Discussione:Paradosso del gatto di Schrödinger

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 Fisica
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In data 10 gennaio 2009 la voce Paradosso del gatto di Schrödinger è stata accettata per la rubrica Lo sapevi che.
Le procedure prima del 2012 non venivano archiviate, perciò possono essere trovate solo nella cronologia della pagina di valutazione.

C'e' secondo me un errore evidente nel paradosso: il gatto esegue continuamente un processo di misurazione su se stesso!

Secondo alcuni il gatto non è cosciente e quindi anche se guarda l'atomo non lo fa collassare in uno dei due stati possibili, altri, tra cui Schroedinger, pensano che l'interazione con oggetti macroscopici basti a far collassare l'atomo, quindi anche una telecamera collegata ad un computer all'interno della scatola sarebbe sufficiente per evitare la sovrapposizione di due stati. ricky


Non capisco cosa c'entri la teoria del caos con questo articolo --AnFive 16:52, 20 gen 2007 (CET)[rispondi]

Infatti: direi che non c'entra niente! La tolgo: se qualcuno la vuol rimettere inserisca anche le fonti, e spieghi meglio!--Pop Op 22:07, 22 apr 2007 (CEST)[rispondi]

Scusate, io sono ignorante (soprattutto in fisica), ma non sarebbe il caso di citare nel testo Erwin Schrödinger, che credo sia la persona cui fa riferimento il titolo? Twice25 15:43, Mag 13, 2004 (UTC)




Erwin Schrödinger introdusse il suo famoso "esperimento pensato" nel 1935 per evidenziare in modo vivido le difficoltà teoriche del processo di misurazione in meccanica quantistica. Sarà bene ricordare brevemente l'argomento.

In una stanza perfettamente isolata dall'esterno, un perfido fisico chiude un atomo radioattivo, una fiala di un potente veleno e un gatto. L'atomo è in uno stato tale per cui, a una certa ora, avrà uguale probabilità di essere o no decaduto. Il fisico ha anche collegato l'atomo al veleno in modo che questo sia liberato se l'atomo decade. Il veleno è abbastanza potente da uccidere immediatamente il gatto.

All'ora convenuta il fisico aprirà la stanza. Cosa troverà?

Un attimo prima dell'apertura, lo stato che descrive il sistema totale della stanza (atomo più fiala più gatto) sarà con probabilità del cinquanta per cento nella configurazione in cui l'atomo non è decaduto, la fiala di veleno è intatta e il gatto è illeso. Ma con altrettanta probabilità il fisico si troverà davanti l'atomo decaduto, il veleno liberato e il gatto morto.

Quando il fisico apre la stanza, la meccanica quantistica dice (nella sua interpretazione più usuale) che avviene un processo di misurazione. In generale, questo processo forza il sistema misurato a "compiere una scelta". Se per esempio il fisico avesse più convenzionalmente deciso di osservare il solo atomo, gli avrebbe imposto, al momento convenuto, di compiere una scelta. Un attimo prima della misura l'atomo si sarebbe trovato in uno stato di sovrapposizione tra l'essere decaduto o meno. Un attimo dopo la misura, l'atomo si sarebbe trovato nello stato "decaduto" o in quello "intatto": senza sovrapposizione.

Questo postulato della meccanica quantistica può sembrare strano al neofita. Ma trasferirlo al mondo macroscopico dell'esperienza quotidiana eleva questa stranezza al rango di paradosso. Torniamo infatti al nostro gatto.

La sovrapposizione in due stati dell'atomo è adesso trasferita -- sembrerebbe -- anche a un oggetto macroscopico di esperienza quotidiana. È l'intero sistema della stanza (atomo più fiala più gatto) a essere in uno stato di sovrapposizione di due possibilità. Se anche il fatto che questo sia vero per un atomo non sciocca più il fisico, che in questa peculiare condizione si trovi un gatto sembra assurdo anche al più entusiasta esperto di meccanica quantistica.

Lei mette giustamente a fuoco che il vero problema è, a che punto di tutta la procedura si debba considerare che è avvenuta una misurazione. La risposta classica, che ho subdolamente suggerito sopra, è: quando il fisico apre la stanza. È più o meno la cosiddetta "interpretazione di Copenhagen", secondo cui la scienza è fatta dagli uomini, e non tratta che delle misurazioni che questi compiono. Di più non è lecito chiedersi: domande su cosa sia dello stato prima della misura sono senza significato. (La maggior parte dei fisici ha in effetti rinunciato a queste domande accontentandosi pragmaticamente degli spettacolari risultati sperimentali della teoria: un approccio che il famoso fisico americano Richard Feynman battezzò come "zitto e calcola").

Schrödinger fece notare col suo paradosso le difficoltà di questo punto di vista. Il momento della misurazione è, come ricordato più sopra, quello in cui lo stato cessa di essere in una sovrapposizione di più possibilità, e "compie una scelta". Se si svuota questo processo di connotazioni umane o psicologiche (ragione per cui alle volte si parla semplicemente di "riduzione della stato" invece di "misurazione"), non è più così naturale pensare che la misurazione o riduzione avvenga quando la coscienza umana entra in gioco. La fisica non dovrebbe trattare in fin dei conti gli esseri umani in modo speciale.

Perchè non sarebbe per esempio il gatto stesso a "compiere una misurazione"? Oppure a questo punto, la fiala di veleno?

Scartiamo ovviamente queste due possibilità, ancora più arbitrarie di quella proposta dall'interpretazione di Copenhagen. Ma quale punto, allora, del processo dal microscopico al macroscopico messo in scena da Schrödinger non ci sembrerà arbitrario?

La conclusione a cui Lei arriva è: mai. Nemmeno al momento in cui il fisico apre la stanza. Entrambe le possibilità potrebbero in fin dei conti essere entrambe vere, il gatto morto e il fisico che ne vede il cadavere, e il gatto vivo col fisico che ne prende atto. Questa è più o meno l'interpretazione dei "molti mondi" proposta da Everett nel 1957.

Ad ogni simile biforcazione, tutte le possibilità coesistono in "universi paralleli" che non interagiscono. Questa proposta ha, non sorprendentemente, attirato enormemente l'attenzione dei mezzi di comunicazione. Ma anche di qualche fisico: recentemente il fisico Max Tegmark ha proposto provocatariamente un "suicidio quantico" in cui uno sperimentatore sottopone se stesso, invece di un gatto, a un esperimento potenzialmente fatale, magari con possibilità molto alte a proprio sfavore.

Se la teoria dei molti mondi è corretta, non c'è da avere paura: in almeno uno dei mondi paralleli lo sperimentatore rimarrà vivo.

Vi è anche un'altra possibilità. Che il passaggio dalla meccanica quantistica al mondo classico della nostra esperienza graduale avvenga in modo graduale, controllato da modifiche alle regole matematiche della meccanica quantistica. La meccanica quantistica è matematicamente "lineare", una caratteristica non condivisa dalla meccanica classica. Su scale più grandi interverrebbero "non linearità" che interpolerebbero tra la meccanica quantistica e quella classica. La riduzione della funzione d'onda avverrebbe spontaneamente e senza l'intervento umano.

Questa possibilità avrebbe il pregio di eliminare la strana dicotomia classico/quantistico con cui siamo attualmente costretti ad andare avanti. L'idea è per adesso in corso di elaborazione; un primo modello concreto di come ciò possa avvenire è stato trovato nel 1986 da Ghirardi, Rimini e Weber. È bene però sottolineare che si tratta di un modello fenomenologico, non inserito all'interno di una teoria più generale.

Vi sono naturalmente altre proposte di risoluzione: per esempio la cosiddetta meccanica di Bohm, l'interpretazione transazionale ecc. Il meno che si possa dire però è che per adesso il problema rimane aperto.

domanda da analfabeta di fisica

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Che differenza c'è tra tale esperimento ed il lanciare una monetina e tenerla chiusa in una mano senza sapere il risultato? L'unica risposta che mi viene in mente è che l'emissione della particella sia effettivemente imprevedibile mentre il moto della monetina potrebbe essere teoricamente studiato dalla meccanica classica. Se quest'interpretazione è corretta si potrebbe forse dare più risalto nella voce al fatto che vi sono comportamenti a livello atomico o subatomico rigorosamente imprevedibili? --Beechs(dimmi) 02:13, 21 apr 2008 (CEST)[rispondi]

Ho rimosso dalla voce questo lungo elenco di citazioni, che non aggiunge nulla al contenuto.--Midnight bird 00:07, 10 apr 2010 (CEST)[rispondi]

Soluzione del paradosso

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A quanto pare il gatto continua a stimolare la fantasia e a far comparire spiegazioni bizzarre come molti mondi o strane interazioni con oggetti non ben definiti. Basta leggere uno tra i tanti libri di quantistica per capire che il paradosso si risolve in modo banale, senza dover citare universi paralleli. Infatti l'atto della misura non è compiuto dallo scienziato che apre la scatola, ma dal dispositivo che rivela (misura) il decadimento radioattivo. Quindi, lo scienziato, quando aprirà la scatola non deciderà la sorte del povero gatto perchè la misurazione è già avvenuta. Cito direttamente il Griffiths: "La risposta più generalmente accettata è che, nel senso dell'interpretazione statistica, la misura è costituita dallo scatto del contatore Geiger e non dall'intervento di un osservatore umano. L'essenza della misura sta proprio nel fatto che venga modificato un qualche sistema macroscopico. [...] Il sistema macroscopico in sè non è autorizzato a occupare una combinazione lineare di stati distinti.". Questa spiegazione è già presente nella voce (ma adesso c'è la fonte), ma secondo me andrebbe messa in risalto. Perchè è fondamantale dire che "Il gatto di Schrodinger" non è un paradosso, perchè nella sua formulazione confonde il vero attuatore della misura (Contatore Geiger) con chi semplicemente ne prende atto (scienzieto che apre la scatola). Questo è importante perchè evita il crearsi di inutili interpretazioni come "l'interazione della coscienza umana con la materia" o "l'esistenza di più mondi in cui in qualcuno il gatto è vivo e in altri è morto", tutti partiti da una semplice confusione tra il "vero" misuratore e colui che ne prende atto. --Zaldo (msg) 01:04, 31 ago 2010 (CEST)[rispondi]

Citazioni

Il paradosso viene citato anche:

- * Nel videogioco "Higurashi no naku koro ni", in una delle poesie di Frederika Bernkastel - * Nel videogioco "NetHack", un mostro chiamato Quantum Mechanic a volte rilascia come tesoro una scatola con dentro un gatto morto (spoiler su Quantum Mechanic).

  • Nell'anime Captain Harlock - The Endless Odyssey - Outside Legend del 2002, la citazione viene fatta nel corso della seconda puntata del terzo dvd (nono episodio se si prende in esame l'intera serie tv) dal personaggio Yattaran in un ampio discorso relativo all'origine dell'universo. * Nel manga "Zombie-Loan" n.7 pag.146
  • Nel romanzo fantasy Gli Ultimi Guardiani di Sergej Luk'janenko: qui il Gatto di Schrödinger è un artefatto magico, simile a una sciarpa di pelo argenteo. Viene posto al collo di un mago, e nel caso quest'ultimo provi a compiere un incatesimo il Gatto lo uccide estraendo artigli affilati. Con il gatto del paradosso di Schrödinger ha in comune il fatto di essere "né vivo né morto"; è inoltre una delle poche creazioni che esistono contemporaneamente in tutti gli strati dell'universo (Crepuscolo).
  • Nel #7 (maggio 2008), pagina 5, del fumetto Thor della Marvel Comics - In Italia Thor& i Nuovi Vendicatori #117 (dicembre 2008).
  • Nel romanzo "Uno" di Richard Bach.
  • Nell'episodio 17 (Titolo: The Tangerine Factor) stagione 1 del telefilm The Big Bang Theory, sitcom della CBS. Penny, vicina di casa/amica di Leonard e Sheldon (due fisici del Caltech) chiede a quest'ultimo se secondo lui un'eventuale relazione sentimentale tra lei e Leonard potrebbe penalizzare l'amicizia che li lega. Sheldon risponde raccontando a Penny il paradosso del gatto.
  • Nella striscia comica numero 949 della serie Cyanide and Happiness.
  • Nella striscia comica del gennaio 2001 della serie Over The Edge.
  • In "Extra Heavy Syrup", un manga del 2003 di Yayoi Ogawa, uno dei personaggi enuncia il paradosso del "Gatto di Schrödinger" per chiarire la natura del progetto top-secret riguardante i computer quantistici su cui Shigehara, presunta spia scomparsa, stava lavorando.
  • In una storia di Thor (Marvel) di J.M. Strackzinski
  • Nel 8° episodio della serie televisiva Defiyng Gravity
  • Nella 12° puntata dell'anime Zan Sayonara Zetsubō-sensei
  • Nel terzo arco della sound novel e nell'episodio 14 dell'anime Umineko no naku koro ni il protagonista Battler usa il paradosso del gatto per controbattere la mossa della strega Beatrice
  • Nella 6° puntata della serie televisiva FlashForward il genio della fisica, interpretato da Dominic Monaghan, cerca di conquistare una donna con un gioco di parole sul paradosso del gatto
  • nel telefilm Castle - Detective tra le righe stagione 1 episodio 5
  • nella 12a puntata dell'anime (ed anche nella light novel stessa) di To aru Majutsu no Index il paradosso è utilizzato per esplicare la coesistenza del reale e della realtà voluta/manipolata dagli "espers" -almeno fino alla verifica della stessa, che è comunque quella voluta dall'apparenza ("imagine") della magia.
  • nel videogioco Bioshock 2

Povero Gatto!

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Ma l'esperimento non ha la stessa validità anche se non mettiamo il gatto? Cioè se apriamo la scatola e troviamo la fiala col veleno rotta e basta, non vale lo stesso? Strapazgulp (msg) 22:11, 29 set 2010 (CEST)[rispondi]

Probabilmente sì, ma ho il sospetto che non sarebbe diventato così famoso ;) mpitt (msg) 19:17, 30 dic 2010 (CET)[rispondi]

chiarezza e veridicità della voce

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«è estremamente improbabile che un corpo macroscopico, in un qualche momento, si trovi ad avere dimensioni compatibili con quelle d'una lunghezza d'onda»
Ohibò! Voi non ascoltate la radio?
Comunque la voce è imprecisa o evasiva in più di un punto; è un peccato, perché la parte che riguarda strettamente il paradosso sta fatta bene. 131.114.170.242 (msg) 00:50, 19 mag 2011 (CEST)[rispondi]

Concordo sul fatto che la voce sia imprecisa. Ma non ho bene capito la prima cosa che dici. Dici che le lunghezze d'onda della radio hanno grandezza compatibile con i corpi macroscopici? In effetti è vero e la voce è poco chiara.
La spiegazione corretta è questa (in grassetto le aggiunte):
"Viceversa, si può altrimenti affermare che una particella microscopica, di dimensioni compatibili con quelle della sua lunghezza d'onda (data dall'equazione di De Broglie), può comportarsi come un'onda. Ma è estremamente improbabile che un corpo macroscopico, in un qualche momento, si trovi ad avere dimensioni compatibili con quelle della sua lunghezza d'onda, comportandosi, pertanto, come un'onda vera e propria."
Pertanto modifico la voce. --Zaldo (msg) 09:44, 19 mag 2011 (CEST)[rispondi]

Osservazione

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Non mi sembra corretto dire, come pare sostenesse Schrodinger, che fino al momento dell'osservazione il gatto non è nè vivo nè morto (o e contemporaneamente entrambe le cose, il che è lo stesso), in quanto il gatto viene introdotto nella scatola, diversamente dall'atomo, in uno stato "quantico" definito, cioè vivo; di conseguenza non c'è ragione che tale stato venga modificato fino al momento dell'osservazione, ovvero dell'apertura della scatola. Mi sembra più giusto invece dire, come afferma sempre il paradosso, che solo in quel momento viene determinata la sorte del gatto: aprendo la scatola avremo il 50% di probabilità di ucciderlo o di mantenerlo in vita, ma fino a quel momento dovrebbe essere vivo!

Non ho capito

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Scusate, ma non ho capito questo esperimento pensato. Non capisco in particolare perché l'apertura della scatola che contiene il gatto e il resto dell'apparato sperimentale debba determinare la sorte del gatto.
Per capirci, cerco di descrivere con parole mie come ho capito che avviene l'esperimento, così potete correggermi se c'è qualcosa che sbaglio:

  • all'interno di una scatola si mette un gatto assieme ad un marchingegno che lo uccide solo se avviene il decadimento di un atomo all'interno di una certa quantità di materia;
  • se dopo un certo tempo avviene il decadimento, il gatto muore
  • se dopo un certo tempo non avviene il decadimento, il gatto non muore
  • all'apertura della scatola, si verifica se il gatto è morto o vivo

Ora, il gatto è morto o vivo nel momento in cui decidiamo di aprire la scatola, però se decidiamo di aprire la scatola dopo, la sorte del gatto può cambiare, in quanto più tempo il gatto resta nella scatola e maggiori sono le probabilità che avvenga il decadimento che determina la morte del gatto, per cui penso che ciò che influenzi l'esperimento non è l'atto in se stesso di "aprire la scatola", bensì il momento in cui la scatola sarà effettivamente aperta.
Quindi per come la vedo io, il gatto in ciascun momento generico sarà o vivo o morto e in particolare nel momento effettivo di apertura della scatola sarà o vivo o morto. Non capisco in che senso sia contemporaneamente vivo e morto secondo Schrödinger.
Dal punto di vista microscopico, il decadimento radioattivo o avviene o non avviene, non c'è una terza possibilità, o sbaglio?
Non capisco inoltre cosa c'entra il discorso della delocalizzazione delle particelle con il decadimento radioattivo: cioè anche se una particella ha il dono della "multi-locazione", il fenomeno del decadimento è un fenomeno che è determinato (nel senso di non indeterminato), no? --Daniele Pugliesi (msg) 01:20, 9 ago 2013 (CEST)[rispondi]

Beh stai chiedendo come funziona la meccanica quantistica :-) Il gatto è contemporaneamente vivo e morto finchè qualcuno non va a guardare punto e basta. --^musaz 00:55, 12 ago 2013 (CEST)[rispondi]
Mia interpretazione: il gatto si trova in una sovrapposizione di stati: gatto vivo, gatto morto. Quando l'osservatore va a guardare il sistema (e quindi il gatto) "collassa" in uno dei due stati. Il gatto fa parte del mondo macroscopico eppure in questo caso sembra ubbidire (o "subire") alle leggi del mondo microscopico ovvero alla fisica quantistica, da qui il paradosso. Jacopo Werther iγ∂ψ=mψ 01:38, 12 ago 2013 (CEST)[rispondi]
(f.c.) In notazione di Dirac tale sovrapposizione dovrebbe essere scritta come: Jacopo Werther iγ∂ψ=mψ 13:05, 12 ago 2013 (CEST)[rispondi]
Non per il doodle ma la descrizione data può essere interessante ai fini di questa discussione: Erwin Schrödinger su Google: il fisico del gatto nella scatola. Jacopo Werther iγ∂ψ=mψ 10:53, 12 ago 2013 (CEST)[rispondi]
Noto solo ora che la descrizione è stata "presa" sostanzialmente dall'incipit di questa voce... :-( Jacopo Werther iγ∂ψ=mψ 10:59, 12 ago 2013 (CEST)[rispondi]
Sono fuori tempo, ma ho riguardato la voce per caso e volevo lasciare un chiarimento ad uso dei posteri. Nel ragionamento di Schrödinger, il gatto non è in una sovrapposizione |vivo>+|morto>. E' l'intero sistema, piutosto, ad essere nello stato |nessun decadimento, gatto vivo>+|1 decadimento, gatto morto>. Questo cambia completamente la descrizione relativa al gatto. Tecnicamente, il gatto è un sottosistema: il suo stato non è descritto da una sovrapposizione coerente, bensì da una (classica) miscela statistica. Questo è ciò che la teoria prevede, e Schrödinger lo sapeva benissimo, come si evince dalla citazione originale. Ovviamente questo non elimina le difficoltà concettuali legate al principio di sovrapposizione e al problema della misura - in particolare, quando si cerca di applicare la meccanica quantistica ad oggetti macroscopici. Da un lato, si può sempre criticare il fatto che la teoria preveda una sovrapposizione di stati in cui è coinvolto un gatto... Dall'altro, osservare concretamente questa sovrapposizione è impossibile. La teoria della decoerenza dà la soluzione che oggi è per lo più accettata, ma questa è un'altra storia. Arka 18.34, 20 ago 2013 (UTC-5)
Grazie mille, Arka. Secondo le tue spiegazioni il discorso ha più senso. Qualcuno potrebbe modificare la voce rendendo chiara questa questione, perché il messaggio che trasmette al momento la voce è che il gatto sia contemporaneamente che morto, che è una idiozia sotto tutti i punti di vista! --Daniele Pugliesi (msg) 02:21, 21 ago 2013 (CEST)[rispondi]
Beh la voce è sicuramente da sistemare/riscrivere però il messaggio che trasmette non è proprio del tutto sbagliato. Il fatto che il paradosso non sia verificato con oggetti macroscopici è ovvio, altrimenti non sarebbe un paradosso, ma se il gatto fosse una particella è le condizioni vivo-morto fossero il suo spin (che può essere "spin" sù e "spin giù"), allora è perfettamente corretto dire che è l gatto sia contemporaneamente vivo e morto, perchè in mq si utilizza un approccio è probabilistico: dire che un elettrone ha contemporaneamente "spin sù" e "spin giù" e dire che ha il 50% di probabilità di trovarsi "spin sù" è perfettamente equivalente. Ma ci sono esempi ancora più assurdi del gatto: se fai due fenditure su un foglio (sufficientemente vicine) e spari una particella quella passa da entrambe le fenditure "contemporanemente", e fa pure una figura di diffrazione. Ora il motivo per cui in natura succedono cose che riferite ad oggetti macroscopici non avrebbero senso è da chiedere a un prete o alla figura religiosa a cui fate riferimento, ma di fatto la descrizione del microscopico è tutto un mondo a sè e non c'è speranza di comprenderlo con esempi macroscopici. --^musaz 10:19, 21 ago 2013 (CEST)[rispondi]
Sugli elettroni hai ragione, ma sui gatti no: il gatto può essere o vivo o morto, non entrambe le cose, altrimenti si chiamerebbe "zombie". Riguardo all'esempio della diffrazione, quello è un esperimento reale, quindi c'è poco da dimostrare, mentre nel caso del gatto di Schrödinger, trattandosi di un esperimento pensato è passibile di interpretazioni errate, per cui è importante che la voce sia chiara e non vengano date informazioni erronee, perché nessuno (a meno che non sia uno scienziato folle senza cuore) si sognerebbe di mettere a punto l'esperimento per valutarne i risultati. --Daniele Pugliesi (msg) 10:32, 21 ago 2013 (CEST)[rispondi]
Scusate se vi sembro pedante, ma ci sono due punti che vorrei sottolineare. Il primo è che gli aspetti paradossali della meccanica quantistica nascono quando si cerca di tradurre le formule in concetti "classici". L'esperimento della doppia fenditura è un ottimo esempio: l'elettrone sembra avere contemporaneamente due traiettorie diverse. Ma se vogliamo essere rigorosi, la meccanica quantistica dice solo questo: l'elettrone è descritto dallo stato coerente |fenditura A> + |fenditura B>. Il concetto stesso di "traiettoria" diventa fuorviante, perché in questo caso non si può applicare: se esiste una traiettoria, l'elettrone deve essere osservato, e questo distrugge la coerenza dello stato, che diventa una miscela statistica {fenditura A con probabilità 1/2 ; fenditura B con probabilità 1/2}. Per inciso: questa differenza è fondamentale, infatti solo nel caso |A> + |B> si ha interferenza. Stato puro e miscela statistica sono totalmente diversi, spero che questo sia chiaro. Il secondo punto è più formale: in un esperimento come quello immaginato da Schrödinger, atomo e gatto sono entangled. Il sistema fisico in esame, quindi, è (atomo + gatto), ed è questo intero sistema ad essere in una sovrapposizione di stati distinti. Ciò non toglie che si possano effettuare delle misure sul sottosistema (atomo) o su quello (gatto). Però, presi singolarmente, i due sottosistemi NON sono in una sovrapposizione coerente del tipo |A> + |B>, bensì in una miscela statistica, che è per così dire "classica". Anche ammettendo - cosa impossibile - di costruire una grandezza osservabile che permetta di vedere un'interferenza tra gatto vivo e morto, nel caso descritto da Schrödinger questa interferenza non ci sarebbe comunque. L'incertezza sulla sorte del gatto è puramente classica: o è vivo o è morto, semplicemente non lo sappiamo. Questo è ciò che la teoria prevede, e Schrödinger lo sapeva benissimo, infatti non scrive "vedete? La meccanica quantistica è assurda, perché in questo caso prevede un'interferenza tra gatto vivo e morto". Questa eventuale interferenza si avrebbe solo riuscendo a preparare il gatto in uno stato |vivo> + |morto>, il che è irrealizzabile. Il problema da porsi, piuttosto, è: ha senso considerare il gatto al pari di una particella microscopica, applicare anche a lui le leggi della meccanica quantistica, considerarlo entangled con un atomo, eccetera? Secondo Schrödinger, è un'idea piuttosto bizzarra. Arka 13.01, 21 ago 2013 (UTC-5)
Arka, secondo me hai pienamente ragione su tutto quello che hai detto. Ho dato una lettura veloce alla voce e mi pare che dopo le tue modifiche sia molto più sensata e chiara. Se ancora la voce non corrisponde totalmente a ciò che hai affermato, per me puoi fare tutte le modifiche del caso, dal momento che a quanto vedo sei molto più preparato di chi aveva scritto la voce inizialmente e di certe persone che hanno creato video su youtube che ho guardato per chiarirmi le idee e invece hanno sortito l'effetto contrario. Grazie ancora per il tuo intervento chiarificatore. :) --Daniele Pugliesi (msg) 00:48, 29 ago 2013 (CEST)[rispondi]
Grazie a te :) ovviamente tutto è perfettibile, ben vengano anche altri contributi! Purtroppo è facile fare confusione su un argomento del genere, tant'è che ancora oggi persistono convinzioni sbagliate... Arka 15.38, 30 ago 2013 (UTC-5)

Ulteriori citazioni (ad rinfusam)

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Propongo di ripulire, ancora una volta, la sezione Opere dedicate mantenendo solamente quelle nelle quali il gatto di Schrödinger è centrale e non solo citato. Della lista attuale, in sostanza, solo i primi 4 item. --Captivo (msg) 12:48, 12 ago 2013 (CEST)[rispondi]

In una scena di un episodio di Futurama (Law and Oracle) Erwin Schrödinger viene rincorso e acciuffato da due poliziotti (uno dei quali è Fry, protagonista del cartone) che trovano nel sedile posteriore dell'auto una scatola con dentro tutto il necessario per l'esperimento in questione, tra cui un gatto (vivo). --Daniele Pugliesi (msg) 03:41, 14 ago 2013 (CEST)[rispondi]
Molto divertente, anche se mi sfugge il nesso con la mia proposta. --Captivo (msg) 17:44, 21 ago 2013 (CEST)[rispondi]
Ci tenevo a rimarcarlo perché se decidiamo di inserire nella voce anche le curiosità più "frivole" questa potrebbe essere inserita, mentre se decidiamo di dare un taglio, allora questa con eventuali altre curiosità non dovranno essere inserite. --Daniele Pugliesi (msg) 00:52, 29 ago 2013 (CEST)[rispondi]

Mi ero permesso di inserire la citazione di Futurama (o forse re-inserire, non ho guardato la cronologia), ma evidentemente il taglio "frivolo" a quanto pare non è ammesso 31 dic 2013

A quanto vedo qui è stato tolto perché non è un'"opera dedicata", cioè se tutta la puntata di Futurama fosse stata incentrata sul gatto di Schrödinger andava bene, ma siccome si tratta solo di un breve accenno, non è così rilevante. --Daniele Pugliesi (msg) 19:37, 1 gen 2014 (CET)[rispondi]

(Ulteriore) rimozione citazioni

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Avrei preferito più partecipazioni, ad ogni modo ripulisco ancora una volta:

Citazioni (ripulitura del 28 agosto 2013)
  • Il paradosso del gatto di Schrödinger viene citato in Buon compleanno, storia sull'Uomo Ragno scritta da Straczinsky.
  • Il personaggio del maresciallo Schrödinger, presente nel manga Hellsing, viene presentato come un werecat (gatto mannaro) con la peculiare facoltà di poter essere dovunque e in nessun luogo, con un chiaro riferimento all'esperimento di Schrödinger.
  • Il paradosso del Gatto di Schrödinger è stato oggetto del 17º episodio della prima stagione di The Big Bang Theory, in cui Sheldon cerca di spiegare a Penny il suddetto paradosso, senza ottenere risultati.
  • Anche nel 19º episodio della quarta serie di NCIS (dal titolo Scrupoli) il paradosso del gatto di Schrödinger è citato da McGee. Infatti, in quella puntata, un terrorista dopo essersi fatto esplodere in un edificio, per alcune strane coincidenze poteva essere sia vivo che morto.
  • Il paradosso viene inoltre citato nel videogame Virtue's Last Reward per PlayStation Vita e Nintendo 3DS

--Captivo (msg) 12:18, 28 ago 2013 (CEST)[rispondi]

Verificando le fonti inserite a supporto dell'opera in oggetto ho trovato piuttosto artificioso il collegamento. Non so quanto attendibili siano Cinebazar e Piero Nussio, mentre per l'articolo su Nazione Indiana il collegamento con il paradosso del gatto appare solo nei commenti all'articolo. Pareri? --Captivo (msg) 12:02, 13 mar 2014 (CET)[rispondi]

Si era già discusso qui per dare un taglio secco a tutte queste sezioni completamente scollegate dalle voci senza nessun riferimento all'argomento della voce. In base alla discussione, sezioni come quelle di questa voce sono inadatte in testa a tutti per il semplice motivo che sono piene di riferimenti a link rossi. Procedo quindi a rimuovere l'intera sezione, al limite se proprio si vuole si può creare una voce separata. X-Dark (msg) 14:26, 13 mar 2014 (CET)[rispondi]
Premesso che la lettura di quella discussione è da mal di testa, sono abbastanza d'accordo con la rimozione. Non tanto per i "link rossi", che in Teknopedia esistono senza scandalo, quanto per il basso (IMHO) contenuto informativo. --Captivo (msg) 19:48, 13 mar 2014 (CET)[rispondi]
Il problema dei link rossi è che spesso fanno riferimento a voci che non saranno nemmeno mai create, perchè considerate non enciclopediche come potrebbe essere per il singolo Schrodinger's Cat e la trasmissione radiofonica Il gatto di Schrödinger. Se nemmeno la voce principale è considerata enciclopedica, allora come potrebbe esserlo un presunto legame con questa voce e il titolo o il dettaglio della trama? X-Dark (msg) 19:07, 17 mar 2014 (CET)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati

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Gentili utenti,

ho appena modificato 2 collegamento/i esterno/i sulla pagina Paradosso del gatto di Schrödinger. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 06:29, 31 mar 2018 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati

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Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Paradosso del gatto di Schrödinger. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 23:08, 5 nov 2018 (CET)[rispondi]