Pietro Pensa

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Pietro Pensa

Pietro Pensa (Esino Lario, 17 giugno 1906Bellano, 1996) è stato un ingegnere e dirigente d'azienda italiano attivo nel settore delle macchine per il movimento della terra; scrittore e alpinista, fu sindaco di Esino Lario e presidente della comunità montana della Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Riviera.

Pietro Pensa, figlio del maestro e direttore didattico Giuseppe Pensa e di Rita Fontana, è il secondogenito con la sorella Massima (1905-). Cresce a Milano trascorrendo le vacanze a Esino Lario e Bene Lario. Si laurea in ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Milano mentre frequenta la scuola militare per ufficiali degli Alpini. Nel 1923 conosce Jolanda Cerpelli, figlia dell'ing. Attilio Cerpelli, imprenditore e deputato liberale. Si sposano nel 1932 e dal matrimonio nasceranno quattro figli, l'ingegnere e imprenditore Giovannimaria (1934-2006), il cardiochirurgo Piermaria (1938), l'ingegnere e imprenditore Carlo Maria (1940) e Albrizia[1] Maria (1943), professoressa di matematica. Si trasferisce appena dopo il matrimonio a La Spezia dove inizia a lavorare nella ditta Cerpelli del suocero. Nel giro di alcuni anni diventa responsabile tecnico e segue lo sviluppo delle applicazioni di pompe sulle navi e nelle miniere. Per queste applicazioni viaggia in Unione Sovietica più volte negli anni trenta, durante l'epoca di Stalin. Denuncia sabotaggi nell'installazione degli impianti[non chiaro] e rischia la vita in fondo ad una miniera, salvato grazie dall'aiuto dell'interprete[2].

Alla fine degli anni trenta lascia La Spezia e si trasferisce a Milano, trovando impiego nella ditta di macchinari Vender. L'azienda vince un bando di concorso dell'esercito per l'acquisto di trattori e progetta e realizza i primi mezzi cingolati, che diventeranno poi il suo principale lavoro di progettista su motori e cingoli. Allo scoppio della seconda guerra mondiale viene richiamato come capitano degli alpini ma poi esonerato dall'andare al fronte per proseguire la produzione di trattori per l'esercito. Durante i bombardamenti trasferisce la sua famiglia a Esino Lario. Dopo la seconda guerra mondiale l'azienda Vender cresce e Pietro Pensa registra diversi brevetti. Costruisce il trattore cingolato più grande e più potente mai realizzato sino ad allora[3], i cui esemplari vennero mandati in Africa ed in Australia a dissodare terreni e foreste vergini. Seguendo le macchine, gira il mondo. Negli anni sessanta l'azienda Vender viene ceduta alla società americana Allis. Studia, disegna e realizza in proprio un trattore con caratteristiche innovative che gli permise di diventare direttore tecnico della multinazionale Massey Ferguson nel nuovo stabilimento di Aprilia dove si dovevano costruire pale ed escavatori. Crea un ufficio tecnico coinvolgendo il figlio Carlo Maria e realizza una gamma di nuove macchine. In pensione collabora come consulente con l'azienda nello stabilimento di Como e progetta e sviluppa sempre insieme al figlio Carlo Maria nuovi trattori idrostatici. Quando la Massey Ferguson, per ragioni commerciali, decide di cedere la produzione delle macchine movimento terra e dismette gli stabilimenti italiani, lascia definitivamente il lavoro di progettista e si dedica interamente alla scrittura e al lavoro di storico. Muore a Bellano nel 1996[4].

Altre attività

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Oltre all'attività professionale di ingegnere, Pietro Pensa svolge come volontario numerose attività nell'amministrazione pubblica. È autore di pubblicazioni e opere pittoriche e a partire dal 2007 le sue imprese di alpinista sono state documentate e giudicate eccezionali[5].

Amministrazione pubblica

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Negli anni trenta progetta gratuitamente la sistemazione delle baite del Moncodeno e ne cura la realizzazione. Viene eletto sindaco di Esino Lario nel 1956 e progetta grandi infrastrutture per il paese[6]. Con i trattori di nuova progettazione, che mandava gratuitamente a collaudare, apre le strade che collegano il paese alle due frazioni di Ortanella e di Cainallo. Realizza acquedotti, stazioni di pompaggio, uno dei primi depuratori della zona, l'allestimento del Museo delle Grigne, scuola elementare, scuola dell'infanzia, cinema, porfidatura, parcheggi, strade e loro asfaltatura e il collegamento viario con la Valsassina con il capocantiere Antonio Viglienghi[7]. Un'opera ancora fondamentale per il paese di Esino Lario è il grande acquedotto che dalla Valsassina porta l'acqua al paese. Diviene presidente del Consiglio di Valle della Valsassina che anticipava con un organismo volontario le future Comunità Montane; realizza la Prealpina Orobica, il collegamento intervallivo con la Bergamasca. Viene poi chiamato a far parte della commissione regionale per la stesura della legge sulle Comunità Montane e, alla loro costituzione, diviene il primo presidente della Comunità Montana della Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Riviera dove avvia la nuova Ballabio-Lecco e il collegamento tra Vendrogno e Taceno.

Opere letterarie e scritti

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Archivio Pietro Pensa, investitura feudale, Cosso in Valtellina, 16 maggio 1324

Pietro Pensa è autore di romanzi e di numerosi articoli, saggi e pubblicazioni di storia locale[8]. Nella sua attività di studioso si è dedicato in particolare alla storia, alla cultura e all'ambiente del Lario orientale, concentrandosi sulla Valsassina, la Riviera orientale del lago di Como, la Valtellina e su Esino Lario e Lecco. Federico Cereghini descrive il lavoro di storico di Pietro Pensa con le parole "Le sue voluminose opere, ritengo, siano una pietra miliare e una sorta di enciclopedia della cultura comasca tra lago e montagna"[9].

L'Ambrosino d'oro è un romanzo storico ambientato nelle valli del Lario nel 1446 all'epoca della repubblica ambrosiana. Il testo è pubblicato nel 1956 con prefazione di Emilio Guicciardi. Nel 1960 pubblica il suo primo libro di storia locale L'assedio del Medeghino in Lecco e collabora con le riviste "Pagine di vita lecchese", "La Martinella di Milano", "Economia Lariana", il "Periodico della Società Storica Comense" con contributi sulle fortificazioni, le vie di comunicazione, la toponomastica, la geologia, i rapporti tra Como e Milano, le vicende legate al ferro ed al suo utilizzo. Scrive due capitoli riguardanti Il castello di Lecco e Il ponte sull'Adda nel secondo volume dell'Antologia Larius diretta da Pietro Gini. Nel 1973, con la collaborazione della moglie Yolanda, pubblica Manzoni nostro - Rivendichiamo il Manzoni ai Manzoni; nel 1977 Il ferro della Valsassina e del Lecchese. La ricerca sulle famiglie del lecchese e della Valsassina porta alla stesura del volume Le antiche famiglie nobili e notabili del Lario orientale ed è origine di un'indagine approfondita della storia della famiglia Pensa che segue e documenta sino al 1300 nelle sue vicende riguardanti Esino e Aosta. Nel marzo del 1979 inizia, con il primo volume Il Territorio, la serie intitolata Introduzione al Lario, promossa dalla Comunità Montana per far conoscere e per divulgare nelle scuole la geologia, la storia, il folclore e la cultura del territorio. Gli scritti si arricchirono e diventano una sola opera, la pubblicazione Noi gente del Lario, considerata la sua opera più significativa[10] Nel 1984 pubblica La strada del Viandante, un romanzo storico ambientato sulle montagne del Lario al tempo di San Carlo. Pubblica i due volumi di L'Adda, il nostro fiume all'interno dei quali sviluppa e completa il lavoro già iniziato con gli altri suoi scritti, ampliandolo all'intero bacino dell'Adda[11].

In un'intervista[12] racconta che nei suoi studi sono due le caratteristiche che emergono dalla gente del Lario: da una parte la costante miseria e dall'altra l'insofferenza ai padroni.

Il lavoro di ricerca lo porta a produrre e accumulare nel corso degli anni un'ingente quantità di materiale documentario e librario che oggi costituisce l'Archivio Pietro Pensa[13].

  • L'ambrosino d'oro, ed. Cavallotti, Milano, 1956.
  • L'assedio del Medeghino in Lecco, ed. Bartolozzi, Lecco, 1960.
  • Il Panorama Geologico della Montagna Orientale del Lario, (con A. Pollini), ed. Bartolozzi, Lecco, 1971.
  • Manzoni nostro, (con Jolanda Cerpelli), ed. Bartolozzi, Lecco, 1973. Un saggio su Alessandro Manzoni.
  • Le antiche famiglie nobili e notabili del Lario orientale, ed. La Quercia, Milano, 1976.
  • Il ferro della Valsassina e del Lecchese, ed. Comunità Montana Valsassina Val Varrone Val d'Esino e Riviera, Grafica Comense, Tavernerio, 1977.
  • Introduzione al Lario: il territorio, a cura della Comunità Montana Valsassina Val Varrone Val d'Esino Riviera, Grafica Comense, Tavernerio, 1979.
  • Noi gente del Lario, ed. Cairoli, Como, 1981.
  • La strada del Viandante, ed. Cairoli, Como, 1984.
  • L'Adda, il nostro fiume, ed. CBRS, Lecco, tre volumi, 1990, 1992, 1997[14].

Negli anni trenta si dedica ad alcune imprese alpinistiche, seguito da Piero Gulfi e Mario Bertarini[15]. Apre diverse vie e in particolare le sue ascese al Pizzo d'Eghen sono oggi considerate "tra le più difficili scalate su calcare portate a termine prima della seconda Guerra Mondiale nelle Alpi Centrali"[16]. Le vie aperte da Pietro Pensa non vengono ripetute e solo nel 2003 si cominciano a percorrere. La difficoltà della via dello spigolo nord aperta da Pietro Pensa viene riconosciuta da ripetitori di fama nel 2003 e definita via dolomitica con tratti continui di VI atletico obbligato affrontata da Pietro Pensa con pedule leggere, senza protezioni, frends e dadi e con pochissimi rudimentali chiodi[17]. La via Battaglione Morbegno aperta da Pietro Pensa viene giudicata inizialmente al massimo di IV e IV+, con un passaggio verosimilmente di A1[18]; in realtà nel 2004 viene tentata la salita che Pietro Pensa aveva definito "impegnativa" da Cendali, Festorazzi e Galperti, ma gli arrampicatori sono costretti a retrocedere; solo nel 2005 Pietro Buzzoni riesce la salita e descrive il primo tratto di V, seguito poi da una placca rossa con traverso esposto e difficile (ora proteggibile con un chiodo a lama), che Pietro Pensa superò a vista, senza protezioni e con difficoltà ora stimate di VI/VI+, sopra 400 metri di vuoto, forse senza chiodi[19]. In omaggio all'abilità come alpinista di Pietro Pensa gli viene dedicato nel 2007 il libro Calcare d'autore, arrampicare nella Grigna dimenticata e sconosciuta[20]. Oltre alle scalate della Grigna, Pietro Pensa esplora la Ghiacciaia del Moncodeno scendendo nel "sorel" che porta l'aria fredda nella grande grotta a formare le colonne di ghiaccio, un tempo utilizzate per rifornire gli alberghi del lago e di Milano; scende con la corda tenuta dal capomastro che al tempo curava i lavori delle baite ed esplora una grande sala di ghiaccio.

Fotografia, disegno e pittura

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Fin dagli anni trenta Pietro Pensa realizza disegni, opere pittoriche e xilografie. La sua produzione artistica si concentra sui paesaggi montani e i suoi mestieri tradizionali. Come strumento di lavoro realizza fotografie preparatorie per disegni e quadri. Una sua tela partecipa alla prima edizione del Premio Cremona del 1939 intitolata "Non so se la mia parola sia giunta a voi ma il mio cuore si (M.)", il tema del premio era Ascoltando alla radio un discorso del Duce.[21] La tela di 140x100 cm rappresenta una scena di interno; quattro adulti e un bambino in piedi sono ritratti mentre ascoltano la radio; in primo piano, insieme all'uomo più anziano c'è un infante disteso nella culla. I volti, gli sguardi bassi, le mani contratte e i colori cupi esprimono preoccupazione e angoscia. I protagonisti del quadro hanno i lineamenti di una famiglia di Esino Lario. Dopo la guerra Pietro Pensa cancellò il quadro che ritraeva Mussolini appeso alle spalle dei protagonisti; il profilo della cornice è ancora visibile sulla tela. La foto originale è pubblicata nei due cataloghi della mostra.[21][22][23]

Riconoscimenti

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A Pietro Pensa sono dedicati la piazza del municipio e la scuola dell'infanzia di Esino Lario, il collegamento della Valsassina tra Parlasco ed Esino Lario con una lapide commemorativa al Passo d'Agueglio e la sala riunioni della Comunità montana della Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Riviera[24] e il primo tratto della pista ciclabile lungo l'Adda a Pescate[25]. Pietro Pensa è insignito della Commenda al merito della Repubblica. È membro dal 1961 della National Geographic Society[26] e socio del Centro Studi Storici di Val Menaggio[9]. Nel 1991 riceve il riconoscimento di cittadino benemerito del Comune di Lecco[27]

  1. ^ Il nome Albrizia viene dall'avo Albritius, primo dei Pensa documentati, che, notaio nel 1370, rogava gli atti ad Esino e a Varenna; Carlo Maria Pensa, Pietro Pensa raccontato dal figlio Carlo Maria in Pietro Pensa in L'adda, il nostro fiume, volume III, edizioni cultura "il punto stampa", c-b-r-s. editrice Lecco, 1997, pp. 9-15.
  2. ^ Carlo Maria Pensa, Pietro Pensa raccontato dal figlio Carlo Maria in Pietro Pensa in L'adda, il nostro fiume, volume III, edizioni cultura "il punto stampa", c-b-r-s. editrice Lecco, 1997, pp. 9-15.
  3. ^ Ibidem.
  4. ^ Si è spento il cantore dell'Adda: Pietro Pensa era autore di apprezzati libri del nostro territorio in "Il Giornale di Lecco, 21/10/1996, p. 2; Marco Folcio, Raccontò il nostro lago e "cantò" la terra lariana: "Pensa, ci mancherai" in "La Gazzetta di Lecco e provincia", 25/10/1996.
  5. ^ Pietro Buzzoni, Andrea Spandri, Giuseppe Carì, Calcare d'autore, arrampicare nella Grigna dimenticata e sconosciuta, Comunità Montana Valsassina, Val Varrone, Val d'Esino e Riviera e il Parco Regionale della Grigna Settentrionale, editore Bellavite, 2007. Il libro è dedicato a Pietro Pensa. Il ruolo significativo di Pietro Pensa come alpinista ma anche come storico è inoltre documentato nell'articolo di Eugenio Pesci, Grigne for ever (con foto di Pietro Buzzoni, Fabio Cameroni, Riky Felderer e Marino Marzorati) in "Alp", n. 247, 11/2007, pp. 54-61.
  6. ^ Addio al "sindaco" Pensa: Una folla commossa ai funerali del protagonista della vita del paese. Fascia tricolore e cappello alpino sulla bara in "La Provincia", 23/10/1996, p. 13.
  7. ^ Un articolo di "La Provincia" del 25/08/1964 definisce la strada "una delle più importanti strade panoramiche della nostra Provincia e costituisce per molti chilometri un interrotto balcone a sorpresa con rapidi ed inaspettati mutamenti di panorami e di inquadrature" in Collegate Val d'Esino e Valsassina: Un'opera intuita e realizzata da Pietro Pensa, pioniere dei collegamenti intervallivi in "Il punto stampa", agosto/settembre 1999, p. 34.
  8. ^ Elenco dei libri e degli articoli di Pietro Pensa sul sito dell'Archivio Digitale Pietro Pensa.
  9. ^ a b Federico Cereghini Ricordo di Pietro Pensa in "il confine", novembre 1996, p. 7.
  10. ^ G. Pagani Il signore della Storia: La morte di Pietro Pensa e Federico Cereghini Ricordo di Pietro Pensa in "il confine", novembre 1996, p. 7.
  11. ^ Alla figura e all'opera di Pietro Pensa "Il punto stampa" dedica serie di articoli di Claudio Redaelli e di Angelo Sala.
  12. ^ Rosaria Marchesi, È in corsa col tempo: L'intensa vita dell'ing. Pietro Pensa in "Corriere della Provincia", 11/07/1988.
  13. ^ Il sito dell'Archivio Pietro Pensa http://archivio.pietro.pensa.it; il sito dell'Archivio Digitale Pietro Pensa http://pietro.pensa.it/Archivio_Pietro_Pensa Archiviato l'8 agosto 2012 in Internet Archive..
  14. ^ Il terzo volume di L'Adda, il nostro fiume è pubblicato postumo a cura di Angelo Sala.
  15. ^ La prima ascesa è del 26 settembre 1936. Riccardo Cassin insieme ad Annibale Rota annota "il 26 settembre sulla parete ovest del Pizzo… viene percorso un superbo itinerario da Pietro Pensa e Mario Bertarini" in Le montagne di Lecco, 1984, p. 102 citato da Eugenio Pesci, Grigne for ever (con foto di Pietro Buzzoni, Fabio Cameroni, Riky Felderer e Marino Marzorati) in "Alp", n. 247, 11/2007, pp. 54-61.
  16. ^ Eugenio Pesci, Grigne for ever (con foto di Pietro Buzzoni, Fabio Cameroni, Riky Felderer e Marino Marzorati) in "Alp", n. 247, 11/2007, p. 58.
  17. ^ Eugenio Pesci, Grigne for ever (con foto di Pietro Buzzoni, Fabio Cameroni, Riky Felderer e Marino Marzorati) in "Alp", n. 247, 11/2007, p. 57.
  18. ^ Claudio Cinea, Scalate nelle Grigne, 1975.
  19. ^ Ibidem, p. 58 e 61.
  20. ^ Pietro Buzzoni, Andrea Spandri, Giuseppe Carì, Calcare d'autore, arrampicare nella Grigna dimenticata e sconosciuta, Comunità Montana Valsassina, Val Varrone, Val d'Esino e Riviera e il Parco Regionale della Grigna Settentrionale, editore Bellavite, 2007.
  21. ^ a b Comitato manifestazioni artistiche Cremona (a cura di), Premio Cremona, catalogo delle opere esposte alla mostra, I, Cremona, 1939.
  22. ^ Comitato manifestazioni artistiche Cremona (a cura di), Premio Cremona, catalogo delle opere esposte alla mostra, II, maggio-luglio XVII 1939.
  23. ^ » ESINO: PIETRO PENSA TRA MITO, OPERE E FASCISMO. E UNA RICERCA…, su valsassinanews.com. URL consultato il 26 maggio 2021.
  24. ^ Cladio Bottagisi, Esino-Parlasco, avanti le auto: Inaugurato il cippo che ricorda l'ingegner Pietro Pensa, "costruttore e pioniere della strada" in "Il punto stampa", luglio 1999, p. 26.
  25. ^ Restauri a San Tomaso e in bici lungo l'Adda: La pista ciclabile verrà intitolata a Piero Pensa in "Il punto stampa", maggio 1999, p. 18.
  26. ^ Archivio Pietro Pensa, certificato della National Geographic Society e lettera, 01/01/1961.
  27. ^ Ernesto Longhi, Pensa, due volte benemerito: Clamoroso infortunio del Consiglio che attribuisce l'attestato alla scrittore e storico già premiato nel 1991 in La Provincia di Lecco, 23/11/1997.
  • Pietro Buzzoni, Andrea Spandri, Giuseppe Carì, Calcare d'autore, arrampicare nella Grigna dimenticata e sconosciuta, Comunità Montana Valsassina, Val Varrone, Val d'Esino e Riviera e il Parco Regionale della Grigna Settentrionale, editore Bellavite, 2007. Il libro è dedicato a Pietro Pensa.
  • Eugenio Pesci, Grigne for ever (con foto di Pietro Buzzoni, Fabio Cameroni, Riky Felderer e Marino Marzorati), in "Alp", n. 247, 11/2007, pp. 54–61.
  • Carlo Maria Pensa, Pietro Pensa raccontato dal figlio Carlo Maria, in Pietro Pensa,L'adda, il nostro fiume, volume III, edizioni cultura "il punto stampa", c-b-r-s. editrice Lecco, 1997, pp. 9–15.
  • Barbara Garavaglia, L'addio a Pietro Pensa, grande storico dell'Adda, in "Il Resegone", n. 40, 25/10/1996.
  • Federico Cereghini, Ricordo di Pietro Pensa in "il confine", novembre 1996, p. 7.
  • Giuseppe Leone, Pubblicato, a un anno dalla morte, l'ultimo volume della trilogia di Pietro Pensa. L'Adda il nostro fiume. Un'opera che mancava, ora il territorio è meno povero, in Asfat, Anno II, n.4, dicembre 1997.
  • Rosaria Marchesi, È in corsa col tempo: L'intensa vita dell'ing. Pietro Pensa, in "Corriere della Provincia", 11/07/1988.
  • Giuseppe Leone, Pietro Pensa, uno storico attento e appassionato. Collocò la religiosità dell'Adda fra tradizione cristiana e moralismo romano, su "Ricorditi di me...", in Lecco 2000, Lecco gennaio 1998.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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