Gad Lerner

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Gad Lerner nel 2010

Gad Eitan Lerner, noto semplicemente come Gad Lerner (in ebraico גד איתן לרנר?; Beirut, 7 dicembre 1954), è un giornalista, conduttore televisivo e saggista italiano.

Lerner è nato a Beirut, in Libano, il 7 dicembre del 1954 in una famiglia ebraica stabilitasi in Israele. Il padre, Moshé, nacque nell'allora kibbutz di Haifa da genitori ashkenaziti originari di Drohobyč, una cittadina della Galizia (al secolo una provincia dell'Impero austro-ungarico, oggi parte dell'Ucraina), mentre la madre, Revital Taragan, nacque invece a Tel Aviv, ma crebbe in Libano, da Joseph e Zipora Taragan, rispettivamente un ricco mercante turco sefardita e la figlia di due intellettuali lituani ashkenaziti aderenti al movimento politico Hovevei Zion.[1]

Lerner ha vissuto a Milano sin dall'età di tre anni. Nel 1967 ha chiesto la cittadinanza italiana cui aveva diritto in quanto apolide residente stabilmente nel Paese da dieci anni ma la domanda è stata accolta solo nel 1986, dopo quasi 30 anni di soggiorno ininterrotto nel Paese, grazie al primo matrimonio contratto con una cittadina italiana.[2][3]

Ha frequentato il liceo classico Giovanni Berchet.[4] Si è sposato in seconde nozze con Umberta e ha cinque figli.[5] È proprietario di una cascina, dove coltiva uva da vino barbera e nebbiolo. Fin da bambino è tifoso dell'Inter.[6]

Carriera giornalistica

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Comincia l'attività giornalistica nel 1976 nel quotidiano Lotta Continua[7], organo dell'omonimo movimento politico di sinistra extraparlamentare, fino a diventarne vice-direttore. L'attività nel quotidiano durerà in tutto tre anni, terminando nel 1979[8]. In seguito lavora al quotidiano Il Lavoro di Genova, a Radio Popolare, al quotidiano il manifesto e al settimanale L'Espresso. Il salto di qualità e la fama arrivano con la televisione, con una serie di programmi firmati e condotti in video per Rai 3, tra cui Profondo Nord, la cui scenografia era dominata da una cartina dell'Italia sottosopra, e Milano, Italia, preceduti da un programma di una sola puntata dal titolo Nella tana della Lega, nel quale per primo inizia ad interessarsi e a dare voce al fenomeno politico della Lega Nord, che in quegli anni stava ottenendo i primi successi elettorali in Lombardia ma contava ancora soltanto due parlamentari.

Erano gli anni di Tangentopoli, dell'ascesa della Lega Nord, dell'entrata in politica di Silvio Berlusconi, del governo de L'Ulivo, del Trattato di Maastricht e dell'integrazione europea, e Lerner condusse con una forte impronta personale programmi popolari che vertevano prevalentemente sui temi al centro del dibattito partitico ed economico-finanziario. Tornato alla carta stampata dal 1993 al 1996 è stato vicedirettore de La Stampa, allora diretta da Ezio Mauro, prima di tornare nuovamente in Rai per condurre su Rai 1 e poi su Rai 2, Pinocchio (1997-1999).

Direzione del TG1

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Nell' aprile 2000 ottiene la direzione del TG1, da cui si dimetterà in seguito. Durante il suo breve mandato come direttore del TG1 Lerner fu oggetto di molte critiche, tra cui non avere mandato in onda la penultima intervista del giudice Paolo Borsellino, ucciso in un attentato mafioso otto anni prima[9]; le dimissioni avvengono a seguito delle polemiche scaturite da un servizio sulla pedofilia, contenente immagini pedopornografiche (in realtà foto di minori tratte da una sorta di album sequestrato e consegnato ai cronisti dalla polizia stessa, secondo lo stesso Lerner, e solo per pochi istanti)[10], mandato in onda nell'edizione di prima serata del giornale contro un preciso divieto del giornalista stesso.[10] Nel discorso che tiene in TV con cui rassegna le dimissioni il giornalista afferma di essere stato colpevolmente disattento e in chiusura riferisce di un episodio in cui il presidente della Commissione di Vigilanza RAIMario Landolfi di Alleanza Nazionale – nel corso di un pranzo gli avrebbe chiesto di "sistemare" una persona passandogli un biglietto[11]. Landolfi ammette di aver agito in modo "inopportuno"[12] e allo stesso tempo querela Gad Lerner per diffamazione. I giudici assolveranno Gad Lerner ritenendo che «la risposta critica e pubblica del dottor Lerner fosse forte ma legittima»[13].

Nel 2001 passa a LA7 (ex Telemontecarlo), dove, per un breve periodo, assume l'incarico di direttore dei notiziari. Ė l'ultimo direttore delle vecchie TMC News e primo direttore del nuovo TG LA7. Per qualche anno scrive come editorialista sul Corriere della Sera. Sempre su LA7 conduce il programma di approfondimento L'infedele, è un ascoltato consulente sui temi della comunicazione per personalità politiche, collabora al quotidiano la Repubblica, ai settimanali Vanity Fair Italia e Nigrizia. Nel luglio 2010 la portavoce del governo siriano ha negato a Gad Lerner la possibilità di ottenere un visto per visitare la Siria, nonostante la sua collega Alix Van Buren abbia cercato di metterlo in ottima luce: «Difende spesso le comunità musulmane in Italia e il loro diritto di avere le moschee [...] [è un] ebreo indipendente (cioè non appartiene a nessuna lobby) [...], uno dei firmatari dell'appello scritto da un gruppo di ebrei europei contrario alle politiche del governo israeliano presieduto da Benjamin Netanyahu»[14].

È autore di alcuni libri, tra cui Operai, del 1988, Il millennio dell'odio, del 2000 e Tu sei un bastardo, pamphlet sul meticciato sociale e culturale dell'epoca odierna. Nel libro Scintille (2009) parla del suo ritorno ai luoghi di famiglia: l'Ucraina e il Libano. Con il libro ha ricevuto una candidatura al premio Alabarda d'oro 2010. Dopo la chiusura de L'infedele, nel dicembre 2012, Lerner passa a condurre il nuovo programma di LA7 Zeta, a partire dal 25 gennaio 2013 nella seconda serata del venerdì.[15]

Addio a La7 e la Repubblica

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Il 9 luglio 2013, con un post apparso sul suo blog, il giornalista ha ufficializzato l'addio a LA7, dopo 12 anni di collaborazione.[16] Nei primi mesi del 2014 approda a La EFFE, prima con alcuni speciali televisivi, poi con una vera e propria trasmissione dal titolo Fischia il vento.

Il 9 giugno 2015 decide di lasciare la Repubblica perché non pagato adeguatamente, interrompendo così un rapporto di lavoro con il quotidiano di riferimento della sinistra che durava dal 2005.[17]

Ritorno alla Rai

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Nel 2017 Gad Lerner torna a lavorare alla Rai con il programma Operai, in onda su Rai 3 in seconda serata. Il programma, suddiviso in un corpo di sei puntate, è stato scritto dallo stesso Lerner a quattro mani con Laura Gnocchi. Si tratta di un'inchiesta sul mondo del lavoro nella società contemporanea.[18]

Nel 2018 conduce La difesa della razza, un programma di inchiesta giornalistica sulle nuove forme di razzismo presenti in Italia, in onda su Rai 3 in prima serata. Il titolo del programma si ispira all'omonima rivista italiana di ispirazione razzista e antisemita in concomitanza con l'anniversario degli 80 anni dalla pubblicazione in Italia delle leggi razziali fasciste, nel 1938, durante il regime fascista.

Il 3 giugno 2019 inizia un nuovo programma, L'approdo, sempre in onda su Rai 3. Il programma è suddiviso in cinque puntate ed esplora la realtà sociale e politica italiana.[19] Il ritorno di Gad Lerner alla Rai ha sollevato critiche da parte del segretario della Lega, Matteo Salvini, e del consigliere Rai in quota Fratelli d'Italia Giampaolo Rossi.[20][21] Nonostante le polemiche, la prima puntata della trasmissione si rivela un successo, registrando più di un milione di spettatori e il 7,4% di share.[22]

Breve ritorno a la Repubblica e approdo a Il Fatto Quotidiano

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Il 10 aprile 2019 Lerner annuncia il ritorno a la Repubblica.[23] Tuttavia, in seguito alla rimozione di Carlo Verdelli dalla direzione del quotidiano, Lerner interrompe nuovamente la collaborazione.[24] Il 26 maggio 2020 inizia a scrivere su Il Fatto Quotidiano.[25]

Attività politica

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Oltre alla militanza in Lotta Continua ha al suo attivo alcuni incarichi politici. Nelle elezioni politiche italiane 2006 ha dichiarato in una lettera a Europa il suo voto a Democrazia è Libertà - La Margherita[26]. È stato attivo nel Partito Democratico, essendone stato membro del Comitato promotore 14 ottobre e della Commissione per l'Etica dell'Assemblea Costituente Nazionale. È stato coordinatore del PD di Cerrina (Monferrato casalese, in provincia di Alessandria). Nel marzo 2013, in seguito alle elezioni politiche, insieme a molti altri suoi colleghi, ha aderito al progetto "Riparte il futuro" firmando la petizione che ha lo scopo di revisionare la legge anti-corruzione modificando la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare.[27]

Il 23 agosto 2017 annuncia in un editoriale su Nigrizia le sue dimissioni dal Partito Democratico a causa di contrasti con il partito per la gestione della politica migratoria.[28]

Procedimenti giudiziari

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Nel 2010 è stato querelato per diffamazione dal padre Moshè che si è sentito danneggiato per quanto il figlio ha scritto su di lui nel libro Scintille. Tuttavia la Procura della Repubblica di Milano dopo le indagini svolte ha archiviato la querela, in quanto il pubblico ministero ha motivato che la "terminologia molto forte" contenuta nel libro "scaturisce" da "un profondo dolore causato da una delusione nei confronti della figura paterna" e Gad Lerner ha diritto ad "una libera esposizione di quanto è accaduto nella sfera della sua vita familiare".[29][30]

Il suo libro Scintille. Una storia di anime vagabonde, del 2009, ha ottenuto il Premio Selezione Campiello 2010[31] e il Premio Cesare Pavese[32][33] entrambi nel 2010.

  • Agenda rossa 1978. A dieci anni dalla rivolta degli studenti. In 365 voci: gli avvenimenti del '68, le sue premesse, le sue conseguenze; le vicende e le idee del movimento del '77, con Luigi Manconi e Marino Sinibaldi (a cura di), Roma, Savelli, 1977.
  • Uno strano movimento di strani studenti. Composizione, politica e cultura dei non garantiti, con Luigi Manconi e Marino Sinibaldi, Milano, Feltrinelli, 1978.
  • Operai. Viaggio all'interno della Fiat. La vita, le case, le fabbriche di una classe che non c'e più, Milano, Feltrinelli, 1988, ISBN 88-07-11018-0; Collana UEF, Milano, Feltrinelli, 2010, ISBN 978-88-07-72213-4.
  • Maledetti giornalisti, con Goffredo Fofi e Michele Serra, Roma, E/O, 1997, ISBN 88-7641-329-4.
  • Crociate. Il millennio dell'odio, in Appendice Il "mea culpa" della Chiesa, una discussione con Franco Cardini, Collana Saggi italiani, Milano, Rizzoli, 2000, ISBN 88-17-86596-6; ediz. aggiornata, Milano, BUR, 2016, ISBN 978-88-170-9074-2.
  • Martiri e assassini. Il nostro Medioevo contemporaneo, con Franco Cardini, Collana Saggi italiani, Milano, Rizzoli, 2001, ISBN 88-17-86986-4.
  • Cammini di liberazione. Dalla colpa alla responsabilità, con Giancarlo Caselli, Massimo Bubola e Lella Costa, Milano, Edizioni Paoline, 2001, ISBN 88-315-2154-3.
  • Abramo e il naziskin, in Francesco Antonioli (a cura di), La Bibbia dei non credenti. Protagonisti della vita italiana sfidano il Libro dei libri, Casale Monferrato, Piemme, 2002, ISBN 88-384-6504-5.
  • Tu sei un bastardo. Contro l'abuso delle identità, Milano, Feltrinelli, 2005, ISBN 978-88-078-4060-9.
  • Il martirio, in Patrizia Pozzi (a cura di), Atti dei convegni: Il martirio nell'esperienza religiosa di ebrei, cristiani e musulmani, 13 novembre 2002; Le religioni nella costruzione dell'unità europea, 16 marzo 2004, Milano, Mimesis, 2005, ISBN 88-8483-116-4.
  • Religioni e Costituzione europea, in Patrizia Pozzi (a cura di), Atti dei convegni: Il martirio nell'esperienza religiosa di ebrei, cristiani e musulmani, 13 novembre 2002; Le religioni nella costruzione dell'unità europea, 16 marzo 2004, Milano, Mimesis, 2005, ISBN 88-8483-116-4.
  • Scintille. Una storia di anime vagabonde, Collana Serie bianca, Milano, Feltrinelli, 2009, ISBN 978-88-07-17178-9.
  • Identità plurali, Roma, Aliberti, 2011, ISBN 978-88-7424-691-5.
  • Concetta. Una storia operaia, Collana Serie bianca, Milano, Feltrinelli, 2017, ISBN 978-88-071-7334-9.
  • Noi, partigiani. Memoriale della Resistenza italiana, a cura di G. Lerner e Laura Gnocchi, Collana Varia, Milano, Feltrinelli, 2020, ISBN 978-88-074-9275-4.
  • L'infedele. Una storia di ribelli e padroni, Collana Varia, Milano, Feltrinelli, 2020, ISBN 978-88-074-9294-5.
  • Noi, ragazzi della libertà: I partigiani raccontano, a cura di G. Lerner e Laura Gnocchi, Feltrinelli Kids. Saggistica narrata, Milano, Feltrinelli, 2021, ISBN 978-88-588-4293-5.
  • Giornalisti da marciapiede. Intervista a cura di Elena Ciccarello, Edizioni Gruppo Abele, 2022, ISBN 978-88-657-9313-8.
  • Gaza. Odio e amore per Israele, Collana Scintille, Milano, Feltrinelli, 2024, ISBN 978-88-071-7450-6.

Conduzioni televisive

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Premi e riconoscimenti

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Premio giornalistico Archivio Disarmo "Colombe d'Oro per la Pace" 2011[34]

  1. ^ Gad Lerner, Scintille, Feltrinelli, 2009, ISBN 978-88-07-94158-0.
  2. ^ Come da sua dichiarazione avvenuta il 2 ottobre 2008 durante la trasmissione AnnoZero di Michele Santoro, nella quale era ospite.
  3. ^ Lerner: "Quando anch'io sognavo la cittadinanza italiana, su libreidee.org, 21 novembre 2009. URL consultato il 10 settembre 2022 (archiviato il 20 settembre 2020).
  4. ^ L'ex allievo Gad Lerner (WMV), su liceoberchet.edu.it.
  5. ^ Biografia, su gadlerner.it, 30 settembre 2007. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato il 22 ottobre 2021).
  6. ^ W la società multietnica Internazionale F.C., su Blog personale, 19 maggio 2009. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato il 26 ottobre 2021).
  7. ^ Ragazzi di Lotta continua occuparono telegiornali... Archiviato il 23 ottobre 2015 in Internet Archive., corriere.it
  8. ^ Note autobiografiche, su Blog personale, Nigrizia. URL consultato il 22 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2018).
  9. ^ Si veda il commento sul suo blog personale su archive.org.
  10. ^ a b Pedofilia, vergogna e isteria collettiva, su gadlerner.it, 7 aprile 2010. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato il 22 ottobre 2021).
  11. ^ Rai, Lerner si dimette e accusa, su Corriere della Sera, 2 ottobre 2000. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2015).
  12. ^ Gorodisky Daria, Landolfi sul caso Lerner «Segnalare quel nome fu un atto inopportuno», in Corriere della Sera, 5 ottobre 2000, p. 5. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2015).
  13. ^ Cavalli Giovanna, Querela di Landolfi per il «foglietto» in tv, Lerner assolto, in Corriere della Sera, 5 ottobre 2000. URL consultato il 16 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).
  14. ^ L'imbarazzante caso di Repubblica in Siria, su camilloblog.it. URL consultato il 14 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2015).
  15. ^ Zanini Luca, Lerner, nuovo talk: «Meno chiacchiere e più informazione», in Corriere della Sera, 25 gennaio 2013. URL consultato il 16 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2015).
  16. ^ Gad Lerner lascia La7 dopo 12 anni: "Non trovo saggio invecchiare in tv", in La Repubblica, 9 luglio 2013. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2019).
  17. ^ Lerner molla "Repubblica": non mi paga quanto merito, su il Giornale, 9 giugno 2015. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato il 26 ottobre 2021).
  18. ^ Operai, Gad Lerner torna in Rai, in ANSA.it, 3 maggio 2017. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2022).
  19. ^ Gad Lerner debutta su Rai3 con 'L'Approdo', prima puntata sulla Lega, in Adnkronos, 20 maggio 2019. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato l'11 settembre 2022).
  20. ^ Salvini vs Lerner, in Adnkronos, 29 maggio 2019. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato il 28 agosto 2022).
  21. ^ Rossi: "Lerner porta odio ma autonomia Rai va tutelata", in Adnkronos, 30 maggio 2019. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato il 21 ottobre 2019).
  22. ^ Grande esordio per 'L'approdo' di Gad Lerner, su la Repubblica, 4 giugno 2019. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato il 25 aprile 2022).
  23. ^ Con la nuova direzione di @CarloVerdelli, che ringrazio, ho ricominciato a scrivere per @repubblica, su mobile.twitter.com. URL consultato il 15 aprile 2019.
  24. ^ Gad Lerner lascia La Repubblica: "In poche settimane è cambiata, non la riconosco più", su il Fatto Quotidiano, 17 maggio 2020. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato il 25 aprile 2022).
  25. ^ Roberto Borghi, Gad Lerner trasloca al 'Fatto': "scelta obbligata"; "Exor ha optato per la monarchia assoluta", su Prima Comunicazione, 26 maggio 2020. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2022).
  26. ^ Margherita, senza riserve, in Europa quotidiano, 8 aprile 2006. URL consultato il 22 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2018).
  27. ^ parlamento italiano Archiviato il 18 marzo 2013 in Internet Archive. riparteilfuturo.it
  28. ^ MIGRANTI, IL NAUFRAGIO PD E LA SCELTA DI LERNER, su Nigrizia, 23 agosto 2017. URL consultato il 31 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2019).
  29. ^ Lerner querelato dal padre che chiede pure i danni per il libro "Scintille", su Quotidiano nazionale, 12 febbraio 2010. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato il 19 ottobre 2021).
  30. ^ Archiviata la denuncia di diffamazione di Moshe Lerner contro il figlio Gad, su Corriere della Sera.it, 27 aprile 2010. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2010).
  31. ^ Premio Campiello, opere premiate nelle precedenti edizioni, su premiocampiello.org. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato il 10 agosto 2022).
  32. ^ Premio Cesare Pavese 2010, su fantasymagazine.it, 10 settembre 2010. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2021).
  33. ^ Il Premio Pavese a Margherita Hack, su ricerca.gelocal.it, 30 luglio 2010. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato l'11 settembre 2022).
  34. ^ A Gad Lerner e Francesca Paci il premio Colomba d’oro 2011, su RedattoreSociale.it. URL consultato il 12 settembre 2024.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Direttore del TG1 Successore
Giulio Borrelli 1999-2000 Albino Longhi

Predecessore Direttore del TG La7 Successore
- 2001 Nino Rizzo Nervo
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