Karl Behrens

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Karl Behrens (Berlino, 18 novembre 1909Berlino, 13 maggio 1943) è stato un ingegnere tedesco,[1] progettista e un combattente della resistenza contro il nazismo[2]. È noto soprattutto per essere stato un membro del gruppo di resistenza antifascista noto come Orchestra Rossa. Era il corriere del gruppo, passava i rapporti tra Arvid Harnack e Hans Coppi.[3] Fu anche attivo in un gruppo di resistenza presso la fabbrica di turbine AEG con altri colleghi.[2]

Nacque in una famiglia della classe operaia,[2] secondo figlio di Minna e Carl Behrens, fratello di Lisa (nata nel 1908) e Walter (nato nel 1915).[4] Terminò la scuola elementare a Berlino il 4 aprile 1924 in una scuola protestante di Wesel.[5] Nel 1927, entrò a far parte del gruppo scout di Rabenstein,[5] vi rimase fino al 1931.[5] Nel 1937, Karl conobbe la sua futura moglie Clara Sonnenschmidt grazie all'amico scout Otto Franck; si sposò con Clara il 25 febbraio 1939,[1][4] stenotipista dell'OKH[6], da cui ebbe tre figli, due maschi e una femmina: Peter (nato nel 1939), Martha (nata nel 1941) e Karl-Helmut (nato nel 1942).[7]

Il 15 maggio 1924 iniziò l'apprendistato come fabbro,[5] dopo averlo terminato rimase disoccupato. Data la sua precedente adesione ai boy scout, nel 1929 entrò nelle Sturmabteilung e si iscrisse al Partito nazista.[1] Nell'aprile del 1931 fu espulso dal partito per aver sostenuto Walther Stennes[8] nel tentativo di colpo di Stato contro Hitler, noto come Rivolta di Stennes. Nel 1931 si unì temporaneamente al Fronte Nero di Otto Strasser, prima di aderire al Partito Comunista di Germania (KPD) alla fine del 1932.[5] Dal 1932 al 1936 frequentò l'Abendgymnasium di Berlino dove conseguì l'Abitur, per poi proseguire gli studi di ingegneria meccanica[2] presso la Beuth School di Wedding, oggi nota come Beuth Hochschule für Technik Berlin. Nell'Abendgymnasium conobbe la statunitense Mildred Harnack, insegnante d'inglese,[9] e l'interprete Bodo Schlösinger, marito di Rose Schlösinger.[5] In seguito, si unì al circolo del marito di Mildred, Arvid Harnack.[9] Nel 1935 fu arrestato per aver venduto il giornale comunista Gegenangriff e poi rilasciato per mancanza di prove.[8] Nello stesso anno si dimise dal KPD.[8] Nel 1938 iniziò a lavorare come ingegnere progettista presso la fabbrica di turbine AEG[1] a Berlino.[5]

Targa commemorativa[10]

Fu uno dei più stretti compagni d'arme di Arvid Harnack.[11] Grazie al suo lavoro come progettista nella AEG e ai suoi contatti con gli ex funzionari del KPD, fu in grado di fornire informazioni politiche, economiche e militari al Commissariato del popolo per la sicurezza dello Stato (NKGB), dove gli fu assegnato il nome in codice Lutschisti.[12][13]

Nel 1941, proprio Arvid Harnack decise di non impiegarlo come operatore radio per il previsto collegamento con l'Unione Sovietica perché già padre di due figli: si dice che abbia inoltrato alcuni messaggi criptati di Arvid Harnack a Hans Coppi.[3] Nello stesso anno, fu arrestato per aver falsificato i documenti del cognato ebreo Charly Fischer,[13][14] poi catturato e giustiziato nel campo di concentramento di Sachsenhausen.[13][14]

Pietra d'inciampo a Berlino[1]

Nell'aprile 1942 Karl fu arruolato, nel maggio fu assegnato a un'unità di artiglieria come operatore radio.[12] A Haguenau completò l'addestramento reclute.[12] Il 22 luglio 1942 fu trasferito a Cracovia e due giorni dopo, in treno a Leopoli.[12] In una caserma vicino a Sinferopoli, seguì un ulteriore addestramento in preparazione alle operazioni al fronte.[12] Fu quindi trasferito a Tosno, sul fronte orientale, dove partecipò alla sua prima operazione militare.[12]

Fu arrestato il 16 settembre 1942 a mezzogiorno,[12] a San Pietroburgo (all'epoca Leningrado). Il 20 gennaio 1943 fu condannato a morte dal Reichskriegsgericht e giustiziato nella prigione di Plötzensee. Sua moglie Clare Behrens sopravvisse alla guerra e divenne sarta.

Riconoscimenti

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  1. ^ a b c d e f (DE) Karl Behrens, su Stolpersteine in Berlin, Koordinierungsstelle Stolpersteine Berlin. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  2. ^ a b c d (DE) Karl Behrens, su Gedenkstätte Deutscher Widerstand, German Resistance Memorial Center.. URL consultato il 20 dicembre 2020.
  3. ^ a b Paul L. Kesaris (a cura di), The Rote Kapelle: the CIA's history of Soviet intelligence and espionage networks in Western Europe, 1936-1945. (PDF), Washington, University Publications of America, 1979, p. 150, ISBN 978-0-89093-203-2.
  4. ^ a b Juchler, p. 109
  5. ^ a b c d e f g Juchler, p. 110
  6. ^ Brysac, p. 272
  7. ^ Juchler, p. 111
  8. ^ a b c Juchler, p. 113
  9. ^ a b Brysac, p. 147
  10. ^ a b (EN) Memorial Karl Behrens - Berlin-Kreuzberg - TracesOfWar.com, su www.tracesofwar.com. URL consultato il 30 settembre 2024.
  11. ^ Brysac, p. 247
  12. ^ a b c d e f g Juchler, p. 114
  13. ^ a b c Anne Nelson, Red Orchestra: The Story of the Berlin Underground and the Circle of Friends Who Resisted Hitle r, Random House Publishing Group, 2009, p. 190, ISBN 978-1-58836-799-0. URL consultato il 22 dicembre 2020.
  14. ^ a b Brysac, p. 245
  15. ^ Ausgezeichnet postum mit dem Orden des Vaterlandischen Krieges Erster Stufe [collegamento interrotto], in Neues Deutschland., Neues Deutschland Druckerei und Verlags GmbH, 1969, p. 4. URL consultato il 22 dicembre 2020.
  16. ^ Harro Schulze-Boysen - Rote Kapelle: Biografie und Dokumentation, su www.mythoselser.de. URL consultato il 30 settembre 2024.
  • Shareen Blair Brysac, Resisting Hitler: Mildred Harnack and the Red Orchestra, Oxford University Press, 2000, ISBN 978-0-19-992388-5. URL consultato il 26 dicembre 2018.
  • Uwe Grünberg, Dominic Nadol, Tobias Pürschel e Ole Wiecking, Kapitel 4: Karl Behrens (PDF), in Ingo Juchler (a cura di), Mildred Harnack und die Rote Kapelle in Berlin, Potsdam, Mildred Harnack und die Rote Kapelle in BerlinIngo Juchler (Hrsg.)Universitätsverlag Potsdam, 2017, ISBN 978-3-86956-407-4. URL consultato il 16 giugno 2021.
  • (DE) Regina Griebel, Marlies Coburger e Heinrich Scheel, Erfasst?: das Gestapo-Album zur Roten Kapelle: eine Foto-Dokumentation, Halle/S., Audioscop, 1992, ISBN 978-3-88384-044-4, OCLC 29316949.
  • (DE) Brigitte Oleschinski, Gedenkstätte Plötzensee, Berlin, Gedenkstätte Deutscher Widerstand, 2002, ISBN 978-3-926082-05-3, OCLC 254638886.
  • (DE) Gert Rosiejka, Die Rote Kapelle "Landesverrat" als antifaschist. Widerstand, Hamburg, Ergebnisse-Verlag, 1986, ISBN 978-3-925622-16-8, OCLC 74741321.
  • Luise Kraushaar, Deutsche Widerstandskämpfer 1933–1945. Biographien und Briefe, vol. 1, Berlin, Dietz, 1970, pp. 98-101.
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