Charles Gravier

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Charles Gravier
Alexis-Joseph Mazerolle, Charles Gravier, conte di Vergennes, 1781, Parigi, Musée de l'Armée

Principale Ministro di Stato di Francia
Durata mandato21 novembre 1781 – 13 febbraio 1787
MonarcaLuigi XVI
PredecessoreJean-Frédéric Phélypeaux
SuccessoreÉtienne-Charles de Loménie de Brienne

Segretario di Stato degli Affari Esteri del Regno di Francia
Durata mandato21 luglio 1774 – 13 febbraio 1787
MonarcaLuigi XVI
PredecessoreHenri Léonard Jean-Baptiste Bertin
SuccessoreArmand Marc de Montmorin-Saint-Hérem

Ambasciatore di Francia nell'Impero ottomano
Durata mandato17551768
PredecessoreRoland Puchot
SuccessoreFrançois-Emmanuel Guignard de Saint-Priest

Dati generali
Prefisso onorificoSua grazia/eccellenza
Professionediplomatico
FirmaFirma di Charles Gravier
Charles Gravier di Vergennes
Antoine-François Callet, Conte Charles Gravier di Vergennes, 1774-87, Palazzo di Versailles
Conte di Vergennes
SuccessoreConstantin Gravier
Nome completoCharles Gravier de Vergennes
NascitaDigione, 20 dicembre 1717
MorteVersailles, 13 febbraio 1787
Luogo di sepolturaChiesa di Nostra Signora di Versailles
DinastiaGravier
ConsorteAnne Duvivier
FigliConstantin Gravier
ReligioneCattolicesimo

Charles Gravier, conte di Vergennes (Digione, 20 dicembre 1717Versailles, 13 febbraio 1787), è stato un politico e diplomatico francese, ricoprì anche l'incarico di ministro degli esteri del Regno di Francia.

Nato a Digione, in Francia, fu introdotto al mestiere della diplomazia da suo zio, Théodore Chevignard de Chavigny, sotto cui ottenne il suo primo incarico in Portogallo. Il suo successo nella difesa degli interessi francesi come rappresentante presso l'Elettorato di Treviri, nel 1750 e nei successivi anni, gli permisero di essere inviato nell'Impero ottomano nel 1755, prima come ministro plenipotenziario, quindi come ambasciatore. Nel 1768 fu richiamato in patria, apparentemente a causa del suo matrimonio con Anne Duvivier (1730-1798),[1] ma in realtà poiché il duca di Choiseul non lo ritenne ancora abbastanza competente per provocare una guerra tra l'Impero ottomano e l'Impero russo. Dopo le dimissioni di Choiseul fu inviato in Svezia con l'incarico di aiutare il partito filo-francese degli Hats mediante denaro e consigli. Il colpo con cui Gustavo III rafforzò il suo potere (19 agosto 1772) fu il maggior successo diplomatico francese.

Con la salita al trono di Luigi XVI Gravier divenne ministro degli Esteri. La sua politica fu guidata dalla convinzione che il potere degli stati alla periferia europea, cioè Regno Unito e Impero russo, stava crescendo ed era necessario che diminuisse.

La sua rivalità con gli inglesi e il suo desiderio di vendicare i disastri della guerra dei sette anni, lo portarono a sostenere le Tredici colonie nella guerra d'indipendenza americana, in contrapposizione alla linea del ministro delle finanze, il marchese de Turgot, ostile alle idee repubblicane dei nascenti Stati Uniti.[2] Gravier cercò, attraverso una serie di negoziati, di assicurarsi la "neutralità armata" degli stati del Nord Europa, infine effettuata da Caterina II; allo stesso tempo Gravier approvò l'appoggio di Pierre de Beaumarchais per l'assistenza segreta francese attraverso armi e volontari da inviare agli insorti. Nel 1777 informò il commissario delle Tredici colonie che la Francia riconosceva gli Stati Uniti d'America e desiderava stringere un'alleanza offensiva e difensiva con il nuovo stato. Gravier incoraggiò inoltre Luigi XVI a finanziare una spedizione in Indocina, che servì a gettare le fondamenta della creazione dell'Indocina francese nel secolo successivo.

Nella politica interna Gravier rimase un conservatore prendendo parte agli intrighi per rimuovere Jacques Necker, poiché lo considerava un pericoloso innovatore, un repubblicano, uno straniero e un protestante. Nel 1781 divenne capo del consiglio delle Finanze e, nel 1783, supportò la nomina di Charles Alexandre de Calonne a Contrôleur général des finances (cioè ministro delle Finanze). Gravier morì appena prima dell'Assemblée des notables del 1787, riunione che egli stesso aveva consigliato al re.

  1. ^ Gravier sposò Anne (1730-1798), figlia di Henri Duvivier (nato il 16 ottobre 1699 a Chambéry) e di Maria Bulo di Péra. Lei era vedova di Francesco Testa (1720-1754), appartenente a una delle più antiche e illustri famiglie latine di Pèra, ripetutamente confuso con l'omonimo parente Francesco Testa (1717-1787), laureatosi all'Università di Vienna, e medico di Gravier a Péra.
  2. ^ Mario del Pero, Libertà e impero. Gli Stati Uniti e il mondo 1776-2016, Editori Laterza, p. 6, ISBN 978-88-581-2827-5.
  • (EN) Encyclopædia Britannica, undicesima edizione, disponibile nel pubblico dominio. Essa cita come fonti:
    • (FR) P. Fauchelle, La Diplomatie française et la Ligue des neutres 1780, Parigi, 1893.
    • (EN) John Jay, The Peace Negotiations of 1782—83 as illustrated by the Confidential Papers of Shelburne and Vergennes, New York, 1888.
    • (FR) L. Bonneville de Marsagny, Le Chevalier de Vergennes, son ambassade a Constantinople, Parigi, 1894.
    • (FR) L. Bonneville de Marsagny, Le Chevalier de Vergennes, son ambassade en Suède, Parigi, 1898.
  • (FR) Marie de Testa, Antoine Gautier, "Deux grandes dynasties de drogmans, les Fonton et les Testa" (pagg. 129-147), in Drogmans et diplomates européens auprès de la Porte ottomane, Istanbul, éditions ISIS, 2003.
  • (FR) Antoine Gautier, "Anne Duvivier, comtesse de Vergennes (1730-1798), ambassadrice de France à Constantinople" (pagg. 43-60), in e Bulletin, Association des anciens élèves, Institut National des Langues et Civilisations Orientales, 2005.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Ambasciatore di Francia nell'Impero ottomano Successore
Roland Puchot 17551768 François-Emmanuel Guignard de Saint-Priest

Predecessore Ministro per gli affari esteri del Regno di Francia Successore
Henri Léonard Jean-Baptiste Bertin 21 luglio 1774 – 13 febbraio 1787 Armand Marc de Montmorin Saint-Hérem

Predecessore Primo ministro del Regno di Francia Successore
Jean-Frédéric Phélypeaux 21 novembre 1781 – 13 febbraio 1787 Étienne-Charles de Loménie de Brienne
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