Margarete Schnabel, detta Joy (Essen, 5 settembre 1914 – Heide, 2004), è stata una scrittrice e cantante tedesca, combattente della resistenza contro il regime nazista[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlia di Johannes Julius Schnabel, proprietario di una piccola fabbrica manifatturiera a Wuppertal[1], completò la sua istruzione alle scuole medie e non frequentò mai le superiori.[2] Suo padre morì mentre frequentava le scuole medie e la famiglia si ritrovò in povertà, situazione che la portò negli anni a sviluppare un carattere ribelle.[2] Nel 1933 fu mandata in un collegio per bambini problematici nei Paesi Bassi, dove si formò per diventare insegnante.[2] Terminati gli studi, intraprese un lungo viaggio attraverso la Francia e l'Inghilterra, mantenendosi mentre viaggiava come ragazza alla pari e imparando le lingue.[2] Durante il viaggio in Inghilterra incontrò Libertas Haas-Heye.[2]
Nel biennio 1937-1938 lavorò come insegnante privata presso il castello di Schwerin nel Meclemburgo.[2] In seguito lavorò in un'agenzia di viaggi di Berlino; aveva progetti artistici, voleva diventare scultrice, cantante o attrice e soggiornò in casa di Harro Schulze-Boysen,[3] in questo periodo entrò in contatto con il gruppo di resistenza dell'Orchestra Rossa.[4] Nel 1940 visitò la Francia, la Sicilia e il Reich tedesco come cantante e attrice in tournée per la Wehrmacht.
Il 25 gennaio 1941 Weisenborn sposò Günther Weisenborn,[5] impegnandosi sempre più nelle attività legate alla resistenza.[6]
Arresto
[modifica | modifica wikitesto]Il 26 settembre 1942 Joy e Günther Weisenborn furono arrestati.[7] Fu imprigionata nel carcere femminile di Charlottenburg il 28 gennaio 1943 e rilasciata nell'aprile 1943. Günther Weisenborn fu condannato a morte dal Reichskriegsgericht e portato nella prigione di Luckau, fino alla sua liberazione da parte dell'Armata Rossa nel 1945.[8]
Nel dopoguerra
[modifica | modifica wikitesto]Dal 1969, dopo la morte di Günther, visse ad Agarone, in Svizzera. In età avanzata, quando i gradini e le scale "di montagna" le rendevano la vita difficile, decise di trasferirsi in un appartamento condiviso ad Ascona e infine si trasferì ancora a Heide per rimanere vicina al figlio Sebastian, poco prima della sua morte.[9]
Nel luglio 2017, il figlio Christian Weisenborn pubblicò il film documentario Die guten Feinde,[10] in cui compaiono i genitori insieme a molti membri del gruppo Orchestra Rossa, dove tenta di tracciare un ritratto del gruppo.[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (DE) Silke Kettelhake, "Erzähl allen, allen von mir!" : das schöne kurze Leben der Libertas Schulze-Boysen 1913-1942, Münich, Droemer, 2008, p. 213, ISBN 9783426274378, OCLC 221130666.
- ^ a b c d e f (DE) Joy Weisenborn, Günther Weisenborn, Christian Weisenborn, Sebastian Weisenborn e Hans Woller, Liebe in Zeiten des Hochverrats: Tagebücher und Briefe aus dem Gefängnis 1942-1945, München, C. H. Beck, 2017, p. 8, ISBN 9783406714221.
- ^ Joy Weisenborn e Günther Weisenborn, Liebe in Zeiten des Hochverrats: Tagebücher und Briefe aus dem Gefängnis 1942–1945. Ospitato su Google Books.
- ^ Silke Kettelhake, Erzähl allen, allen von mir: Das schöne kurze Leben der Libertas Schulze-Boysen 1913–1942, München, 2014, p. 346.
- ^ Collections Search - United States Holocaust Memorial Museum, su collections.ushmm.org. URL consultato il 17 settembre 2024.
- ^ Anne Nelson, Red Orchestra. The Story of the Berlin Underground and the Circle of Friends Who Resisted Hitler, New York, Random House, 2009, p. 71, ISBN 978-1-4000-6000-9.
- ^ (DE) Hans Woller, "Zu viel für ein Menschenleben"– Die Weisenborns und die "Rote Kapelle, su Institut für Zeitgeschichte, Munich, NS-Dokumentationszentrum München in Kooperation mit der Münchner Volkshochschule GmbH und dem Institut für Zeitgeschichte München-Berlin, 6 aprile 2018. URL consultato il 15 luglio 2023.
- ^ Heinrich-Wilhelm Wörmann, Widerstand in Charlottenburg (PDF), 2ª ed., Berlin, Gedenkstätte Deutscher Widerstand, 1999, p. 134.
- ^ (DE) Der deutsche Arzt Sebastian Weisenborn lädt zum Gespräch über seinen Vater Günther Weisenborn, in Tessiner Zeitung, Locarno, Rezzonico Editore SA, 2 luglio 2010.
- ^ Die guten Feinde | filmportal.de, su www.filmportal.de. URL consultato il 15 settembre 2024.
- ^ (DE) Ronald Ehlert-Klein, Die guten Feinde, su Kinofenster, Bundeszentrale für politische Bildung. URL consultato il 15 luglio 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Günther Weisenborn, Margrit Weisenborn e Elisabeth Raabe, Einmal laß mich traurig sein: Günther Weisenborn, Joy Weisenborn; Briefe, Lieder, Kassiber 1942-1943., Zürich, Arche-Verl, 1984, ISBN 9783716020074.
- (EN) Joy Weisenborn, Liebe in Zeiten des Hochverrats: Tagebücher und Briefe aus dem Gefängnis 1942-1945 Liebe in Zeiten des Hochverrats: Tagebücher und Briefe aus dem Gefängnis 1942-1945, Munich, C.H.Beck, 2017.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Joy Weisenborn (1914-2004), su data.bnf.fr.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 30332651 · ISNI (EN) 0000 0000 6676 1938 · LCCN (EN) n85096109 · GND (DE) 118766368 · BNF (FR) cb119857130 (data) |
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