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Her Jungle Love, regia di George Archainbaud (Stati Uniti)
- Ho camminato con uno zombi (I Walked with a Zombie), regia di Jacques Tourneur (Stati Uniti)
- L'imboscata (Pièges), regia di Robert Siodmak (Francia)
- Io ho ucciso (The Strange Affair of Uncle Harry), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Istruttoria (Voruntersuchung), regia di Robert Siodmak (Germania)
- Joe l'inafferrabile (Invisible Agent), regia di Edwin L. Marin (Stati Uniti)
- Katia, regina senza corona (Katia), regia di Robert Siodmak (Francia)
- Kurussù la bestia delle amazzoni (Curucu, Beast of the Amazon), regia di Curt Siodmak (Stati Uniti)
- Mein Vater, der Schauspieler, regia di Robert Siodmak (Germania Ovest)
- Il mio cuore appartiene a papà (My Heart Belongs to Daddy), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Mister Flow, regia di Robert Siodmak (Francia)
- Il mistero delle 5 dita (The Beast with Five Fingers), regia di Robert Florey (Stati Uniti)
- La morte viene dal passato (Hauser's Memory), regia di Boris Sagal (Stati Uniti)
- Il mostro magnetico (The Magnetic Monster), regia di Curt Siodmak (Stati Uniti)
- Il muro della paura (Escape from East Berlin), regia di Robert Siodmak (Germania Ovest, Stati Uniti)
- Nella morsa della S.S. (Mein Schulfreund), regia di Robert Siodmak (Germania Ovest)
- Ordine segreto del III Reich (Nachts, wenn der Teufel kam), regia di Robert Siodmak (Germania Ovest)
- O.S.S., regia di Robert Siodmak (Regno Unito)[6]
- Prigionieri del destino (Time Out of Mind), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Qualcuno da ricordare (Someone to Remember), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Quick, Re dei clown (Quick), regia di Robert Siodmak (Germania)
- Quinto non ammazzare! (The Suspect), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Il romanzo di Thelma Jordon (The File on Thelma Jordon), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Il ruvido e il liscio (The Rough and the Smooth), regia di Robert Siodmak (Regno Unito)
- La scala a chiocciola (The Spiral Staircase), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Schiavi d'amore delle Amazzoni (Love Slaves of the Amazons), regia di Curt Siodmak (Stati Uniti)
- Segreto ardente (Brennendes Geheimnis), regia di Robert Siodmak (Germania, Austria)
- La sera prima del divorzio (The Night Before the Divorce), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Il sesso debole (Le sexe faible), regia di Robert Siodmak (Francia)
- Lo specchio scuro (The Dark Mirror), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Tempeste di passione (Stürme der Leidenschaft), regia di Robert Siodmak (Germania)
- I topi (Die Ratten), regia di Robert Siodmak (Germania Ovest)
- Il treno ferma a Berlino (Berlin Express), regia di Jacques Tourneur (Stati Uniti)
- Tumultes, regia di Robert Siodmak (Germania, Francia)
- The Tunnel, regia di Maurice Elvey (Regno Unito)
- Ultimatum, regia di Robert Wiene (Francia)
- Uomini di domenica (Menschen am Sonntag), regia di Robert Siodmak e Edgar G. Ulmer (Germania)
- L'uomo che cerca il suo assassino (Der Mann, der seinen Mörder sucht), regia di Robert Siodmak (Germania)
- L'uomo lupo (The Wolf Man), regia di George Waggner (Stati Uniti)
- L'urlo della città (Cry of the City), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- Vacanze di Natale (Christmas Holiday), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- La vedova di West Point (West Point Widow), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
- I violenti di Rio Bravo (Der Schatz der Azteken), regia di Robert Siodmak (Germania Ovest, Italia, Francia)
- Viva la gloria (La vie parisienne), regia di Robert Siodmak (Francia)
- La voce magica (The Climax), regia di George Waggner (Stati Uniti)
- Volo notturno (Fly-By-Night), regia di Robert Siodmak (Stati Uniti)
Cinema Italia
[modifica | modifica wikitesto]- Le acrobate, regia di Silvio Soldini (Italia, Svizzera, Francia)
- Albergo Roma, regia di Ugo Chiti (Italia)
- Il bagno turco (Hamam), regia di Ferzan Özpetek (Italia, Turchia, Spagna)
- Il caricatore, regia di Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudioso e Fabio Nunziata (Italia)
- Il carniere, regia di Maurizio Zaccaro (Italia)
- Cinque giorni di tempesta, regia di Francesco Calogero (Italia)
- Compagna di viaggio, regia di Peter Del Monte (Italia)
- Consigli per gli acquisti, regia di Sandro Baldoni (Italia)
- Cresceranno i carciofi a Mimongo, regia di Fulvio Ottaviano (Italia)
- Il figlio di Bakunin, regia di Gianfranco Cabiddu (Italia)
- Lovest, regia di Giulio Base (Italia)
- Luna e l'altra, regia di Maurizio Nichetti (Italia)
- Le mani forti, regia di Franco Bernini (Italia)
- La mia generazione, regia di Wilma Labate (Italia)
- Palermo Milano - Solo andata, regia di Claudio Fragasso (Italia)
- Passaggio per il paradiso, regia di Antonio Baiocco (Italia, Francia, Regno Unito)
- Porzûs, regia di Renzo Martinelli (Italia)
- Il principe di Homburg, regia di Marco Bellocchio (Italia)
- Nel profondo paese straniero, regia di Fabio Carpi (Italia, Francia, Svizzera)
- La tregua, regia di Francesco Rosi (Italia, Francia, Germania, Svizzera)
- Tre uomini e una gamba, regia di Aldo, Giovanni e Giacomo e Massimo Venier (Italia)
- Tutti giù per terra, regia di Davide Ferrario (Italia)
Premi
[modifica | modifica wikitesto]Premi della giuria internazionale
[modifica | modifica wikitesto]- Orso d'oro: Central do Brasil di Walter Salles
- Orso d'argento, gran premio della giuria: Sesso & potere di Barry Levinson
- Orso d'argento per il miglior regista: Neil Jordan per The Butcher Boy
- Orso d'argento per la migliore attrice: Fernanda Montenegro per Central do Brasil di Walter Salles
- Orso d'argento per il miglior attore: Samuel L. Jackson per Jackie Brown di Quentin Tarantino
- Orso d'argento per il miglior contributo singolo: Matt Damon per la sceneggiatura di Will Hunting - Genio ribelle di Gus Van Sant
- Orso d'argento per il miglior contributo artistico: Alain Resnais per la regia di Parole, parole, parole...
- Menzioni d'onore: Sławomir Idziak per la fotografia di I Want You di Michael Winterbottom, Eamonn Owens per l'interpretazione in The Butcher Boy di Neil Jordan e Isabella Rossellini per l'interpretazione in Left Luggage di Jeroen Krabbé
- Premio l'angelo azzurro: Left Luggage di Jeroen Krabbé
- Premio Alfred Bauer: Hold You Tight di Stanley Kwan
- Orso d'oro per il miglior cortometraggio: Ik beweeg, dus ik besta di Gerrit van Dijk
- Orso d'argento, premio della giuria: Cinema Alcázar di Florence Jaugey
Premi onorari
[modifica | modifica wikitesto]Premi della Kinderjury
[modifica | modifica wikitesto]- Orso di cristallo: Where the Elephant Sits di Mark Lowenthal
- Menzione speciale: Sanning eller konsekvens di Christina Olofson
- Orso di cristallo per il miglior cortometraggio: Hands Up di Morten Henriksen
- Menzione speciale: Kisten di Jan Konings
Premi delle giurie indipendenti
[modifica | modifica wikitesto]- Premio della giuria ecumenica
- Concorso: ex aequo Central do Brasil di Walter Salles e Cinema Alcázar di Florence Jaugey
- Panorama: Sue di Amos Kollek
- Forum: Wang xiang di Hsu Hsiao-Ming - Premio FIPRESCI
- Concorso: Sada di Nobuhiko Obayashi
- Panorama: Sue di Amos Kollek
- Forum: Shivrei T'munot Yerushalayim di Ron Havilio
- Menzione speciale: V toj strane di Lidija Bobrova - Guild Film Prize: Left Luggage di Jeroen Krabbé
- Premio CICAE Art Cinema
- Panorama: Le gone du Chaâba di Christophe Ruggia
- Raccomandazioni speciali: Fintar o Destino di Fernando Vendrell e Apri gli occhi di Alejandro Amenábar
- Forum: Sergey Eyzenshteyn. Meksikanskaya fantasiya di Oleg Kovalov - Premio Caligari: Kasaba di Nuri Bilge Ceylan
- New York Film Academy Award: ex aequo Cuba 15 di Elizabeth Kamir Schub e Keep in a Dry Place and Away from Children di Martin Davies
- Menzioni speciali: Straßensperre di Carsten Fiebeler e Boxed di Genevieve Anderson
- Premio UNICEF
- Lungometraggi: The Climb di Bob Swaim
- Cortometraggi: Otto di Stig Bergqvist e Jonas Odell
- Menzione speciale: Samb et le commissaire di Olivier Sillig - Peace Film Prize: V toj strane di Lidija Bobrova
- Premio NETPAC: Xiao Wu di Jia Zhangke
- Premio Wolfgang Staudte: Xiao Wu di Jia Zhangke
- Premio Don Quijote: Thirteen di David D. Williams
- Menzioni speciali: Rajio no jikan di Kōki Mitani e V toj strane di Lidija Bobrova
- Premio Pierrot alla migliore opera prima europea: Petits désordres amoureux di Olivier Péray
- Teddy Award
- Miglior lungometraggio: Hold You Tight di Stanley Kwan
- Miglior documentario: The Brandon Teena Story di Susan Muska e Gréta Olafsdóttir
- Miglior cortometraggio: Peppermills di Isabel Hegner
- Premio speciale della giuria: The Man in Selya's Life di Carlos Siguion-Reyna
- Special Teddy Award: Richard O’Brien
- Premio Else dei lettori di Siegessäule: The Brandon Teena Story di Susan Muska e Gréta Olafsdóttir
Premi dei lettori
[modifica | modifica wikitesto]- Premio dei lettori della Berliner Morgenpost: The Boxer di Jim Sheridan
- Premio dei lettori di Zitty: The Year After Dayton di Nikolaus Geyrhalter
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m 48th Berlin International Film Festival - February 11-22, 1998, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 15 maggio 2023.
- ^ Awards 1998, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Alessandra Levantesi, Il «Boxer» d'Irlanda a Berlino, in La Stampa, 12 febbraio 1998.
- ^ Retrospectives Since 1977, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 5 gennaio 2020.
- ^ a b Juries - 1998, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.
- ^ Sono stati proiettati quattro episodi: Operation Eel, Operation Flint Axe, Operation Foulball e Operation Powder Puff.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Wolfgang Jacobsen, 50 Years Berlinale - Internationale Filmfestspiele Berlin, Filmmuseum Berlin - Deutsche Kinemathek, 2000, ISBN 9783875849066.
Collegamenti esterni
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