Calogero Volpe

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Calogero Volpe

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaAC, I, II, III, IV, V, VI, VII
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CollegioPalermo
Incarichi parlamentari
  • Membro dell'Assemblea Costituente dal 15 luglio 1946 al 31 gennaio 1948
  • Componente della I Commissione (Affari Interni) dall'11 giugno 1948 al 1º luglio 1949
  • Componente della X Commissione (Industria e Commercio) dal 1º luglio 1949 al 24 giugno 1953 e dal 1º luglio 1953 all'11 giugno 1958
  • Componente della IX Commissione (Lavori Pubblici) dal 1º luglio 1961 al 15 maggio 1963
  • Componente della XII Commissione (Industria e Commercio) dal 12 giugno 1958 al 30 giugno 1962
  • Componente della Commissione Speciale per l'esame del Disegno di Legge N.3906 "Istituzione dell'Ente per l'Energia Elettrica e trasferimento ad esso delle imprese esercenti le industrie elettriche" dal 27 giugno 1962 al 15 maggio 1963
  • Sottosegretario di Stato ai Trasporti dal 2 aprile 1960 al 26 luglio 1960 e dal 28 luglio 1960 al 21 febbraio 1962
  • Componente della X Commissione (Trasporti) dal 1º luglio 1963 al 20 gennaio 1964, dal 23 aprile 1970 al 24 maggio 1972 e dal 25 maggio 1972 al 4 luglio 1976
  • Componente della Commissione Speciale per l'esame del Disegno di Legge N.1450 "Bilancio dello Stato per il periodo 1º luglio-31 dicembre 1964" dal 19 maggio 1964 al 4 giugno 1968
  • Sottosegretario di Stato alla Sanità dal 25 luglio 1964 al 23 febbraio 1966, dal 26 febbraio 1966 al 24 giugno 1968 e dal 26 giugno 1968 al 12 dicembre 1968
  • Componente della XIV Commissione (Igiene e Sanità Pubblica) dal 10 luglio 1968 al 27 marzo 1970
  • Sottosegretario di Stato alle Poste e Telecomunicazioni dal 14 dicembre 1968 al 5 agosto 1969 e dal 7 agosto 1969 al 27 marzo 1970
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Titolo di studioLaurea in medicina e chirurgia
ProfessioneMedico chirurgo

Calogero Volpe (Montedoro, 15 agosto 1910Roma, 3 agosto 1976) è stato un politico, medico e mafioso italiano appartenente alla Democrazia Cristiana e deputato della Repubblica Italiana sin dalla Costituente e fino alla morte.

Fu presidente dell'Ente Nazionale Zolfi Italiani, sottosegretario di stato dal 1960 al 1970, primo firmatario e relatore della Legge per l'attribuzione della professionale ai minatori delle miniere di zolfo, e sindaco di Montedoro per 16 anni.

Il giornalista e scrittore Michele Pantaleone del quotidiano L'Ora lo definì mafioso in una sua pubblicazione alla fine degli anni Sessanta. Processato a Torino per calunnia, il giornalista socialista siciliano venne assolto[1].

Il sociologo e attivista Danilo Dolci, con un dossier (riprodotto nel libro Chi gioca solo del 1966) presentato nel 1965 durante una conferenza stampa seguita a un'audizione della Commissione antimafia, accusò di collusioni con la mafia Volpe (allora sottosegretario alla Sanità), il ministro del Commercio con l'estero Bernardo Mattarella, il senatore Girolamo Messeri ed altri notabili della Democrazia Cristiana. Mattarella e Volpe lo querelarono e dopo un tormentato percorso processuale durato sette anni Dolci fu condannato per diffamazione a due anni di reclusione, che non scontò per effetto dell'indulto approvato l'anno precedente. Durante la sua testimonianza al processo, Volpe ammise pubblicamente di aver conosciuto e frequentato i noti boss mafiosi Calogero Vizzini, Giuseppe Genco Russo e Michele Navarra[2].

In un libro di memorie, l'onorevole democristiano Giuseppe Alessi (primo Presidente della Regione siciliana) scrisse:

«[nel 1944] Alla riunione del comitato provinciale si presentò un gruppo guidato dall'allora soltanto dottore Calogero Volpe, che accompagnava i rappresentanti dello schieramento del "Vallone", da lui capeggiato, fino allora vivacemente separatista e prosperato sotto il patronato del prefetto [Angelo] Cammarata; ora che prefetto era [Salvatore] Aldisio, quello schieramento col suo capo si era deciso ad entrare nel partito della Dc. Da parte mia non espressi alcuna opposizione di carattere personale verso i singoli: ma pretesi che ognuno presentasse singolarmente la domanda nelle sezioni, già costituite nei paesi del "Vallone". Il dottor Volpe fu preciso e deciso nella replica: tutto il gruppo entrava nel suo complesso organico, senza che il partito si permettesse di esaminare la posizione di ognuno dei componenti. Obiettai che in tal caso si trattava non già della richiesta dei singoli di entrare nel nostro partito, ma di una fusione tra due partiti; aggiunsi francamente che mi opponevo alla proposta così formulata, anche perché quello schieramento aveva dei contrafforti nell'onorata società, che a Mussomeli si esprimeva nella figura di Genco Russo. Si badi, e lo sottolineo con vigore: dissi, e ancora affermo, che non intendevo esprimere giudizi di carattere morale o di carattere religioso, perché non ne avevo diritto; debbo precisare che pronunziavo un giudizio di carattere strettamente politico[3]»

  1. ^ 'VI DICO I NOMI DEI PADRI DELLA MAFIA', su ricerca.repubblica.it, 11 ottobre 1996.
  2. ^ Andrea Barberi, Il sottosegretario alla Sanità era medico dei capi-mafia Genco Russo e Calò Vizzini (PDF), in L'Unità, 23 marzo 1966.
  3. ^ Vecchie storie di mafia e Dc - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 28 aprile 2022.

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