Indice
-
Inizio
-
1 Biografia
-
1.1 La famiglia
-
1.2 Le prime esperienze (1926 - 1936)
-
1.3 Comparsa e doppiatore (1937 - 1956)
-
1.4 Il teatro di rivista, ruoli minori e la guerra (1936 - 1953)
-
1.5 La radio (1946 - 1953)
-
1.6 La grande popolarità (1952 - 1958)
-
1.7 L'italiano medio di Sordi
-
1.8 La svolta degli anni sessanta (1959 - 1969)
-
1.9 Gli anni settanta (1970 - 1979)
-
1.10 Come regista
-
1.11 Gli anni ottanta (1980 - 1989)
-
1.12 Gli ultimi film e il Leone d'oro alla carriera (1990 - 2002)
-
1.13 I collaboratori
-
1.14 La televisione
-
1.15 Le ultime apparizioni e la morte (2001 - 2003)
-
1.16 Lascito e causa sull'eredità (2003 - 2019)
-
1.17 La villa museo e l'archivio personale (2014 - oggi)
-
-
2 Vita privata
-
3 Filmografia
-
4 Teatro
-
5 Film e progetti non realizzati
-
6 Doppiaggio
-
7 Riconoscimenti
-
8 Doppiatori italiani
-
9 Compositore e cantante
-
10 Discografia
-
11 Programmi radiofonici Eiar
-
12 Programmi radiofonici Rai
-
13 Film biografico
-
14 Onorificenze
-
15 Note
-
16 Bibliografia
-
17 Altri progetti
-
18 Collegamenti esterni
Alberto Sordi
Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 24 febbraio 2003[1]) è stato un attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore italiano.
Fra i più importanti artisti del cinema italiano, ha recitato in oltre 150 film, di cui 18 anche diretti, rivestendo un ruolo di spicco in gran parte di questi anche nella stesura del soggetto e della sceneggiatura; è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all'italiana con Nino Manfredi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi,[2][3] un quartetto al quale è generalmente accostato anche Marcello Mastroianni.[4][5] Inoltre, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, fu tra i massimi esponenti della romanità cinematografica.[6]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia
[modifica | modifica wikitesto]Alberto Sordi nacque a Roma, in via San Cosimato 7,[N 2] nel rione di Trastevere, il 15 giugno del 1920, ultimo figlio di Pietro Sordi (Valmontone 13 maggio 1879 - Roma 4 giugno 1941),[7][8] un professore di musica e strumentista, titolare della tuba contrabbasso dell'orchestra del Teatro dell'Opera di Roma,[9] e di Maria Righetti (Sgurgola 13 febbraio 1889[10] - Roma 29 febbraio 1952),[7][11] un'insegnante elementare.[N 3] I coniugi Sordi avevano contratto matrimonio il 30 luglio 1910 a Pesaro, la città in cui si erano incontrati e dove risiedevano. Qui, il padre Pietro aveva inoltre studiato e conseguito il diploma di strumentista[12] presso il Conservatorio Rossini.[7][9]
La famiglia era composta anche dalla sorella Savina (Roma 1911 - Udine 19 agosto 1972),[13] insegnante di religione,[12][14] dal fratello Giuseppe (Roma 1915 - Livorno 24 agosto 1990),[9][12][15] ingegnere e, per lungo tempo, suo amministratore, e dalla sorella Aurelia (Roma 1917 - Roma 12 ottobre 2014),[16] insegnante di religione, mentre il terzogenito, anch'egli di nome Alberto,[N 4] era morto il 24 maggio 1916 dopo pochi giorni di vita.[12] Anche i nonni paterni, Francesco Sordi e Adelaide Piacentini erano entrambi di Valmontone,[7] e con essi Alberto trascorse parte dell'infanzia.[17][18]
Le prime esperienze (1926 - 1936)
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1926 vinse un concorso di bellezza per bambini,[19] aggiudicandosi una tessera per entrare gratis, per un anno, al cinema Italia Nova di Trastevere. A Roma, frequentò la scuola elementare "Armando Diaz"[20] e fu qui che, in quinta classe, su iniziativa di un docente di educazione fisica appassionato di teatro, iniziò a recitare nel "Teatrino delle marionette",[9] una piccola compagnia itinerante in cui gli attori impersonavano i personaggi in voga dei giornalini di quell'epoca.[20] Partecipò al coro di Santa Maria in Trastevere, la sua parrocchia,[19] e successivamente cantò come soprano nel coro di voci bianche della Cappella Sistina[20] diretto da don Lorenzo Perosi, fino alla precoce trasformazione della voce in basso[21] verso i 10 anni di età[13] e divenuta poi una delle sue caratteristiche distintive. Frequentò l'Accademia di canto di Via Gregoriana;[13] studiò canto lirico e si esibì sulla scena operistica per un certo periodo della giovinezza.[12]
Nel 1936 si recò a Milano, su invito della casa discografica Fonit, per incidere un disco di fiabe musicali dedicate all'infanzia, tratte da racconti scritti da lui e pubblicati su un settimanale dell'epoca;[9] con il ricavato e con altri lavori saltuari si finanziò la frequenza al corso di recitazione all'Accademia dei filodrammatici. Per trasferirsi al nord abbandonò gli studi all'Istituto di Avviamento Commerciale "Giulio Romano" di Trastevere[20][21] (conseguì comunque come privatista il diploma di ragioniere alcuni anni più tardi per fare contenta la madre).[22] L'esperienza ebbe un esito fallimentare[N 5] e portò all'espulsione del giovane Sordi dovuta alla sua marcata inflessione dialettale romanesca e alla sprezzante valutazione[N 6] della maestra Emilia Varini[23] sulla sua presunta carenza di talento attoriale.[12]
Tentò la strada del teatro leggero, riuscendo a ottenere una scrittura, insieme al suo amico romano Gaspare Cavicchi al cinema teatro Pace di Milano. Tuttavia, la prima esibizione fu un insuccesso;[24] scoraggiato dall'esito negativo, Alberto decise di tornare a Roma.[9]
Comparsa e doppiatore (1937 - 1956)
[modifica | modifica wikitesto]Rientrato nella capitale, nel 1937 trovò lavoro come comparsa a Cinecittà, apparendo nel film kolossal Scipione l'Africano in un ruolo da generico soldato romano.[20] Nello stesso anno vinse un concorso indetto dalla Metro-Goldwyn-Mayer per doppiare la voce di Oliver Hardy (inizialmente presentandosi con lo pseudonimo Albert Odisor),[21] insieme a Mauro Zambuto, che prestava la voce a Stan Laurel. Si presentò alle audizioni privo di esperienza specifica di doppiaggio e con poche aspettative di successo, considerata la concorrenza di professionisti affermati del settore;[25] fu il direttore del doppiaggio della MGM Franco Schirato[12] a ritenere il suo registro basso e il timbro di voce «caldo e pastoso»[25] un connubio ideale per la notevole mole del personaggio[25] (nonostante la voce di Hardy fosse in realtà nel registro tenorile);[25][N 7] fu scritturato, debuttando nel ridoppiaggio della comica Sotto zero[26] nel 1939, seguita dal lungometraggio I diavoli volanti nello stesso anno.[26]
Come doppiatore, Sordi ebbe una carriera prolifica durata quasi 20 anni; oltre a numerosi altri film di Stanlio e Ollio, diede la voce, tra gli altri, a Bruce Bennett, Anthony Quinn, John Ireland, Robert Mitchum, Pedro Armendáriz e, per gli italiani, a Franco Fabrizi e Marcello Mastroianni, nel film Domenica d'agosto (1950). La sua voce è riconoscibile anche nei film di Frank Capra La vita è meravigliosa (1946)[25] e di Vittorio De Sica Ladri di biciclette (1948),[25] nonché nel film di Alessandro Blasetti Prima comunione (1950). Il 25 giugno di quell'anno, Sordi ebbe anche l'occasione di incontrare e doppiare dal vivo Hardy, nascosto dietro il sipario assieme a Zambuto, in occasione di una tournée italiana di Laurel & Hardy a Villa Aldobrandini a Roma, dove era stato organizzato uno spettacolo per bambini.[25][27] Fu anche grazie al suo ruolo di voce di Ollio che riuscì a ottenere le prime scritture nel teatro di rivista, dove si cimentò nell'imitazione di entrambi.[28]
Concluse la sua esperienza di doppiaggio[N 8] con I pinguini ci guardano del 1956, dove gli animali presenti nella pellicola parlano con le voci di famosi attori.
In due occasioni, Sordi si trovò come interprete a essere doppiato da un altro attore:[25] nel film Cuori nella tormenta diretto da Carlo Campogalliani nel 1940, venne doppiato da Gualtiero De Angelis, e nel film Il Passatore, diretto da Duilio Coletti nel 1947, dove interpretava il ruolo di un brigante, gli prestò la voce Carlo Romano.
Il teatro di rivista, ruoli minori e la guerra (1936 - 1953)
[modifica | modifica wikitesto]Nel teatro leggero, dopo un tentativo infruttuoso con la compagnia di Aldo Fabrizi e Anna Fougez avvenuto nella stagione 1936-1937 nello spettacolo San Giovanni, ritentò in quella seguente, riuscendo finalmente a debuttare nel teatro di rivista nella compagnia di Guido Riccioli e Nanda Primavera nella stagione 1938-1939 con lo spettacolo Ma in campagna è un'altra... rosa. In questo spettacolo ebbe inizialmente il ruolo di stilé (ballerino di fila),[21] fu poi promosso al ruolo di maggiordomo in uno sketch di Benini e Gori scritto appositamente per lui.[21]
Al teatro, alternò in questo periodo la partecipazione a circa 20 film, per lo più in ruoli minori, come nel 1938 in La principessa Tarakanova con Anna Magnani e, l'anno successivo in La notte delle beffe. Di maggior rilievo fu la presenza in due film di regime del 1942: Giarabub di Goffredo Alessandrini e, da co-protagonista, I 3 aquilotti di Mario Mattoli oltre a L'innocente Casimiro di Carlo Campogalliani (1945). Ebbe anche l'occasione di lavorare con l'attore genovese Gilberto Govi e con un giovane Walter Chiari nel ruolo di un impresario argentino nel film Che tempi!, versione cinematografica della commedia teatrale Pignasecca e Pignaverde di Emerico Valentinetti.
Nel 1940, Alberto Sordi fu chiamato alle armi.[29] Su intercessione di alcune conoscenze del padre,[12] riuscì a evitare il fronte e venne arruolato nel Regio Esercito come allievo musicante.[9] Prestò servizio presso la banda musicale presidiaria dell'81º Reggimento fanteria "Torino",[29] accompagnando le partenze dei militari italiani per la breve campagna francese. Il servizio militare gli lasciò sufficiente tempo libero per proseguire la sua carriera artistica. È di questo periodo (stagione 1941-1942) la partecipazione a Tutto l'oro del mondo con la compagnia di Guido Fineschi e Maria Donati, Teatro della caricatura (1942) accanto a Fanfulla, Ritorna Za-Bum (1943) e Sai che ti dico? (1944) entrambe scritte da Marcello Marchesi e dirette da Mario Mattoli, la rivista musicale Un mondo di armonie di Alberto Semprini (1944), Imputati... alziamoci! di Michele Galdieri (1945), Soffia so'... di Garinei & Giovannini (1946), E lui dice... di Benecoste, diretto da Oreste Biancoli e Adolfo Celi (1947) e infine, nella stagione 1952-1953, Gran baraonda; fu questa la sua ultima apparizione sul palcoscenico, accanto a Wanda Osiris, che avrà poi modo di dirigere nel 1973 in una scena di Polvere di stelle, film ambientato proprio nel mondo della rivista.
La radio (1946 - 1953)
[modifica | modifica wikitesto]«Non avevo le physique du rôle, il fisico di un attore comico. Non c’era niente in me che facesse ridere, così mi ci volle molto tempo per arrivare al successo, sia in teatro sia al cinema. Mi venne allora l’idea di utilizzare un canale più diretto, più diffuso, la radio, (...) proporre un personaggio attorno al quale sarebbe stata costruita la trasmissione, insomma una forma di “divismo” radiofonico che allora non esisteva (...).»
Fu alla radio, tra il 1946 e il 1953, che cominciò a ottenere una certa notorietà. Nel 1946, ispiratosi agli ambienti dell'Azione Cattolica, ideò la sua satira dei personaggi de I compagnucci della parrocchietta, dal caratteristico parlato nasale e atteggiamento da "persona come si deve". Uno di questi personaggi piacque talmente a Vittorio De Sica[30] da proporre a Sordi la trasposizione cinematografica in Mamma mia, che impressione! del 1951,[31] suo primo film da protagonista,[32] attraverso la neonata P.F.C.(Produzione Film Comici), fondata da essi stessi.[21] Il film, sceneggiato da Cesare Zavattini e diretto da Roberto Savarese,[31] pur basato sul modello di recitazione tutto verbale sperimentato in radio, contribuì al consolidamento del personaggio, poi riproposto in altri lavori minori. Il responso critico prevalentemente negativo[33] e i modestissimi incassi al botteghino sancirono il fallimento del progetto e della casa di produzione ma contribuirono a consolidare l'amicizia tra Sordi e De Sica, che collaborarono in numerose occasioni successive.
Furono di questo periodo le partecipazioni a vari programmi (alcuni presentati da Corrado), che lo lanciarono in radio:[31] Oplà (1947), Vi parla Alberto Sordi (1948-1950)[31] e Rosso e nero (1951). Qui creò altri personaggi come il Signor Dice in collaborazione con Fiorenzo Fiorentini ed Ettore Scola, il Conte Claro, e Mario Pio.[31] Quest'ultima caratterizzazione fu presentata anche al cinema nel film d'esordio di Mauro Bolognini, Ci troviamo in galleria del 1953, oltre alla riproposizione radiofonica, durante la stagione 1968-1969, nella trasmissione Gran varietà;[31] fu anche ripresa da Alighiero Noschese, nel 1970, nella trasmissione satirica Doppia coppia.
Al mezzo radiofonico, nel 1947, dedicò anche un omaggio con il film Il vento m'ha cantato una canzone diretto da Camillo Mastrocinque, accanto a Loris Gizzi, Galeazzo Benti e Laura Solari, impersonando l'amico di un cantante desideroso di sfondare a livello nazionale in un radiodramma sponsorizzato da una fantomatica radio privata italiana, Radio Sibilla.
A parte la riproposizione di personaggi noti in Gran varietà sul finire degli anni sessanta,[31] l'ultima esperienza radiofonica prima che il cinema divenisse preponderante nella sua carriera fu Il teatrino di Alberto Sordi,[31] in onda solo per pochi mesi sul Secondo Programma tra il 1952 e il 1953.[31]
La grande popolarità (1952 - 1958)
[modifica | modifica wikitesto]Tra il 1953 e il 1955, la carriera cinematografica di Alberto Sordi giunse a un'importante svolta. Dopo il modesto riscontro di pubblico, e i giudizi della critica cinematografica dell'epoca in prevalenza negativi[34] per il film Lo sceicco bianco (1952) di Federico Fellini, Sordi ottenne maggiore successo con il ruolo da non protagonista in I vitelloni (1953), anch'esso diretto da Fellini, incentrato su un gruppo di giovani riminesi che, nel vuoto di ideali e prospettive lasciato dalla guerra, si trovano confusi e disorientati, incapaci di trovare scopi e interessi.[13]
Nonostante alcune iniziali controversie sulla sua capacità di attrarre il pubblico, la fiducia di Fellini nelle qualità di Sordi si rivelò decisiva. Giunto nelle sale, alcuni noleggiatori di pellicole avevano preteso che il nome di Sordi non apparisse sui manifesti a causa del precedente insuccesso di Lo sceicco bianco.[35] Tuttavia, il personaggio malinconico e cinico di Alberto nei vitelloni contribuì al successo di Sordi, che da quel momento in poi lavorò senza interruzioni, arrivando a girare fino a dieci film all'anno.[35]
«Gli anni Cinquanta sono stati il periodo in cui iniziò il fanatismo per tutto ciò che era americano. Il cinema forniva miti e modelli dopo che la guerra ci aveva dato eroi e liberatori. Fu in quel contesto che mi venne l’idea di rappresentare quel tipo di sciocco bambinone che si lamenta sempre perché non è nato in America, luogo dove di certo, almeno secondo lui, avrebbe trovato fama e fortuna.»
Ai due lavori con Fellini seguì, tra gli altri 31 film girati tra il 1951 e il 1955, un trittico di pellicole dirette da Steno: Un giorno in pretura (1953), Un americano a Roma (1954) e Piccola posta (1955). In questi, Sordi diede vita al personaggio del giovane vigliacco, approfittatore, indolente e qualunquista, un archetipo che sarebbe diventato una caratteristica distintiva di molti dei suoi ruoli degli anni Cinquanta.[36] Con il primo di questi[35] Sordi consolidò la sua notorietà, interpretando Ferdinando "Nando" Mericoni,[N 9] un ragazzo romano scansafatiche, logorroico e petulante, ossessionato dal mito dell'America. Questo personaggio ottenne un tale riscontro che venne ulteriormente sviluppato in Un americano a Roma, il primo film da protagonista coronato da un gran successo al botteghino, incassando circa 380 milioni di lire (equivalenti a quasi 6 milioni di euro nel 2020).[37] La popolarità del personaggio cinematografico varcò addirittura i confini nazionali e gli valse un invito a Kansas City[38] (un ricorrente tormentone di Mericoni) nel 1955, dove, accolto con tutti gli onori e alla presenza del presidente Eisenhower, venne nominato cittadino onorario e governatore onorario dell'American Royal.[38]
Tra le sue altre interpretazioni di questo periodo ve ne furono alcune ritenute esempi significativi della commedia all'italiana. In Bravissimo di Luigi Filippo D'Amico (1955) Sordi interpretò il maestro elementare supplente Impallato, che scopre casualmente un allievo prodigio nel canto lirico e lo sfrutta per ottenere riconoscimenti e ricchezza. Un'altra commedia ambientata nel mondo della musica fu Mi permette, babbo!, in cui si narrano le vicende di uno studente di canto viziato, presuntuoso e mantenuto dall'esasperato suocero (interpretato da Aldo Fabrizi), che aspira a calcare le scene della lirica. Vi presero parte anche affermati cantanti lirici dell'epoca, tra cui il basso senese Giulio Neri. Altre interpretazioni furono il rigattiere Peppino in Fortunella di Eduardo De Filippo (1958) e il gondoliere rivale in amore di Nino Manfredi in Venezia, la luna e tu di Dino Risi (1958).
Tra i film minori di questo periodo è da citare, poiché ritenuto perduto per lungo tempo,[39] Lo scocciatore (Via Padova 46), diretto nel 1953 da Giorgio Bianchi, dove Sordi interpretò il ruolo di un molesto e petulante vicino di casa di un impiegato (Peppino De Filippo) alla ricerca di un'avventura galante. Una copia incompleta (poi pubblicata in DVD) fu ritrovata nel giugno 2003 dalla Cineteca di Bologna.[39]
L'italiano medio di Sordi
[modifica | modifica wikitesto]«C’è una specie di follia in Sordi, (...) non mi sono mai trovato di fronte a un attore che non avesse paura di un personaggio, cosa invece molto comune tra tutti gli attori. Se gli presentavano un mostro (...) anche un politico pericoloso da rappresentare, perché l’Italia non sempre è stata così libera nei suoi costumi e nelle sue strutture, lui aveva una specie di forma d’incoscienza e l’accettava. Era quasi attratto dal «male», dal pericolo. Io gli proponevo qualche cosa di impossibile per quei tempi, ma una volta accettato dal pubblico rappresentare dei mostri è diventato la normalità.»
Con l'avvento della commedia all'italiana diede vita a una moltitudine di personaggi che la critica identificò come assimilabili all'italiano medio, spesso collaborando anche al soggetto e alla sceneggiatura dei film interpretati.
Vi sono nei personaggi di Sordi delle caratteristiche ricorrenti: tendenzialmente prepotenti con i deboli e servili con i potenti, a cui cercano di mendicare qualche privilegio. Secondo alcuni, proporre personaggi di questo tipo darebbe il "cattivo esempio", porterebbe infatti certi spettatori che altrimenti non avrebbero avuto il coraggio di rivendicare la propria pochezza, ad avere un alibi e addirittura un esempio da seguire, sentendosi rappresentati e legittimati[40].
La svolta degli anni sessanta (1959 - 1969)
[modifica | modifica wikitesto]A partire da La grande guerra diretto da Mario Monicelli nel 1959 (nel quale interpreta un soldato indolente e imboscato, costretto suo malgrado a morire da eroe), si distinse come interprete versatile, calandosi anche in ruoli drammatici. Interpretò nello stesso anno il ruolo di un marito - megalomane e inconcludente - di una donna ricchissima (interpretata da Franca Valeri) in Il vedovo, diretto da Risi nel 1959 e il componente di una commissione censoria che giudica impietosamente manifesti e film piccanti salvo poi, in privato, reclutare a fini immorali ballerine di night club in Il moralista di Giorgio Bianchi (1959).
Tra le interpretazioni di rilievo di questo decennio sono da citare il sottotenente Innocenzi di Tutti a casa di Luigi Comencini (1960)[N 10], il vigile inflessibile costretto a capitolare davanti al potente di turno in Il vigile di Luigi Zampa (1960), il giornalista Silvio Magnozzi di Una vita difficile di Dino Risi (1961), il piccolo imprenditore oberato dai debiti disposto a vendere un occhio per riassestare le sue finanze e accontentare una moglie sin troppo esigente in Il boom di Vittorio De Sica (1963), il giovane medico disposto a qualsiasi compromesso per far carriera, fino a diventare primario in una clinica di lusso nel dittico Il medico della mutua di Luigi Zampa (1968) e Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue di Luciano Salce (1969), l'editore partito alla ricerca del cognato disperso in Africa in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? di Ettore Scola (1968).
Nel 1969 fu membro del VI Festival cinematografico internazionale di Mosca.
Gli anni settanta (1970 - 1979)
[modifica | modifica wikitesto]Tra i personaggi degli anni '70 vi sono il geometra incarcerato senza motivo mentre si trova in vacanza di Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy (1971) (per questo ruolo si aggiudicò nel 1972 l'Orso d'argento al Festival di Berlino), l'emigrato sfortunato in Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata (1971) di Luigi Zampa in coppia con Claudia Cardinale, e il baraccato che una volta all'anno insieme alla moglie (Silvana Mangano) organizza interminabili partite a carte nella villa lussuosa di una ricca e bizzarra signora con segretario ed ex amante al seguito (impersonati da Bette Davis e Joseph Cotten) in Lo scopone scientifico di Luigi Comencini (1972), fino al drammatico ruolo che recita in Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli (1977), generalmente ritenuto il vertice delle sue capacità recitative.[41] Concluse il decennio con Il malato immaginario del 1979, la prima delle libere trasposizioni di Molière su cui tornerà verso fine carriera.
Come regista
[modifica | modifica wikitesto]Sordi espresse la volontà di dirigersi in un film fin dal 1962, per interpretare un personaggio che aveva in mente disponendo di piena discrezionalità sulla realizzazione.[42] Fu supportato dal produttore Dino de Laurentiis, per il quale tuttavia doveva girare ancora 6 film solo da attore, prima di poter concretizzare il progetto.[42] Ebbe comunque l'occasione di introdursi nel campo della regia con il film Il diavolo (1963) che, pur diretto formalmente da Gian Luigi Polidoro, gli permise una certa discrezionalità, trattandosi di una pellicola ampiamente improvvisata della cui realizzazione si attribuì ampio merito.[43][N 11]
Debuttò alla prima delle sue 18 regie nel 1966 con Fumo di Londra, basato sui risvolti comportamentali e sociali di un italiano in trasferta all'estero, tematica che si rivelerà ricorrente nelle sue regie e già affrontata in Il diavolo. Seguì nello stesso anno, Scusi, lei è favorevole o contrario?, ritratto di un agiato commerciante di tessuti, separato dalla moglie, con tante amanti da mantenere quanti sono i giorni della settimana, in un'Italia scossa dalle polemiche sull'eventuale introduzione del divorzio. Tornò a impersonare un italiano all'estero, anche dirigendosi, in Un italiano in America, insieme con Vittorio De Sica (1967). Altre regie di rilevo furono Amore mio aiutami (1969) e Polvere di stelle (1973), con co-protagonista Monica Vitti, l'episodio La camera dal collettivo Le coppie (1970), Finché c'è guerra c'è speranza (1974), l'episodio Le vacanze intelligenti dal film collettivo Dove vai in vacanza? (1978) e Assolto per aver commesso il fatto (1992).
Gli anni ottanta (1980 - 1989)
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni '80, Sordi continuò a proporre personaggi che riflettevano i difetti e le contraddizioni della società italiana, ma con una cifra stilistica che parte della critica cinematografica ritenne meno incisiva e approfondita rispetto alle opere precedenti.[N 12][N 13] Di spessore inferiore risultarono quindi, secondo la stessa critica, i film realizzati nell'ultima fase della sua carriera; un declino condizionato dal tramonto generale del filone della commedia all'italiana, ma anche attribuito a una tendenza di Sordi a insistere su caratterizzazioni datate e non più originali, in cui ricorrevano tratti di moralismo, qualunquismo[N 14] e attaccamento a modelli socio-comportamentali obsoleti, stereotipati e non più aderenti all'evoluzione sociale in corso.[44][45]
Inaugurò il decennio con il film, interpretato e diretto da lui stesso, Io e Caterina (1980); la critica si divise sulla riuscita di questa pellicola,[46][47] sottolineando i tratti pesantemente misogini[N 15] e maschilisti con cui Sordi caratterizzò il suo personaggio (che si libera senza scrupoli di ogni presenza femminile nella sua vita per sostituirla con un androide apparentemente dimesso e servile), ma costituendo d'altra parte un affresco visionario e anticipatore del ruolo sempre più preponderante e invasivo della tecnologia e delle intelligenze artificiali molti anni prima che diventasse argomento di grande attualità.[48]
Maggior apprezzamento di pubblico e critica fu attribuito al film successivo, la commedia storica Il marchese del Grillo di Mario Monicelli (1981), dove Sordi si calò nel doppio ruolo di un nobile romano dedito alle burle e di un popolano carbonaro suo sosia. Seguì Amore mio aiutami (1982), l'ultimo dei tre film da lui diretti e interpretati con Monica Vitti, in cui affronta la tematica dell'infedeltà coniugale e della tossicodipendenza.
Di questo periodo sono inoltre da citare il dittico di film, anche diretti, Il tassinaro del 1983 (dove compaiono, interpretando sé stessi, Giulio Andreotti, Silvana Pampanini e Federico Fellini) e Un tassinaro a New York (1987). Lavorò inoltre con Carlo Verdone (da alcuni considerato il suo naturale erede,[49] pur perseguendo stili e tematiche assai diverse) nei film In viaggio con papà, con regia di Sordi (1982) e Troppo forte, diretto da Verdone (1986). Emblematico fu inoltre il ruolo di un giudice incorruttibile e spregiudicato nel film Tutti dentro del 1984, da lui diretto, con al centro i temi, anticipatori dei fatti di Tangentopoli, della corruzione politica dilagante e dell'esposizione mediatica della magistratura.
Gli ultimi film e il Leone d'oro alla carriera (1990 - 2002)
[modifica | modifica wikitesto]Sul filone di libere trasposizioni storiche, tornò a Molière con L'avaro (1990), con regia di Tonino Cervi, In nome del popolo sovrano diretto da Luigi Magni (1990) e ancora Molière in Romanzo di un giovane povero (1995) di Ettore Scola, il quale, nel 2003, dopo la sua morte, gli dedicherà il film Gente di Roma.
Tra gli ultimi film, Sordi ebbe particolarmente a cuore, come disse in alcune interviste, Nestore, l'ultima corsa (1994), dove interpretò un anziano vetturino non ancora rassegnato a portare il suo cavallo al mattatoio. L'ultima pellicola da lui diretta fu Incontri proibiti (1998) accanto a Valeria Marini, presentato ancora nel 2002 con montaggio diverso e un altro titolo, Sposami papà.
Detentore di cinque Nastri d'argento, di sette David di Donatello e altri numerosissimi premi minori, ottenne nel 1995 il Leone d'oro alla carriera al Festival di Venezia.
I collaboratori
[modifica | modifica wikitesto]Durante tutta la sua lunga carriera, Sordi si circondò di collaboratori assidui, con cui intrattenne proficui sodalizi artistici. Tra questi, sono da citare gli sceneggiatori Rodolfo Sonego, con cui lavorò in 44 film[45][50][N 16] dal 1954 in avanti (Il seduttore di Franco Rossi è il suo esordio) e Piero De Bernardi. Inoltre, lavorò assiduamente con il compositore Piero Piccioni, che firmò molte delle colonne sonore dei suoi film più celebri, nonché alcune delle sue canzoni irriverenti e maliziose. Altri collaboratori di lungo corso furono la montatrice Tatiana Casini Morigi,[9] la costumista Bruna Parmesan[9] e l'agente e amministratore Gastone Bettanini.
La televisione
[modifica | modifica wikitesto]«Sono un attore cinematografico quindi dovrei parlar male della televisione perché porta via sempre più gente dalle sale e invece devo riconoscere che stare a guardarla mi piace moltissimo. La TV ha cambiato le regole del gioco e quando è esplosa, noi del cinema ci siamo spaventati, tanto da rimanere a guardare anziché adeguarci (...) Oggi con la TV, in un solo passaggio, lo stesso film è visto da 8-10 milioni di spettatori ed è veramente una bella soddisfazione (...) a me non importa che mi vedano al cinema o sul piccolo schermo: mi basta che mi vedano.»
Alberto Sordi espresse opinioni contrastanti sulla televisione. Inizialmente, la criticò per la sua diffusione incontrastata e per la contaminazione culturale derivante dalla proliferazione di programmi in cui prevalevano aspetti sensazionalistici ed esibizionistici rispetto al talento e alla preparazione dei partecipanti e dei conduttori.[12] Questi temi furono oggetto di due sue interpretazioni cinematografiche: Domenica è sempre domenica (1958), in cui recita il ruolo di un vanitoso industriale ossessionato dall'apparire in TV, e Guglielmo il dentone, episodio del film I complessi (1965), dove impersona un eruditissimo e spigliato candidato al ruolo di conduttore del telegiornale, ma penalizzato da una dentatura eccessivamente pronunciata, considerata un difetto imperdonabile in un contesto dominato dall'importanza della telegenia e dell'apparenza più che della preparazione.
In seguito, ammorbidì le sue posizioni e, contrariamente alla diffusa avversione del mondo del cinema verso la televisione, ne riconobbe il valore, apprezzandola sia come spettatore, sia per il suo potenziale promozionale, ritenendola utile per pubblicizzare film in uscita e per replicare opere uscite dal circuito delle sale, offrendo anche l'opportunità di rivalutare film inizialmente ignorati o sottovalutati.[9] Se l'occasione era solitamente la promozione di un film, alcune delle sue partecipazioni costituirono comunque avvenimenti che fecero la storia della TV, come in Studio Uno, condotto dalla cantante Mina, nel 1966 (a cavallo dell'uscita del suo primo film da regista Fumo di Londra) e in una puntata di Serata d'onore (1991) presentata da Pippo Baudo, dove si cimentò in un improvvisato duetto, organizzato a sua insaputa, nell'aria Quel vecchio maledivami!, impersonando il basso Sparafucile, tratta dal Rigoletto con il baritono Renato Bruson.[51][52]
Rifiutò di lavorare in spot pubblicitari e fiction televisive, tranne in rarissime occasioni; nel 1957 fu testimonial, nel Carosello, della casa vinicola Gancia.[53] Per il film Il tassinaro realizzò una versione estesa per la TV in 4 puntate. Infine, verso fine carriera, impersonò Don Abbondio nella miniserie I promessi sposi (1989) con regia di Salvatore Nocita.
Contribuì inoltre alla sua popolarità televisiva la realizzazione del programma Storia di un italiano, in quattro edizioni, dove, attraverso una selezione tematica di spezzoni dei suoi numerosi film, si presentava la figura di un certo italiano medio, con i suoi pregi e i suoi difetti.[N 17]
Le ultime apparizioni e la morte (2001 - 2003)
[modifica | modifica wikitesto]Sordi si ammalò di tumore ai polmoni nel 2001[54] e da allora le sue uscite pubbliche si diradarono. Una delle sue ultime apparizioni televisive risale al 18 dicembre 2001, nel programma Porta a Porta condotto da Bruno Vespa e dedicato interamente a lui, dove fu esposta la Harley Davidson 750cc WLA del 1942, esemplare originale di scena del film Un americano a Roma.[N 18][55] Nel 2002 ricevette due lauree honoris causa, una a marzo dalla IULM di Milano[56] e una il mese successivo dall'Università di Salerno,[57] presenziando a entrambe le cerimonie. Partecipò ancora nel luglio di quell'anno all'evento Italiani nel mondo presentato da Pippo Baudo,[58] sua ultima partecipazione pubblica.[52] Il 17 dicembre 2002 avrebbe dovuto intervenire a una serata in suo onore al Teatro Ambra Jovinelli di Roma ma dovette rinunciare per l'aggravarsi delle sue condizioni,[59] limitandosi a comparire in un filmato girato nel suo studio[60] e proiettato per il pubblico del teatro. Fu questa la sua ultima apparizione in video.
Continuò a lavorare fino all'ultimo a una nuova serie di Storia di un italiano che, tuttavia, rimase incompiuta.[61]
Morì nella sua casa di Roma la sera del 24 febbraio 2003, all'età di 82 anni, per complicazioni broncopolmonari della malattia da cui era affetto;[62] la salma, successivamente sottoposta a imbalsamazione, venne traslata nel Palazzo Senatorio al Campidoglio, nella Sala Giulio Cesare, dove per due giorni ricevette l'omaggio della gente, compresi molti personaggi del cinema italiano e della politica; il 27 febbraio, si svolsero i funerali solenni cattolici nella basilica di San Giovanni in Laterano ai quali presenziarono oltre 250.000 persone;[62] dopo la cerimonia funebre, il feretro venne tumulato nella cappella di famiglia nel cimitero monumentale del Verano di Roma, in cui, su una lapide a forma di pergamena, è inciso l'epitaffio: «Sor Marchese, è l'ora» battuta ripresa da uno dei suoi film più celebri, Il marchese del Grillo.[63][64][65][66][67]
Lascito e causa sull'eredità (2003 - 2019)
[modifica | modifica wikitesto]Alla morte, tutto il patrimonio di Alberto Sordi passò alla sorella Aurelia, unica parente di primo grado ancora in vita. La donna, deceduta nel 2014 all'età di 97 anni, lasciò in eredità l'intera fortuna a tre fondazioni intitolate al fratello. Tra queste, la Fondazione Museo Alberto Sordi, istituita nel 2011, ricevette la maggior parte della liquidità, circa 30 milioni di euro, e la villa dell'attore in Via Druso, con la disposizione di trasformarla in un museo.[68]
Circa 37 parenti, veri o presunti tali, di vari gradi impugnarono il testamento e intentarono una causa, sostenendo che solo due delle tre fondazioni erano state create e patrocinate da Sordi: la Fondazione Alberto Sordi, istituita nel 1992, e la Fondazione Alberto Sordi per i giovani, fondata nel 2001. Secondo i querelanti, Aurelia era affetta da demenza senile e incapace di intendere e di volere quando, nel 2011, sarebbe stata indotta con circonvenzione a creare la terza fondazione e a convogliarvi la maggior parte dei fondi, anziché destinarli ai parenti, dai suoi collaboratori più vicini, tra cui un autista, una governante e alcuni avvocati. Questi ultimi, inoltre, avrebbero ottenuto da lei ingenti somme di denaro con l'inganno. Il caso iniziò a seguito di una denuncia presentata da una banca che aveva notato movimenti sospetti sui conti bancari di Aurelia. Tuttavia, dopo un processo durato cinque anni, il tribunale riconobbe la validità del testamento nel 2019,[69] e assolse gli imputati da tutte le accuse.[68]
La villa museo e l'archivio personale (2014 - oggi)
[modifica | modifica wikitesto]Alla morte dell'attore, il suo archivio personale fu sovrinteso per alcuni anni dalla segretaria Annunziata Sgreccia. Dal 2014 l'archivio di circa 20.000 documenti,[70] sottoposto al vincolo del Ministero della Cultura e dichiarato “di interesse storico particolarmente importante” fu digitalizzato e la gestione affidata alla Fondazione museo Alberto Sordi, che lo mette a disposizione per consultazione e studio su richiesta. La stessa fondazione conserva inoltre i materiali e costumi di scena che Sordi aveva meticolosamente collezionato nel corso della carriera, la sua cineteca, comprendente circa 5.500 pellicole, tra cui le copie personali dei suoi film[N 19] nel montato commercializzato, e moltissimo girato mai edito;[71] gestisce inoltre la villa di Via Druso, trasformata in un museo per disposizione della sorella Aurelia e la tomba monumentale.[72]
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]A dispetto della sua immagine pubblica estroversa e dalla personalità strabordante, Sordi mantenne sempre un estremo riserbo sulla sua vita privata, di cui sono noti pochi dettagli.
Relazioni sentimentali
[modifica | modifica wikitesto]«So che la gente vorrebbe conoscere le storie e i segreti dei miei amori (...) cosa che fino a oggi hanno fatto gli altri, spesso inventandone di mai esistiti, che io non ho mai smentito perché la fatica di fare polemica sarebbe stata troppa per il mio carattere. La mia discrezione in fatto di amicizie, avventure, amori, ha suscitato sempre una grande curiosità. E ancora adesso (...) mi si attribuiscono storie di ogni genere (...) vorrei sfatare una volta per tutte la mia fama di scapolone (...) che considera le donne solo una terra di conquista, perché questo non trova spazio nella mia educazione.»
Cattolico praticante,[73][74] non ebbe figli e non si sposò mai; al di là delle numerose relazioni attribuitegli dalle cronache rosa[75] (tra le varie: Katia Ricciarelli, Patrizia De Blanck,[76] Silvana Mangano,[75] Shirley MacLaine[77] e la principessa Soraya Esfandiary Bakhtiari),[78] sono note due relazioni sentimentali significative: la prima con Andreina Pagnani, di quasi quattordici anni più grande di lui, durata nove anni.[79][80] L'incontro tra i due avvenne nel 1941 durante il doppiaggio di Il giardino di Allah,[81] in cui entrambi lavoravano; la Pagnani prestava la voce a Marlene Dietrich.[81] La seconda relazione fu con l'attrice austriaca Uta Franz,[82] conosciuta nel 1954 sul set di Una parigina a Roma[83] e con la quale giunse molto vicino al matrimonio. Tuttavia, al momento di fissare la data delle nozze, Sordi ebbe un ripensamento, causando grande disappunto a Franz e alla sua famiglia e sancendo la fine del rapporto.[9]
Alla ricorrente domanda sul perché non fosse mai convolato a nozze, chiosava con uno dei suoi tormentoni "Che mi metto un'estranea in casa?";[77][84] salvo poi spiegare, in alcune interviste,[85] che l'assoluta dedizione al suo mestiere non gli avrebbe consentito di dedicare a una famiglia il tempo e l'impegno necessari.
Residenze e patrimonio
[modifica | modifica wikitesto]A parte un soggiorno a Milano tra il 1936 e il 1937 per frequentare l'Accademia dei filodrammatici, Alberto Sordi visse sempre a Roma. Abitò dalla nascita fino al 1930 in via san Cosimato 7; dopo la demolizione dell'edificio originario per il costruendo palazzo delle Sacre Congregazioni, si trasferì in un appartamento in via Venezia; in seguito, alla morte del padre nel 1941,[29] si spostò in un appartamento di via dei Pettinari.
Nel 1958 comprò per 80 milioni di Lire[86] (circa 1,100,000 Euro al 2024)[87] una villa progettata dall'architetto Clemente Busiri Vici in via Druso,[N 20] presso le Terme di Caracalla, commissionata nel 1932 da Alessandro Chiavolini, per molti anni segretario particolare di Benito Mussolini.[88][89] La villa attirò anche l’interesse di Vittorio De Sica, che però fu battuto sul tempo da Sordi.[12] Visse qui, insieme alle sorelle e al fratello, per molti anni suo amministratore, e con la segretaria Annunziata Sgreccia fino al suo pensionamento.[90]
Nel 1962 aveva acquistato una villa a Castiglioncello,[91] dove era solito trascorrere l'estate con il fratello Giuseppe, che vi risiedeva stabilmente.[92] La rivendette nel 1996, dopo che Giuseppe ebbe un malore che lo condusse alla morte mentre si trovava nella proprietà.[15][91] Nello stesso anno, il Governo e l’esercito svizzeri gli impedirono l’acquisto di un terreno ad Andermatt, un villaggio alpino situato a 1.437 metri di quota nel Massiccio San Gottardo, temendo che uno straniero potesse carpire segreti delle basi militari presenti in quella zona. Sordi, con un noto avvocato locale, si oppose a tale diniego ma senza successo e dovette rinunziare al suo progetto di una casa in quella località.[93]
Aveva posseduto inoltre una villa a Lignano Pineta,[88] rivenduta dopo la morte della sorella Savina nel 1972[12] e una a Formia,[88] un paio di appartamenti a Parigi[94] e vari terreni a Roma e dintorni.
Sviluppò fin da giovanissimo una passione per l'arte e l'antiquariato, che reputò l'unico mestiere che avrebbe potuto intraprendere se la sua carriera artistica non fosse decollata,[9] divenendone competente attraverso la frequentazione di noti antiquari dell'epoca, come ad esempio la famiglia Apolloni in via del Babuino.[95] Oltre ad acquistarvi numerosi pezzi pregiati, spesso rivelatisi ottimi investimenti, la frequentazione del negozio degli Apolloni gli offrì l'opportunità di entrare in contatto con altri clienti, personalità del mondo dello spettacolo, tra cui Vittorio de Sica, Gino Cervi, Paolo Stoppa e il regista Mario Bonnard.[12] Quest'ultimo gli assegnò una comparsa nel film Il feroce Saladino, e lo diresse successivamente in altre due produzioni cinematografiche.[12]
La politica e lo sport
[modifica | modifica wikitesto]«Anche a me proposero di entrare in politica (...) «Vi ringrazio ma non è aria» gli dissi «intendo dedicare le mie energie soltanto al lavoro.» Perché ho voluto essere sempre libero anche dal punto di vista politico? Credo che chi voglia fare della satira non debba legarsi e guardare in faccia nessuno (...) In questo senso credo di aver distribuito “botte” in ogni direzione, senza aver mai risparmiato neppure quelli a cui, come convinzioni personali, mi sentivo più vicino. Anzi a loro si può dire che ho riservato il trattamento peggiore. Forse perché lo meritavano più degli altri.»
Sordi mantenne un sostanziale riserbo in materia di idee politiche, pur essendo stato avvicinato alla Democrazia Cristiana,[N 21] partito per cui dichiarò di aver votato almeno una volta.[N 22] Tale associazione fu attribuita anche alla sua amicizia personale con Giulio Andreotti,[96] il quale fece una breve apparizione nel film Il tassinaro e in onore del quale Sordi partecipò a una celebrazione dei 40 anni di attività politica, tenutasi presso il teatro Adriano di Roma.[97] Vi furono inoltre alcuni tentativi non concretizzati da parte di tale partito di coinvolgerlo politicamente (gli fu offerta la candidatura a sindaco negli anni '50[7] e di divenire capolista nel 1989).[98] Sordi stesso riferì di un'altra proposta di entrare in politica da parte di un imprecisato leader della destra,[N 23] produttore di un suo film.[9] Ancora nel 1996 si diffuse la voce secondo cui Sordi volesse candidarsi come primo cittadino di Roma, concorrendo così con Francesco Rutelli (fatto smentito dallo stesso Sordi in TV).[N 24][99] Il giorno del suo ottantesimo compleanno, il 15 giugno 2000, Rutelli, nel frattempo eletto, gli cedette comunque, simbolicamente, la fascia tricolore, nominandolo sindaco onorario per un giorno come tributo a uno dei cittadini più illustri.[100]
In tema di passione calcistica non fece mai mistero di essere un grande tifoso della Roma,[101] non mancando di far trasparire questa sua passione in alcuni film.
Filantropia
[modifica | modifica wikitesto]«Alberto passava per avaro perché così poteva sembrare dal suo comportamento. Una volta gliene chiesi il perché. Lui mi rispose: “Vedi, io sono stato arricchito dalla povera gente che faceva sacrifici per venire a vedere i miei film, per questo mi sarebbe sembrato di offenderli se avessi ostentato la mia ricchezza”.»
In ambito pubblico circolarono frequenti dicerie riguardo a una presunta avarizia attribuita ad Alberto Sordi (che egli non si curò mai di smentire), talvolta rafforzate dal suo stile di vita sobrio e riservato, per nulla incline agli eccessi tipici di una certa parte del mondo dello spettacolo.[102] In privato, tuttavia, Sordi si distinse per un impegno costante e discreto in opere di beneficenza e filantropia.[103][104] Le sue iniziative, rivolte sia a individui che a enti, beneficiarono istituti religiosi, case di riposo per anziani, ricoveri per animali e orfanotrofi, testimoniando una generosità che preferì mantenere lontana dai riflettori.[12]
Con l'avanzare dell'età, maturò una particolare sensibilità alle difficoltà che gli anziani, nella società attuale, si trovano ad affrontare, concretizzando quest'attenzione nella costituzione e nella Presidenza onoraria dell'eponima Fondazione Alberto Sordi, nel 1992. La fondazione persegue obiettivi di pubblica utilità nei settori della formazione, dell’assistenza socio-sanitaria e la qualità di vita in età senile. Contribuì alle strutture necessarie a questo obiettivo donando un terreno di sua proprietà in località Trigoria, che venne usato per la costruzione dell'Università Campus Bio-Medico,[105] comprendente un Centro per la Salute dell'Anziano[106] e un Centro Diurno Anziani Fragili.[104]
Nel 2001 costituì la Fondazione Alberto Sordi per i giovani, con l'obiettivo di promuovere iniziative connesse all’istruzione, alla formazione culturale e all’inserimento nel mondo del lavoro di giovani disagiati.
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]Attore
[modifica | modifica wikitesto]Cinema
[modifica | modifica wikitesto]- Scipione l'africano, regia di Carmine Gallone (1937) – come comparsa
- Il feroce Saladino, regia di Mario Bonnard (1937) – come comparsa
- La principessa Tarakanova, regia di Mario Soldati (1938)
- La notte delle beffe, regia di Carlo Campogalliani (1939)
- Cuori nella tormenta, regia di Carlo Campogalliani (1940)
- Il bravo di Venezia, regia di Carlo Campogalliani (1941)
- Le signorine della villa accanto, regia di Gian Paolo Rosmino (1942)
- Giarabub, regia di Goffredo Alessandrini (1942)
- I 3 aquilotti, regia di Mario Mattoli (1942)
- La signorina, regia di László Kish (1942)
- Casanova farebbe così!, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1942)
- Sant'Elena, piccola isola, regia di Renato Simoni e Umberto Scarpelli (1943)
- Tre ragazze cercano marito, regia di Duilio Coletti (1944)
- Circo equestre Za-bum, regia di Mario Mattoli, episodio Galoppo finale dal circo (1944)
- Chi l'ha visto?, regia di Goffredo Alessandrini (1945)
- L'innocente Casimiro, regia di Carlo Campogalliani (1945)
- Le miserie del signor Travet, regia di Mario Soldati (1945)
- Il vento m'ha cantato una canzone, regia di Camillo Mastrocinque (1947)
- Il delitto di Giovanni Episcopo, regia di Alberto Lattuada (1947)
- Il Passatore, regia di Duilio Coletti (1947)
- Che tempi!, regia di Giorgio Bianchi (1948)
- Sotto il sole di Roma, regia di Renato Castellani (1948)
- Mamma mia, che impressione!, regia di Roberto Savarese (1951)
- Cameriera bella presenza offresi..., regia di Giorgio Pàstina (1951)
- Lo sceicco bianco, regia di Federico Fellini (1952)
- Totò e i re di Roma, regia di Steno e Mario Monicelli (1952)
- Giovinezza, regia di Giorgio Pàstina (1952)
- È arrivato l'accordatore, regia di Duilio Coletti (1952)
- I vitelloni, regia di Federico Fellini (1953)
- Canzoni, canzoni, canzoni, regia di Domenico Paolella, episodio Io cerco la Titina (1953)
- Ci troviamo in galleria, regia di Mauro Bolognini (1953)
- Un giorno in pretura, regia di Steno (1953)
- Lo scocciatore (Via Padova 46), regia di Giorgio Bianchi (1953)
- Due notti con Cleopatra, regia di Mario Mattoli (1954)
- Amori di mezzo secolo, regia di Mario Chiari, episodio Dopoguerra 1920 (1954)
- Tempi nostri - Zibaldone n. 2, regia di Alessandro Blasetti, episodio Scusi, ma..., (1954)
- Il matrimonio, regia di Antonio Petrucci (1954)
- Tripoli, bel suol d'amore, regia di Ferruccio Cerio (1954)
- Gran varietà, regia di Domenico Paolella, episodio Fregoli (1954)
- Allegro squadrone, regia di Paolo Moffa (1954)
- Il seduttore, regia di Franco Rossi (1954)
- Accadde al commissariato, regia di Giorgio Simonelli (1954)
- Una parigina a Roma, regia di Erich Kobler (1954)
- Un americano a Roma, regia di Steno (1954)
- L'arte di arrangiarsi, regia di Luigi Zampa (1954)
- Il segno di Venere, regia di Dino Risi (1955)
- Buonanotte... avvocato!, regia di Giorgio Bianchi (1955)
- Un eroe dei nostri tempi, regia di Mario Monicelli (1955)
- La bella di Roma, regia di Luigi Comencini (1955)
- Accadde al penitenziario, regia di Giorgio Bianchi (1955)
- Bravissimo, regia di Luigi Filippo D'Amico (1955)
- Piccola posta, regia di Steno (1955)
- Lo scapolo, regia di Antonio Pietrangeli (1955)
- I pappagalli, regia di Bruno Paolinelli (1956)
- Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo, regia di Mauro Bolognini (1956)
- Mio figlio Nerone, regia di Steno (1956)
- Mi permette, babbo!, regia di Mario Bonnard (1956)
- Era di venerdì 17, regia di Mario Soldati (1956)
- Arrivano i dollari!, regia di Mario Costa (1957)
- Souvenir d'Italie, regia di Antonio Pietrangeli (1957)
- Il conte Max, regia di Giorgio Bianchi (1957)
- Addio alle armi (A Farewell to Arms), regia di Charles Vidor (1957)
- Il medico e lo stregone, regia di Mario Monicelli (1957)
- Ladro lui, ladra lei, regia di Luigi Zampa (1958)
- Il marito, regia di Nanni Loy e Gianni Puccini (1958)
- Fortunella, regia di Eduardo De Filippo (1958)
- Domenica è sempre domenica, regia di Camillo Mastrocinque (1958)
- La vedova elettrica (Le septième ciel), regia di Raymond Bernard (1958)
- Venezia, la luna e tu, regia di Dino Risi (1958)
- Racconti d'estate, regia di Gianni Franciolini (1958)
- Nella città l'inferno, regia di Renato Castellani (1959)
- Il giovane leone (Oh, que Mambo!), regia di John Berry (1959)
- Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1959)
- Il moralista, regia di Giorgio Bianchi (1959)
- I magliari, regia di Francesco Rosi (1959)
- Vacanze d'inverno, regia di Camillo Mastrocinque (1959)
- Costa Azzurra, regia di Vittorio Sala (1959)
- La grande guerra, regia di Mario Monicelli (1959)
- Il vedovo, regia di Dino Risi (1959)
- Brevi amori a Palma di Majorca, regia di Giorgio Bianchi (1959)
- Gastone, regia di Mario Bonnard (1960)
- Tutti a casa, regia di Luigi Comencini (1960)
- Il vigile, regia di Luigi Zampa (1960)
- Crimen, regia di Mario Camerini (1960)
- I due nemici, regia di Guy Hamilton (1961)
- Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
- Una vita difficile, regia di Dino Risi (1961)
- Il commissario, regia di Luigi Comencini (1962)
- Mafioso, regia di Alberto Lattuada (1962)
- Il diavolo, regia di Gian Luigi Polidoro (1963)
- Il boom, regia di Vittorio De Sica (1963)
- Il maestro di Vigevano, regia di Elio Petri (1963)
- Tentazioni proibite, regia di Osvaldo Civirani (1963)
- La mia signora, regia di Tinto Brass, Luigi Comencini e Mauro Bolognini (1964)
- Il disco volante, regia di Tinto Brass (1964)
- Risate all'italiana, registi vari (1964)
- I tre volti, regia di Franco Indovina, episodio Latin lover (1965)
- Quei temerari sulle macchine volanti (Those magnificent men in their flying machines, or: how I flew from London to Paris in 25 hours and 11 minutes), regia di Ken Annakin (1965)
- I complessi, regia di Luigi Filippo D'Amico, episodio Guglielmo il dentone (1965)
- Thrilling, regia di Carlo Lizzani, episodio L'autostrada del sole (1965)
- Made in Italy, regia di Nanni Loy (1965)
- Fumo di Londra, regia di Alberto Sordi (1966)
- I nostri mariti, regia di Luigi Filippo D'Amico, episodio Il marito di Roberta (1966)
- Le fate, regia di Antonio Pietrangeli, episodio Fata Marta (1966)
- Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966)
- Le streghe, regia di Mauro Bolognini, episodio Senso civico (1967)
- Un italiano in America, regia di Alberto Sordi (1967)
- Il medico della mutua, regia di Luigi Zampa (1968)
- Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?, regia di Ettore Scola (1968)
- Amore mio aiutami, regia di Alberto Sordi (1969)
- Nell'anno del Signore, regia di Luigi Magni (1969)
- Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue, regia di Luciano Salce (1969)
- Contestazione generale, regia di Luigi Zampa, episodio Il prete (1970)
- Il presidente del Borgorosso Football Club, regia di Luigi Filippo D'Amico (1970)
- Le coppie, episodi La camera, regia di Alberto Sordi, e Il leone, regia di Vittorio De Sica (1970)
- Detenuto in attesa di giudizio, regia di Nanni Loy (1971)
- Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata, regia di Luigi Zampa (1971)
- Lo scopone scientifico, regia di Luigi Comencini (1972)
- La più bella serata della mia vita, regia di Ettore Scola (1972)
- Roma, regia di Federico Fellini (1972) – non accreditato
- Anastasia mio fratello, regia di Steno (1973)
- Polvere di stelle, regia di Alberto Sordi (1973)
- Finché c'è guerra c'è speranza, regia di Alberto Sordi (1974)
- Di che segno sei?, regia di Sergio Corbucci, episodio Il fuoco (1975)
- Un sorriso, uno schiaffo, un bacio in bocca, regia di Mario Morra (1975)
- E il Casanova di Fellini?, regia di Gianfranco Angelucci e Liliana Betti (1975)
- Il comune senso del pudore, regia di Alberto Sordi, primo episodio (1976)
- Quelle strane occasioni, regia di Luigi Comencini, episodio L'ascensore (1976)
- Un borghese piccolo piccolo, regia di Mario Monicelli (1977)
- I nuovi mostri, regia di Mario Monicelli, Dino Risi ed Ettore Scola, episodi First Aid (pronto soccorso), Come una regina, L'elogio funebre (1977)
- Dove vai in vacanza?, regia ep. di Alberto Sordi, episodio Le vacanze intelligenti (1978)
- L'ingorgo, regia di Luigi Comencini (1978)
- Il testimone (Le témoin), regia di Jean-Pierre Mocky (1978)
- Il malato immaginario, regia di Tonino Cervi (1979)
- Io e Caterina, regia di Alberto Sordi (1980)
- Il marchese del Grillo, regia di Mario Monicelli (1981)
- Io so che tu sai che io so, regia di Alberto Sordi (1982)
- In viaggio con papà, regia di Alberto Sordi (1982)
- Il tassinaro, regia di Alberto Sordi (1983)
- La vita comincia a..., regia di Ettore Scola – cortometraggio (1983)
- Tutti dentro, regia di Alberto Sordi (1984)
- Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, regia di Mario Monicelli (1984)
- Sono un fenomeno paranormale, regia di Sergio Corbucci (1985)
- Troppo forte, regia di Carlo Verdone (1986)
- Un tassinaro a New York, regia di Alberto Sordi (1987)
- Una botta di vita, regia di Enrico Oldoini (1988)
- L'avaro, regia di Tonino Cervi (1990)
- In nome del popolo sovrano, regia di Luigi Magni (1990)
- Vacanze di Natale '91, regia di Enrico Oldoini (1991)
- Assolto per aver commesso il fatto, regia di Alberto Sordi (1992)
- Nestore, l'ultima corsa, regia di Alberto Sordi (1994)
- Romanzo di un giovane povero, regia di Ettore Scola (1995)
- Incontri proibiti, regia di Alberto Sordi (1998)
Televisione
[modifica | modifica wikitesto]- Il tassinaro, regia di Alberto Sordi (1983) – versione TV in 4 puntate
- I promessi sposi, regia di Salvatore Nocita – miniserie TV (1989)
Cortometraggi o documentari dove appare Alberto Sordi
[modifica | modifica wikitesto]- Dieci minuti con i doppiatori, regia di Gaetano Amata (1948)
- La città del cinema, regia di Vittorio Sala (1955)
- La storia di Alberto Sordi, a cura di Manfredo Matteoli – documentario TV, Rai (1955)
- I bersaglieri, regia di Corrado Prisco (1983)
Antologie
[modifica | modifica wikitesto]- Prima di essere Albertone, regia di Massimo Ferrari (2007)
- Siamo tutti napoletani, registi vari (2008)
- Mina - Gli anni Rai, registi vari (2008)
- Vittorio D., regia di Mario Canale e Annarosa Morri (2009)
- Alberto il grande, regia di Carlo e Luca Verdone (2013)
- Che strano chiamarsi Federico, regia di Ettore Scola (2013)
- Siamo tutti Alberto Sordi?, regia di Fabrizio Corallo (2020)
- Magnifico testimone (Canale 5, 2020)
- Alberto Sordi - Un italiano come noi (Rai 1, 2020)
Regista
[modifica | modifica wikitesto]- Fumo di Londra (1966)
- Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966)
- Un italiano in America (1967)
- Amore mio aiutami (1969)
- Le coppie (episodio La camera) (1970)
- Polvere di stelle (1973)
- Finché c'è guerra c'è speranza (1974)
- Il comune senso del pudore (1976)
- Dove vai in vacanza? (episodio Le vacanze intelligenti) (1978)
- Storia di un italiano - film TV, quattro edizioni (prima e seconda nel 1979, terza nel 1981 e quarta nel 1986)
- Io e Caterina (1980)
- Io so che tu sai che io so (1982)
- In viaggio con papà (1982)
- Il tassinaro (1983)
- Tutti dentro (1984)
- Un tassinaro a New York (1987)
- Assolto per aver commesso il fatto (1992)
- Nestore, l'ultima corsa (1994)
- Incontri proibiti (1998)
Teatro
[modifica | modifica wikitesto]- San Giovanni, compagnia di Aldo Fabrizi e Anna Fougez (1936-1937)
- Ma in campagna è un'altra... rosa, compagnia di Guido Riccioli e Nanda Primavera (1938-1939)
- Tutto l'oro del mondo, compagnia di Guido Fineschi e Maria Donati (1941-1942)
- Teatro della caricatura, accanto a Fanfulla (1942-1943)
- Ritorna Za-Bum di Marcello Marchesi, regia di Mario Mattoli (1943-1944)
- Sai che ti dico? di Marcello Marchesi, regia di Mario Mattoli
- Un mondo di armonie, rivista musicale di Alberto Semprini (1944-1945)
- Imputati... alziamoci! di Michele Galdieri
- Soffia so'... di Pietro Garinei e Sandro Giovannini (1945-1946)
- Soffia so'... n. 2 di Pietro Garinei e Sandro Giovannini
- E lui dice... di Benecoste, regia di Oreste Biancoli e Adolfo Celi (1947-1948)
- Gran baraonda di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, accanto a Wanda Osiris (1952-1953)
Film e progetti non realizzati
[modifica | modifica wikitesto]- 1957: Mario Monicelli riferì che gli fu affidata la regia di un film con protagonista Alberto Sordi, basato sul soggetto di quello che poi sarebbe diventato Un italiano in America.[107] Si recò negli Stati Uniti insieme allo sceneggiatore designato Rodolfo Sonego, visitando numerosi luoghi alla ricerca di ispirazione per lo sviluppo della storia, ma alla fine, un mancato accordo tra il produttore Dino De Laurentiis e la Paramount Pictures impedì la concretizzazione del progetto.[107] Il film fu poi realizzato 10 anni dopo dal solo Sordi, che lo diresse oltre a interpretarlo. Monicelli ebbe parole molto critiche sul risultato finale.[N 25]
- 1958: sfuma il progetto di girare una pellicola tratta da La padrona di raggio di luna, una commedia musicale di Garinei e Giovannini, che Sordi avrebbe dovuto girare a fianco di Ginger Rogers.[9]
- 1964: Sordi e Rodolfo Sonego, uno dei suoi sceneggiatori di fiducia partono per il Brasile per un progetto cinematografico che tuttavia non si concretizza.[9][108]
- 1975: Sordi avrebbe dovuto interpretare l'allora Segretario di Stato degli USA Henry Kissinger, a cui lo accomunava anche una certa somiglianza fisica, nel film Il mio amico Henry.[109] La sceneggiatura era stata approntata da Sergio Amidei con il contributo di Age & Scarpelli ed erano stati fatti i nomi di Ettore Scola e Billy Wilder per la regia. Tuttavia, il film non fu mai realizzato. Le ragioni ipotizzate inclusero ingerenze da parte di alte sfere della politica e l'opportunità di satirizzare un personaggio potente e controverso.[109] Vi fu un secondo tentativo, anche questo senza esito, di riprendere il progetto, su iniziativa di Sordi dopo il 1976, all'indomani dell'elezione di Jimmy Carter alla Presidenza degli Stati Uniti.[109]
- Anni '80: Giancarlo Governi,[N 26] riferì che Sordi (con cui stava collaborando alla produzione di Storia di un italiano) aveva a lungo coltivato il progetto di scrivere e dirigere un film basato su Benito Mussolini, immaginandolo in un contesto familiare dove lo avrebbe tratteggiato in modo diametralmente opposto alla sua immagine pubblica di dittatore.[110] Il progetto non giunse mai a compimento per le minacce di nostalgici fascisti[N 27] che Sordi ricevette quando la notizia fu divulgata.[9]
- Anni '90: Sordi avrebbe dovuto essere il protagonista di un film incentrato sull'organizzazione Gladio, interpretando un anziano professionista con trascorsi di gioventù nell'Organizzazione. Il caso Gladio era di grande attualità, essendo venuto alla luce nel 1990. Furio Scarpelli ed Ettore Scola avevano scritto un trattamento intitolato Omissis e una sceneggiatura dal titolo Gladio. Tuttavia il film non fu mai girato.[111]
- 1991: Sordi rifiutò il ruolo di Gioacchino Rossini offertogli da Mario Monicelli nel film che poi girò con protagonista Philippe Noiret intitolato Rossini! Rossini![9]
Doppiaggio
[modifica | modifica wikitesto]- Oliver Hardy in Tempo di pic-nic, Sotto zero, Un marito servizievole, Un nuovo imbroglio, Andiamo a lavorare, Un salvataggio pericoloso, Muraglie, La scala musicale, Il circo è fallito, Il compagno B, Ospiti inattesi, Ospedale di contea, Noi e il piccolo Slim, Buone vacanze, La ronda di mezzanotte, Lavori in corso, Fra Diavolo, Alchimia, Il regalo di nozze, I figli del deserto, Annuncio matrimoniale, Vita in campagna, Andando a spasso, Nel paese delle meraviglie, Il fantasma stregato, Questione d'onore, Allegri poeti, Fratelli di sangue, La ragazza di Boemia, Avventura a Vallechiara, Venti anni dopo, I diavoli volanti, Noi siamo le colonne, C'era una volta un piccolo naviglio, Ciao amici!, Sim salà bim, Il nemico ci ascolta, Gli allegri imbroglioni, Sempre nei guai, I toreador, Atollo K, Dopo Waterloo, La gioia della vita
- Bruce Bennett in Notte di bivacco, La fuga, Il tesoro della Sierra Madre
- John Ireland in Il fiume rosso, Purificazione, Violenza
- Morris Ankrum in Giovanna d'Arco
- Pedro Armendáriz in Il massacro di Fort Apache
- Hank Bell in Romanzo del West
- Abner Biberman in Gunga Din
- Curt Bois in Casablanca
- Charles Bradstreet in Il cervello di Frankenstein
- Steve Brodie in Gli avvoltoi
- J. Carrol Naish in Sahara
- Jack Carson in Amore sotto coperta, Bionda fragola
- Wallis Clark in L'eterna illusione
- Perry Como in Parole e musica
- Charles Drake in Winchester '73
- Nelson Eddy in Musica maestro
- Leif Erickson in Il terrore corre sul filo
- Frank Faylen in La vita è meravigliosa
- James Flavin in Arcipelago in fiamme
- Preston Foster in La valle del destino
- Cary Grant in Notte e dì (nel canto)
- Woody Herman in La città del jazz
- John Hubbard in Corrida messicana
- Van Johnson in Lo stato dell'unione
- Cy Kendall in Romanzo del West
- Glen Lee in Anima e corpo
- Sheldon Leonard in Il bandito senza nome
- Bruce Lester in Ombre malesi
- Alan Marshal in Il giardino di Allah
- Paul Maxey in Nuvole passeggere
- Scott McKay in Duello al sole
- James Millican in La bella preda
- Robert Mitchum in Notte senza fine
- Kenneth More in La tragedia del capitano Scott
- Gordon Oliver in La scala a chiocciola
- Anthony Quinn in Buffalo Bill
- Dan Riss in Bandiera gialla
- Anthony Rivers in La città nuda
- James Robertson Justice in La tragedia del capitano Scott
- James Seay in Giungla d'asfalto
- Bob Steele in La città del peccato
- Craig Stevens in Perdutamente
- Philip Terry in Bataan
- Tom Tyler in Sangue sulla luna
- Rudy Vallee in Vento di primavera, L'adorabile intrusa
- Juan Varro in Dedizione
- Richard Webb in Il tempo si è fermato
- Peter Whitney in Destinazione Tokyo
- Keenan Wynn in Tre piccole parole
- Franco Fabrizi in Cronaca di un amore
- Enzo Fiermonte in Teheran
- Giacomo Gabrielli in Dov'è la libertà...?
- Marcello Mastroianni in Domenica d'agosto
- Vittorio Mottini in Abbasso la ricchezza!
- Francesco Mulè in Camilla
- Venditore di biciclette (attore non identificato) in Ladri di biciclette
- Voce di un animale in I pinguini ci guardano
- Voce narrante in Prima comunione, Viva il cinema!, La balena che voleva cantare all'Opera
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- Golden Globe
- 1963 – Candidatura al miglior attore in un film commedia o musicale per I due nemici
- 1964 – Miglior attore in un film commedia o musicale per Il diavolo
- 1966 – Candidatura al miglior attore in un film commedia o musicale per Quei temerari sulle macchine volanti
- BAFTA
- 1962 – Candidatura al miglior attore protagonista straniero per I due nemici
- Chicago International Film Festival
- 1982 – Candidatura Gold Hugo per Io so che tu sai che io so
- David di Donatello
- 1960 – miglior attore protagonista per La grande guerra
- 1961 – Miglior attore protagonista per Tutti a casa
- 1966 – Miglior attore protagonista per Fumo di Londra
- 1969 – Miglior attore protagonista per Il medico della mutua
- 1972 – Miglior attore protagonista per Detenuto in attesa di giudizio
- 1973 – Miglior attore protagonista per Lo scopone scientifico
- 1977 – Miglior attore protagonista per Un borghese piccolo piccolo
- 1981 – Medaglia d'Oro del comune di Roma
- 1982 – Candidatura al miglior attore protagonista per Il marchese del Grillo
- 1984 – Targa speciale
- 1990 – David di Donatello speciale
- 1994 – David di Donatello speciale
- 1999 – David di Donatello speciale
- Nastro d'argento
- 1954 – Miglior attore non protagonista per I vitelloni
- 1956 – Miglior attore protagonista per Lo scapolo
- 1959 – Candidatura al miglior attore protagonista per Il marito
- 1960 – Miglior attore protagonista per La grande guerra
- 1961 – Candidatura al miglior attore protagonista per Tutti a casa
- 1962 – Candidatura al miglior attore protagonista per Una vita difficile
- 1963 – Candidatura al miglior attore protagonista per Mafioso
- 1968 – Candidatura al miglior attore protagonista per Un italiano in America
- 1970 – Candidatura al miglior attore non protagonista per Nell'anno del Signore
- 1972 – Candidatura al miglior attore protagonista per Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata
- 1977 – Miglior attore protagonista per Un borghese piccolo piccolo
- 1981 – Candidatura al miglior attore protagonista per Io e Caterina
- 1984 – Candidatura al miglior attore protagonista per Il tassinaro
- 1995 – Nastro d'argento alla carriera
- 2003 – Nastro d'argento speciale (postumo)
- Mostra del cinema di Venezia
- 1959 – Premio speciale per la sua interpretazione per La grande guerra
- 1995 – Leone d'oro alla carriera
- 2001 – Premio Pietro Bianchi
- Art Film Festival
- 1996 – Premio attore
- 2001 – Diamond Awards
- Ciak d'oro
- 1986 – Candidatura al miglior attore non protagonista per Troppo forte
- Festival cinematografico internazionale di Mosca
- 1983 – Candidatura Gran Premio per Io so che tu sai che io so
- 1983 – Premio speciale per "For the contribution to the cinema" per Io so che tu sai che io so
- Festival Internazionale del Cinema di Acapulco
- 1963 – miglior attore – Mafioso
- 1963 – miglior attore – Il diavolo
- Giffoni Film Festival
- 1994 – François Truffaut Award
- Globo d'oro
- 1960 – Premio speciale della Giuria – Tutti a casa
- 1969 – miglior attore – Il medico della mutua
- 1981 – miglior attore – Io e Caterina
- 1982 – miglior attore – Il marchese del Grillo
- 2000 – Premio alla carriera
- Gran Premio Internazionale dello Spettacolo
- 1990 – Telegatto per lo sceneggiato I Promessi Sposi
- 1994 – Telegatto di platino alla Carriera
- Grolla d'oro
- 1958 – miglior attore – Il marito e Ladro lui, ladra lei
- 1961 – miglior attore – Tutti a casa
- 1966 – Premio speciale – Fumo di Londra
- 1977 – miglior attore – Un borghese piccolo piccolo
- 1989 – Premio alla carriera
- 1995 – miglior attore – Romanzo di un giovane povero
- Leggio d'oro
- 1995 – Menzione speciale
- Premio Flaiano
- 1992 – Premio alla carriera
- Premio Vittorio De Sica
- 1979 – Premio attore Cinema Italiano
- 2001 – Premio attore Cinema Italiano
- Una vita per il cinema
- 1959 – Medaglia d'oro
- 1969 – Vittoria alata
- 1970 – Vittoria di Samotracia
- 1971 – Vittoria di Samotracia
- 1977 – Vittoria di Samotracia
- 1986 – Vittoria di Samotracia
- 1991 – Vittoria di Samotracia
Doppiatori italiani
[modifica | modifica wikitesto]Nei seguenti film, Sordi si trovò come interprete a essere doppiato da:
Compositore e cantante
[modifica | modifica wikitesto]Alberto Sordi | |
---|---|
Alberto Sordi nel 1961 | |
Nazionalità | Italia |
Genere | Musica leggera |
Periodo di attività musicale | 1939 – 2003 |
Etichetta | Fonit, Cinevox, General Music, RCA Italiana, CGD, Fonit-Cetra, Easy Records Italiana |
Album pubblicati | 11 |
Studio | 11 |
Il primo contatto di Sordi con la musica avviene già tra il 1939 e il 1942, periodo in cui doppia il personaggio di Ollio, nel film I diavoli volanti che include anche un intermezzo cantato, Guardo gli asini che volano nel ciel, rielaborazione di A Zonzo di Ernesto Bonino.[112]
Soprattutto negli anni Quaranta, scrisse (sotto lo pseudonimo Maestro Gambara) e interpretò alcune canzoni o, come li definì lui stesso, ritmi lenti di satira leggera. Tra le altre: Nonnetta, Carcerato, Cerco una donna, Il bimbo che non conobbe infanzia, L'alpino. Alcune le ricantò nel 1957 in Carosello, negli sketch per la casa vinicola Gancia, unici episodi che lo videro protagonista nella nota rubrica pubblicitaria.
Nello stesso anno, Sordi si iscrisse alla SIAE come suonatore di mandolino, strumento che conosceva in virtù dei suoi trascorsi militari. Ottenne la qualifica di "Compositore melodista".[113]
- 1942: Guardo gli asini che volano nel ciel (Gino Filippini) cantata da Alberto Sordi nel film I diavoli volanti doppiando Oliver Hardy
- 1966: You never told me (Alberto Sordi, Piero Piccioni) cantata da Julie Rogers nel film Fumo di Londra e in italiano da Mina con il titolo Breve amore
- 1966: Richmond bridge (Alberto Sordi, Piero Piccioni) cantata da Lydia MacDonald nel film Fumo di Londra
- 1967: Walk song (Alberto Sordi, Piero Piccioni) cantata da Lydia MacDonald nel film Un italiano in America e in italiano da Christy con il titolo Amore amore amore amore
- 1969: Luna non sei nessuna (Alberto Sordi, Piero Piccioni) del film Amore mio aiutami; Alberto Sordi cantò lo spin-off della canzone, conosciuto anche come Luna non sei più tu
- 1970: Il presidente del Borgorosso Football Club (singolo) (Alberto Sordi, Piero Piccioni) - tema del film omonimo
- 1973: Ma 'ndo... Hawaii? (Alberto Sordi, Piero Piccioni) cantata da Alberto Sordi e Monica Vitti nel film Polvere di stelle
- 1981: E va'... E va'... (Franco Migliacci/Claudio Mattone)
- 1981: Mia cara Olimpia... (Alberto Sordi, Nicola Piovani) - breve versione cantata della Gavotta di Olimpia tema del film Il marchese del Grillo
Discografia
[modifica | modifica wikitesto]Album
[modifica | modifica wikitesto]- 1971 – Alberto Sordi (RCA Italiana, PSL 10514)
- 1973 – Alberto Sordi (Music Parade Cetra, LEL 61)
- 1973 – Buonasera amici miei carissimi (Fonit Cetra, LPX 75)
- 1991 – Le canzoni di Alberto Sordi (CGD, 9031 75659-1)
- 1997 – Le canzoni di Alberto Sordi (Mercury Records, 534 869-2)
- 1998 – Splendore dell'acqua con Monica Vitti - (BMG Ricordi, 74321 56713 2)
- 2003 – Storia di un italiano
- 2003 – Le più belle canzoni (Warner Music Italy)
- 2005 – Le più belle canzoni e i ricordi di Alberto Sordi (Warner Strategic Marketing Italy, 5050487-9735-2-7)
- 2007 – Alberto Sordi (Rhino Entertainment)
- 2009 – La radio di Alberto Sordi. Comprendi l'importanza? (Twilight Music, TWI CD AS0947)
Singoli
[modifica | modifica wikitesto]- 1958 – Nonnetta/Carcerato (Fonit, SP 30275)
- 1958 – Il bimbo/Finalmente solo (Fonit, SP 30276)
- 1958 – Il gatto/Il milionario (Fonit, SP 30277)
- 1958 – Cerco una donna/Fanciulla (Fonit, SP 30278)
- 1970 – Il presidente del Borgorosso Football Club/Free Mote One (Cinevox, MDF 020; lato B strumentale di Piero Piccioni)
- 1973 – Ma 'ndo...Hawaii/Hello Boys (General Music, ZGE 50468; lato A con Monica Vitti; lato B eseguito da Nora Orlandi)
- 1981 – E va'...e va'.../Il gatto (Easy Records Italiana, ER 006)
Programmi radiofonici Eiar
[modifica | modifica wikitesto]- Le avventure di Pinocchio, racconto a puntate per le scuole elementari (marzo 1942)
- La leggenda di Francesca, tragedia allegra di Guglielmo Guasta, musiche di Zita Lana e Alberto Montanaro, con Alberto Sordi, Gustavo Conforti, orchestra Spaggiari, regia di Silvio Gigli, trasmessa il 15 marzo 1942.
- La leggenda della civiltà...E il fuoco ride!, fantasia radiofonica di Riccardo Aragno, orchestra Manno, con Rina Franchetti, Wanda Tettoni, Alberto Sordi, Gustavo Conforti, regia di Silvio Gigli, trasmessa il 20 marzo 1942.
- Paradiso per tutti, rivista di Mario Brancacci e De Matteo, orchestra Spaggiari, con Wanda Tettoni, Alberto Sordi, Aleardo Ward, regia di Silvio Gigli, trasmesso il 15 aprile 1942.
- Il gioco dell'oca, fantasia musicale di Riccardo Morbelli, orchestra Spaggiari, con Rina Franchetti, Alberto Sordi, Barbara Landi, Wanda Tettoni, regia di Silvio Gigli, trasmessa 22 aprile 1942.
Programmi radiofonici Rai
[modifica | modifica wikitesto]- La fu signora suocera di Georges Feydeau, farsa con Laura Carli, Stefano Sibaldi, Alberto Sordi, Zoe Incrocci regia di Alberto Casella, trasmessa il 28 febbraio 1949.
- Vi parla Alberto Sordi, appuntamento settimanale (1947-1950)
- Alberto Sordi al microfono, programma settimanale tra gennaio e febbraio (1952)
- Il teatrino di Alberto Sordi, regia di Riccardo Mantoni, settimanale dal 6 maggio al 24 giugno 1952.
- Io, Alberto Sordi, settimanale (1968)
- Il conte Claro, in Gran varietà, settimanale, con Gianni Agus e Wanda Tettoni (1969-1970)
Film biografico
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Lauree Honoris Causa
[modifica | modifica wikitesto]— Università IULM di Milano, 12 marzo 2002[116]
— Università degli Studi di Salerno, 24 aprile 2002[117]
Tributi
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1999 gli venne consegnato, su ideazione del regista Angelo Antonucci, il premio "Reggia d'oro" per l'interpretazione, come primo film da protagonista, del film I tre aquilotti, ambientato alla Reggia di Caserta.
Il 7 dicembre 2003 gli fu intitolata la restaurata galleria Colonna a Roma, divenuta dunque galleria Alberto Sordi. Sempre a Roma, il 16 febbraio 2013 è stato inaugurato all'interno di Villa Borghese un viale dedicato ad Alberto Sordi, alla presenza della sorella dell'attore, Aurelia, e del sindaco Gianni Alemanno.[118] La città di Grosseto ha dedicato ad Alberto Sordi il viale principale nel nuovo quartiere del Casalone, così come successo a Cagliari - Pirri, Taranto, Noceto (PR), a Jesolo (VE); a Castiglioncello (LI), dove frequentemente trascorreva le sue vacanze gli fu dedicato un lungomare. Anche Vigevano (PV), Guidonia Montecelio (RM), Orta di Atella (CE), Sabaudia (LT), Capaci (PA), Misterbianco (CT), Ponte San Giovanni (PG), San Nicola la Strada (CE), Grugliasco (TO), Valenzano (BA), Frosinone, Ragusa e Taranto gli hanno dedicato una via.
Ad Alberto Sordi è stato dedicato il film del 2003 di Ettore Scola Gente di Roma.
Dal 2004 viene consegnato il premio speciale Leggio d'oro "Alberto Sordi" agli attori che si sono distinti dell'ambito del doppiaggio, del teatro, della televisione o del cinema. Tale premio viene conferito durante l'annuale edizione del Leggio d'oro, ed è stato dedicato all'attore perché egli fu il primo vincitore dello stesso premio nel 1995, per il doppiaggio di Oliver Hardy in Stanlio e Ollio.[119][120]
Nel 2011 il Bif&st di Bari ha assegnato un premio intitolato ad Alberto Sordi per il miglior attore non protagonista tra i film del festival.
Ad Alberto Sordi è stata dedicata una scuola a Roma, l'Istituto comprensivo “Alberto Sordi”,[121] nata dall'unione delle Scuole Medie Statali "PierLuigi Nervi" di piazzale Hegel e "Giacomo Puccini” di piazza Giuseppe Gola.
Dal 14 febbraio al 31 marzo 2013 il Vittoriano di Roma ha ospitato la mostra Alberto Sordi e la sua Roma, dedicata soprattutto al suo rapporto con la città natale.[122]
Nel 2017 si è tenuta a Buenos Aires una mostra di fotografie, costumi e una serie di film su alcuni dei suoi film emblematici.[123]
Gli è stato dedicato un asteroide, 83657 Albertosordi.[124]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Esplicative
- ^ Nel 2012 vi fu posta una targa ricordo dal Municipio I di Roma
- ^ L'edificio in cui visse fu demolito nel 1930 per fare spazio alla costruzione del Palazzo delle Sacre Congregazioni Romane. Nel sito originario fu apposta una targa commemorativa.
- ^ La madre Maria aveva lasciato l'insegnamento per occuparsi delle prole e della famiglia. Cfr. Righetti, op.cit.
- ^ Sordi si riferì a lui come "Albertino" in alcune interviste
- ^ Come Sordi stesso ebbe a raccontare in una puntata del Maurizio Costanzo Show, durante la frequenza dell'Accademia, l'insegnante di dizione lo chiamò in disparte e gli disse: «Lei dice guèra, ma si dice guèrra». Lui rispose: «Me se strigne 'a gola a dì guèrra». Venne espulso dopo poche settimane. Cfr. Fava, op.cit.
- ^ Emilia Varini, attrice e insegnante di recitazione e dizione, bocciò Sordi dicendogli: «Non perda tempo, perché lei non diventerà mai un vero attore. Gesticola troppo e non si esprime in italiano». Sordi stesso, più avanti, raccontò: «La mia maestra, la signora Varini, non faceva che ripetermi “lei non si applica, commette sempre gli stessi errori, non diventerà mai attore». Era per via dell’accento romano, che non consentiva all’attore la corretta dizione a lei tanto cara. Cfr. Quando l’attrice di Verbania Emilia Varini bocciò Alberto Sordi: “Non andrà da nessuna parte, non parla italiano”, su La Stampa, 11 maggio 2020. URL consultato il 13 novembre 2024.
- ^ Come Sordi stesso raccontò nel programma televisivo Laurel & Hardy - Due teste senza cervello.
- ^ Se si eccettuano gli auto-doppiaggi in post-produzione di tutte le sue altre pellicole, come consuetudine nella produzione cinematografica.
- ^ A seconda delle fonti il personaggio compare alternativamente come Nando Mericoni o Nando Moriconi. Cfr PAZZO PER REPUBBLICA - il blog dei feticisti di Repubblica: Michele Serra cade dall'Amaca. (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2017).
- ^ «È stato un grande dolore. Veramente Sordi ha interpretato i sentimenti degli italiani, soprattutto nei momenti più difficili e duri. Sordi ha rappresentato i sentimenti degli italiani mentre il Paese si stava sfasciando. Però, nelle sue interpretazioni non c'è mai la rappresentazione dello sfascio senza la speranza. C'è, quindi, una profonda italianità di Sordi. Una delle ultime volte venne a mostrarmi la riedizione dei suoi film. Ora spero che siano visti anche nelle scuole. Sarebbe un modo di rappresentare visivamente i drammi degli anni Quaranta. Mi riferisco a film come Tutti a casa, ma non solo a quello.» Carlo Azeglio Ciampi (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
- ^ "Come gli capitava non di rado, volendo sottolineare il suo essere autore, l’attore, senza troppo tatto nei confronti di Polidoro, ha spesso lasciato intendere di averlo diretto lui. In realtà c’è molto di questo regista viaggiatore" Cfr. https://lorciofani.com/2019/08/03/il-diavolo-gian-luigi-polidoro-1963/
- ^ "I suoi personaggi perdono con gli anni la grinta e il cinismo che tanto aveva colpito l'Italietta del boom economico, in più complice del declino è anche il tramonto del genere della commedia all'italiana", da Alberto Sordi - biografia di Ivana Faranda, Alberto Sordi - Attore - Biografia e Filmografia - Ecodelcinema (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2014). (sito rilevato il 17/7/2014)
- ^ "Del finale di carriera di Sordi c'è poco da dire. Un lento declino, ravvivato solo dal Marchese del Grillo, un'iniezione di gerovital, e il tassinaro televisivo. Poi basta", da Albertone, re indiscusso (e un po' sprecato) della commedia italiana di Claudio Siniscalchi, Albertone, re indiscusso (e un po' sprecato) della commedia italiana - ilGiornale.it (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2015). (sito rilevato il 17/7/2014)
- ^ Più va avanti con i film e più Sordi deve confrontarsi con una società che si emancipa, in cui le donne hanno ruoli da protagoniste, in cui la liberazione sessuale non è un precipizio da cui stare alla larga, ma mostra in modo più smaccato una nevrosi culturale e sociale: i suoi personaggi somigliano sempre di più a falene imprigionate in un complesso materno, ma non fanno ridere più. Oltre il mito di Alberto Sordi - Christian Raimo - Internazionale (https://www.internazionale.it/opinione/christian-raimo/2020/08/08/alberto-sordi)
- ^ Io e Caterina è un inno alla misoginia, un film oggi imbarazzante in cui il protagonista – l’imprenditore Enrico Melotti, volgare maschilista – pensa di risolvere i problemi di un articolato mondo femminile troppo esigente con una robot che fa la domestica, Caterina, finché anche lei comincia a fare le bizze per la gelosia. Oltre il mito di Alberto Sordi - Christian Raimo - Internazionale (https://www.internazionale.it/opinione/christian-raimo/2020/08/08/alberto-sordi)
- ^ Si arriva a 53 film se si contano anche cortometraggi e alcuni lavori non accreditati. Cfr. Tatti Sanguineti - Il cervello di Alberto Sordi, Rodolfo Sonego e il suo cinema, op.cit.
- ^ «Sono triste e scioccato nell'apprendere della morte di Alberto Sordi. In qualche modo non pensavo fosse mortale. Le sue immagini vanno dal mio cuore alla mia mente, vedo la sua faccia e sento la sua voce in tutti quei meravigliosi ruoli che ha interpretato. Sordi ha catturato come nessun altro quello che significa essere italiano, satirizzando molti tratti nazionali, buoni e cattivi, e così facendo, esorcizzandoli. Uno potrebbe legare insieme tutti i suoi film e tirarne fuori una storia dell'Italia. Era più di un attore. Era una icona nazionale. Porta con sé uno degli ultimi gloriosi ricordi dell'età mitica del cinema italiano. Martin Scorsese (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
- ^ Esibita dall'associazione I Vitelloni Club Alberto Sordi, fondata nel 1994, provenienza Collezione Stefano Saliola
- ^ Fin dall'inizio della sua carriera, Alberto Sordi stipulava contratti che prevedevano espressamente la consegna di una copia dei film da lui interpretati. Questa scelta si rivelò per lui particolarmente vantaggiosa, poiché molte case di produzione, nel corso degli anni, cessarono l’attività o fallirono. In tali circostanze, il possessore della copia dell'opera ne diveniva di fatto il custode. Cfr. David Grieco, Bari, il regista David Grieco racconta Alberto Sordi https://www.bariviva.it/notizie/bari-il-regista-david-grieco-racconta-alberto-sordi/
- ^ La strada era chiamata in precedenza Via della Ferratella in Laterano.
- ^ Secondo il cugino Igor Righetti era noto alla famiglia che Sordi votasse Democrazia Cristiana. Cfr. Righetti, Alberto Sordi segreto, op.cit.
- ^ «È vero, sono cattolico e quindi mi è parso abbastanza logico votare DC. Ma attenzione: se la Dc avesse avuto lo 0,2% non avrei mica votato per lei. Che c’avrebbe fatto, con il voto mio? E che c’avrei fatto io, con un partito dello 0,2%?». Da una dichiarazione di Sordi a Filippo Ceccarelli, cfr. Damilano, Democristiani immaginari, op.cit.
- ^ Come dichiarato da Sordi stesso in un'intervista, senza tuttavia precisare chi fosse il produttore latore di tale proposta.
- ^ Come riportò il Corriere della Sera, il 23 novembre di quello stesso anno, prese parte a una puntata della trasmissione Tappeto volante di Luciano Rispoli, su Telemontecarlo, in cui dichiarò: "Il sindaco non si deve preoccupare: io sono stato, sono e resterò attore fino alla fine dei miei giorni".
- ^ "Sordi ne ha tirato fuori un film proprio brutto. Ha rovinato un bellissimo soggetto, indipendentemente dal fatto che non l’ho girato io". Cfr. Monicelli, La commedia umana, op. cit.
- ^ Episodio anche citato nel libro Alberto racconta Sordi, Schiavina, op. cit.
- ^ «Mi sarebbe piaciuto moltissimo fare un Mussolini macchietta, lontano da tutto ciò che riguardava la guerra o la politica. Buttai lì l’idea,poi per un po’ di tempo non ci pensai, anche se non l’avevo affatto scartata. Ma la notizia si divulgò ben presto e apparve sul “Corriere della Sera”. Apriti cielo! Dopo un po’ di giorni mi arrivarono minacce anche dall’America del Sud. Gente che mi diceva: «Guai a te se lo fai! Non ti permettere di mancare di rispetto al nostro duce!». Ci riflettei un po’, poi per non andare incontro a grane, decisi di lasciar perdere. Da un'intervista di Sordi a Maria Antonietta Schiavina, Alberto racconta Sordi, op.cit.
Riferimenti
- ^ Tomba di Alberto Sordi al Verano, su roma.repubblica.it. URL consultato il 24 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2011).
- ^ I COLONNELLI DEL CINEMA ITALIANO, su davinotti.com, 10 marzo 2008. URL consultato il 16 febbraio 2020 (archiviato il 7 febbraio 2010).
- ^ Il cinema italiano contemporaneo: Da "La dolce vita" a "Centochiodi" (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2016), Laterza, Bari 2007 - ed. dig. 11-2015
- ^ Teche RAI (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2016). Consultato il 18 agosto 2016
- ^ Treccani - Enciclopedia del Cinema (2003) (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2017). - Scheda di M. d'Amico - Consultato il 18 agosto 2016
- ^ Aldo Fabrizi, su mymovies.it, MYmovies. URL consultato il 29 ottobre 2014 (archiviato il 20 ottobre 2014).
- ^ a b c d e Giampaolo Roidi, Alberto Sordi: sei cose che non tutti sanno su di lui, su agi.it, 20 febbraio 2023. URL consultato il 1º ottobre 2024.
- ^ Pietro Sordi, su geni_family_tree, 24 dicembre 2022. URL consultato il 17 ottobre 2024.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Schiavina, Alberto racconta Sordi, op.cit.
- ^ Ettore Cesaritti, A Sgurgola nacque Maria Righetti la madre di Alberto Sordi, su ciociariaoggi.it, 15 giugno 2024. URL consultato il 10 ottobre 2024.
- ^ Maria Righetti, su geni_family_tree, 31 maggio 2024. URL consultato il 17 ottobre 2024.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Righetti, Alberto Sordi segreto, op.cit.
- ^ a b c d Italo Moscati, Alberto Sordi: una vita tutta da ridere, collana Le polene, I edizione, Castelvecchi, 2020, ISBN 978-88-3282-923-5.
- ^ Andrea Cauti, A casa di Alberto Sordi, in mostra vita privata e cimeli del grande attore, su agi.it, 15 settembre 2020. URL consultato il 26 settembre 2024.
- ^ a b In vendita la villa di Alberto Sordi a Castiglioncello, su L'Arno.it, 25 settembre 2024. URL consultato il 26 settembre 2024.
- ^ S. W. I. swissinfo.ch, Italia, morta Aurelia, sorella di Alberto Sordi, su SWI swissinfo.ch, 12 ottobre 2014. URL consultato il 26 settembre 2024.
- ^ Rassegna stampa Alberto Sordi, su mymovies.it. URL consultato il 19 marzo 2009 (archiviato il 19 giugno 2009).
- ^ Tutta la verità sulla vita di Sordi: dall'esordio fino alla lite per il testamento. URL consultato il 27 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2017).
- ^ a b SORDI, Alberto - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 26 settembre 2024.
- ^ a b c d e Claudio G. Fava, op. cit., p. 17
- ^ a b c d e f Biografia - Alberto Sordi, in Alberto Sordi. URL consultato il 24 dicembre 2016 (archiviato il 25 dicembre 2016).
- ^ Intervista al quotidiano l'Unità del 24/12/1985, p. 11
- ^ Quando l’attrice di Verbania Emilia Varini bocciò Alberto Sordi: “Non andrà da nessuna parte, non parla italiano”, su La Stampa, 11 maggio 2020. URL consultato il 13 novembre 2024.
- ^ Alberto Sordi :: Il nuovo sito ufficiale, su albertosordi.it, 11 agosto 2015. URL consultato il 14 novembre 2024 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2015).
- ^ a b c d e f g h DrinkBeerP, Stan Laurel Oliver Hardy parte 4 I doppiatori.mpg, 22 giugno 2011. URL consultato il 10 gennaio 2017 (archiviato il 5 agosto 2018).
- ^ a b IL MONDO DEI DOPPIATORI - In...soliti ignoti, il quiz sul doppiaggio - ARCHIVIO: domanda 51, su antoniogenna.net. URL consultato il 19 gennaio 2017 (archiviato il 23 settembre 2015).
- ^ TEATRO KEIROS, 07-8 dicembre - TEATRO KEIROS, su teatrokeiros.it. URL consultato il 28 dicembre 2016 (archiviato il 28 dicembre 2016).
- ^ Masolino D'Amico, La commedia all'italiana: il cinema comico in Italia dal 1945 al 1975, collana Tascabili Saggi, Il Saggiatore, 2008, ISBN 978-88-565-0026-4.
- ^ a b c Fava, op. cit. p. 19.
- ^ Alberto Sordi parla di Vittorio de Sica. URL consultato l'11 agosto 2022.
- ^ a b c d e f g h i Redazione Radiospeaker, Alberto Sordi e la Radio. URL consultato il 10 gennaio 2017 (archiviato il 12 gennaio 2017).
- ^ Luisa Morandini, Morando Morandini e Michele Morandini Tassi, Il Morandini 2019 : dizionario dei film e delle serie televisive, Zanichelli, 2018, ISBN 978-88-08-61932-7, OCLC 1277423186. URL consultato l'11 luglio 2022.
- ^ De Sica e Fellini, pigmalioni di Alberto Sordi attore di cinema, su Archivi • Cineteca di Bologna, 28 novembre 2024. URL consultato il 28 dicembre 2024.
- ^ Lo sceicco bianco al box office: l’insuccesso di un futuro Maestro | Il Cinema Ritrovato Festival, su festival.ilcinemaritrovato.it. URL consultato il 6 novembre 2024.
- ^ a b c SORDI, Alberto in "Enciclopedia del Cinema", su treccani.it. URL consultato il 27 dicembre 2016 (archiviato il 28 dicembre 2016).
- ^ Paolo D'Agostini, Piacere, Moriconi Nando il primo americano a Roma, in Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 12 gennaio 2017 (archiviato il 13 gennaio 2017).
- ^ Copia archiviata, su inflationhistory.com. URL consultato il 20 febbraio 2020 (archiviato il 6 marzo 2020).
- ^ a b CinecittaLuce, È tornato da Kansas City., 20 giugno 2012. URL consultato il 13 gennaio 2017.
- ^ a b Tatti Sanguineti, Sordi dal ridere - il cinema ritrovato (PDF), su archivio.unita.news, Archivio L'Unita'.
- ^ Cinemah: Sordi, su cinemah.com. URL consultato il 25 luglio 2006 (archiviato il 21 giugno 2006).
- ^ Mo-Net s.r.l. Milano-Firenze, Un borghese piccolo piccolo (1977), su mymovies.it. URL consultato l'11 gennaio 2017 (archiviato il 13 gennaio 2017).
- ^ a b Sordi, un italiano a Roma 1962 - L'annuncio della prima regia - Video, su RaiPlay. URL consultato il 26 novembre 2024.
- ^ Lorenzo Ciofani, Il diavolo | Gian Luigi Polidoro (1963), su LORENZO CIOFANI, 3 agosto 2019. URL consultato il 27 novembre 2024.
- ^ Christian Raimo, Oltre il mito di Alberto Sordi, su Internazionale, 8 agosto 2020. URL consultato il 26 novembre 2024.
- ^ a b Tatti Sanguineti, Il cervello di Alberto Sordi: Rodolfo Sonego e il suo cinema, collana La collana dei casi, Adelphi edizioni, 2015, ISBN 978-88-459-2977-9.
- ^ IO E CATERINA. URL consultato il 26 novembre 2024.
- ^ Massimo Svanoni, Io e Caterina - Film (1980), su il Davinotti. URL consultato il 26 novembre 2024.
- ^ Domenico Palattella, Il Cinema robotizzato: da Io e Caterina a Marcia nuziale - Smart Marketing, su smarknews.it, 31 agosto 2021. URL consultato il 26 novembre 2024.
- ^ “Erede di Sordi? Macché, io sono troppo buono” (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2015), La Stampa, 8 febbraio 2014
- ^ Il cervello di Sordi? Era Sonego geniale battutista, in ilGiornale.it. URL consultato il 15 gennaio 2017 (archiviato il 16 gennaio 2017).
- ^ pavarottithebest, Renato Bruson e Alberto Sordi in Rigoletto 1991, 31 luglio 2013. URL consultato il 29 novembre 2024.
- ^ a b Pippo Baudo e Paolo Conti, Ecco a voi: una storia italiana, collana Tracce, Prima edizione, Solferino, 2018, ISBN 978-88-282-0066-6.
- ^ Alberto Sordi - Topic, Carosello Gancia, 13 marzo 2019. URL consultato il 3 dicembre 2024.
- ^ "Er polipetto" di Albertone. URL consultato il 22 gennaio 2017 (archiviato il 2 febbraio 2017).
- ^ La partecipazione di Alberto Sordi a Porta a porta nel 2001, su Rai. URL consultato il 22 gennaio 2017 (archiviato il 2 febbraio 2017).
- ^ Laurea Alberto Sordi | IULM, su iulm.it. URL consultato il 28 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2017).
- ^ IL RICONOSCIMENTO il dottor italiano - Repubblica.it » Ricerca, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 2 agosto 2009 (archiviato il 4 marzo 2016).
- ^ Geppino Afeltra - Premio per gli Italiani nel Mondo, su geppinoafeltra.com. URL consultato il 22 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2015).
- ^ Tutta la verità sulla vita di Sordi: dall'esordio fino alla lite per il testamento. URL consultato il 23 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2017).
- ^ Enzo Coletta, L'ultimo saluto di Alberto Sordi, 16 giugno 2014. URL consultato il 22 gennaio 2017 (archiviato il 4 febbraio 2017).
- ^ Alberto Sordi, il medico di fiducia rivela: «Fino all'ultimo ha lottato per fare la seconda parte di Storia di un italiano», su ilmattino.it, 3 ottobre 2018. URL consultato il 15 novembre 2024.
- ^ a b Alberto Sordi, Alberto racconta Sordi: confidenze inedite su amore, arte e altri rimpianti, collana Vivavoce, I edizione, Mondadori, 2020, ISBN 978-88-04-72156-7.
- ^ L'ultimo degli imbalsamatori, in ilGiornale.it. URL consultato il 16 gennaio 2017 (archiviato il 7 agosto 2016).
- ^ La Repubblica/spettacoli_e_cultura: Campidoglio, folla immensa per l'estremo saluto a Sordi, su repubblica.it. URL consultato il 22 gennaio 2017 (archiviato il 2 febbraio 2017).
- ^ La Repubblica/spettacoli_e_cultura: Per Albertone 250mila in piazza San Giovanni, su repubblica.it. URL consultato il 16 gennaio 2017 (archiviato il 3 febbraio 2011).
- ^ Immagine della lapide della tomba di Alberto Sordi (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2011). Cimiteridiroma.it.
- ^ L’epitaffio sulla tomba di Alberto Sordi a Roma: “Sor Marchese è l’ora”, su Roma Fanpage. URL consultato il 15 febbraio 2022.
- ^ a b Alberto Sordi, la sua villa a Roma sarà museo. Eredi perdono la causa, su rainews, 29 febbraio 2020. URL consultato il 25 ottobre 2024.
- ^ Tutti gli imputati nel processo sull'eredità di Alberto Sordi sono stati assolti, su Il Post, 28 febbraio 2019. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ Archivio – Fondazione Museo Alberto Sordi, su fondazionemuseoalbertosordi.org. URL consultato il 18 novembre 2024.
- ^ Il museo – Fondazione Museo Alberto Sordi, su fondazionemuseoalbertosordi.org. URL consultato il 18 novembre 2024.
- ^ Tomba monumentale al Verano – Fondazione Museo Alberto Sordi, su fondazionemuseoalbertosordi.org. URL consultato il 18 novembre 2024.
- ^ Alberto Sordi e la vita, la morte, gli amici che non ci sono più (2000). URL consultato il 7 dicembre 2023.
- ^ Tvclaudiarizzoglio, Il fatto di Enzo Biagi intervento Sordi 1989 YouTubeparte1, 22 dicembre 2011. URL consultato il 15 febbraio 2017 (archiviato il 15 febbraio 2017).
- ^ a b Alberto Sordi: gli amori segreti dello scapolo d’oro, su cinematographe.it.
- ^ il nipote di alberto sordi racconta i mille amori (nascosti) del grande attore. URL consultato il 27 dicembre 2016 (archiviato il 28 dicembre 2016).
- ^ a b Volete il Sordi privato? Ve lo racconto io... - l'Unità.it (XML), su cerca.unita.it. URL consultato il 25 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2016).
- ^ Marco Della Corte, Alberto Sordi: in vita amò la principessa Soraya, su spettacolo.we-news.com. URL consultato il 14 gennaio 2017 (archiviato il 16 gennaio 2017).
- ^ Andreina Pagnani ed Alberto Sordi, negli anni '40 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015)., antoniogenna.net, 11 marzo 2013
- ^ Alberto Sordi (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2015), arcobaleno.it
- ^ a b Andrea Razza, SORDI "DOPPIATORE" ALBERTO (2013) - IL DOCUMENTARIO | enciclopediadeldoppiaggio.it, 16 maggio 2013. URL consultato il 13 gennaio 2017.
- ^ Alberto Sordi, cinque curiosità sul mito romano, 24 febbraio 2015. URL consultato il 26 dicembre 2016 (archiviato il 26 dicembre 2016).
- ^ Igor Righetti, la rassegna su zio Alberto Sordi: «Quanti flirt...I suoi migliori amici? I cani», su leggo.it, 7 dicembre 2018. URL consultato il 16 novembre 2024.
- ^ Un viaggio nei ricordi di casa Sordi: ecco le stanze segrete di Albertone - Repubblica.it, in La Repubblica. URL consultato il 22 gennaio 2017 (archiviato il 2 febbraio 2017).
- ^ rugantino982, Carlo Verdone e Alberto Sordi...l'intervista al Maurizio Costanzo Show, 12 giugno 2017. URL consultato il 2 luglio 2018 (archiviato il 5 agosto 2018).
- ^ La villa romana di Alberto Sordi e delle sue sorelle. Franceschini: "Vorrei diventasse un museo" - Roma - Repubblica.it, su Roma - La Repubblica, 13 ottobre 2014. URL consultato il 22 novembre 2024.
- ^ Luca Tremolada, Blog | Calcola il potere d'acquisto in lire ed euro dal 1860 al 2015, su Info Data, 17 maggio 2016. URL consultato il 22 novembre 2024.
- ^ a b c Igor Righetti, Alberto Sordi segreto: amori nascosti, manie, rimpianti, maldicenze, Rubbettino, 2020, ISBN 978-88-498-6171-6.
- ^ Oriana Fallaci, "Intervista ad Alberto Sordi", L'Europeo, settembre 1962
- ^ Eredità Sordi, in aula la guerra tra familiari e la Fondazione, in Repubblica.it, 24 ottobre 2015. URL consultato il 15 gennaio 2017 (archiviato il 16 gennaio 2017).
- ^ a b MonrifNet, È in vendita la villa di Alberto Sordi a Castiglioncello: addio alla belle époque / FOTO - La Nazione - Livorno, su lanazione.it. URL consultato il 22 gennaio 2017 (archiviato il 2 febbraio 2017).
- ^ Alberto Sordi a Livorno., su Ed. Quadrifoglio / Livorno non stop, 15 gennaio 2024. URL consultato il 14 novembre 2024.
- ^ I sospetti della Svizzera su Alberto Sordi: “Era una spia dell’Urss”, su la Repubblica, 12 gennaio 2024. URL consultato il 12 gennaio 2024.
- ^ Fava, op.cit. pag. 38
- ^ ALBERTO SORDI COLLEZIONISTA D’ANTIQUARIATO, su AAI - ASSOCIAZIONE ANTIQUARI D'ITALIA. URL consultato il 23 novembre 2024.
- ^ Giulio Andreotti e il cinema, su Archivio Luce Cinecittà, 13 gennaio 2024. URL consultato il 1º ottobre 2024.
- ^ Marco Damilano, Democristiani immaginari. Tutto quello che c'è da sapere sulla Balena bianca., Roma, Vallecchi, 2006, ISBN 978-8884271136.
- ^ Antonio Pannullo, Quella volta che chiesero a Sordi di diventare sindaco: "Solo se mi date i poteri del Duce...", su 7colli.it, 11 giugno 2021. URL consultato il 1º ottobre 2024.
- ^ Maria Chiara Amato, Alberto Sordi a 10 anni dalla morte, su capuanaweb, 9 marzo 2013. URL consultato il 17 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2015).
- ^ SINDACO PER UN GIORNO, su news.cinecitta.com. URL consultato il 28 dicembre 2016 (archiviato il 29 dicembre 2016).
- ^ Patrizio Cacciari, 101 motivi per odiare la Lazio e tifare la Roma (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2015), Newton Manuali e Guide, 2008
- ^ Giancarlo Governi, Alberto Sordi - storia di un italiano, Roma, Fandango libri, ISBN 978-8860446701.
- ^ Fondazione Alberto Sordi • F.A.S. • Research Institute for Ageing (R.IN.A.), su fondazionealbertosordi.it. URL consultato il 20 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2017).
- ^ a b Fondazione Alberto Sordi, su fondazionealbertosordi.it. URL consultato il 20 febbraio 2017 (archiviato il 28 febbraio 2017).
- ^ Orazio La Rocca, E sul terreno donato da Sordi nasce l'ospedale per gli anziani, su la Repubblica.it, 8 febbraio 2007. URL consultato il 17 febbraio 2020 (archiviato il 2 luglio 2018).
- ^ Fondazione Sordi e Campus Biomedico di Roma insieme per gli anziani VIDEO - DIRE.it, in DIRE.it, 9 dicembre 2016. URL consultato il 20 febbraio 2017 (archiviato il 21 febbraio 2017).
- ^ a b Mario Monicelli, La commedia umana, a cura di Sebastiano Mondadori, Roma, Il saggiatore, 2016, ISBN 978-8842822455.
- ^ Roma: Parte per Rio Alberto Sordi, su patrimonio.archivioluce.com, 30 gennaio 1964.
- ^ a b c Federico Di Bisceglie, Kissinger e il film (mai realizzato) con Alberto Sordi. I retroscena raccontati da Martera, su Formiche.net, 29 maggio 2023. URL consultato il 25 novembre 2024.
- ^ Antonella Piperno, “Vi racconto Sordi e il suo film su Mussolini pantofolaio rimasto nel cassetto”, su agi.it, 15 giugno 2020. URL consultato il 25 novembre 2024.
- ^ Alberto Crespi, Alberto Sordi e Gladio, quel giallo su un film che non fu mai girato, su Strisciarossa, 27 marzo 2020. URL consultato il 25 novembre 2024.
- ^ Antonio Genna, Domanda 51, su Il mondo dei doppiatori, archivio, antoniogenna.net, 4 febbraio 2013. URL consultato il 1º febbraio 2016 (archiviato il 23 settembre 2015).
- ^ Maria Pia Fusco, Alberto Sordi compositore con tanto di certificato e qualifica, su la Repubblica, 5 marzo 2009. URL consultato il 17 febbraio 2020 (archiviato il 17 febbraio 2020).
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale.it. URL consultato il 18 novembre 2011 (archiviato il 10 marzo 2016).
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale.it. URL consultato il 26 febbraio 2010 (archiviato il 19 novembre 2011).
- ^ Laurea Honoris Causa - Alberto Sordi (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2012).
- ^ L'Università di Salerno laurea Alberto Sordi, su archivio.denaro.it, 25 aprile 2002. URL consultato il 5 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2013).
- ^ Alberto Sordi, un viale a Villa Borghese All'inaugurazione anche la sorella - Il Messaggero, su ilmessaggero.it. URL consultato il 18 febbraio 2013 (archiviato l'8 agosto 2014).
- ^ Il Palmarès 1995, su leggiodoro.it. URL consultato il 15 aprile 2015 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2015).
- ^ SPECIALE LEGGIO D'ORO 2004, su antoniogenna.net. URL consultato il 15 aprile 2015 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2015).
- ^ Istituto Comprensivo Alberto Sordi – Roma, su icalbertosordi.edu.it. URL consultato il 20 febbraio 2020.
- ^ Alberto Sordi, un attore a Roma: mostra a 10 anni dalla morte - Il Messaggero, su ilmessaggero.it. URL consultato il 18 febbraio 2013 (archiviato il 12 febbraio 2013).
- ^ (ES) Nicolás Isasi, Recuerdo all'italiana la historia de Sordi en fotos, in El Día, 13 novembre 2017.
- ^ (EN) MINOR PLANET CIRCULARS/MINOR PLANETS AND COMETS (PDF), su Minor Planet Center, Smithsonian Astrophysical Observatory, 5 ottobre 2017, p. 926. URL consultato il 17 febbraio 2020 (archiviato il 7 novembre 2017).«(83657) Albertosordi = 2001 TV»
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Igor Righetti, Alberto Sordi segreto - Amori nascosti, manie, rimpianti, maldicenze, Rubbettino Editore, 2020, prefazione di Gianni Canova, Feltrinelli, 2020, ISBN 978-88-498-6171-6.
- Bruno P. Pieroni, 90 anni di "Italie": Appunti del decano dei giornalisti medici, Springer Verlag, 2012, ISBN 978-88-4702-540-0.
- Vito Pandolfi, Quel che significa Alberto Sordi, in Idea. Mensile di cultura politica e sociale, gennaio, 1961, pp. 54-56. (Opera conservata anche presso la Biblioteca della Camera dei Deputati).
- Claudio G. Fava, Alberto Sordi. La biografia, la carriera artistica, i dati e le più belle foto di tutti i suoi film, Roma, Gremese Editore, 1979, ISBN 978-88-6692-098-4.
- Maria Antonietta Schiavina, Storia di un commediante, Miilano, Zelig editore, 1999, ISBN 88-86471-73-4.
- Maria Antonietta Schiavina (a cura di.), Alberto racconta Sordi, Milano, Mondadori, 2020, ISBN 9788804721567.
- Alessandro Ticozzi, L'Italia di Alberto Sordi, Roma, Fermenti Editrice, 2009, ISBN 978-88-89934-57-9.
- Silvana Giacobini, Albertone. Alberto Sordi, una leggenda italiana, Milano, Cairo Publishing, 2018, ISBN 978-88-6052-880-3.
- Gerry Guida, Luce su Alberto Sordi! Alberto Sordi nei ricordi del direttore della fotografia Sergio D'Offizi, Dublino, Artdigiland, 2020, ISBN 978-19-0908-837-5.
- Francesca Cantore, Il trasformista. Alberto Sordi, l'Italia, il cinema, Roma, Bulzoni, 2023, ISBN 978-88-6897-305-6.
- Giancarlo Governi, Alberto Sordi, storia di un italiano, Roma, Fandango libri, 2020, ISBN 978-88-6044-694-7.
- Tatti Sanguineti, Il cervello di Alberto Sordi, Rodolfo Sonego e il suo cinema, Roma, Adelphi, 2015, ISBN 978-88-4592-977-9.
- Italo Moscati, Alberto Sordi, una vita tutta da ridere, Roma, Castelvecchi, 2020, ISBN 978-88-3282-923-5.
- Marco Damilano, Democristiani immaginari. Tutto quello che c'è da sapere sulla Balena bianca, Roma, Vallecchi, 2006, ISBN 978-88-8427-113-6.
- Mario Monicelli, La commedia umana. Conversazioni con Sebastiano Mondadori, Roma, Il Saggiatore, 2016, ISBN 978-88-42822-45-5.
- Masolino d'Amico, La commedia all'italiana - Il cinema comico in Italia dal 1945 al 1975, Roma, La nave di Teseo, 2016, ISBN 978-88-346-0916-3.
- Pippo Baudo, Ecco a voi Pippo Baudo, Roma, Solferino, 2018, ISBN 978-88-282-0140-3.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Alberto Sordi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alberto Sordi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Masolino D'Amico, SORDI, Alberto, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004.
- Francesco Bolzoni, SORDI, Alberto, in Enciclopedia Italiana, V Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1995.
- Sórdi, Albèrto, su sapere.it, De Agostini.
- Alberto Crespi, SORDI, Alberto, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 93, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018.
- Opere di Alberto Sordi, su MLOL, Horizons Unlimited.
- Alberto Sordi, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
- (EN) Alberto Sordi, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Alberto Sordi, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Alberto Sordi, su Genius.com.
- Registrazioni audiovisive di Alberto Sordi, su Rai Teche, Rai.
- Alberto Sordi, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Alberto Sordi, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- Alberto Sordi, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
- (EN) Alberto Sordi, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Alberto Sordi, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) Alberto Sordi, su filmportal.de.
- Sito ufficiale della Fondazione Museo Alberto Sordi, su fondazionemuseoalbertosordi.org.
- Alberto Sordi doppiatore, su sites.google.com. URL consultato il 18 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2015).
- Addio Alberto Sordi, su La Repubblica, 25 febbraio 2003.
- Il Film e la Mostra per il centenario, su ilsorpassocinema.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 34644675 · ISNI (EN) 0000 0001 2095 9110 · SBN RAVV050729 · LCCN (EN) n79069893 · GND (DE) 119433796 · BNE (ES) XX1073951 (data) · BNF (FR) cb13899925t (data) · J9U (EN, HE) 987007268475705171 · CONOR.SI (SL) 202420579 |
---|
- Attori italiani del XX secolo
- Registi italiani del XX secolo
- Comici italiani
- Nati nel 1920
- Morti nel 2003
- Nati il 15 giugno
- Morti il 24 febbraio
- Nati a Roma
- Morti a Roma
- Cantanti di musica leggera
- Alberto Sordi
- Attori cinematografici italiani
- Attori radiofonici italiani
- Attori teatrali italiani
- Attori televisivi italiani
- Benemeriti della cultura e dell'arte
- Cantanti italiani del XX secolo
- Cantanti in dialetto romanesco
- Cavalieri di gran croce OMRI
- Compositori italiani del XX secolo
- David di Donatello per il miglior attore protagonista
- David di Donatello alla carriera
- Doppiatori italiani
- Globo d'oro al migliore attore
- Globo d'oro alla carriera
- Golden Globe per il miglior attore in un film commedia o musicale
- Leone d'oro alla carriera
- Nastri d'argento al migliore attore non protagonista
- Nastri d'argento al migliore attore protagonista
- Nastri d'argento alla carriera
- Orso d'argento per il miglior attore
- Vincitori del Premio Flaiano di cinematografia
- Personalità commemorate con funerali di Stato
- Registi cinematografici italiani
- Sceneggiatori italiani del XX secolo
- Sepolti nel cimitero del Verano