Oenothera

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Oenothera
Oenothera glazioviana
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Eurosidi II
OrdineMyrtales
FamigliaOnagraceae
SottofamigliaOnagroideae
TribùOnagreae
GenereOenothera
L., 1753
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineMyrtales
FamigliaOnagraceae
SottofamigliaOnagroideae
TribùOnagreae
GenereOenothera
Sinonimi

Anogra Spach
Anogra Spach
Antogoeringia Kuntze
Baumannia Spach
Blennoderma Spach
Brunyera Bubani
Calylophus Spach
Dictyopetalum Fisch. & C.A.Mey.
Galpinsia Britton
Gaura L.
Gaurella Small
Gauridium Spach
Gauropsis (Torr. & Frém.) Cockerell
Hartmannia Spach
Kneiffia Spach
Lavauxia Spach
Megapterium Spach
Meriolix Raf.
Onagra Mill.
Onosuris Raf.
Pachylophus Spach
Peniophyllum Pennell
Pleurandra Raf.
Pleurostemon Raf.
Pseudo-oenothera Rupr.
Raimannia Rose ex Britton & A.Br.
Salpingia Raim.
Schizocarya Spach
Stenosiphon Spach
Usoricum Lunell
Xylopleurum Spach

Specie

Oenothera (L., 1753) è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Onagraceae, originario delle Americhe, che conta circa 125 specie, annuali, biennali o perenni.

Secondo alcuni, Linneo ha scelto il nome del genere riferendosi alla parola greca oenos (vino), perché la radice veniva usata come additivo nella preparazione di alcuni vini.

Polline di Oenothera fruticosa al microscopio

La dimensione delle specie, che possono essere sia annuali che biennali o perenni, varia da piccole piante alpine alte 10 cm (es. O. acaulis del Cile), a specie di pianura alte 3m (es. O. stubbei). Le specie qui incluse sono dotate di robusti rizomi, che formano dense coperture vegetative.

Le foglie giovani sono disposte a rosetta, e si dispongono a spirale fino ad arrivare alle estremità fiorite; le foglie sono dentate o lobate (pinnate).

I fiori si aprono alla sera, da cui il nome inglese "evening primrose" (primula della sera) e sono per lo più gialli, ma possono essere anche bianchi, viola, rosa o rossi, a quattro petali. Una delle caratteristiche più notevoli della specie è lo stimma a quattro rami, per formare una X.

I frutti secchi indeiscenti contengono dei semi di colore bruno-rossastro, e si riproducono sia tramite semi che incrementando il numero dei rizomi.

Distribuzione e habitat

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In genere Oenothera, pur essendo originario delle Americhe, si è diffuso anche in Africa ed Eurasia[1].

Le piante appartenenti a questo genere di solito prediligono un habitat caldo e terreni drenati.

Lo stesso argomento in dettaglio: Specie di Oenothera.

Descritto per la prima volta nel 1753 da Linneo nel suo Species Plantarum come composto da sole 3 specie[2] attualmente all'interno del genere Oenothera ne sono incluse 155[3].

Convenzionalmente questo genere è suddiviso in 18 sezioni, alcune delle quali suddivise a loro volta in sottosezioni[4][5]. Tale complessità nella classificazione scaturisce dai vari generi che sono stati qui inclusi nel corso del tempo; tra i quali si ricorda il più recente, Gaura, con uno studio pubblicato nel 2007[6].

Le specie incluse in questo genere sono quindi così ripartite:

Sezione Anogra

Sezione Calylophus

  • Sottosezione Calylophus
  • Sottosezione Salpingia

Sezione Contortae

Sezione Eremia

Sezione Gaura

  • Sottosezione Campogaura
  • Sottosezione Gaura
  • Sottosezione Gauridium
  • Sottosezione Schizocarya
  • Sottosezione Stenosiphon
  • Sottosezione Stipogaura
  • Sottosezione Xenogaura
  • Sottosezione Xerogaura

Sezione Gauropsis

Sezione Hartmannia

Sezione Kleinia

Sezione Kneiffia

Sezione Lavauxia

  • Sottosezione Australis
  • Sottosezione Lavauxia

Sezione Leucocoryne

Sezione Megapterium

Sezione Oenothera

  • Sottosezione Candela
  • Sottosezione Emersonia
  • Sottosezione Munzia
  • Sottosezione Nutantigemma
  • Sottosezione Oenothera
  • Sottosezione Raimannia

Sezione Pachylophus

Sezione Paradoxus

Sezione Peniophyllum

Sezione Ravenia

Sezione Xanthocoryne

Uso terapeutico

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Dai semi dell'enotera si estrae un olio ricco di acidi grassi essenziali omega-6, utilizzato nel trattamento della sindrome premestruale e contro la pelle secca e l'eczema, ma l'efficacia è controversa.

Controindicazioni

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L’olio di enotera è stato precedentemente collegato ad una maggiore frequenza di convulsioni in alcune persone; è pertanto indicata cautela negli epilettici e in altre persone vulnerabili a questo tipo di crisi.

L'olio di enotera non è tossico, ma le persone con malattie mentali inclini a episodi di mania dovrebbero evitare l'olio di enotera poiché può aggravare la condizione.

L'olio di enotera a volte può causare leggera nausea, mal di stomaco o mal di testa, nonché feci molli. Ciò può essere facilmente evitato consumando questo olio nel mezzo di un pasto.

Per le donne incinte o durante l'allattamento è meglio consultare un medico.

Le prime piante ad arrivare in Europa giunsero a Padova dalla Virginia nel 1614 e vennero descritte dal botanico inglese John Goodyear nel 1621.

Lo studio delle specie di questo genere in rapporto alle variazioni genetiche ha appassionato botanici per buona parte del XX secolo, a partire dalle osservazioni del botanico olandese Hugo de Vries.

  1. ^ (EN) Oenothera L. | Plants of the World Online | Kew Science, su Plants of the World Online. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  2. ^ (LA) Carl von Linné e Lars Salvius, Oenothera, in Species Plantarum: exhibentes plantas rite cognitas, ad genera relatas, cum differentiis specificis, nominibus trivialibus, synonymis selectis, locis natalibus, secundum systema sexuale digestas, vol. 1, Stoccolma, Impensis Laurentii Salvii, 1753, pp. 346-347. URL consultato il 30 gennaio 2021.
  3. ^ (EN) Oenothera L. | Plants of the World Online | Kew Science, su Plants of the World Online. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  4. ^ (EN) Oenothera, su naturalhistory2.si.edu. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  5. ^ (EN) Oenothera information from NPGS/GRIN, su web.archive.org. URL consultato il 24 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2010).
  6. ^ (EN) Warren L. Wagner, P.C. Hoch e Peter H. Raven, Revised classification of the Onagraceae, in Systematic Botany Monographs, vol. 83, NH-Botany, 2007, pp. 1–240. URL consultato il 24 febbraio 2021.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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