ASCII

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Esistono 96 caratteri ASCII stampabili, numerati da 32 a 127. Il centoventisettesimo indica il comando DEL.

ASCII (acronimo di American Standard Code for Information Interchange, lett. "codice standard americano per lo scambio di informazioni") è un codice per la codifica di caratteri. La prima edizione dello standard ASCII è stata pubblicata dall'American National Standards Institute (ANSI) nel 1963[1], quindi il codice ha subito un'importante revisione nel 1968[2]. L'aggiornamento più recente risale al 1986[3]. In italiano viene pronunciato aschi /ˈaski/ o asci /ˈaʃʃi/[4], mentre la pronuncia originale inglese è askey /ˈæski/.

L'asteroide 3568 ASCII prende il nome da questa codifica dei caratteri.

Tabella ASCII del 1967

Con US-ASCII si intende un sistema di codifica dei caratteri a 8 bit, comunemente utilizzato nei calcolatori, proposto dall'ingegnere dell'IBM Bob Bemer nel 1961, e successivamente accettato come standard dall'ISO, con il nome di ISO/IEC 646.

Alla specifica iniziale basata su codici di 7 bit fecero seguito negli anni molte proposte di estensione ad 8 bit, con lo scopo di raddoppiare il numero di caratteri rappresentabili. Nei PC IBM si fa per l'appunto uso di una di queste estensioni, ormai standard de facto, chiamata extended ASCII o high ASCII. In questo ASCII esteso, i caratteri aggiunti sono ad esempio vocali accentate, simboli semigrafici e altri simboli di uso meno comune, pensati anche per adattarsi alle specificità delle diverse lingue[5]. I caratteri di ASCII esteso sono codificati nei cosiddetti codepage.

ASCII ed UTF-8

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Lo stesso argomento in dettaglio: UTF-8.

Lo standard successore di ASCII è l'UTF-8, che è diventato la codifica principale di Unicode per internet secondo il W3C, che pur non impedendo altre codifiche (purché correttamente dichiarate), lo consiglia e lo usa quasi sistematicamente negli esempi del suo sito[6], fornendo anche le istruzioni per convertire i documenti (cosa che non fornisce per tutte le codifiche)[7]. Questa codifica di Unicode, che ormai è universalmente accettata da ogni nuovo programma, offre caratteristiche interessanti grazie al fatto di sfruttare il bit di controllo del vecchio ASCII in modo più efficiente. Se da una parte lo prepara per la pensione, UTF-8 in un certo senso ha reso molto più longevo l'ASCII, inglobandolo in una codifica più adatta alle esigenze attuali. Infatti le comunicazioni sono in centinaia di lingue, ed inoltre diverse lingue possono convivere in uno stesso documento, o in uno stesso programma: si pensi ai software di messaggistica istantanea che possono contenere contatti da varie parti del mondo dei quali visualizzare correttamente i nomi.

UTF-8 infatti si distingue dalle altre codifiche Unicode perché sfrutta il vecchio bit di parità di ASCII, non come bit di controllo, bensì come indicatore: analizza ogni byte, e se al posto del vecchio bit di parità c'è 0, allora il byte sarà letto come ASCII a 7 bit e teoricamente compatibile anche con programmi obsoleti; se però il byte corrente inizia con 1, allora sarà concatenato al byte successivo (o ai successivi, in realtà il meccanismo è un poco più complesso). In tal modo riesce ad includere tutti gli alfabeti delle lingue viventi, di alcune morte e potenzialmente può essere esteso per rappresentarne ancora altri (infatti spesso viene aggiornato).

Il vantaggio è che è possibile scrivere un testo in Italiano ed usare un numero di byte di poco maggiore rispetto ad una codifica di ASCII esteso (le lettere accentate occupanno solo 4 byte in più); un testo in lingua Cinese avrà ogni carattere di tre byte, con numeri, lettere, punteggiatura ed altri eventuali caratteri ASCII presenti nel testo di un solo byte.

Tabella dei caratteri

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La tabella seguente è relativa al codice US ASCII, ANSI X3.4-1986 (ISO 646 International Reference Version). I codici decimali da 0 a 31 e il 127 sono caratteri non stampabili (caratteri di controllo). Il 32 corrisponde al carattere di "spazio". I codici dal 32 al 126 sono caratteri stampabili.

Non stampabili

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Binario Ottale Decimale Esadecimale
000 0000 000 0 00 NUL ^@ \0 Null character
000 0001 001 1 01 SOF ^A
000 0010 002 2 02 STX ^B
000 0011 003 3 03 ETX ^C
000 0100 004 4 04 EOT ^D
000 0101 005 5 05 ENQ ^E
000 0110 006 6 06 ACK ^F
000 0111 007 7 07 BEL ^G \a
000 1000 010 8 08 BS ^H \b
000 1001 011 9 09 ^I \t
000 1010 012 10 0A LF ^J \n
000 1011 013 11 0B VT ^K \v
000 1100 014 12 0C FF ^L \f
000 1101 015 13 0D CR ^M \r
000 1110 016 14 0E SO ^N
000 1111 017 15 0F SI ^O
001 0000 020 16 10 DLE ^P
001 0001 021 17 11 DC1 ^Q
001 0010 022 18 12 DC2 ^R
001 0011 023 19 13 DC3 ^S
001 0100 024 20 14 DC4 ^T
001 0101 025 21 15 NAK ^U §
001 0110 026 22 16 SYN ^V
001 0111 027 23 17 ETB ^W
001 1000 030 24 18 CAN ^X
001 1001 031 25 19 EM ^Y
001 1010 032 26 1A SUB ^Z
001 1011 033 27 1B ESC ^[
001 1100 034 28 1C FS ^\
001 1101 035 29 1D GS ^]
001 1110 036 30 1E RS ^^
001 1111 037 31 1F US ^_
111 1111 177 127 7F DEL ^? Delete (tasto elimina-backspace)
Tabella di conversione da esadecimale a caratteri
Binario Oct Dec Hex Glifo
010 0000 040 32 20 Spazio
010 0001 041 33 21 !
010 0010 042 34 22 "
010 0011 043 35 23 #
010 0100 044 36 24 $
010 0101 045 37 25 %
010 0110 046 38 26 &
010 0111 047 39 27 '
010 1000 050 40 28 (
010 1001 051 41 29 )
010 1010 052 42 2A *
010 1011 053 43 2B +
010 1100 054 44 2C ,
010 1101 055 45 2D -
010 1110 056 46 2E .
010 1111 057 47 2F /
011 0000 060 48 30 0
011 0001 061 49 31 1
011 0010 062 50 32 2
011 0011 063 51 33 3
011 0100 064 52 34 4
011 0101 065 53 35 5
011 0110 066 54 36 6
011 0111 067 55 37 7
011 1000 070 56 38 8
011 1001 071 57 39 9
011 1010 072 58 3A :
011 1011 073 59 3B ;
011 1100 074 60 3C <
011 1101 075 61 3D =
011 1110 076 62 3E >
011 1111 077 63 3F ?
Binario Oct Dec Hex Glifo
100 0000 100 64 40 @
100 0001 101 65 41 A
100 0010 102 66 42 B
100 0011 103 67 43 C
100 0100 104 68 44 D
100 0101 105 69 45 E
100 0110 106 70 46 F
100 0111 107 71 47 G
100 1000 110 72 48 H
100 1001 111 73 49 I
100 1010 112 74 4A J
100 1011 113 75 4B K
100 1100 114 76 4C L
100 1101 115 77 4D M
100 1110 116 78 4E N
100 1111 117 79 4F O
101 0000 120 80 50 P
101 0001 121 81 51 Q
101 0010 122 82 52 R
101 0011 123 83 53 S
101 0100 124 84 54 T
101 0101 125 85 55 U
101 0110 126 86 56 V
101 0111 127 87 57 W
101 1000 130 88 58 X
101 1001 131 89 59 Y
101 1010 132 90 5A Z
101 1011 133 91 5B [
101 1100 134 92 5C \
101 1101 135 93 5D ]
101 1110 136 94 5E ^
101 1111 137 95 5F _
Binario Oct Dec Hex Glifo
110 0000 140 96 60 `
110 0001 141 97 61 a
110 0010 142 98 62 b
110 0011 143 99 63 c
110 0100 144 100 64 d
110 0101 145 101 65 e
110 0110 146 102 66 f
110 0111 147 103 67 g
110 1000 150 104 68 h
110 1001 151 105 69 i
110 1010 152 106 6A j
110 1011 153 107 6B k
110 1100 154 108 6C l
110 1101 155 109 6D m
110 1110 156 110 6E n
110 1111 157 111 6F o
111 0000 160 112 70 p
111 0001 161 113 71 q
111 0010 162 114 72 r
111 0011 163 115 73 s
111 0100 164 116 74 t
111 0101 165 117 75 u
111 0110 166 118 76 v
111 0111 167 119 77 w
111 1000 170 120 78 x
111 1001 171 121 79 y
111 1010 172 122 7A z
111 1011 173 123 7B {
111 1100 174 124 7C |
111 1101 175 125 7D }
111 1110 176 126 7E ~
Lo stesso argomento in dettaglio: ASCII art.

Esiste anche un tipo di arte, chiamata ASCII art, che consiste nel creare immagini con i caratteri dell'alfabeto ottenendo una grossolana scala di grigi sfruttando il riempimento del carattere.

Ecco un esempio di "ASCII art".
  1. ^ CNN - 1963: The debut of ASCII - July 6, 1999, su edition.cnn.com. URL consultato il 21 marzo 2022.
  2. ^ World Power Systems:Texts:Annotated history of charactercodes, su www.sr-ix.com. URL consultato il 21 marzo 2022.
  3. ^ Federal Information Processing Standards Publication: code extension techniques for use with the 7-bit coded character set of American national standard code for information interchange, National Bureau of Standards, 1974. URL consultato il 21 marzo 2022.
  4. ^ ASCII, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  5. ^ ASCII-American-Standard-Code-for-Information-Interchange, su IONOS Digitalguide. URL consultato il 21 marzo 2022.
  6. ^ (EN) Character encodings, su W3C. URL consultato il 22 giugno 2015.
  7. ^ (EN) Changing an HTML page encoding to UTF-8, su W3C. URL consultato il 22 giugno 2015.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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