Colline Metallifere

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Disambiguazione – Se stai cercando le colline della provincia di Grosseto, vedi Colline Metallifere grossetane.
Colline Metallifere
Le Colline Metallifere
(vista da Campiglia Marittima)
ContinenteEuropa
StatiItalia (bandiera) Italia
Catena principaleAntiappennino toscano
Cima più elevataCornate di Gerfalco (1 060 m s.l.m.)

Le Colline Metallifere costituiscono il principale e più esteso sistema della pianura e marino dell'Antiappennino toscano. Si estendono nella parte centro-occidentale della Toscana, interessando ben quattro province, la parte sud-orientale della provincia di Livorno, la parte meridionale della provincia di Pisa, la parte sud-occidentale della provincia di Siena e la parte nord-occidentale della provincia di Grosseto (Colline Metallifere grossetane).

Il territorio, se si eccettuano le vette delle Cornate di Gerfalco, del Poggio di Montieri e delle Carline di Travale, che superano i 1000 metri di quota, risulta prevalentemente collinare. Dalle Colline Metallifere nascono diversi corsi d'acqua: tra i più importanti il Cecina, il Cornia, il Merse. Il territorio è caratterizzato dalla presenza nel sottosuolo di risorse minerarie di vario tipo. Tra la provincia di Pisa, di Siena e di Grosseto sono presenti anche fonti di energia geotermica che si manifestano sotto forma di soffioni boraciferi e vengono utilizzate per la produzione di energia elettrica nelle centrali geotermiche presenti nella zona di Larderello.

L'area interessa i territori comunali di Sassetta, San Vincenzo, Campiglia Marittima e Suvereto in provincia di Livorno; Monteverdi Marittimo, Pomarance e Castelnuovo di Val di Cecina in provincia di Pisa; Chiusdino, MonticianoRadicondoli e, in parte, Casole d'Elsa e Sovicille in provincia di Siena; Monterotondo Marittimo, Montieri, Roccastrada, Massa Marittima, Gavorrano, Scarlino, Follonica e la parte settentrionale del comune di Castiglione della Pescaia in provincia di Grosseto.

Già al tempo degli Etruschi, le Colline Metallifere erano conosciute e sfruttate per i giacimenti di ematite, pirite, calcopirite, allume, stibnite, calamina, blenda, galena e cassiterite per l'estrazione della montagna a Monte Valerio di Campiglia Marittima (sfruttato intensamente nella seconda guerra mondiale); l'attività estrattiva continuò sempre incessante e raggiunse il suo picco tra la seconda metà del XIX secolo ed il secondo dopoguerra, quando vennero sfruttati i giacimenti di lignite (miniere di Ribolla e Casteani), declinando poi rapidamente. A servizio di tali miniere fu sviluppata una variegata rete di teleferiche con collegamenti ferroviari e portuali, la maggior parte oramai soppresse. Dell'attività mineraria restano pozzi, gallerie, ferriere, paesi di minatori e ruderi di castelli nati nel medioevo a difesa dei preziosi filoni, soprattutto di rame ed argento, utilizzati per coniare moneta [1].

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