Giulietta Fibbi

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Giulietta Fibbi

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato1963 –
1976
LegislaturaIV, V, VI
Gruppo
parlamentare
Comunista
CollegioFirenze (IV e V) e Bologna (VI)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Comunista Italiano
Professionesindacalista, operaia tessile

Giulietta Fibbi (Fiesole, 4 agosto 1920Roma, 21 gennaio 2018) è stata una politica, sindacalista e partigiana italiana.

Giulietta Fibbi lascia la sua città d’origine, Fiesole, ed emigra con la sua famiglia in Francia quando aveva appena tre anni. Il padre Enrico Fibbi, calzolaio toscano, è costretto ad andar via dall'Italia per le sue idee socialiste e per sottrarsi alle persecuzioni fasciste. Porta la famiglia a Lione, dove Giulietta a 15 anni inizia a lavorare come operaia tessile. Nel 1937, a 17 anni, diviene dirigente dell’Unione delle ragazze francesi della regione del Rodano.[1]

Guerra partigiana

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Con l’inizio della guerra, Giulietta (detta anche Lina) viene arrestata e internata, insieme ad altre dirigenti antifasciste italiane, nel campo di Rieucros. Nello stesso campo di concentramento c'è anche Teresa Noce, che organizza una scuola clandestina di formazione: a Giulietta insegna la politica e corregge l'italiano (oltre a cambiarle il nome in "Lina").

«Giovanna Barcellona, Ada Gobetti, Lina Merlin, Rina Picolato e io. Eravamo in cinque, sono l'unica rimasta - racconta Fibbi, nel novembre 2003 -. Tutti vogliono sapere il giorno della fondazione dei 'Gruppi di difesa della donna e per l’Assistenza ai Combattenti della Libertà', ma io non ricordo se fu proprio il 13 novembre del 1943, non ricordo se nella casa c’era una stufa rossa, ricordo che ci siamo trovate in un appartamento di Milano, ma allora si era costretti a cambiare le case così spesso che è difficile ricordare. Quello che ricordo con certezza è che non ci incontrammo quel giorno per fondare i Gruppi, non sono cose che nascono in un giorno (il 13, il 15?) per decidere la responsabile (Rina Picolato), il nome definitivo, un documento che contenesse lo scopo e gli obiettivi di questa organizzazione. Da quel momento il nostro compito fu quello di estendere l’organizzazione in tutta l’Italia. Bisognava andare in giro, aiutare le donne, verificare i loro compiti, ma soprattutto prendere contatti con le forze cattoliche, liberali e a poco a poco divenne organizzazione in cui erano rappresentate tutte le forze politiche, ma anche di tante donne che volevano fare qualcosa per cacciare i tedeschi e i fascisti. Secondo me i Gdd hanno rappresentato una delle colonne della Resistenza, infatti anche quelle che non vi erano direttamente organizzate, in qualche modo avevano nei Gruppi un referente. Prendiamo le donne della campagna, sono indubbiamente quelle che hanno dato di più: qualche giorno fa sono andata a Siena, ho incontrato una donna che avrà avuto oltre novant’anni; ebbene, durante la Resistenza aveva nascosto nel suo granaio molti soldati. Arrivarono i tedeschi, le chiesero se nascondeva qualcuno e lei negò. Perquisirono, ma non riuscirono a trovare nessuno. Quante donne come questa contadina hanno nascosto, sfamato soldati, renitenti, partigiani! Questa grande partecipazione ha cambiato le donne, non a caso dai Gdd sono nate l’Udi, il Cif e un impegno serio nelle organizzazioni sindacali.»

È il 1941 quando, in seguito alle decisioni degli organi dirigenti del Partito Comunista Italiano, rientra in Italia per svolgere attività cospirative, ma viene arrestata appena varcato il confine a Ventimiglia e portata nel carcere di Firenze, dove rimarrà rinchiusa per sei mesi. In assenza di prove a suo carico, viene rilasciata, ma con un periodo di due anni di ammonizione e, quindi, di sorveglianza speciale.[2]

Il 25 luglio 1943 Giulietta Fibbi, all'età di ventitré anni, è chiamata a impegnarsi nel servizio clandestino della direzione del PCI.

Con la costituzione a Milano (il 20 settembre 1943) del comando generale delle brigate Garibaldi, nell'autunno successivo entra a far parte della segreteria.

Partecipa all’attività preparatoria che condurrà alla costituzione dell’organizzazione dei Gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti per la libertà, insieme a Giovanna Barcellona, Rina Picolato, Ada Marchesini Gobetti, Lina Merlin (Pci, Pda, Psi). Il suo compito prevalente rimane tuttavia quello di addetta all’ufficio di segreteria del comando generale garibaldino. Con questo ruolo svolge numerose e delicate missioni di collegamento, trasmissione di disposizioni, controllo, nei confronti delle formazioni partigiane di diverse regioni e dei triunvirati insurrezionali organizzati in ogni provincia dalla direzione del Pci.[1]

Dopo la liberazione assolve a vari compiti politici e sindacali: tra questi riveste per molti anni il ruolo di segretaria nazionale della Federazione degli operai tessili della Cgil.[3]

«L’8 marzo 1945 i tedeschi erano inferociti perché erano già in ritirata. […] era la Giornata internazionale della donna. Allora chiedemmo a Luigi Longo se avesse qualche idea e lui disse: “mandiamo le donne sulle tombe dei partigiani caduti e facciamo in modo che si possano riconoscere”. Inventammo così il simbolo dell’8 marzo: la mimosa. E fu Longo a inventare la mimosa. La scelse perché è un fiore che si trova facilmente […]. E quel giorno, quell’8 marzo 1945, al Cimitero monumentale di Milano c’erano moltissime donne, tutte con la mimosa, e i tedeschi erano impazziti perché non potevano dire niente […] fu un episodio formidabile.»

Carriera politica

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Giulietta Fibbi con Sandro Pertini e Francesco Cosentino durante la celebrazione del ventennale del voto alle donne il 20 gennaio 1965
Giulietta Fibbi mentre riceve un omaggio floreale dal presidente della Camera dei Deputati Alessandro Pertini in occasione della festa della donna nel 1973

Giulietta Fibbi sarà eletta alla Camera dei Deputati nelle legislature quarta (1963-68), quinta (1968-1972), sesta (1972-1976). È stata componente della XIII Commissione (Lavoro e Previdenza Sociale) dal 1 luglio 1963 al 4 luglio 1968. Trentuno le proposte di legge presentate durante la sua attività di parlamentare tra cui la “Regolamentazione del licenziamento”, presentata insieme a Luigi Berlinguer, durante la IV legislatura. Quattro proposte di cui lei è stata firmataria, sono diventate in seguito legge: Regolamentazione del licenziamento (Atto C.302 del 26 luglio 1963); Accertamenti dei lavoratori agricoli aventi diritto alle prestazioni previdenziali (Atto C.1853 del 13 novembre 1964); ; Perequazione dei trattamenti di maternità e modifiche alla legge 26 agosto 1950, n. 860, concernente le lavoratrici madri (Atto C.795 del 23 dicembre 1968); Piano quinquennale per l'istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato (Atto C.796 del 23 dicembre 1968).

Riconoscimenti

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Marisa Rodano in occasione del 70º anniversario della Liberazione, nel suo intervento presso la Camera dei Deputati ricorda il ruolo prezioso svolto da Giulietta Fibbi durante la Liberazione: "Fu una donna, Giulietta (Lina) Fibbi, che con un viaggio avventuroso recapitò l’ordine dell’insurrezione del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia al CLN dell’Emilia. Per unanime riconoscimento sia del CLN che degli stessi comandi nazisti, senza la partecipazione di massa delle donne, compresa quella alla lotta armata, (si pensi ai reparti delle Volontarie della libertà e alle staffette) la lotta di Liberazione non sarebbe stata vittoriosa".[4]

  1. ^ a b Donne e Uomini della Resistenza: Giulietta Lina Fibbi, su ANPI. URL consultato il 27 marzo 2020.
  2. ^ Lina Fibbi, una storia partigiana, su rassegna.it. URL consultato il 27 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2020).
  3. ^ (IT) Enzo Collotti, Dizionario della Resistenza, G. Einaudi, 2006, p. 830, ISBN 978-88-06-18247-2, OCLC 612180115. URL consultato il 27 marzo 2020.
  4. ^ Intervento di Marisa Rodano alla Camera dei deputati in occasione del 70imo anniversario della Liberazione., su eticaPA, 26 aprile 2015. URL consultato il 27 marzo 2020.
  • Marina Addis Saba, Partigiane. Tutte le donne della Resistenza , Mursia, Varese, 1998;
  • Dizionario della Resistenza - A cura di Enzo Collotti, Renato Sandri e Frediano Sessi (Giulio Einaudi Editore)
  • Guido Gerosa, Le compagne, Rizzoli 1979, p.11

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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