Coordinate: 45°58′N 11°14′E

Centa San Nicolò

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Centa San Nicolò
frazione
Centa San Nicolò – Veduta
Centa San Nicolò – Veduta
Centa vista da est.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Trento
Comune Altopiano della Vigolana
Territorio
Coordinate45°58′N 11°14′E
Altitudine830 m s.l.m.
Superficie11,23 km²
Abitanti624[1] (31-12-2015)
Densità55,57 ab./km²
SottodivisioniCampregheri, Frisanchi, Valle
Masi: Schiri, Lambri, Martinelli, Uezi, Cioli, Conzi, Doss, Fontani, Gremesi, Maccani, Menegoi, Pacheri, Paldaofi, Rauteri, Sadleri, Stauderi, Tiecheri, Tonezzeri, Wolfi
Altre informazioni
Cod. postale38049 (già 38040)
Prefisso0461
Fuso orarioUTC+1
Cod. catastaleC467
TargaTN
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 674 GG[3]
Nome abitantizentanèri
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Centa San Nicolò
Centa San Nicolò

Centa San Nicolò (Zénta in dialetto trentino, Tschint in cimbro[4]) è una frazione[5] di 624 abitanti del comune italiano dell'Altopiano della Vigolana, nella provincia autonoma di Trento. Fino al 31 dicembre 2015 ha costituito un comune autonomo.

Centa San Nicolò è una delle più grandi frazioni come estensione del territorio: non è infatti un unico agglomerato, come Vattaro, o Caldonazzo, ma un insieme di piccoli masi, piccole frazioni, che coprono tutto il versante orientale della Vigolana.

La storia di Centa San Nicolò affonda nelle radici della storia di Trento.

Nel XIII secolo il principe vescovo Vanga fece chiamare alcuni coloni bavaresi, conosciuti oggi come cimbri, per tenere aperta una via commerciale tra Trento e gli Altipiani di Lavarone e Folgaria; questi coloni fondarono il primo nucleo in un piccolo maso, ora inglobato da altri, e chiamarono questa loro abitazione col termine di "Cinta - Tschint", da cui poi derivò "Centa". Per "cinta" si intendeva la recinzione che proteggeva il maso e che lo difendeva da lupi, orsi ed altri sgraditi ospiti.

Man mano che i secoli passarono, la strada si ampliò, venne fondato un vero e proprio paese e fu aperta anche la strada che porta a Caldonazzo: vari masi, tra cui Campregheri, la Strada e altri sorsero ai lati di questa strada, che esiste ancora al giorno d'oggi.

La devozione a san Nicola di Bari ebbe origine nel periodo della peste, quando l'intero paese chiese aiuto al santo e fu miracolosamente risparmiato dalla peste che flagellava l'Europa intera.

Durante la prima guerra mondiale i tedeschi costruirono una strada sul fronte opposto della vallata, scavando nella nuda roccia, per collegare Trento agli altipiani.
A proposito della prima guerra mondiale, narrano le storie popolari che i cannoni italiani installati sugli altipiani, i cui colpi rimbombavano per tutta la vallata, non riuscirono mai a colpire la ferrovia della Valsugana, che collegava Trento a Padova.

Ancora oggi in località Campregheri si possono trovare delle piccole fortificazioni risalenti alla prima guerra mondiale; sparse qua e là su tutto il territorio della frazione vi sono le tracce di numerose trincee.

Vecchio stemma comunale

Lo stemma e il gonfalone erano stati approvati con D.G.P. del 27 novembre 1987.[6]

Stemma

«Troncato: nel 1° di rosso, alla lepre corrente di argento; nel 2° scaccato di verde e d'argento di 28 pezzi. Corona: Murale di Comune. Ornamenti: A destra una fronda d'alloro fruttata di rosso, a sinistra una fronda di quercia ghiandifera al naturale, legate da un nastro d'argento, rosso e nero.»

Gonfalone

«Drappo rettangolare del rapporto di 5/8 formato da tre teli posti in palo, di cui verdi i laterali larghi ciascuno 1/3 di quello bianco centrale, bordato e fregiato d'argento, unito all'asta mediante un bilico sospeso ad essa con un cordone a nappe dello stesso. Il palo potenziato centrale sarà caricato dello stemma completo dei suoi ornamenti e sovrastante le scritta in oro "Comune di Centa S. Nicolò". Il tutto sostenuto da un'asta ricoperta di velluto rosso ornata da un nastro a spirale d'argento.»

Il gonfalone termina al battente a coda di rondine.[7]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[8]

Geografia antropica

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La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1928 il comune viene soppresso e i suoi territori aggregati al comune di Caldonazzo; nel 1947 il comune viene ricostituito (Censimento 1936: pop. res. 777); nel 1988 aggregazione di territori staccati dai comuni di Caldonazzo, Calceranica al Lago e Vattaro (Censimento 1981: pop. res. 35).[9]

Nel 2016 viene unificato con i comuni limitrofi di Bosentino, Vattaro e Vigolo Vattaro nel nuovo comune dell'Altopiano della Vigolana.

Amministrazione

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  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2015.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli Etnici e dei Toponimi Italiani, Bologna, ed. Pàtron, 1981.
  5. ^ Statuto comunale di Altopiano della Vigolana (PDF), su comune.vigolana.tn.it.
  6. ^ Bollettino ufficiale della Regione Autonoma Trentino - Alto Adige n. 2 del 12/01/1988, pp. 101-102.
  7. ^ Immagine del gonfalone
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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