Renata Polverini

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Renata Polverini

Presidente della Regione Lazio
Durata mandato16 aprile 2010 –
12 marzo 2013
PredecessorePiero Marrazzo
SuccessoreNicola Zingaretti

Segretario generale dell’Unione Generale del Lavoro
Durata mandato4 febbraio 2006 –
29 maggio 2010
PredecessoreStefano Cetica
SuccessoreGiovanni Centrella

Deputata della Repubblica Italiana
Durata mandato15 marzo 2013 –
13 ottobre 2022
LegislaturaXVII, XVIII
Gruppo
parlamentare
XVII: Forza Italia Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente
XVIII: - Forza Italia Berlusconi Presidente
(fino al 18 gennaio 2021)

- Misto-Centro Democratico-Italiani in Europa
(dal 19 gennaio 2021 al 25 febbraio 2021)
- Misto-Non iscritti (dal 25 febbraio 2021 al 21 maggio 2021)
-Forza Italia-Berlusconi Presidente (dal 21 maggio 2021)

CoalizioneXVII: Centro-destra del 2013
XVIII: Centro-destra del 2018
CircoscrizioneXVII: Lazio 1
XVIII: Lazio 2
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoForza Italia (2013-2021, dal 2021)
In precedenza:
PdL (2009-2013)
Ind. (2021)
Titolo di studioDiploma di ragioneria
ProfessioneSindacalista

Renata Polverini (Roma, 14 maggio 1962) è una sindacalista e politica italiana, segretaria generale dell'Unione Generale del Lavoro (UGL) dal 2006 al 2010 e presidente della regione Lazio dal 2010 al 2013[1][2].

È stata membro del Comitato economico e sociale europeo.

Diplomata in ragioneria[3], figlia di una delegata sindacale della CISNAL, si è dedicata giovanissima all'impegno sindacale nella CISNAL e dal 1994 nell'UGL.

Nel sindacato

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1996 ha acquisito il posto di responsabile delle relazioni internazionali e comunitarie UGL e dal settembre 1998 rappresenta la sua confederazione nel gruppo II del CESE. Nello stesso anno è entrata nella Segreteria Confederale ed ha assunto la carica di segretaria generale della Federazione del Terziario.

Dal 1999 al 2005 ha ricoperto l'incarico di vice segretaria generale della Confederazione, occupandosi, fra l'altro, delle principali vertenze unitarie degli ultimi anni, dall'Alitalia alla Fiat di Melfi, dalla ThyssenKrupp di Terni al rinnovo del contratto per il pubblico impiego. Per la sua attività sindacale ha ricevuto la stima di Walter Veltroni che la voleva come candidata nel PD.[4][5]

Renata Polverini è stata eletta (con il 96,7% dei voti) Segretaria generale dell'UGL nel Congresso del 2-3-4 febbraio 2006, succedendo a Stefano Cetica, diventando la prima donna in Italia a guidare una confederazione sindacale. Dopo le sue dimissioni, le è succeduto Giovanni Centrella nel maggio 2010.

Candidatura alla Regione Lazio

[modifica | modifica wikitesto]

Il 16 dicembre 2009 viene ufficializzata la sua candidatura a Presidente della Regione Lazio con Il Popolo della Libertà per le elezioni regionali previste nella primavera del 2010.[6] La Polverini ha promesso, in caso di elezione, di rivoluzionare il sistema della sanità laziale, evitando di chiudere ospedali o di tagliare posti letto,[7][8] e che non vi sarà un assessorato separato per la sanità.[9]

La Polverini è appoggiata anche dall'Unione di Centro, da La Destra, e da una lista civica per Polverini. Per via dell'esclusione delle liste del Popolo delle Libertà dalle elezioni nel Lazio (relativamente alla sola Provincia di Roma), a cui seguono ricorsi all'Ufficio Elettorale, al TAR e al Consiglio di Stato che il 20 marzo ne sancisce la definitiva esclusione,[10] il PdL decide di invitare i propri elettori a far convergere i voti sulla lista civica Polverini Presidente.[11][12][13]

Renata Polverini ricevuta al Quirinale dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il 26 luglio 2006.

Presidente della Regione Lazio

[modifica | modifica wikitesto]

Dopo uno spoglio che ha visto fino alle ultime ore un testa a testa con la candidata del centro-sinistra Emma Bonino, il 30 marzo Renata Polverini vince la corsa alla presidenza della Regione Lazio con il 51,14% dei consensi contro il 48,32% della Bonino.

Il 25 aprile, in occasione della celebrazione del 65º anniversario della Liberazione, Renata Polverini viene duramente contestata dai partecipanti alla manifestazione organizzata a Roma presso Porta San Paolo. La sua presenza sul palco dell'A.N.P.I. viene infatti letta come una palese provocazione nei confronti dei valori della Resistenza e dell'Antifascismo, in particolar modo per essersi giovata, durante la campagna elettorale, del sostegno di formazioni neofasciste (come Casa Pound e Blocco studentesco) che avevano in programma un corteo per le strade di Roma il successivo 7 maggio e che i fautori della protesta del 25 aprile volevano provare a bloccare, anche attraverso la contestazione in questione. Verso il palco vengono quindi lanciati dalla folla oggetti, slogan ed insulti (tra cui l'appellativo di "fascista!" e "tornatene a Casa Pound!"). Dopo pochi minuti Renata Polverini e il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti (quest'ultimo colpito al volto da un limone) sono costretti ad abbandonare la manifestazione.

Per tali fatti vengono identificati e denunciati dalla Digos per "minaccia aggravata in concorso" tre giovani, appartenenti all'area dei centri sociali e dei collettivi universitari antagonisti, già noti alle forze dell'ordine per reati contro l'ordine pubblico e la proprietà. Siffatta contestazione riuscì comunque nel proprio intento e contribuì in ogni caso, oltre a non far parlare la Polverini dal palco, a far salire la tensione politica all'interno della città. La questura si vide quindi costretta a revocare l'autorizzazione del corteo del 7 maggio ai suddetti gruppi d'estrema destra onde evitare maggiori disordini. Dopo cinque anni e mezzo i tre militanti antifascisti denunciati, che rischiavano fino ad un anno di carcere, vennero poi assolti "per non aver commesso il fatto".[14][15][16][17]

Renata Polverini ospite dell'evento veDrò

Nel 2011 la Polverini riceve il parere positivo della Commissione europea per un'ulteriore deroga ai limiti europei per procedere ad interventi di potabilizzazione dell'acqua per riduzione dei livelli di arsenico nei comuni del Lazio.[18]

Il 9 giugno 2011 il Consiglio Regionale del Lazio respinge (con 26 sì e 42 no) una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro la Giunta Polverini. Votano a favore Partito Democratico, Federazione dei Verdi, Lista Bonino-Pannella, Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia Libertà e Italia dei Valori. Votano contro Il Popolo della Libertà, Unione di Centro, Lista Polverini, La Destra e Futuro e Libertà per l'Italia. Non partecipa al voto Alleanza per l'Italia.

Le dimissioni

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2012, in seguito a un esposto presentato dal consigliere regionale Francesco Battistoni, un'inchiesta della magistratura riguardante il consigliere regionale Franco Fiorito porta alla luce un sistema di notevoli fondi elargiti ai membri del Consiglio della Regione Lazio, usati spesso per finalità non concernenti l'attività politica del gruppo ma per scopi privati.[19] La Polverini minaccia le proprie dimissioni nel caso non fossero apportati dei tagli drastici e immediati a un tale sistema di elargizioni così copioso e poco trasparente. Alla trasmissione Piazzapulita la Governatrice dichiara: «Mi sono sentita tradita da un sistema all'interno del Consiglio che viene da molte legislature che pensava di farla franca anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo. Quello che accade oggi non inizia oggi. Questo sistema si è costruito negli anni. Bisognava capire prima che non era più il momento».[20] In seguito a una mozione della stessa Polverini il Consiglio regionale decide di dimezzare le proprie Commissioni, riducendo della metà i fondi elargiti ai gruppi regionali e abolendo i gruppi composti da un solo membro. La governatrice annuncia allora, in un primo momento, di rimanere al suo posto.[21]

A causa dello scalpore provocato dallo scandalo, però, i consiglieri dell'opposizione di sinistra e in parte di centro minacciano di rassegnare le loro dimissioni per andare al voto anticipato, mentre l'UDC che sostiene la maggioranza di centrodestra, dopo aver inizialmente difeso la Polverini per bocca del suo leader Pier Ferdinando Casini, si accoda nel prospettare le dimissioni dei propri consiglieri alla Regione. Il 24 settembre 2012 allora, non intendendo proseguire il lavoro della sua giunta con un consiglio dimezzato, la Polverini durante una conferenza stampa annuncia di voler rimettere il mandato di presidente della Regione Lazio, restando in carica per il disbrigo degli affari correnti fino alle prossime elezioni anticipate, dichiarandosi «inorridita da quanto avvenuto».[22][23] Presenta ufficialmente le proprie dimissioni il 27 settembre.[24]

L'elezione alla Camera

[modifica | modifica wikitesto]

Resta in carica per l'ordinaria amministrazione fino al 12 marzo 2013, fin quando non viene proclamato il nuovo presidente della Regione Nicola Zingaretti del Partito Democratico. Alle elezioni politiche del 2013 viene candidata ed eletta deputato alla Camera nelle liste del PdL.

Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia[25][26]. Nel maggio 2013 diventa vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera[27].

Nel 2017 viene dichiarata decaduta dalla carica di consigliere nazionale dell'UGL, dopo un'inchiesta su suo uso della carta di credito aziendale[28].

Sarà rieletta deputata alle elezioni politiche del 2018; diventa vice Presidente della Commissione Lavoro venendo confermata nel luglio del 2020.

Il 4 novembre 2020, insieme a quattro colleghi di partito, cioè Giusi Bartolozzi, Stefania Prestigiacomo, Elio Vito e Matteo Perego, vota a favore del disegno di legge a prima firma del deputato Alessandro Zan (PD) "Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità" per contrastare l'omotransfobia, in dissenso dal suo gruppo, che vota contro[29].

L'abbandono, e il ritorno, a Forza Italia

[modifica | modifica wikitesto]

Il 18 gennaio 2021, in occasione del voto di fiducia chiesto dall'esecutivo in seguito alla fuoriuscita di Italia Viva dalla maggioranza, vota la fiducia al Governo Conte II come "atto di responsabilità" e annuncia la sua uscita da Forza Italia.[30] Passa allora al Gruppo misto nella componente Centro Democratico - Italiani in Europa il 21 gennaio.[31]

Tuttavia il 20 maggio seguente il capogruppo di FI alla Camera Roberto Occhiuto annuncia il ritorno di Polverini in Forza Italia.[32]

Non verrà ricandidata alle elezioni del settembre 2022, terminando il proprio mandato parlamentare.

Nel febbraio 2024, annuncia la sua candidatura alle elezioni europee per Forza Italia, venendo inclusa nella circoscrizione centrale.[33] Tuttavia con oltre 10.000 preferenze raccolte si piazza quinta non risultando eletta.[34]

Campagne di comunicazione

[modifica | modifica wikitesto]

La Corte dei conti ha aperto un'istruttoria sui presunti sperperi di denaro pubblico da parte della Regione Lazio: i magistrati contabili stanno analizzando casi di finanziamenti (per un totale di svariati milioni di euro) effettuati dalla Polverini e dai suoi uomini per le cosiddette "spese di comunicazione" della Regione. In particolare si sta studiando la documentazione di una gara di 184.300 euro per una campagna promozionale sugli sconti sui biglietti di autobus e tram per gli under 30. Tale gara è stata vinta da Francesco Miscioscia, pubblicitario ed ex candidato nella lista Polverini nelle elezioni regionali del 2010[35].

Inchieste giornalistiche

[modifica | modifica wikitesto]

Polemica sul caso delle presunte iscrizioni "gonfiate"

[modifica | modifica wikitesto]

Secondo due inchieste distinte dei quotidiani Libero ed Europa e pubblicate nel gennaio 2010, entrambe partite dalla trasmissione televisiva Report di Rai 3, il sindacato da lei guidato avrebbe gonfiato il numero di iscritti in modo tale da avere un maggiore peso negoziale al tavolo con gli altri sindacati e negli organismi ed enti previdenziali[36].

Incalzata da molti giornalisti sulla vicenda, Renata Polverini in un primo tempo ha evitato di rispondere alle accuse[37] [38]. In seguito, il 14 gennaio 2010 ha rilasciato un'intervista[39] al quotidiano Il Riformista, nella quale dichiarava che la sua UGL non si sarebbe, secondo lei, comportata in modo diverso dagli altri sindacati.

Questa dichiarazione ha suscitato molte proteste da parte d'alcuni membri della CGIL e della CISL[40]. Il 15 gennaio 2010 i senatori Tiziano Treu, Giorgio Roilo e Lionello Cosentino (tutti membri del Partito Democratico) hanno presentato un'interrogazione parlamentare[41] sul caso delle presunte tessere "gonfiate" dell'UGL, sottoposta all'attenzione del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, per ricevere spiegazioni sulla vicenda.

Secondo un'inchiesta de l'Espresso, Renata Polverini abitava in una casa dell'Ater (Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica) sull'Aventino con affitto a prezzi popolari[42]. La Polverini si difende in una nota ufficiale dicendo che nella casa abita, dalla nascita, suo marito e prima di lui la casa era stata affittata a suo nonno, dai primi del '900. Tuttavia, le opposizioni fanno notare che le case Ater non si possono ereditare e che, se le condizioni economiche di una famiglia cambiano, la casa deve essere liberata per fare spazio a chi ne ha più bisogno[43].

  1. ^ https://roma.repubblica.it/cronaca/2012/09/27/news/polverini_guerra_senza_fine_via_4_assessori_vicini_a_tajani-43356833/
  2. ^ https://www.repubblica.it/static/speciale/2010/elezioni/regionali/lazio.html#risultati
  3. ^ Polverini, la lunga marcia dall'Ugl alla Regione Lazio - repubblica.it
  4. ^ Renata Polverini, "il leader sindacale più affidabile" Archiviato il 13 dicembre 2013 in Internet Archive..
  5. ^ Veltroni voleva a tutti i costi arruolarla nel Pd Archiviato il 18 gennaio 2010 in Internet Archive..
  6. ^ Regionali, l'annuncio del Pdl, su repubblica.it.
  7. ^ POLVERINI VISITA L'OSPEDALE DI LATINA: RIVOLUZIONARE LA SANITÀ Archiviato il 12 marzo 2010 in Internet Archive..
  8. ^ La Sanità del dopo-Marrazzo, il piano della Polverini in 20 punti.
  9. ^ Polverini «minaccia» i precari: vi assumo.
  10. ^ .
  11. ^ Pdl, senza lista, vota civica Polverini, 14 marzo 2010.
  12. ^ Caccia al voto dei big esclusi, Il Sole 24 ore, 10/03/2010.
  13. ^ I SIGNORI DELLE PREFERENZE DEL PDL ADOTTANO LA LISTA POLVERINI Archiviato il 4 giugno 2010 in Internet Archive., Zerosei news.
  14. ^ In piazza per il 25 aprile Polverini contestata, colpito Zingaretti - Corriere Roma
  15. ^ Celebrato il 25 aprile, Berlusconi sceglie la tv "Scriviamo assieme una nuova pagina di storia" - Repubblica.it
  16. ^ Corteo di Blocco studentesco, arriva lo stop della questura - Repubblica.it
  17. ^ Uova contro Polverini e Zingaretti, il colpevole non c'è - iltempo.it Archiviato il 1º ottobre 2015 in Internet Archive.
  18. ^ http://www.iss.it/binary/ampp/cont/Decisione_deroghe_acque_destinate_consumo_umano_C_2011_2011.pdf Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., "Testo decisione comunità europea da Istituto Superiore di Sanità"
  19. ^ Archiviato il 13 aprile 2013 in Archive.is.
  20. ^ Polverini, tradita da sistema che c'era da anni, ANSA, articolo del 21 settembre 2012.
  21. ^ Dimezzate commissioni, Polverini resta, ANSA del 21 settembre 2012.
  22. ^ Lazio, Polverini si dimette, in La Repubblica, 24 settembre 2012. URL consultato il 24 settembre 2012.
  23. ^ Polverini si dimette: «Umiliata, dico basta». Casini: «Uno schifo, si torni al voto», in Il Messaggero, 24 settembre 2012. URL consultato il 24 settembre 2012.
  24. ^ Mauro Favale, Polverini, firmate le dimissionidopo aver ridotto a 10 gli assessori, la Repubblica, 27 settembre 2012. URL consultato il 27 settembre 2012.
  25. ^ Camera dei Deputati: Composizione del gruppo FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
  26. ^ L'addio al Pdl (in frantumi), rinasce Forza Italia
  27. ^ Camera.it
  28. ^ Roma.corriere.it
  29. ^ Omofobia: Camera approva legge. Protesta della Lega in Aula - Politica, su Agenzia ANSA, 4 novembre 2020. URL consultato il 4 novembre 2020.
  30. ^ Renata Polverini vota la fiducia a Conte e lascia Forza Italia: «Atto di responsabilità», su ilmessaggero.it. URL consultato il 18 gennaio 2021.
  31. ^ gerardis, Camera, Polverini nella componente di Tabacci, su Adnkronos, 22 gennaio 2021. URL consultato il 27 gennaio 2021.
  32. ^ Camera, dietrofront di Renata Polverini: dopo il sì alla fiducia a Conte ora annuncia il ritorno in Forza Italia, in la Repubblica, 20 maggio 2021. URL consultato il 20 maggio 2021 (archiviato il 20 maggio 2021).
  33. ^ Renata Polverini, ritorno alle Europee con Forza Italia. Caccia ai nomi: Bandecchi vuole Sgarbi, su Il Messaggero, 6 febbraio 2024. URL consultato il 3 maggio 2024.
  34. ^ Eligendo: FI
  35. ^ Polverini, sprechi sotto inchiesta, di Primo Di Nicola e Emiliano Fittipaldi, 23 aprile 2012, L'Espresso
  36. ^ Il potere secondo Polverini - Europa quotidiano Archiviato il 6 marzo 2010 in Internet Archive.
  37. ^ LA POLVERINI A DOMANDA NON RISPONDE: "CI SONO COSE CHE NON POSSO RIVELARE, NELL'INTERESSE DEI LAVORATORI ITALIANI" - Dall'intervista di Barbara Romano a Renata Polverini per "Libero"
  38. ^ Le risposte un po' omertose della Polverini - LegnoStorto.com
  39. ^ Ugl: Polverini, sulle tessere facciamo come gli altri
  40. ^ Iscritti gonfiati, Cgil contro la Polverini: “Insinuazioni gravi” - BlitzQuotidiano.it
  41. ^ Il caso tessere Ugl approda in parlamento - EuropaQuotidiano.it Archiviato il 19 gennaio 2010 in Internet Archive.
  42. ^ Polverini, affitto di favore a Roma Archiviato il 21 marzo 2011 in Internet Archive. l'Espresso 16 marzo 2011
  43. ^ La Polverini e la casa dell'Ater Corriere della Sera, 18 marzo 2011

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente della Regione Lazio Successore
Piero Marrazzo
Esterino Montino (ad interim)
16 aprile 2010 – 12 marzo 2013 Nicola Zingaretti

Predecessore Segretaria generale dell'UGL Successore
Stefano Cetica 4 febbraio 2006 – 29 maggio 2010 Giovanni Centrella