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Parler (social network)
Parler sito web | |
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URL | parler.com |
Tipo di sito | Servizio di rete sociale |
Lingua | Multilingue |
Creato da |
|
Lancio | 2018[2] |
Stato attuale | attivo |
Parler (/ˈpɑːrlər/, dal francese parler, parlare) è un servizio di rete sociale e microblogging statunitense lanciato nell'agosto 2018.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Una base significativa di utenti è composta da sostenitori di Donald Trump e da conservatori, cospirazionisti ed estremisti di destra.[3][4][5] I post sul servizio contengono spesso contenuti di estrema destra,[11] antisemitismo[18] e teorie del complotto come QAnon.[23] I giornalisti hanno descritto Parler come un'alternativa a Twitter e tra gli utenti vi sono quelli banditi dai principali social network o che si oppongono alle loro politiche di moderazione.[3][6][24]
Parler si propone come piattaforma per la "libertà di parola" e un'alternativa imparziale ai social network mainstream come Twitter e Facebook. Giornalisti e utenti ne hanno tuttavia criticato alcune politiche sui contenuti più restrittive di quanto la società ritrae, talvolta più di quelle dei suoi concorrenti.[25][26][27][28] Alcuni utenti di sinistra sono stati banditi da Parler per aver sfidato i punti di vista prevalenti sul sito, criticato Parler o creato account parodistici.[29][30][31]
Parler non ha divulgato pubblicamente le identità dei suoi proprietari oltre al fondatore John Matze.[26] Rebekah Mercer, un'investitrice nota per i suoi contributi a individui e organizzazioni conservatrici, è cofondatrice della società e il commentatore politico conservatore Dan Bongino ha affermato di essere uno dei proprietari.[1][32] Secondo la società, a novembre 2020 il servizio contava circa 4 milioni di utenti attivi e oltre 10 milioni di utenti totali.[33][34] L'attività degli utenti ha raggiunto il picco dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2020.[35][36]
A seguito delle proteste al Campidoglio degli Stati Uniti d'America, che sarebbero state coordinate su Parler, l'8 gennaio 2021 Apple ha informato i dirigenti di Parler che l'app mobile sarebbe stata rimossa dall'App Store entro 24 ore se non fosse migliorata la politica di moderazione.[37][38] Durante la stessa giornata Parler è stato rimosso da Google Play e dai server di Amazon andando offline.[39][40]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Parler è stato fondato nel 2018 da John Matze e Jared Thomson a Henderson, in Nevada.[1][41][24] Dopo che il Wall Street Journal ha riportato nel novembre 2020 che l'investitrice conservatrice Rebekah Mercer aveva finanziato Parler, Mercer ha dichiarato in un post Parler di aver "avviato Parler" con Matze, e la CNN ha indicato Mercer come co-fondatrice della società.[33] Matze è l'amministratore delegato dell'azienda e Thomson il direttore tecnico.[2] Entrambi hanno frequentato l'Università di Denver, assieme ad altri membri di Parler.
Aspetto e caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Parler è un servizio di microblogging che è sia un sito web che un'app. Il nome era originariamente destinato ad essere pronunciato come nella lingua francese (/pɑːrleɪ/, PAR -lay), ma ora è pronunciato come la parola inglese "parlor" (/pɑːrlər/, PAR -ler).[42][43] È disponibile sull'App Store di Apple ed era precedentemente disponibile sul Play Store di Google.[44] Gli utenti che registrano un account possono seguire altri utenti.[45] A differenza di Twitter, il feed dei post - chiamati "Parleys" o "Parlays" - dagli account seguiti appare a un utente cronologicamente, invece che attraverso un processo di selezione basato su algoritmi.[46][47] I post su Parler sono limitati a 1.000 caratteri di lunghezza e gli utenti possono "votare" o "echeggiare" i post di altri utenti che seguono, funzioni che sono state paragonate alle funzioni "mi piace" e "retweet" di Twitter.[26] Nella piattaforma è incorporata anche una funzione di messaggistica diretta, che consente agli utenti di contattarsi privatamente. I personaggi pubblici vengono contrassegnati con un badge dorato e gli account parodia con uno viola.[48] Chiunque verifica la propria identità fornendo un documento d'identità con foto rilasciato dal governo durante la registrazione viene identificato con un badge rosso. Parler chiama i propri utenti "Parleyers".[25]
Parler è stato descritto da Forbes nel giugno 2020 "come un Twitter nudo".[45] Lo stesso mese, Fast Company ha scritto che Parler era "ben progettato e organizzato", notando anche il suo aspetto simile a Twitter.[49] The Conversation ha descritto il servizio nel luglio 2020 come "molto simile a Twitter nell'aspetto e nelle funzioni, anche se più rumoroso".[50] La CNN ha detto che Parler assomiglia a un "mashup di Twitter e Instagram".[36][51]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Meet Rebekah Mercer, the deep-pocketed co-founder of Parler, a controversial conservative social network, su CNN. URL consultato il 18 novembre 2020.
- ^ a b Jason Murdock, Who Owns Parler? Social Media Platform Offers Safe Space for the Far Right, in Newsweek, 25 giugno 2020. URL consultato il 4 agosto 2020 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2020).
- ^ a b Elizabeth Culliford, Unhappy with Twitter, thousands of Saudis join pro-Trump social network Parler, su Reuters, 14 giugno 2019. URL consultato il 15 giugno 2019.
- ^ a b (EN) Shayan Sardarizadeh, Parler 'free speech' app tops charts in wake of Trump defeat, in BBC News, 9 novembre 2020. URL consultato il 10 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2020).
- ^ a b (EN) Parler: Where the Mainstream Mingles with the Extreme, su Anti-Defamation League. URL consultato il 14 novembre 2020.
- ^ a b c d Isaac Saul, This Twitter Alternative Was Supposed To Be Nicer, But Bigots Love It Already, su The Forward, 18 luglio 2019. URL consultato il 4 agosto 2020.
- ^ a b c Sarah Manavis, What is Parler? Inside the pro-Trump "unbiased" platform, su New Statesman, 23 giugno 2020. URL consultato il 26 giugno 2020 (archiviato il 25 giugno 2020).
- ^ a b (EN) Tim Miller e Hannah Yoest, The Gross Hellscape That Awaits Ted Cruz on Parler, su The Bulwark, 26 giugno 2020. URL consultato il 7 novembre 2020 (archiviato il 9 novembre 2020).
- ^ (EN) Dwight Silverman, 5 things to know about Parler, the right-wing-friendly social network, su The Houston Chronicle, 12 novembre 2020. URL consultato il 12 novembre 2020 (archiviato il 14 novembre 2020).
- ^ a b (EN) Adam Smith, What is the right-wing Parler app that MPs and celebrities are joining?, su The Independent, 22 giugno 2020. URL consultato il 4 agosto 2020 (archiviato il 30 giugno 2020).
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- ^ (EN) Mike Isaac e Kellen Browning, Fact-Checked on Facebook and Twitter, Conservatives Switch Their Apps, in The New York Times, 11 novembre 2020, ISSN 0362-4331 . URL consultato il 13 novembre 2020 (archiviato il 14 novembre 2020).
- ^ Bert Johnson, Social Media App Parler's 'Free Speech' Focus Draws Conservatives — And Violent Extremists, Experts Say, su KXJZ, 6 dicembre 2020. URL consultato il 7 dicembre 2020.
- ^ A conservative social network that 'rejects fact checkers' gains ground in the US, in Deccan Chronicle, AFP, 8 luglio 2020. URL consultato il 7 novembre 2020 (archiviato il 7 novembre 2020).
- ^ (EN) Alex Newhouse, Parler is bringing together mainstream conservatives, anti-Semites and white supremacists as the social media platform attracts millions of Trump supporters, su The Conversation, 27 novembre 2020. URL consultato il 27 novembre 2020.
- ^ a b Josh Edwards, Parler is filled with coffee shop talk for Nazis, su The Daily Sentinel, 18 novembre 2020. URL consultato il 7 dicembre 2020.
- ^ a b Bryan C. Parker, I tried Parler, the social media app where hate speech thrives, su Houston Chronicle, 1º dicembre 2020. URL consultato il 7 dicembre 2020.
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- ^ (EN) Will Sommer, Parler Was Pitched as a Conservative Twitter. It's Now a Depository For Hunter Biden Political Porn., in The Daily Beast, 28 ottobre 2020. URL consultato l'8 novembre 2020 (archiviato il 1º novembre 2020).
- ^ (EN) Danny Fortson, Parler — the site where hate speech is free, in The Sunday Times, 18 ottobre 2020, ISSN 0140-0460 . URL consultato l'8 novembre 2020 (archiviato il 9 novembre 2020).
- ^ Tina Nguyen, On Parler, MAGA's post-election world view blossoms with no pushback, su Politico, 22 novembre 2020. URL consultato il 22 novembre 2020.
- ^ (EN) Renée DiResta, Right-Wing Social Media Finalizes Its Divorce From Reality, su The Atlantic, 23 novembre 2020. URL consultato il 12 dicembre 2020.
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- ^ a b (EN) Pro-Trump Activists Are Boosting A Twitter App Used By Banned Personalities And It Appears To Have Already Stalled, su BuzzFeed News. URL consultato il 4 agosto 2020.
- ^ a b (EN) The conservative alternative to Twitter wants to be a place for free speech for all. It turns out, rules still apply, su The Washington Post. URL consultato il 4 agosto 2020.
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- ^ (EN) Parler CEO Says He'll Ban Users for Posting Bad Words, Dicks, Boobs, or Poop, su Gizmodo. URL consultato il 4 agosto 2020.
- ^ Chloe Hadavas, What's the Deal With Parler?, in Slate, 3 luglio 2020. URL consultato il 3 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2020).
- ^ (EN) Conservatives are flocking to a new 'free speech' social media app that has started banning liberal users, su NBC News. URL consultato il 12 dicembre 2020.
- ^ (EN) 'Free speech' app Parler, used by far-right, bans users for speaking freely, su The Independent. URL consultato il 13 novembre 2020.
- ^ (EN) Free speech app Parler is already banning leftists, su The Daily Dot. URL consultato il 4 agosto 2020.
- ^ Emma Colton, Conservatives fed up with 'censorship' on Twitter jump to Parler, in Washington Examiner, 24 giugno 2020. URL consultato il 30 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2020).
- ^ a b (EN) Jeff Horwitz e Keach Hagey, Parler, Backed by Mercer Family, Makes Play for Conservatives Mad at Facebook, Twitter, in Wall Street Journal, 14 novembre 2020, ISSN 0099-9660 . URL consultato il 12 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2020).
- ^ (EN) A Twitter for conservatives? Parler surges amid election misinformation crackdown, su NBC News. URL consultato il 13 novembre 2020.
- ^ Conservative playgrounds Parler and MeWe are not sustaining their pre-election growth, su Fast Company. URL consultato il 7 dicembre 2020.
- ^ a b Conservatives flocked to Parler after the election. But its explosive growth is over, su CNN. URL consultato il 10 dicembre 2020.
- ^ Apple Has Threatened To Ban Parler From The App Store, su BuzzFeed News. URL consultato l'8 gennaio 2021.
- ^ (EN) Stephen Nellis e Elizabeth Culliford, Google suspends Parler social networking app from Play Store; Apple gives 24-hour warning, in Reuters, 9 gennaio 2021. URL consultato il 9 gennaio 2021.
- ^ (EN) Google suspends Parler from app store after deadly U.S. Capitol violence, su Axios. URL consultato il 9 gennaio 2021.
- ^ (EN) Google pulls Parler from Play Store for fostering calls to violence, su The Verge. URL consultato il 9 gennaio 2021.
- ^ (EN) Social app Parler apparently receives funding from the conservative Mercer family, su The Verge. URL consultato il 4 novembre 2020.
- ^ (EN) Ben Schreckinger, Amid censorship fears, Trump campaign 'checking out' alternative social network, in Politico, 28 maggio 2019. URL consultato il 28 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2019).
- ^ (EN) 'Free Speech' Social Network Parler Tops App Store Downloads After Trump Loses Election, su Gizmodo. URL consultato il 14 novembre 2020.
- ^ (EN) Parler reveals strange things it bans as people suspended from Twitter head to rival app, su The Independent. URL consultato il 4 agosto 2020.
- ^ a b Abram Brown, Parler's Founder Explains Why He Built Trump's New Favorite Social Media App, in Forbes, 27 giugno 2020. URL consultato il 29 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2020).
- ^ Social Media App Parler, a GOP Darling, Isn't Catching On, su Bloomberg News. URL consultato il 4 agosto 2020.
- ^ Jonathan Halvorson, Parler CEO John Matze wants the growing social media platform to embrace free speech, in KUSI-TV, 29 giugno 2020. URL consultato il 30 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2020).
- ^ Ari Levy, Trump fans are flocking to the social media app Parler — its CEO is begging liberals to join them, in CNBC, 27 giugno 2020. URL consultato il 27 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2020).
- ^ (EN) I joined Parler, the right-wing echo chamber's new favorite alt-Twitter, su Fast Company. URL consultato il 5 agosto 2020.
- ^ (EN) Parler: what you need to know about the 'free speech' Twitter alternative, su The Conversation. URL consultato il 4 agosto 2020.
- ^ Conservatives find home on social media platforms rife with misinformation, su CNN. URL consultato il 12 dicembre 2020.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Parler
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su parler.com.