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Nikola Gruevski
Nikola Gruevski | |
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Primo ministro della Repubblica di Macedonia | |
Durata mandato | 27 agosto 2006 – 18 gennaio 2016 |
Presidente | Branko Crvenkovski Gjorge Ivanov |
Predecessore | Vlado Bučkovski |
Successore | Emil Dimitriev (ad interim) |
Ministro delle finanze | |
Durata mandato | 27 dicembre 1999 – 11 gennaio 2002 |
Capo del governo | Ljubčo Georgievski |
Predecessore | Boris Stojmenov |
Successore | Petar Gosev |
Ministro del commercio | |
Durata mandato | 30 novembre 1998 – 27 dicembre 1999 |
Capo del governo | Ljubčo Georgievski |
Successore | Ljuben Paunovski |
Leader del Partito Democratico per l'Unità Nazionale Macedone | |
Durata mandato | 25 maggio 2003 – 24 dicembre 2017 |
Predecessore | Ljubčo Georgievski |
Successore | Hristijan Mickoski |
Dati generali | |
Partito politico | VMRO-DPMNE |
Titolo di studio | Laurea in economia |
Università | Università di Bitola San Clemente di Ocrida Università di Skopje Santi Cirillo e Metodio |
Nikola Gruevski (in macedone Никола Груевски?; AFI: [ˈnikɔɫa ˈɡruefski], ) (Skopje, 31 agosto 1970) è un politico macedone, Primo ministro della Macedonia dal 2006 al 2016.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Skopje, nell'allora Repubblica Socialista di Macedonia, crebbe in una famiglia modesta; il padre lavorava nel settore manifatturiero mentre la madre era un'infermiera. In seguito al divorzio dei genitori, Gruevski visse con la madre, che intorno al 1974 si trasferì per lavoro in Libia.[1]
Tornato in patria, concluse gli studi nella capitale macedone, laureandosi presso la facoltà di economia di Prilep dell'Università di Bitola nel 1994. Nel 2006 ha conseguito la specializzazione, sempre in economia, presso l'Università di Skopje.
Carriera politica
[modifica | modifica wikitesto]Tra il 1998 e il 1999 ha servito come Ministro senza portafoglio del commercio nel governo di Ljubčo Georgievski, venendo successivamente nominato Ministro delle finanze.[2] Durante questo suo secondo mandato, il governo vendette Makedonski Telekom all'ungherese Matáv e OKTA alla società greca Hellenic Petroleum. Implementò inoltre diverse riforme finanziarie volte alla lotta all'evasione fiscale.
Nel 2002, terminato il mandato di ministro, fu eletto alla Sobranie nelle file dell'opposizione e divenne nel 2003 leader del partito VMRO-DPMNE, carica ricoperta fino al 2017.[2]
Primo ministro (2006-2016)
[modifica | modifica wikitesto]Alle elezioni parlamentari del 2006 vinse con una coalizione di centro-destra formata da: VMRO-DPMNE, LP, SPM e DS, ricevendo l'incarico di formare il suo primo governo. Gruevski vinse anche le elezioni del 2008, nonostante le accuse di frode elettorale e i violenti scontri in alcune municipalità di etnia albanese del paese. Il partito vinse le elezioni nuovamente nel 2011 e nel 2014. Durante il suo quarto governo, si fece promotore di Skopje 2014, un progetto volto alla "classicizzazione" della capitale macedone.[3]
Nel febbraio 2015 il leader dell'opposizione Zoran Zaev lo accusò di svariate attività illecite tra cui il controllo della stampa, l'insabbiamento dell'omicidio di un giovane macedone da parte della polizia e di brogli elettorali.[4] Tali rivelazioni provocarono un'ondata di manifestazioni che costrinsero Gruevski, dopo molti dei suoi ministri, alle dimissioni come stabilito dall'accordo di Pržino tra i maggiori partiti politici macedoni con la mediazione del Commissario europeo per l'allargamento e la politica di vicinato Johannes Hahn.[5]
Controversie
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2018 è stato condannato a due anni di carcere per abuso di potere,[6] avendo fatto pressioni su una commissione pubblica al fine di acquistare con fondi statali una Mercedes-Benz W100 anti-proiettile per uso personale. In seguito all'emissione del mandato di arresto, si è recato in Ungheria chiedendo asilo politico[7] e sostenendo di aver ricevuto svariate minacce di morte.[8] Il 20 novembre dello stesso anno le autorità ungheresi hanno confermato il suo status di rifugiato politico. Agence France-Presse ha poi ricostruito parte della fuga dell'ex Primo ministro, effettuata con un veicolo diplomatico ungherese, che ha attraversato Albania e Montenegro per poi giungere proprio in Ungheria.[9]
Successivamente la Macedonia del Nord ha inoltrato la richiesta di estradizione, sospettando che fosse uno degli organizzatori dell'assalto dell'aprile 2017 al palazzo della Sobranie di Skopje. La richiesta è stata rifiutata poiché la giudice Éva Várhegyi non ha ritenuto sufficientemente soddisfatte le condizioni.[10]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) A profile of Gruevski, su The Economist, 12 agosto 2011. URL consultato il 7 giugno 2020.
- ^ a b Nikola Gruevski, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 7 giugno 2020.
- ^ (EN) Paul Antonopoulos, Skopje 2014 rolled back: Ship decomissioning after confirmation Alexander the Great was Greek, su greekcitytimes.com, 11 aprile 2020. URL consultato il 7 giugno 2020.
- ^ (EN) Macedonia violence after Zaev claims "cover-up", in BBC, 6 maggio 2015. URL consultato il 7 giugno 2020.
- ^ (EN) Commission hammers out Macedonia compromise, su euractiv.com, 16 luglio 2015. URL consultato il 7 giugno 2020.
- ^ Macedonia, ex primo ministro Gruevski condannato a due anni, in Askanews, 23 maggio 2018. URL consultato il 7 giugno 2020.
- ^ L'ex primo ministro macedone Nikola Gruevski ha chiesto asilo politico all'Ungheria, in il Post, 13 novembre 2018. URL consultato il 7 giugno 2020.
- ^ Il caso dell'ex primo ministro macedone scappato in Ungheria, in il Post, 18 novembre 2018. URL consultato il 7 giugno 2020.
- ^ (EN) Macedonian ex-PM fled in Hungarian diplomatic car: Albanian police, in France 24, 15 novembre 2018. URL consultato il 7 giugno 2020.
- ^ (MK) Судот во Будимпешта го одби барањето за екстрадација на Груевски, in Sakam Da Kazham, 27 giugno 2019. URL consultato il 7 giugno 2020.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Nikola Gruevski
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Gruevski, Nikola, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 1850510 · ISNI (EN) 0000 0000 4515 7491 · LCCN (EN) n2003100824 · GND (DE) 1138860328 · J9U (EN, HE) 987010039782505171 |
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