Uovo rete di diamanti
Uovo rete di diamanti | |
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Anno | 1892 |
Primo proprietario | Marija Fëdorovna Romanova |
Attuale proprietario | |
Istituzione o individuo | Collezione McFerrin - USA |
Acquisizione | 2012[1] |
Fabbricazione | |
Mastro orafo | August Holmström |
Marchi | Fabergé e A.H. in cirillico, ancore incrociate e scettro[2], 72[3] |
Caratteristiche | |
Materiali | Oro, giadeite, diamanti taglio rosetta, argento e raso. |
Altezza | 10,8 cm |
Sorpresa | |
Un piccolo elefante d'avorio ad orologeria con una torretta d'oro ed un mahout nero seduto sulla testa. | |
Materiali | Avorio, oro, smalto, diamanti taglio rosetta e brillanti. |
L'Uovo rete di diamanti è una delle uova imperiali Fabergé: un uovo di Pasqua gioiello che il penultimo Zar di Russia, Alessandro III, donò nel 1892 a sua moglie, la Zarina Marija Fëdorovna Romanova.[1]
Fu fabbricato a San Pietroburgo sotto la supervisione di August Holmström, per conto del gioielliere russo Peter Carl Fabergé, della Fabergè che, il 7 aprile 1892, emise fattura per 4.750 rubli, tuttora conservata nell'Archivio di stato russo.[4]
Proprietari
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1917, durante la Rivoluzione russa, l'uovo fu confiscato dal Governo provvisorio come molti altri tesori imperiali; nel 1920, probabilmente, fu venduto da funzionari dell'Antikvariat a Michel Norman, rappresentante della Australian Pearl Company,[3] con sede a Parigi. In seguito fu acquistato da Emmanuel Snowman della galleria Wartski di Londra.
Nell'ottobre 1929 è stato venduto ad un britannico, il signor T. B. Kitson. Nel 1960 è stato aggiudicato ad un'asta da Sotheby's di Londra. Dal 1962 al 1977 l'uovo ha fatto parte di una collezione privata nel Regno Unito e, dal 1983, di un'altra a Londra.
Attualmente è esposto nello Houston Museum of Natural Science con la Arthur and Dorothy McFerrin Foundation Collection.[5]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'uovo è fatto di giadeite, diamanti taglio rosetta, oro, argento e raso.
È scolpito in giadeite traslucida verde pallido. Alle estremità superiore e inferiore sono posti due grandi diamanti dai quali promanano sedici bande ondulate di argento e oro tempestate di diamanti taglio rosetta, che si incrociano formando losanghe e racchiudendo l'uovo in un reticolo.[4]
Nell'interno dell'uovo, rivestito di raso, vi è lo spazio per la sorpresa e per la chiavetta che serviva a darle la carica. La cerniera e il bordo interno sono d'oro; l'uovo è marcato all'interno.[4]
Sorpresa
[modifica | modifica wikitesto]La sorpresa è fatta d'avorio, oro, smalto, diamanti taglio rosetta e brillanti.
Consiste in un piccolo elefante d'avorio ad orologeria, in parte smaltato, con un mahout nero seduto sulla testa e una torretta d'oro. Sui fianchi sono poste due croci d'oro, ciascuna con cinque pietre preziose bianche, lo stesso tipo di pietre decorano la fronte dell'elefante. Le zanne, la proboscide, il dorso e i finimenti sono tempestati di piccoli diamanti taglio rosetta.[4]
È uguale al simbolo dell'antico Ordine dell'Elefante della Danimarca,[6] patria di Marija Fëdorovna.
Questo elefantino fu il primo automa ad orologeria realizzato nei laboratori Fabergé e fu replicato per l'Uovo pigna del 1900.[1]
Per lungo tempo perduto, nell'ottobre del 2015 è stato ritrovato tra gli oggetti della collezione del Royal Collection Trust.[7]
Supporto
[modifica | modifica wikitesto]Esisteva anche un supporto, anch'esso perduto, costituito da una base rotonda di pietra verde pallido con sopra tre putti d'argento che sorreggevano l'uovo e che, si ritiene, rappresentavano i tre figli della coppia imperiale: i granduchi Nicola, Giorgio e Michele.[1]
Esiste una vecchia foto dell'uovo sul suo supporto.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Mieks.
- ^ punzone di saggio in uso a San Pietroburgo prima del 1898
- ^ a b Lowes, pp. 33-35.
- ^ a b c d Koymasky.
- ^ (EN) Fabergé: From a Snowflake to an Iceberg, su hmns.org, Houston Museum of Natural Science. URL consultato il 15 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2016).
- ^ Questo simbolo ebbe un notevole successo, tanto che fu utilizzato in molte realizzazioni Fabergé, comprese alcune uova.
- ^ Sawer.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Toby Faber, Fabergé's Eggs: The Extraordinary Story of the Masterpieces That Outlived an Empire, New York, Random House, 2008, ISBN 9781588367075.
- (EN) Christopher Forbes, Johann Georg Prinz von Hohenzollern, Fabergé, the imperial eggs, Prestel, 1990, ISBN 9780937108093.
- (EN) Will Lowes e Christel Ludewig McCanless, Fabergé Eggs: A Retrospective Encyclopedia, Scarecrow Press, 2001, ISBN 0-8108-3946-6.
- (EN) Abraham Kenneth Snowman, Carl Faberge: Goldsmith to the Imperial Court of Russia, Gramercy, 1988, ISBN 0-517-40502-4.
- (EN) Patrick Sawer, How a tiny Faberge elephant seized by the Bolsheviks ended up at Buckingham Palace, in The Telegraph, 13 novembre 2015. URL consultato il 4 luglio 2016.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Uovo rete di diamanti
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) 1892 Diamond Trellis Egg, in Mieks Fabergé Eggs, 18 maggio 2016. URL consultato l'11 agosto 2016 (archiviato il 16 ottobre 2008).
- (EN) Imperial Diamond Trellis Egg, in Fabergé Imperial Easter Eggs - Index, Mat & Andrej Koymasky, 15 ottobre 2003. URL consultato il 26 febbraio 2013.