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Cyanocitta stelleri
La ghiandaia di Steller (Cyanocitta stelleri (Gmelin, 1788)) è un uccello passeriforme della famiglia dei Corvidi[2].
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome scientifico della specie, stelleri, rappresenta un omaggio al naturalista tedesco Georg Wilhelm Steller: il nome comune altro non è che la traduzione di quello scientifico.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Dimensioni
[modifica | modifica wikitesto]Misura 30-34 cm di lunghezza, per 100-142 g di peso e 45-48 cm di apertura alare[3].
Aspetto
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uccelli dall'aspetto robusto ma slanciato, muniti di testa arrotondata con forte becco conico e allungato, ali digitate, coda piuttosto lunga (circa un terzo della lunghezza totale) e dall'estremità arrotondata e forti zampe: la ghiandaia di Steller presenta un'inconfondibile cresta erettile triangolare sul vertice, ben più lunga rispetto all'affine ghiandaia azzurra e ben visibile anche quando l'animale la tiene rilassata.
Il piumaggio è di colore blu-azzurro carico su tutto il corpo, più chiaro su ventre, codione e sottocoda e più scuro e tendente al grigio-azzurro con sfumature violacee su petto, collo, dorso e sulla parte piumata delle zampe. La testa è nerastra, con presenza di una "barba" di penne grigiastre sulla bavetta e talvolta di un accenno di sopracciglio bianco appena sopra l'occhio, sottolineato superiormente da penne azzurre barrate di nero: quest'ultimo disegno è riscontrabile anche sulle remiganti e sulle copritrici primarie, nonché nell'area terminale della coda, per il resto di colore azzurro.
Il becco e le zampe sono di colore nerastro, mentre gli occhi sono di colore bruno scuro: il dimorfismo sessuale è trascurabile.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]La ghiandaia di Steller è un uccello dalle abitudini di vita diurne e sociali, che all'infuori della stagione riproduttiva (quando le coppie si isolano e divengono molto territoriali) vive in gruppi di una ventina d'individui al massimo, piuttosto fluidi e composti dalle coppie (i cui componenti rarissimamente si separano anche per brevi periodi) e da individui non ancora appaiati.
All'interno di ciascun gruppo vige una gerarchia, i cui precisi meccanismi non sono stati ancora studiati o compresi appieno, ma che viene mantenuta attraverso voli aggressivi (con due esemplari che cercano di portarsi l'uno di fronte all'altro mentre volano verso l'alto, tentando di beccarsi e afferrarsi a vicenda con le zampe) ed atteggiamenti di dominanza (cresta completamente eretta, becco aperto e puntato verso l'interlocutore) e sottomissione (cresta abbassata, ali semiaperte e rivolte verso il basso).
Il repertorio vocale di questi uccelli è piuttosto vario e composto da almeno dodici vocalizzazioni differenti[3], che vanno da aspri gracchi a suoni flautati, passando per l'imitazione di numerosi suoni, fra cui il richiamo della poiana della Giamaica.
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uccelli onnivori e dalla dieta piuttosto opportunistica, composta in genere perlopiù da ghiande, pinoli e frutta a guscio (che compongono almeno i due terzi del totale della dieta dell'animale), nonché da bacche, granaglie, frutta e da cibo di origine animale, fra cui uova (fra cui quelle della minacciata urietta marmorizzata), nidiacei, topolini, lucertole ed insetti ed altri piccoli invertebrati[4].
Il cibo viene reperito al suolo o direttamente fra i rami di alberi e in misura minore cespugli: le ghiandaie di Steller sono inoltre assidue frequentatrici dei campeggi (dove rovistano nella spazzatura alla ricerca di rimasugli di cibo) e delle mangiatoie tradizionalmente poste nei giardini delle case americane.
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uccelli rigidamente monogami, le cui coppie rimangono assieme per la vita. La stagione riproduttiva va da marzo ad agosto[3].
Il nido viene costruito a 3-12 m d'altezza (sebbene siano stati osservati nidi ad altezze inferiori, fra i cespugli[5]) fra i rami di un albero: la scelta del sito di costruzione e la costruzione stessa della struttura (una coppa di fibre vegetali e rametti intrecciati e stabilizzati con fango e terra masticata fino a divenire pastosa) sono attività che vengono portate avanti da ambedue i sessi, mentre la cova delle 2-6 uova, che dura circa 16 giorni, è a carico della sola femmina (con sporadici e aneddotici casi di maschi che hanno incubato le uova alternandosi con la compagna[5]), che però viene nel frattempo imbeccata dal maschio, che rimane sempre nei pressi del nido, occupandosi di tenere a bada i dintorni ed aggredire eventuali intrusi, non solo conspecifici.
I nidiacei sono ciechi e quasi completamente implumi alla schiusa: per le prime due settimane essi vengono imbeccati dalla sola femmina (a sua volta rifornita di cibo dal maschio), mentre trascorso questo periodo, quando hanno compiuto la prima muta e cominciano a fare capolino dal nido, anche il maschio partecipa attivamente alle cure parentali. L'involo avviene a circa tre settimane dalla schiusa, ma l'indipendenza completa viene raggiunta solo un mese circa dopo tale evento, coi giovani che nel frattempo seguono i genitori durante i loro spostamenti, chiedendo loro (sebbene sempre più sporadicamente) l'imbeccata.
La speranza di vita di questi uccelli in natura si aggira attorno ai 15 anni[5].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]La ghiandaia di Steller è diffusa in America settentrionale e centrale, occupando un areale che comprende gran parte della costa pacifica dei due continenti, andando dalla baia di Cook in Alaska alla California centrale, e spingendosi attraverso le Montagne Rocciose e la Sierra Madre Occidentale dalla Columbia Britannica alla costa orientale del mare di Cortez, continuando attraverso la Sierra Madre del Sud fino al Nicaragua nord-occidentale, attraverso Guatemala meridionale, El Salvador e Honduras meridionale.
Si tratta di uccelli residenti, tuttavia le popolazioni più in quota possono scendere a valle per evitare i rigori della stagione fredda[3][5].
Questi uccelli popolano una grande varietà di habitat alberati, dal chaparral alle pinete, passando per le foreste temperate miste e a prevalenza di latifoglie, la foresta umida e la foresta pluviale montana, fra i 1000 e i 3500 m di quota[5]: questi uccelli sono piuttosto tolleranti alla presenza umana, colonizzando senza grossi problemi le piantagioni e le aree alberate urbane e suburbane nelle immediate vicinanze delle aree boschive di residenza.
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Se ne riconoscono tredici sottospecie[2]:
- Cyanocitta stelleri stelleri (Gmelin, 1788) - la sottospecie nominale, diffusa nel nord dell'areale occupato dalla specie, a sud fino all'Oregon nord-occidentale;
- Cyanocitta stelleri carlottae Osgood, 1901 - endemica di Haida Gwaii;
- Cyanocitta stelleri frontalis (Ridgway, 1873) - diffusa dall'Oregon al Nevada centro-occidentale;
- Cyanocitta stelleri carbonacea Grinnell, 1900 - endemica delle contee californiane di Marin, Contra Costa e Monterey;
- Cyanocitta stelleri annectens (Baird, 1874) - diffusa nelle Montagne Rocciose dalla Columbia Britannica al Wyoming;
- Cyanocitta stelleri macrolopha (Baird, 1854) - diffusa dal Wyoming al nord del Messico (stati di Sonora e Chihuahua);
- Cyanocitta stelleri diademata (Bonaparte, 1850) - diffusa nella Sierra Madre Occidentale dal Sonora al Jalisco, ad est fino al Tamaulipas occidentale[6];
- Cyanocitta stelleri phillipsi Browning, 1993 - endemica del San Luis Potosí centrale;
- Cyanocitta stelleri azteca Ridgway, 1899 - diffusa dal Veracruz centro-occidentale al'Oaxaca;
- Cyanocitta stelleri coronata (Swainson, 1827) - diffusa dal sud del San Luis Potosí all'Honduras;
- Cyanocitta stelleri purpurea Aldrich, 1944 - endemica del Michoacán centrale e settentrionale;
- Cyanocitta stelleri restricta Phillips, 1966 - endemica dell'Oaxaca;
- Cyanocitta stelleri suavis Miller, W. & Griscom, 1925 - diffusa nella porzione meridionale dell'areale occupato dalla specie, a sud-est di El Salvador.
Alcuni autori riconoscerebbero inoltre le sottospecie teotepecensis del Guerrero, lazula dell'area di confine fra El Salvador e Honduras e ridgwayi dell'altopiano del Chiapas[3], tutte sinonimizzate con coronata[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) BirdLife International 2012, Cyanocitta stelleri, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ a b c (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Corvidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 6 maggio 2014.
- ^ a b c d e (EN) Steller's Jay (Cyanocitta stelleri), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 22 aprile 2018.
- ^ Sieving, K. & Wilson, M., A Temporal Shift in Steller's Jay Predation on Bird Eggs, in Canadian Journal of Zoology, n. 77, 1999, p. 1829-1833.
- ^ a b c d e Chung, H., Cyanocitta stelleri" (On-line), su Animal Diversity Web, 2001. URL consultato il 22 aprile 2018.
- ^ (ES) Rodríguez-Ruíz, E. R. & Treviño-Carreón, J., Nuevos registros de la Chara Crestada (Cyanocitta stelleri) en Tamaulipas, México, in Huitzil, vol. 14, n. 1, 2013, p. 71–74.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla ghiandaia di Steller
- Wikispecies contiene informazioni sulla ghiandaia di Steller
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Cyanocitta stelleri, in Avibase - il database degli uccelli nel mondo, Bird Studies Canada.
Controllo di autorità | J9U (EN, HE) 987007534031805171 |
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