La stagione è il coronamento di un sogno a lungo agognato, che porta alla prima, storica promozione in Serie A del Parma.
Il suo presidente Ernesto Ceresini è in precarie condizioni di salute, sicché viene affiancato dal figlio Fulvio; il patron morirà a febbraio, non potendo assistere alla conclusione del campionato. Il general manager parmense Gian Battista Pastorello sceglie come allenatore per questa stagione Nevio Scala, che bene ha fatto a Reggio Calabria; con lui arrivano alcuni rinforzi di sostanza, quali Daniele Zoratto, Maurizio Ganz, Fausto Pizzi e Tarcisio Catanese.
Il Parma inizia con decisione il campionato, staziona per tutto il girone di andata in zona promozione, e lo chiude al terzo posto con 25 punti. All'inizio del girone di ritorno dapprima la morte del presidente Ceresini, poi la vittoria ottenuta sul campo con la Reggina (2-1) ma svanita a tavolino per via di un accendino che ha colpito il calabrese Armando Cascione, fanno precipitare la situazione, coi ducali che inanellano con sei sconfitte su sette partite. Ma da qui in poi Scala ritrova la quadra e i crociati chiudono il torneo in crescendo, conquistando quel quarto posto che vale l'approdo in massima serie, dopo settantasette anni di storia calcistica. Per poter coronare il sogno, si sono dimostrate decisive le reti dei due attaccanti ducali Fausto Pizzi e Alessandro Melli, 12 il primo e 11 il secondo.
Nella Coppa Italia, ritornata alle eliminazioni dirette, il Parma incontra subito l'ostacolo Milan: al Tardini la gara finisce a reti bianche dopo i tempi supplementari, ma passano il turno i rossoneri ai tiri di rigore (6-7).
^Risultato assegnato (0-2) su delibera del Giudice Sportivo, per un accendino lanciato dagli spalti che ha ferito il calciatore Armando Cascione dei calabresi, sul campo partita terminata (2-1).