Yamantaka

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Yamantaka Vajrabhairav, British Museum

Yamāntaka (Sanscrito: यमान्तक Yamāntaka; Tibetano: གཤིན་རྗེ་གཤེད Shinjeshe; Wylie: Gshin-rje-gshed; Cinese: 大威德金剛 Daweidemingwang; Giapponese: 大威徳明王 Daiitoku Myōō; Mongolo: Эрлэгийн Жаргагчи Erlig-jin Jarghagchi) è un yidam del Buddismo Mahāyāna e nel Vajrayana. Il nome in sanscrito significa Distruttore del Signore della Morte (Yama). Viene considerato l'aspetto irato del bodhisattva Mañjuśrī. Nella sua forma collerica viene detto Vajrabhairava (il Feroce Adamantino).

Fonti canoniche

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Nel canone tibetano sono presenti varie classi di testi dedicati a Yamāntaka: tantra tradotti dal sanscrito, terma, sādhana. Tra i più importanti:

  • Khathun nag-po'i skor
  • gNub-lugs gshin-rje ru-mtshan dmar-po
  • Sādhanamālā
  • Niṣpannayogāvalī
  • Il sesto capitolo del Mañjuśrī Nāmasaṅgīti
  • Kṛṣṇayamārināmatantra Tantra di Yamāntaka Nero
  • Raktayamarītantra Tantra di Yamāntaka Rosso

Il significato di questo yidam deriva da Mañjuśrī: in qualità di bodhisattva della saggezza (Prajnaparamita) ha superato ogni dualità, compresa la distinzione tra vita e morte e tra Nirvana e Saṃsāra. Quindi, proprio come distruttore della Morte, impersonata da Yama, Yamāntaka assume su di sé i caratteri e l'aspetto della morte, oramai svuotata di ogni carattere negativo, come già annunciato nel Sutra del Cuore della Perfezione della Saggezza (Prajñāpāramitā Hṛdaya Sūtra): "Non c'è né nascita né morte".

L'aspetto più caratteristico di Yamāntaka è il capo a forma di testa di bufalo, simbolo stesso di Yama, la morte. Ma contemporaneamente schiaccia un bufalo sotto i suoi piedi, realizzando così iconograficamente l'identità tra distruttore e distrutto. In tutte le sue forme ha il corpo coperto da monili di ossa umane e pelli animali, porta la corona ornata da cinque teschi. Le quattro forme più comuni sono:

  • Mañjuśrīkāya (Tibetano: 'Jam-dpal sku). Nella tradizione rÑin-ma-pa viene visualizzato come Heruka giallo, con tre teste, sei braccia e quattro gambe. È in unione mistica con Vetālī nera.
  • Yamāntaka Rosso (Sanscrito: Raktayamarī; Tibetano: gShin-rje-gshed dmar-po). Circondato da fiamme, in unione con Vetālī rossa, nella mano sinistra ha una tazza cranica mentre con la destra ha un bastone su cui è infilzato un cranio. Sta eretto su un bufalo rosso.
  • Yamāntaka Nero (Sanscrito: Kṛṣṇayamāri; Tibetano: gShin-rje-gshed nag-po). Può avere da uno a tre volti e da due a sei braccia. Tiene un laccio. Si unisce con Vajravetālī.
  • Vajrabhairava (Tibetano: rDo-rje 'jigs-byed). La sua visualizzazione in questa forma è particolarmente diffusa tra i Sakyapa e i Gelugpa di cui è il difensore del lignaggio. È in unione mistica con Vetālī blu. Le sue sedici gambe calpestano vari dei (Ganesha, Brahmā, Indra), animali e uomini, la luna e il sole. Le trentaquattro braccia portano vari simboli tantrici, tra cui una pelle d'elefante che gli avvolge le spalle. Il corpo è blu cupo. Ha nove teste, tra cui domina quella impassibile di Mañjuśrī, sotto cui c'è una testa irata rossa, quindi quella di bufalo, alla cui destra e sinistra spuntano altre sei teste di vari colori.

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