Indice
Leucanthemum coronopifolium
Margherita montana | |
---|---|
Leucanthemum coronopifolium | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Anthemideae |
clade | Mediterranean clade |
Sottotribù | Leucantheminae |
Genere | Leucanthemum |
Specie | L. coronopifolium |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Anthemideae |
Genere | Leucanthemum |
Specie | L. coronopifolium |
Nomenclatura binomiale | |
Leucanthemum coronopifolium Vill., 1779 |
La margherita montana (nome scientifico Leucanthemum coronopifolium Vill., 1779) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Anthemideae (Mediterranean clade) e sottotribù Leucantheminae).[1][2]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome generico latino (Leucanthemum) deriva dal greco antico λευκάνθεμον?, leukánthemon, "fiore bianco", a sua volta da λευκός, leukós, "bianco" e ἄνθεμον, ánthemon, "fiore"[3] e fa ovviamente riferimento al colore dei fiori.[4] L'epiteto specifico (coronopifolium) indica che la pianta di questa voce ha le foglie simili a quelle della Plantago coronopus.[5]
Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico Domínique Villars (1745-1814) nella pubblicazione " Prospectus de l'Histoire des Plantes de Dauphiné" ( Prosp. Hist. Pl. Dauphiné 32 ) del 1779.[6]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Portamento. La specie di questa voce è una erbacea con un ciclo biologico perenne. L'indumento è assente o formato da peli basifissi. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[7][8][9][10][11][12]
Radici. Le radici sono secondarie a partire dal rizoma (può essere strisciante). Le radici solitamente hanno una punta rossa.
Fusto. Sono piante alte fino a 2-6 dm.
- Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un rizoma (di solito con apice arrossato).
- Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, ascendente e poco ramosa.
Foglie. Le foglie sono sia basali (formano delle rosette) che caulinari. Quelle basali sono picciolate, quella caulinari sono sessili e amplessicauli. Lungo il fusto sono disposte in modo alterno. La forma è diversa a seconda della posizione delle foglie lungo il fusto (ma anche della specie); in tutti i casi sono profondamente dentate:
- foglie cauline basali (compresa la rosetta basale): hanno delle forme da obovate a oblunghe, spatolate o ovali con lamina di tipo da pennato-lobata a pennatifida, pennato-patita o pennatosetta;
- foglie cauline medie e superiori: hanno una forma da oblanceolata, oblunga a ovata; la lamina è 2-pennatosetta.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da capolini solitari o in lassi corimbi. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo radiato (raramente discoide). I capolini sono formati da un involucro, con forme da emisferiche/campanulate a meniscoidi, composto da 35-60 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, a consistenza erbacea, con forme da ovate a lanceolate, con margini membranosi, quasi scariosi e di colore scuro, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie (da 3 a 5). Il ricettacolo, piano-convesso, è privo di pagliette. Diametro dei capolini: 3-6,5 cm.
Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:
- fiori del raggio (esterni): da 13 a 34 per capolino, sono femminili, fertili e sono disposti su una serie; la forma è ligulata (zigomorfa); a volte possono mancare o essere sterili;
- fiori del disco (centrali): sono più numerosi (da 120 a 200) con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi (o funzionalmente maschili).
- */x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio [13]
- fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ligulata; la ligula può terminare con alcuni denti; il colore è bianco (tendente al rosato in fase di essiccazione);
- fiori del disco: la forma è tubulare bruscamente divaricata in 4-5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; i colori sono giallo e rosso.
- Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi a forma di balaustra; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere possono essere sia di tipo basifissa che medifissa. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) non è polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
- Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.
- Antesi: da giugno a settembre.
Frutti. I frutti sono degli acheni ovali, bislunghi, neri e rigati di bianco: ai lati sono presenti 10 coste contenenti cellule micillaginifere e canali resiniferi. Tutti gli acheni sono più o meno coronati.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[8][9]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Subendemica.
Distribuzione: in Italia questa specie si trova comunemente nelle Alpi occidentali; negli Appennini è più rara.
Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono i pendii e i prati sassosi.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a quote comprese tra 1500 e 2700 m s.l.m..
Sistematica
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][10][11]
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Leucanthemum (insieme alla sottotribù Leucantheminae) è incluso nel clade Mediterranean clade.[17]
Nella pubblicazione "Flora d'Italia" le specie di Leucanthemum della flora spontanea italiana sono suddivise in tre gruppi: 1) piante con capolini con solo fiori tubolosi; 2) piante con capolini con fiori ligulati e acheni del disco senza corona; 3) piante con capolini con fiori ligulati e acheni del disco pappo a corona. La specie di questa voce appartiene al terzo gruppo. In particolare fa parte del "Complesso Leucanthemum atratum" la cui specie principale (Leucanthemum atratum (Jacq.) DC.) è presente solamente in Austria.[18]
Il complesso di L. atratum è caratterizzato da una distribuzione "alpico-dinarico-appenninica" con piante a foglie cauline ben sviluppate, dentate o 1-2-pennatifide, con acheni dei fiori del disco provvisti di pappo a corona e quello dei fiori del raggio parzialmente sviluppato. Le piante di questo gruppo, verso le latitudini più basse, presentano un graduale aumento delle dimensioni delle foglie con segmenti più fitti, sottili e più lunghi.[12]
I caratteri distintivi della specie Leucanthemum coronopifolium sono:[12]
- i capolini sono di tipo radiato;
- le foglie cauline variano da dentate a pennatopartite e i segmenti laterali non sono mai più lunghi della parte centrale indivisa della foglia (rachide);
- gli acheni dei fiori tubulosi alla sommità hanno un pappo a corona.
Il numero cromosomico delle specie di questa voce è: 2n = 54 (esaploide).[12]
Variabilità
[modifica | modifica wikitesto]Per questa specie sono riconosciute le seguenti sottospecie:[2]
- Leucanthemum coronopifolium subsp. ceratophylloides (All.) Vogt & Greuter, 2003 - Distribuzione: Italia e Francia
- Leucanthemum coronopifolium subsp. coronopifolium - Distribuzione: Italia e Francia
- Leucanthemum coronopifolium subsp. tenuifolium (Guss.) Vogt & Greuter - Distribuzione: Italia
Descrizione delle sottospecie.
Sottospecie coronopifolium
- Nome comune: margherita montana.
- Descrizione: queste piante sono alte 2-4 dm; i fusti sono ginocchiati alla base; le foglie basali e cauline inferiori hanno delle lamine con forme da obovate a oblunghe lungamente cuneate e di tipo pennato con segmenti dentellati; le foglie superiori sono pennate con segmenti uguali (o meno) alla larghezza della rachide; il diametro dei capolini è di 3-5,5 cm; i margini delle brattee sono nerastri; gli acheni sono tutti con corona (lunghezza degli acheni: 2,5-3 mm).
- Corologia: il tipo corologico (area di origine) è Subendemico o anche Ovest Alpico
- Distribuzione: si trova comunemente nelle Alpi occidentali comprese le aree francesi limitrofe.
- Habitat: l'habitat tipico sono le rupi e i pendii sassosi su calcare. Il substrato preferito è calcareo/siliceo ma anche siliceo con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
- Distribuzione altitudinale: da 1600 a 2700 metri; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: alpino, subalpino e in parte quello montano.
- Fioritura: da luglio a settembre.
- Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico alpino la presente sottospecie appartiene alla seguente comunità vegetale:[20]
- Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
- Classe: Thlaspietea rotundifolii
- Ordine: Thlaspietalia rotundifolii
- Classe: Thlaspietea rotundifolii
- Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Sottospecie ceratophylloides
- Nome comune: margherita laciniata.
- Descrizione: queste piante sono alte 25-50 cm; i fusti sono eretti; le foglie inferiori sono picciolate con lamine pennatosette e lacinie semplici o divise larghe appena un po' meno della rachide; il diametro dei capolini è di 3-5,5 cm; i margini delle brattee, con forme ottuse, sono nerastri; gli acheni sono tutti con corona (lunghezza degli acheni: 2,9-3,3 mm).
- Corologia: il tipo corologico (area di origine) è Subendemico o anche Ovest Alpico / Appenninico
- Distribuzione: si trova raramente nelle Alpi occidentali, Alpi Apuane e Appennini fino all'Umbria.
- Habitat: l'habitat tipico sono i pendii sassosi. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
- Distribuzione altitudinale: da 1500 a 2400 metri; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: alpino, subalpino e in parte quello montano.
- Fioritura: da luglio a settembre.
- Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico alpino la presente sottospecie appartiene alla seguente comunità vegetale:[20]
- Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
- Classe: Thlaspietea rotundifolii
- Ordine: Thlaspietalia rotundifolii
- Classe: Thlaspietea rotundifolii
- Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Sottospecie tenuifolium
- Descrizione: queste piante sono alte 3-6 dm; i fusti sono molti e semplici; le foglie hanno delle forme spatolate-pennatifide con lacinie semplici o divise larghe quanto la rachide: il diametro dei capolini è di 3,5-6,5 cm; i margini delle brattee, con forme spatolate, sono bruno-nerastri; gli acheni sono tutti con corona.
- Corologia: il tipo corologico (area di origine) è Endemico.
- Distribuzione: si trova raramente solamente negli Appennini.
- Habitat: l'habitat tipico sono i prati sassosi e ghiaioni su calcare.
- Distribuzione altitudinale: da 1500 a 2400 metri.
- Fioritura: da giugno a agosto.
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
- Chrysanthemum coronopifolium (Vill.) Vill.
- Leucanthemum atratum subsp. coronopifolium (Vill.) Horvatić
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
- ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato l'8 novembre 2024.
- ^ Franco Montanari, Vocabolario della lingua greca, Torino, Loescher, 1995, p. 1180, ISBN 88-201-3800-X.
- ^ (EN) Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 5 maggio 2011.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato l'8 novembre 2024.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato l'8 novembre 2024.
- ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1
- ^ a b Strasburger 2007, pag. 860
- ^ a b Judd 2007, pag.517
- ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 647.
- ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, p. 373.
- ^ a b c d Pignatti 2018, vol.3 pag. 873
- ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
- ^ Oberprieler et al. 2022
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato l'8 novembre 2024.
- ^ a b Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 120
- ^ a b c d Flora Alpina, Vol. 2 - p. 510
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione., Bologna, Edagricole, 2018.
- Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
- Jennifer R. Mandel, Rebecca B. Dikow, Carolina M. Siniscalchi, Ramhari Thapa, Linda E. Watson and Vicki A. Funk, A fully resolved backbone phylogeny reveals numerous dispersals and explosive diversifications throughout the history of Asteraceae, in PNAS, vol. 116, n. 28, 2019, pp. 14083-14088.
- Caifei Zhang, Chien-Hsun Huang, Mian Liu, Yi Hu, Jose L. Panero, Federico Luebert, Tiangang Gao, Hong Ma, Phylotranscriptomic insights into Asteraceae diversity, polyploidy, and morphological innovation, in JIPB, vol. 63, n. 7, 2021, pp. 1273-1293.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 91, ISBN 88-7621-458-5.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 512-522.
- Christoph Oberprieler; Alisha Töpfer; Marco Dorfner; Miriam Stock; Robert Vogt, An updated subtribal classification of Compositae tribe Anthemideae based on extended phylogenetic reconstructions, in Willdenowia, vol. 52, n. 1, 2022, pp. 117-149.
- David Gledhill, The name of plants, Cambridge, Cambridge University Press, 2008.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Leucanthemum coronopifolium
- Wikispecies contiene informazioni su Leucanthemum coronopifolium
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Leucanthemum coronopifolium Royal Botanic Gardens KEW - Database