Daikon
Raphanus sativus var. longipinnatus | |
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Nome cinese | |
Cinese tradizionale | 白蘿蔔 |
Cinese semplificato | 白萝卜 |
Pinyin | bái luóbo |
Wade-Giles | pai luo-po |
Nome giapponese | |
Kanji | 大根 |
Rōmaji | daikon |
Nome coreano | |
Hangŭl | 흰무 |
Latinizzazione riveduta | huinmu |
McCune-Reischauer | hŭinmu |
Il daikon (大根?, "grossa radice") è una cultivar del ravanello comune originaria dell'Asia orientale[1], nota anche come Raphanus sativus var. longipinnatus L.H.Bailey, nome ritenuto sinonimo di Raphanus raphanistrum subsp. sativus[2]. Anche se ci sono molte varietà di daikon, la più comune in Giappone, la aokubi daikon, ha la forma di una grossa carota, di circa 20–35 cm di lunghezza, e di 5–10 cm di diametro.
Utilizzo
[modifica | modifica wikitesto]Il daikon ha un ruolo importante nella cucina giapponese. Il daikon crudo può essere servito in insalata, come guarnizione per piatti di sashimi, oppure marinato in aceto. Il daikon grattugiato, conosciuto come daikon oroshi, è popolare come guarnizione per piatti come lo yakizakana o il nattō. Il daikon cotto è spesso servito come ingrediente nelle zuppe di miso o in stufati come l'oden.
Il daikon, che è un ingrediente importante anche in altre cucine orientali, come quella coreana, cinese, vietnamita o indiana, contiene alti quantitativi di vitamina C e l'enzima mirosinasi. Tale enzima viene utilizzato dalla pianta di daikon, ed in genere dai rafani e dalle brassicacee, per difendere i propri tessuti dagli attacchi dei parassiti o dagli erbivori. L'azione di tale enzima permette di scindere la sinigrina, formando glucosio, solfato acido di potassio e isotiocianato di allile.
Galleria d'immagini
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Ravanello daikon dell'Enciclopedia di Agricoltura Giapponese Seikei Zusetsu
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Un piattino di daikon
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Joy Larkcom e Elizabeth Douglass, Oriental Vegetables: The Complete Guide for the Gardening Cook, Oxford University Press US, 1994, pp. 114–115, ISBN 1-56836-017-7.
- ^ (EN) Raphanus raphanistrum subsp. sativus (L.) Domin, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 5 marzo 2021.
Altri progetti
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