Scolio
Lo scolio[1] è un'annotazione o glossa ai margini di un codice medioevale di un'opera della letteratura greca e latina. L'autore delle annotazioni è indicato come scoliaste.
Tipologie
[modifica | modifica wikitesto]Frutto di secolare lavoro di commento dei testi in ambiente scolastico, questi scoli sono particolarmente preziosi per la filologia classica perché, sebbene la loro redazione sia spesso tarda, essi compendiano e incorporano molti elementi dei maggiori lavori di commento e analisi dell'età ellenistica, imperiale e bizantina (per i testi greci). Avviene così che tramite gli scoli è possibile ricostruire almeno in parte le opere dei grammatici e filologi antichi, altrimenti perdute; e molte lezioni alternative e notizie dei generi più disparati (sulla metrica, sui significati di singole parole, su particolari riti o usanze e così via; per i poemi omerici, possono contenere utili informazioni sulle altre opere del Ciclo, andate perdute) sono preservate dagli scoli, senza i quali sarebbero andate perdute.
Scoli di autori classici
[modifica | modifica wikitesto]L'autore classico più ampiamente scoliato è Omero, i cui scoli si dividono in tre tipologie: (1) gli scolii D, così denominati perché attribuiti (falsamente) al grammatico alessandrino Didimo Calcentero, che furono pubblicati nel 1517; (2) gli scoli all'Iliade conservati nel manoscritto Veneto A della Biblioteca Marciana di Venezia, scoperti da Jean-Baptiste-Gaspard d'Ansse de Villoison nel 1781 e pubblicati nel 1788 (questi scolii sono conservati anche dal cosiddetto Venetus B e dal manoscritto Townleyanus dell'Iliade); (3) gli Scholia exegetica, di età imperiale. Il secondo tipo di scolii è anche conosciuto come Viermännerkommentar, il "commento dei quattro", così detto perché risale all'opera di esegesi omerica operata dai grammatici Didimo, Aristonico, Nicanore ed Erodiano nel II-III secolo.
Sono inoltre degni di menzione gli scoli a Esiodo, Pindaro, i tragici greci (ma solo a nove tra le tragedie conservate di Euripide, quelle cosiddette "scolastiche": Andromaca, Alcesti, Ippolito, Medea, Ecuba, Oreste, Fenicie, Troiane e lo spurio Reso; non si sono conservati gli scolii alla decima tragedia della paradosi scolastica, le Baccanti), i medici Ippocrate e Galeno, il comico Aristofane. Sono pochi gli scolii a Platone, compensati però da grandi commenti firmati; al contrario, quelli ad Aristotele sono assai abbondanti. Tra gli autori ellenistici, Callimaco (con scolii però non eccezionali), Apollonio Rodio, Teocrito, Nicandro e il poeta-astrologo Arato. Tra gli autori tardoantichi vanno ricordati Clemente Alessandrino e Gregorio Nazianzeno tra i cristiani, Dione Crisostomo, Luciano ed Elio Aristide tra i pagani.
Nell'ambito della letteratura latina, vanno ricordati i commenti di Servio a Virgilio, di Pomponio Porfirione e pseudo-Acrone a Orazio, di Elio Donato a Terenzio, nonché gli scoli a Persio attribuiti a Cornuto e gli scoli a Giovenale di età serviana. Un'opera particolarmente fortunata nella letteratura scoliastica fu il poemetto Ibis di Ovidio, a causa delle sue difficoltà.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Plurale scoli [scolî]; più raro scolii; talvolta scholia, dalla traslitterazione in latino del sostantivo greco σχόλιον, plurale σχόλια.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Eleanor Dickey, Ancient Greek Scholarship: A Guide to Finding, Reading, and Understanding Scholia, Commentaries, Lexica, and Grammatical Treatises. Oxford, Oxofrd University Press 2007.
- Yorick Gomez Gane, Dizionario della terminologia filologica, Torino, Academia University Press, 2013.
- L. D. Reynolds, & N.G. Wilson (a cura di), Scribes & Scholars: A Guide to the Transmission of Greek & Latin Literature, Oxford, Clarendon Press, 1991.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 30580 · LCCN (EN) sh85118249 · GND (DE) 4193282-1 · BNF (FR) cb11955170j (data) · J9U (EN, HE) 987007560700105171 |
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