James Bissett

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James Bissett
Nascita1760
Morte1824
Luogo di sepolturaCimitero di New Calton, a Edimburgo
Dati militari
Paese servitoRegno Unito (bandiera) Regno Unito
Forza armataRoyal Navy
GradoContrammiraglio del rosso
GuerreGuerre rivoluzionarie francesi
Guerre napoleoniche
CampagneQuinta coalizione
BattaglieSpedizione di Walcheren
dati tratti da James Bissett[1]
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James Bissett (17601824) è stato un ammiraglio britannico, distintosi nel corso delle guerre napoleoniche come captain al comando dei vascelli da 74 cannoni Venerable, Courageoux, Danmark e di quello da 100 cannoni Royal Sovereign.

Il vascello HMS Venerable (al centro) durante la battaglia di Camperdown

Nacque nel 1760, terzo figlio del capitano Thomas Bisset (1722–1763) e di sua moglie Janet McArthur.[2] Il padre, amico e alleato del capitano James Cook, morì nel 1763 quando lui aveva solo tre anni si pensa che andò a vivere con i cugini a Edimburgo.[2] Si arruolò nella Royal Navy nel 1771 come paggio del captain John Bentinck imbarcandosi sul vascello da 74 cannoni Centaur, una nave utilizzata come guardiaporto a Portsmouth.[2] Nell'ottobre 1773 era presente quando Bentinck intrattenne Benjamin Franklin a bordo del vascello e dimostrò come poter calmare il moto ondoso dell'acqua versandovi sopra dell'olio.[3]

Si unì alla Wasp, uno sloop al comando del tenente Richard Blight, nel 1775 e rimase con questa nave fino a quando non fu nominato tenente il 10 febbraio 1778, per poi trasferirsi, come quinto ufficiale, sulla Elizabeth sotto gli ordini del captain Frederick Lewis Maitland.[2] Nel 1767 Maitland ne aveva sposato la cugina di primo grado Margaret Louisa Dick di Edimburgo.[2]

Il 22 dicembre 1790 assunse il comando dello sloop Swallow da 16 cannoni, passando, il 16 novembre 1791, a quello dello sloop Falcon da 14 cannoni, di stanza in Giamaica, incarico che lasciò il 24 ottobre 1794.[4] Nel 1793, con la Falcon, entrò in azione nel Canale della Manica, catturando diverse navi corsare francesi, tra cui il Le Jean Bart da 6 cannoni al largo dell'isola di Scilly.[4] Promosso post captain nell'ottobre 1794, nel settembre dell'anno successivo assunse il comando del vascello da 74 cannoni Venerable[N 1].[4] Nel luglio 1796 fu trasferito al comando della fregata Janus, una unità ex olandese, che lasciò nel 1797.[4] Il 23 dicembre 1805, come parte del collegio giudicante, prese parte alla corte marziale che giudicò il comportamento dell'ammiraglio Sir Robert Calder nel corso della battaglia dei Quindici-Venti.[4] Tra il 1807 e il 1808 fu al comando del vascello da 74 cannoni Courageoux, tra il dicembre 1808 e il 1811, e il 1811 e il settembre 1812, del vascello da 74 cannoni Danmark.[1] Tra l'ottobre 1812 e il dicembre 1813 fu al comando del vascello da 100 cannoni Royal Sovereign, allora nave di bandiera dell'ammiraglio Lord George Keith Elphinstone.[4] Fu promosso contrammiraglio del blu il 4 dicembre 1813, e del bianco il 4 giugno 1814, quando lasciò il servizio attivo.[1] Si spense nel 1824, e il suo corpo fu poi tumulato nel cimitero di New Calton, a Edimburgo.[1] Lasciava la moglie, in quanto la coppia non ebbe figli.[1]

  1. ^ Che fu nave ammiraglia del viceammiraglio Adam Duncan operante nel Mare del Nord, e partecipò alla battaglia di Camperdown.
  1. ^ a b c d e Tree Decks.
  2. ^ a b c d e Captaincooksociety.
  3. ^ (EN) Joost Mertens, Oil on troubled waters: Benjamin Franklin and the honor of Dutch Seamen, in Physics Today, vol. 59, n. 1, 2006, pp. 36–41, Bibcode:2006PhT....59a..36M, DOI:10.1063/1.2180175.
  4. ^ a b c d e f Marshall 1823, p. 608.
  • (EN) J.J. Colledge e Ben Warlow, Ships of the Royal Navy: The Complete Record of all Fighting Ships of the Royal Navy, London, Chatham Publishing, 2006, ISBN 978-1-86176-281-8.
  • (EN) Andrew Lambert, War at Sea in the Age of Sail 1650-1850, London, Cassell & Co., 2000, ISBN 0-85177-138-6.
  • (EN) John Marshall, Royal Naval Biography - Volume 1, part 2., London, Longman and Company, 1823, p. 608.
  • (EN) David Lyon e David Winfield, The Sail and Steam Navy. All the Ship of the Royal Navy 1815-1889, London, Chatham Publishing, 2004.

Collegamenti esterni

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