Alberto Helios Gagliardo

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Alberto Helios Gagliardo (Genova, 14 aprile 1893Genova, 20 aprile 1987) è stato un pittore e incisore italiano.

Gagliardo era figlio di Angelo e Luigia Pozzo: il padre svolgeva la professione di orafo.[1] Dal 1909 fu allievo di Tullio Salvatore Quinzio presso l'Accademia ligustica di belle arti, dove si specializzò nelle acqueforti.[2] Nel 1913 esordì presso la mostra organizzata annualmente dalla Società promotrice di belle arti, esponendo un autoritratto ispirato al divisionismo e intitolato Omaggio a Previati.[1] Delle mostre della Promotrice Gagliardo sarà assiduo partecipante fino al 1959; il pittore entrò a far parte anche del gruppo "Pro Cultura Artistica" insieme all'amico Edoardo Firpo e ad altri membri dell'ambiente culturale genovese, tra cui Guido Galletti, Alfredo Ubaldo Gargani e Domenico Guerello.[3] Nel 1922 fu organizzata una sua mostra personale alla Promotrice, mentre nel 1923 espose a Monza per l'Esposizione internazionale delle arti decorative, e in quegli anni si avvicinò all'incisione come forma d'arte.[1]

Nel 1925 partecipò all'Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne a Parigi, proponendo una serie di acqueforti.[1] Nello stesso anno espose anche alla Biennale romana.[2] Nel 1928 prese parte per la prima volta alla Biennale di Venezia,[2] evento cui partecipò con assiduità dal 1930 al 1942.[3] Nel 1930 fu nominato Accademico di merito presso l'Accademia ligustica,[3] e più avanti divenne docente presso la medesima accademia, dirigendo i corsi di pittura, incisione e xilografia.[1] Nel periodo della Seconda guerra mondiale Gagliardo si ritirò a dipingere a Cornia, piccola frazione di Moconesi.[1]

Dopo la fine del conflitto, Gagliardo proseguì l'attività espositiva e presentò sue opere presso numerose mostre, sia in Italia (Genova, Livorno e Torino) che all'estero (Buenos Aires,[1] Lisbona).[3] L'artista morì nel 1987 a Genova.[1] Sue opere si trovano nei musei di Genova, Milano, Savona, Torino, Trieste (Museo Revoltella), Malaga e Parigi.[3]

Negli anni 1910 Gagliardo si avvicinò alla corrente del divisionismo e ne studiò gli stilemi, producendo opere ispirate agli artisti divisionisti.[1] Tra il 1919 e il 1921 Gagliardo si appassionò al simbolismo.[3] Successivamente nell'opera di Gagliardo entrarono temi sociali, spirituali e religiosi.[1]

Incisioni sulla guerra

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Nel giugno 2022 all'Accademia delle arti del disegno sono state esposte le incisioni di Alberto Helios Gagliardo La Guerra[4]. «Il ciclo La Guerra si apre nel 1923 con l'incisione Non fate agli altri ciò che non volete sia fatto a voi stessi e si conclude nel 1940 con Partenze e Brindisi triste unendo nella propria aspra e severa condanna della guerra i due conflitti mondiali». Lo stesso autore conveniva, come molti altri critici, «che il rimando più immediato era al ciclo sugli orrori della guerra di Otto Dix»[5]

  1. ^ a b c d e f g h i j Roberto Massetti, GAGLIARDO, Alberto Helios, su treccani.it. URL consultato il 3 agosto 2020.
  2. ^ a b c GAGLIARDO ALBERTO HELIOS, su enricogallerie.com. URL consultato il 3 agosto 2020.
  3. ^ a b c d e f Remo Alloisio, A. H. GAGLIARDO - Opere della Collezione Proto (PDF), Comune di Ovada, 2003, p. 53. URL consultato il 3 agosto 2020.
  4. ^ Alberto Helios Gagliardo La Guerra (PDF), su aadfi.it.
  5. ^ Matteo Fochessati, Il ciclo La Guerra di Alberto Helios Gagliardo e la memoria del conflitto tra denuncia e retorica del sacrificio, sta in Da Baroni a Piacentini, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria. A cura diGiorgio Rossini e Chiara Masi, San Giorgio Editrice, Genova 2010, pp. 139 - 155

Collegamenti esterni

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