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Veit Stoss
Veit Stoss (Horb am Neckar, 1447 – Norimberga, 1533) è stato uno scultore, pittore e incisore tedesco.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato, secondo fonti attendibili, nel 1447, con ogni probabilità a Norimberga, morto nel 1533. Nel 1477 fu chiamato a Cracovia per scolpire l'altare maggiore ligneo della Basilica di Santa Maria, lavoro durato (con brevi interruzioni nel 1485 e nel 1486-88, epoca in cui si recò a Breslavia e a Norimberga) fino al 1496.
Prima di questo soggiorno in Polonia non abbiamo traccia di sue opere. L'immenso altare, alto più di 13 metri, è insieme con quello contemporaneo di Michael Pacher a Sankt Wolfgang (presso Salisburgo) la più importante opera fra gli altari dell'ultima maniera gotica. Nel centro dell'altare è rappresentato (in figure di più di due metri d'altezza) il transito della Vergine; sui battenti laterali la storia del Signore e della Vergine, in 18 rilievi. Lo stile rivela nella plasticità e tortuosità delle figure, nella patetica espressione di alcune teste come anche nell'accennato movimento dei panni, l'influsso dominante del grande scultore Nicolaus Gerhart, che influì fortemente anche su Pacher e delle cui opere lo Stoss conosceva probabilmente la tomba dell'imperatore Federico III, scolpita a Passau in Baviera verso il 1477 e sistemata poco dopo nella Cattedrale di Santo Stefano di Vienna.
Oltre al grande altare, lo Stoss scolpì varie tombe a Cracovia e in altre città della Polonia. Tornato a Norimberga nel 1496 a poco a poco temperò il suo stile, che appare ancora molto appassionato in tre rilievi di pietra nella Chiesa di San Sebaldo (1499), Più pacato è lo stile della Madonna che adornò la sua casa acquistata nel 1499, statua che ora si trova al Germanisches Nationalmuseum di Norimberga. La stessa plasticità delle forme e virtuosità nel trattare il panneggiamento si osserva nel San Rocco giunto non si sa come alla Basilica della Santissima Annunziata di Firenze, dove fu già sommamente ammirato come un "miracolo di legno" dal Vasari (che lo attribuì peraltro a un immaginario "Janni franzese"). Quest'attività felice e fertile fu interrotta da un atto di violenza che manifesta il tempestoso carattere del maestro. Ingannato da un debitore fraudolento, egli falsificò una cambiale; scoperto e condannato, fu bollato dal boia sulle guance con un marchio rovente. Nonostante l'intervento dell'imperatore Massimiliano in suo favore, la vergogna subita influì per molti anni sulle condizioni psichiche ed economiche dell'artista; e solo nel 1518 riprese a scolpire il gruppo monumentale dell'Annunziata nella Chiesa di San Lorenzo a Norimberga. Un grande altare del 1523, oggi nel Duomo di Bamberga, con forme salde e tonde, pare sia stato l'ultima opera del maestro.
Dieci sue incisioni conservate, tutte eseguite fra il 1480 e 1500, sono piene del fine e nervoso carattere delle sue opere di scultura dello stesso periodo. La sua attività pittorica è invece ridotta ai battenti di un altare scolpito da Tilman Riemenschneider a Münnerstadt (1503).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Max Lossnitzer, Veit Stoss, Lipsia 1912;
- Engelbert Baumeister, Veit Stoss: Nachbildungen seiner Kupferstiche, Graphische Gesellschaft, XVII. Veröffentlichung, Berlino 1913;
- Luigi Dami, Un San Rocco di Veit Stoss, in Dedalo, I (1920-21), pp. 418-20;
- Katalog der Veit Stoss Ausstellung im Germanischen Museum, Norimberga 1933.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Veit Stoss
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Stoss, Veit, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Martin Weinberger, STOSS, Veit, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936.
- (EN) Veit Stoss, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Beda Julius Kleinschmidt, Veit Stoss, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- (EN) Hugh Chisholm (a cura di), Stoss, Veit, in Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University Press, 1911.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 35249570 · ISNI (EN) 0000 0001 0964 2286 · BAV 495/1737 · CERL cnp01319377 · Europeana agent/base/60302 · ULAN (EN) 500007868 · LCCN (EN) n80145086 · GND (DE) 118618768 · BNE (ES) XX4699164 (data) · BNF (FR) cb11959823x (data) · J9U (EN, HE) 987007279109805171 · CONOR.SI (SL) 52510819 |
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