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Neil Peart
«Neil Peart aveva le mani di Dio. Fine della storia.»
Neil Peart | |
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Neil Peart in concerto con i Rush nel 2004 | |
Nazionalità | Canada |
Genere | Rock progressivo Hard rock Heavy metal Art rock Arena rock Jazz Swing |
Periodo di attività musicale | 1968 – 2015 |
Strumento | batteria, percussioni |
Gruppi | Rush |
Sito ufficiale | |
Neil Ellwood Peart, meglio noto come Neil Peart OC (Hamilton, 12 settembre 1952 – Santa Monica, 7 gennaio 2020), è stato un batterista, paroliere e scrittore canadese, noto per la sua militanza nel gruppo musicale rock progressivo Rush.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Batterista inizialmente autodidatta, poi allievo di Don George[senza fonte], insegnante dell'Ontario. Nel 1974 dopo brevi esperienze in gruppi locali, entra come batterista nei Rush in sostituzione del dimissionario John Rutsey. Sin da subito si occupa anche della scrittura dei testi. Da quel momento Peart è rimasto stabilmente nella formazione del gruppo, fino alla sua morte.
Nel 1994, in onore del suo idolo Buddy Rich, Peart ha curato la realizzazione e suonato in alcune tracce dell'album Burning for Buddy: A Tribute to the Music of Buddy Rich dove diversi batteristi reinterpretano dei brani di Buddy accompagnati dalla Buddy Rich Orchestra. Così fece anche per il seguito Burning for Buddy: A Tribute to the Music of Buddy Rich, Vol. 2; in questi progetti ha svolto anche il ruolo di produttore discografico.
Assieme ai suoi compagni nei Rush Geddy Lee e Alex Lifeson, Peart è stato nominato Ufficiale dell'Ordine del Canada, il 9 maggio 1996. Il trio è stato il primo gruppo rock a ricevere tale onorificenza. In qualità di membro del gruppo musicale Rush è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2013. A Peart è stato intitolato un asteroide individuato nel 1990. Neil Peart viene abitualmente chiamato dai suoi compagni di gruppo sia con il soprannome di Pratt[2], che quello di the Professor[3].
L'unica figlia di Peart, Selena Peart Taylor, rimase uccisa in un incidente stradale nel 1997, e la sua compagna, Jacqueline Taylor, morì di cancro nel 1998. In seguito, il fotografo storico dei Rush, Andrew MacNaughtan, gli presentò la fotografa Carrie Nuttall con la quale si è sposato nel 2000. Il 12 agosto 2009 la coppia ha dato alla luce la figlia Olivia Louise.
Peart è inoltre l'autore di vari libri di viaggio, alcuni dei quali auto-prodotti: The Masked Rider, che documenta un viaggio in bicicletta attraverso il Camerun fatto alla fine del 1988, Il viaggiatore fantasma (Ghost Rider: Travels on the Healing Road), che è il resoconto dei suoi viaggi in motocicletta attraverso Canada, Stati Uniti e Messico, successivamente alla scomparsa di moglie e figlia.
Il 7 dicembre 2015 in una intervista con Drumhead Magazine, Peart ha annunciato il suo ritiro dalla musica, dichiarando: "Ultimamente Olivia mi ha presentato ai nuovi amici a scuola come «Mio padre, un batterista in pensione». È vero, e divertente da ascoltare. E non mi fa male rendermi conto che, come tutti gli atleti, arriva il momento di ... ritirarti dal gioco. Preferirei tirarmi in disparte piuttosto che dover affrontare la situazione descritta nella nostra canzone Losing It"[4]. Successivamente il collega Geddy Lee ha chiarito che Neil stava parlando della sua decisione di prendersi una pausa dai tour[5], anche se in seguito Alex Lifeson ha dichiarato che l'attività dei Rush era da considerarsi conclusa[6].
Neil Peart è deceduto a Santa Monica il 7 gennaio 2020 a causa di un cancro al cervello contro cui lottava da 3 anni e mezzo. La notizia è stata resa nota al mondo solo il 10 gennaio 2020 per volere della famiglia[7]. Questo il comunicato dei compagni di gruppo Lifeson e Lee pubblicato nel sito ufficiale del gruppo:
«È con il cuore spezzato e la più profonda tristezza che dobbiamo condividere la terribile notizia che martedì il nostro amico Neil, anima gemella e compagno di band per oltre 45 anni, ha perso la sua incredibilmente coraggiosa battaglia di tre anni e mezzo contro il cancro al cervello (glioblastoma). Chiediamo che amici, fan e media rispettino comprensibilmente il bisogno di privacy e pace della famiglia in questo momento estremamente doloroso e difficile. Coloro che desiderano esprimere le loro condoglianze possono scegliere di fare una donazione in nome di Neil Peart presso un gruppo di ricerca sul cancro o un gruppo di carità a loro scelta. Riposa in pace fratello. Neil Peart, 12 settembre 1952 - 7 gennaio 2020»
Stile e abilità
[modifica | modifica wikitesto]Musica
[modifica | modifica wikitesto]Neil Peart è considerato dal pubblico, dai critici e da altri musicisti uno dei più grandi batteristi rock di tutti i tempi[9][10][11]. Egli è inoltre stimato come uno dei migliori esecutori di assoli di batteria in concerto[12]. All'interno degli assoli molto intricati di Peart vi sono spesso tempi dispari[13][14], complessi arrangiamenti (talvolta pattern totalmente separati di braccia e gambe)[15] e grande utilizzo di percussioni etniche campionate su pad elettronici. Al di fuori dei Rush, Neil ha pubblicato vari DVD, tra i quali Anatomy of a Drum Solo dove spiega come costruire un assolo.
Le sue influenze vanno da Keith Moon degli Who al batterista jazz Buddy Rich passando per John Bonham dei Led Zeppelin. Continuamente modificato, il kit di Peart ha sempre offerto una grande varietà sonora (per la sua grandezza ma anche grazie alle percussioni elettroniche presenti). Negli anni novanta ha reinventato il suo stile (aggiungendo tocchi di jazz e swing) con l'aiuto del drum coach e amico Freddie Gruber. Fra i cambiamenti apportati da Gruber vi sono ad esempio il passaggio dalla "matched grip" alla "traditional grip" (notare inoltre che Peart suona da sempre con la parte anteriore delle bacchette, ovvero, con le bacchette girate). Tuttavia, in seguito, Neil tornò a utilizzare la matched (anche se in qualche occasione lo si può ancora vedere con la traditional). È stato anche allievo di Peter Erskine, con il quale ha stretto un rapporto di amicizia e profonda stima reciproca[senza fonte].
Testi
[modifica | modifica wikitesto]Peart, sin dalla sua entrata nel gruppo, è l'autore della grande maggioranza dei testi dei Rush. Appena entrato nel gruppo i compagni di band lo soprannominarono immediatamente the Professor proprio in riferimento alla sua padronanza con la lingua scritta e parlata[16]. Nei testi di Peart abbondano i riferimenti letterari. Esempi comprendono, tra gli altri, William Shakespeare (Limelight), Niccolò Machiavelli, Friedrich Nietzsche (Cygnus X-1 Book II: Hemispheres), John Dos Passos (The Camera Eye, The Big Money), Samuel Taylor Coleridge (Xanadu) e J.R.R. Tolkien (Rivendell, The Necromancer). Tra i suoi testi più commentati troviamo degli omaggi al romanzo La vita è nostra di Ayn Rand; nel brano Anthem che compare sull'album Fly by Night, del 1975, e nella suite 2112, del 1976, che ne è una esplicita derivazione. Nei primi anni del gruppo gli scritti di Neil si focalizzavano principalmente sulla fantascienza[17]. Dagli anni ottanta in poi si è aperto anche ad argomenti sociali e umanitari. I testi di Peart dividono pubblico ed esperti del settore: la rivista Blender lo definì il secondo peggior paroliere di sempre, soffermandosi in particolare sui lavori di impronta fantascientifica[18], mentre altri critici ne lodano la scrittura «profonda e perspicace» e individuano il tema portante della sua poetica nella «ricerca della grandezza umana»[19].
Video didattici
[modifica | modifica wikitesto]- A Work in Progress (1996)
- Anatomy of a Drum Solo (2005)
- Fire on Ice: The Making of "The Hockey Theme" (2010)
- Taking Center Stage: A Lifetime of Live Performance (2011)
Libri
[modifica | modifica wikitesto]- Drum Techniques of Rush – Neil Peart, Bill Wheeler (1985) – ISBN 0-7692-5055-6
- More Drum Techniques of Rush – Neil Peart, Bill Wheeler (1989) – ISBN 0-7692-5051-3
- The Masked Rider: Cycling in West Africa – Neil Peart (1999) – ISBN 1-895900-02-6
- Il viaggiatore fantasma (Ghost Rider: Travels on the Healing Road) – Neil Peart (2002) – ISBN 1-55022-546-4 (hardcover), ISBN 1-55022-548-0 (paperback)
- Traveling Music: Playing Back the Soundtrack to My Life and Times – Neil Peart (2004) – ISBN 1-55022-666-5
- Roadshow: Landscape With Drums, A Concert Tour by Motorcycle – Neil Peart (2006) – ISBN 1-57940-145-7
- Far and Away: A Prize Every Time – Neil Peart (2011) – ISBN 978-1-77041-058-9
- Far and Near: On Days Like These – Neil Peart (2014) – ISBN 978-1-77041-257-6
- Far And Wide: Bring That Horizon To Me! – Neil Peart (2016) – ISBN 978-1-77041-348-1
Equipaggiamento
[modifica | modifica wikitesto]Discografia
[modifica | modifica wikitesto]Con i Rush
[modifica | modifica wikitesto]- 1975 - Fly by Night
- 1975 - Caress of Steel
- 1976 - 2112
- 1977 - A Farewell to Kings
- 1978 - Hemispheres
- 1980 - Permanent Waves
- 1981 - Moving Pictures
- 1982 - Signals
- 1984 - Grace Under Pressure
- 1985 - Power Windows
- 1987 - Hold Your Fire
- 1989 - Presto
- 1991 - Roll the Bones
- 1993 - Counterparts
- 1996 - Test for Echo
- 2002 - Vapor Trails
- 2007 - Snakes & Arrows
- 2012 - Clockwork Angels
Solista
[modifica | modifica wikitesto]- 1987 - Pieces of Eight (brano strumentale pubblicato come singolo dalla rivista Modern Drummer con il numero di maggio 1987)
- 1994 - Artisti Vari - New Ear Revolutions (presente con il brano Pick Up the Pieces)
Collaborazioni
[modifica | modifica wikitesto]- 1985 - Jeff Berlin & Vox Humana - Champion (batteria nel brano Marabi)
- 1992 - Rheostatics - Whale Music (percussioni nel brano Palomar, batteria nel brano Guns)
- 1994 - The Buddy Rich Big Band - Burning for Buddy: A Tribute to the Music of Buddy Rich (percussioni nel brano Pick Up the Pieces, batteria nel brano Cotton Tail)
- 1997 - The Buddy Rich Big Band - Burning for Buddy: A Tribute to the Music of Buddy Rich, Vol. 2 (batteria nel brano One O'Clock Jump)
- 2009 - Vertical Horizon - Burning the Days (batteria nei brani Save Me From Myself, Welcome to the Bottom e Even Now)
- 2012 - Kevin J. Anderson - Clockwork Angels: The Novel (audiolibro) (narratore)
- 2013 - Vertical Horizon - Echoes From the Underground (batteria nei brani Instamatic e South for The Winter)
- 2017 - Glass Hammer - Untold Tales (batteria nel brano The Impulsive Type)
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]Peart ha ricevuto i seguenti riconoscimenti dalla classifica dei lettori della rivista Modern Drummer:
- Hall of Fame: 1983
- Migliore batterista Rock: 1980, 1981, 1982, 1983, 1984, 1985, 1986, *2006, *2008 (*vinse alla conta dei voti, ma ineleggibile)
- Migliore multi-percussionista: 1983, 1984, 1985, 1986
- Miglior percussionista: 1982
- Migliore batterista emergente: 1980
- Miglior percussionista in generale: 1986
- 1986 Honor Roll: batterista Rock, multi-percussionista
- (* - Come membro dell'Honor Roll in queste categorie, non è più eleggibile nelle suddette.)
- Miglior video didattico: 2006, per Anatomy of a Drum Solo
- Migliore registrazione batteristica degli anni '80, 2007, per YYZ da Exit...Stage Left
- Migliore performance su disco:
- 1980: Permanent Waves
- 1981: Moving Pictures
- 1982: Exit...Stage Left
- 1983: Signals
- 1985: Grace Under Pressure
- 1986: Power Windows
- 1988: Hold Your Fire
- 1989: A Show of Hands
- 1990: Presto
- 1992: Roll the Bones
- 1993: Counterparts
- 1997: Test for Echo
- 1999: Different Stages
- 2002: Vapor Trails
- 2004: R30: 30th Anniversary World Tour
- 2007: Snakes & Arrows
Peart ha ricevuto i seguenti riconoscimenti dalla rivista DRUM! magazine per il 2007:
- Batterista dell'anno
- Miglior batterista Progressive rock
- Miglior musicista live
- Miglior DVD (Anatomy of a Drum Solo)
- Album col miglior drumming (Snakes & Arrows)
Peart ha ricevuto i seguenti riconoscimenti dalla rivista DRUM! magazine per il 2008:
- Batterista dell'anno
- Secondo classificato Miglior batterista Progressive rock
- Miglior batterista live
- Secondo classificato Miglior batterista Pop
Peart ha ricevuto i seguenti riconoscimenti dalla rivista DRUM! magazine per il 2009:
- Batterista dell'anno
- Miglior batterista Progressive rock
Peart ha ricevuto i seguenti riconoscimenti dalla rivista DRUM! magazine per il 2010:
- Batterista dell'anno
- Secondo classificato Miglior batterista Progressive rock
- Secondo classificato Miglior live performer
Altri riconoscimenti:
- il 4 giugno 2020, a poco meno di cinque mesi dalla morte, gli viene intitolato un nuovo padiglione del Lakeside Park di St. Catharines, dal quale ha preso ispirazione per il brano omonimo.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— nominato il 9 maggio 1996, investito il 26 febbraio 1997[20]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ "Le mani di dio". Le reazioni dei musicisti alla morte di Neil Peart, rollingstone.it
- ^ [1] Neil Peart, Roadshow: Landscape With Drums: A Concert Tour By Motorcycle, 2006
- ^ "Ladies and Gentlemen, the Professor on the drum kit", così viene presentato da Geddy Lee all'inizio dell'assolo di batteria nell'album All the World's a Stage
- ^ Rush’s Neil Peart says he’s retired from music, su consequence.net, 7 dicembre 2015. URL consultato il 22 novembre 2018.
- ^ Rush's Geddy Lee Says Neil Peart Hasn't Retired, su blabbermouth.net, 8 dicembre 2015. URL consultato il 22 novembre 2018.
- ^ Rush Officially Breaks Up, Two Years After They Quit Touring, su uproxx.com, 22 gennaio 2018. URL consultato il 22 novembre 2018.
- ^ (EN) Brian Hiatt, Neil Peart, Rush Drummer Who Set a New Standard for Rock Virtuosity, Dead at 67, su Rolling Stone, 10 gennaio 2020. URL consultato l'11 gennaio 2020.
- ^ Comunicato ufficiale del gruppo, su rush.com.
- ^ Neil Peart su Drummer World
- ^ Scaruffi, Piero. "Greatest rock drummers of all times" - scaruffi.com
- ^ (EN) Lista dei 100 migliori batteristi di tutti i tempi secondo Rolling Stone, su rollingstone.com. URL consultato il 23 marzo 2018.
- ^ Modern Drummer Magazine Aprile 2006 Articolo "Soloing in the Shadow of Giants". Modern Drummer Publishing Inc. NJ, USA.
- ^ Peart, Neil. "Soloing in the Shadow of Giants" Archiviato il 12 giugno 2010 in Internet Archive. - Modern Drummer Magazine - (c/o NeilPeart.net) - April 2006
- ^ "Pieces of Eight" - Modern Drummer Magazine - (c/o 2112.net) - May 1987 - Accessed July 18, 2007
- ^ Neil Peart; The Waltz - drummerworld.com - (QuickTime video)
- ^ Jon Collins, Rush, Tsunami Edizioni, 2009, p. 53. ISBN 978-88-96131-03-9
- ^ profilo dei Rush, John Mcferrin's Rock and Prog Reviews.
- ^ The 40 Worst Lyricists In Rock Archiviato il 10 marzo 2009 in Internet Archive.
- ^ Neil Peart: Lyricist of Democratic Greatness
- ^ (EN) Sito web del Governatore Generale del Canada: dettaglio decorato.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Neil Peart
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su neilpeart.net.
- (EN) Opere di Neil Peart, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Bibliografia di Neil Peart, su Internet Speculative Fiction Database, Al von Ruff.
- (EN) Neil Peart, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Neil Peart, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Neil Peart, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Neil Peart, su Encyclopaedia Metallum.
- (EN) Neil Peart, su Billboard.
- Neil Peart, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Neil Peart, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Neil Peart, su Behind The Voice Actors, Inyxception Enterprises.
- (EN) Intervista con Neil Peart, nella quale parla dell'influenza di Ayn Rand nei suoi testi, su 2112.net. URL consultato il 23 settembre 2004 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2004).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 68117949 · ISNI (EN) 0000 0001 1447 0669 · SBN DDSV146479 · Europeana agent/base/60183 · LCCN (EN) n92005770 · GND (DE) 1032200375 · BNE (ES) XX1063330 (data) |
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