Nella stagione 1994-1995 l'Unione Sportiva Alessandria Calciò disputò l'ottavo campionato di Serie C1 della sua storia.
Passata la crisi societaria con il ritorno di Gino Amisano alla presidenza e ottenuto il ripescaggio in C1 per il declassamento del Mantova, l'Alessandria trovò una non scontata salvezza in un campionato funestato da un evento in particolare, l'alluvione che colpì il Piemonte il 6 novembre 1994. Questa portò alla disastrosa esondazione del fiume Tanaro, le cui acque invasero la città di Alessandria; per la squadra di calcio la conseguenza fu un allontanamento dallo stadio Moccagatta che durò oltre due mesi. In campionato, dopo aver compensato una partenza poco felice (dopo sei giornate la squadra era ultima in classifica, a pari merito con lo Spezia), la squadra lottò costantemente per non venire inghiottita nella zona play-out, che l'anno prima le erano stati fatali: a dicembre l'allenatore Roselli era stato sostituito da Gianfranco Motta, ma l'andamento della squadra rimase ugualmente incostante. Senza strafare (solo otto le vittorie al termine), l'Alessandria riuscì comunque a evitare gli spareggi-retrocessione per due punti.
In Coppa Italia di C l'avventura fu breve; passato il primo turno ai danni dell'Aosta, fu il Novara (Serie C2), ormai consueto avversario dei grigi in coppa, a estromettere l'Alessandria dalla competizione.