Mimulus moschatus

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Mimolo moscato

Mimulus moschatus
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaPhrymaceae
TribùMimuleae
GenereMimulus
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaScrophulariaceae
TribùMimuleae
GenereMimulus
SpecieM. moschatus
Nomenclatura binomiale
Mimulus moschatus
Douglas ex Lindl., 1827

Il mimolo moscato (nome scientifico Mimulus moschatus Douglas ex Lindl., 1827 ) è una pianta dai vistosi fiori gialli appartenente alla famiglia delle Phrymaceae.[1] In base agli ultimi studi filogenetici la specie di questa voce dovrebbe essere rinominata in Erythranthe moschata (Douglas ex Lindl.) G.L. Nesom e descritta all'interno della tribù Leucocarpeae Conzatti (genere Erythranthe Spach, sect. Mimulosma G.L. Nesom & N.S. Fraga).[2]

Il nome generico (mimulus) deriva dal vocabolo greco "mimo" e indica i fiori che in qualche modo imitano il volto o, secondo altre interpretazioni, somigliano al volto di una scimmia o alle maschere ghignanti indossate dagli attori classici greci.[3][4][5] L'epiteto specifico (moschatus) deriva dal latino e significa "profumo simile al muschio".[6][7]

Il nome scientifico della specie è stato definito inizialmente dal botanico scozzese David Douglas (Scone, 25 giugno 1799 – Hawaii, 12 luglio 1834), perfezionato successivamente dal botanico inglese John Lindley (Catton, 8 febbraio 1799 – Turnham Green, 1º novembre 1865) nella pubblicazione "Edwards's Botanical Register - 13 1827" del 1827.[8]

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori

Queste piante arrivano al massimo ad una altezza di 2 - 5 dm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Queste piante sono vischiose con odore aromatico.[9][10][11][12][13]

Le radici sono secondarie da rizoma.

La parte aerea del fusto è ascendente, esile e con la superficie sparsamente peloso-ghiandolare con ingrossamenti ai nodi. I fusti sono a sezione quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono più o meno concave.

  • Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto a 2 a 2 e ogni verticillo fogliare è ruotato di 90° rispetto a quello sottostante. Il picciolo nelle foglie inferiori è eretto-patente; quelle superiori sono sessili. La forma delle lamina è ovale-lanceolata con base tronca, apice acuto e bordi dentellati. Lunghezza del picciolo: 2 cm. Dimensione della lamina: larghezza 15 – 30 mm; lunghezza 28 – 50 mm.

Infiorescenza

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Le infiorescenze sono formate da fiori peduncolati e solitari all'ascella delle foglie superiori. Lunghezza del peduncolo: 10 – 15 mm.

  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
x K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), supero, capsula.
  • Il calice, più o meno attinomorfo e gamosepalo, è a forma tubolare-conica terminante con 5 denti più o meno uguali. I denti sono lesiniformi e sono lunghi quanto la parte tubolare. Lunghezza del calice: 8 - 10 mm.
  • La corolla gamopetala è tubolosa (cilindrica) e bilabiata (zigomorfa) con struttura 2/3 e lobi patenti: il labbro inferiore è formato da 3 lobi quello superiore da due lobi (la struttura bilabiata non è molto evidente: le labbra sono poco differenziate). Il colore della corolla è gialla e rosso corallo alle fauci. Lunghezza della corolla: 2 cm.
  • Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati) ed ha un ovario supero con forme da ovoidi a oblunghe; è pubescente-ghiandoloso. Lo stilo è filiforme e unico inserito all'apice dell'ovario con stigma bilobo. I due lobi dello stigma sono provvisti di una certa sensibilità per cui si rinchiudono con uno scatto improvviso quando sono "toccati" da un insetto pronubo che vi deposita sopra del polline di un'altra pianta; dal momento che lo stigma è più sporgente degli stami è urtato sempre per primo dall'insetto pronubo, così si evita l'autoimpollinazione.[5]
  • Fioritura: da giugno a settembre.
  • I frutti sono delle capsule ovali con deiscenza loculicida (a due valve) oppure sono indeiscenti. I semi, numerosi, sono tubercolati. Dimensione dei semi: 0,2 - 0,3 mm.
  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) o il vento (impollinazione anemogama).[9]
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[14] – Distribuzione alpina[15])
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Nord Americano.
  • Distribuzione: in Italia è una pianta comune (in espansione) ed è presente soprattutto nel Piemonte. Nelle Alpi del versante italiano è presente nella parte occidentale. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Carinzia (Austria). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nella Foresta Nera, Vosgi e Carpazi.[15]
  • Habitat: l'habitat tipico per questa specie sono le radure, i cespugli in zone umide e le siepi; ma anche gli ambienti umidi temporaneamente inondati, i bordi dei ruscelli e i coltivi ornamentali (parchi, giardini e cimiteri). Il substrato preferito è calcareo e siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere bagnato.[15]
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 100 fino a 1.200 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano.

Fitosociologia

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Dal punto di vista fitosociologico alpino Mimulus moschatus appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]

  • Formazione: comunità delle macro- e megaforbie terrestri
  • Classe: Molinio-Arrhenatheretea
  • Ordine: Molinietalia caeruleae

La famiglia di appartenenza di questa specie (Phrymaceae) comprende 13 generi con meno di 200 specie[16][17] La specie di questa voce attualmente è descritta nella tribù Mimuleae, una delle quattro tribù nella quale è divisa la famiglia.[9]

Le specie di questo genere (Mimulus), dai giardinieri e coltivatori, sono divise in due gruppi: (1) piante a portamento arbustivo e (2) piante a portamento erbaceo. La specie di questa voce è descritta all'interno del secondo gruppo insieme all'altra specie presente sul territorio italiano: Mimulus guttatus DC..

Il numero cromosomico di M. moschatus è: 2n = 32.[18]

Attualmente la posizione tassonomica di questa specie è in fase di definizione. Il genere Mimulus in seguito alle analisi di tipo filogenetico del DNA dei cloroplasti e di altri siti molecolari si presenta non monofiletico.[19] Tradizionalmente la specie M. moschatus è descritta nella sect. Paradanthus del genere Mimulus. Dagli ultimi studi tale sezione non risulta un gruppo naturale; solamente una sua sottosezione, le cui specie sono caratterizzate dal numero cromosomico 2n = 32, può essere definita un clade monofiletico. Quest'ultimo, definito come "alleanza moschatus", contiene un rilevante numero di specie endemiche, rare o minacciate di estinzione, soprattutto nelle aree del Pacifico nordoccidentale.[20]

Recenti studi propongono di rinominare buona parte del genere Mimulus in Diplacus Nutt. con 6 sezioni, nessuna delle quali contiene la specie di questa voce, che viceversa verrebbe trasferita alla tribù Leucocarpeae Conzatti all'interno del genere Erythranthe Spach, sect. Mimulosma (Greene) G.L. Nesom & N.S. Fraga. In questo caso il nuovo nome scientifico sarebbe: Erythranthe moschata (Douglas ex Lindl.) G.L. Nesom.[2]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]

  • Mimulus guttatus var. moschatus (Douglas ex Lindl.) Prov.
  • Mimulus moschatus var. moschatus

Altre notizie

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Il mimolo moscato in altre lingue è chiamato nei seguenti modi:

  • (DE) Moschus-Glauklerblume
  • (FR) Mimule mosqué
  • (EN) Musk
  1. ^ a b The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/record/kew-2506174. URL consultato il 28 dicembre 2017.
  2. ^ a b Barker et al 2012, pag. 38.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 259.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 30 dicembre 2016.
  5. ^ a b Motta 1960, Vol. 2 - pag. 885.
  6. ^ David Gledhill 2008, pag. 264.
  7. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 28 dicembre 2017.
  8. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 28 dicembre 2017.
  9. ^ a b c Kadereit 2004, pag. 405.
  10. ^ Pignatti, vol. 2 – pag. 526.
  11. ^ Judd, pag. 490.
  12. ^ Judd et al 2007, pag. 503.
  13. ^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 307.
  14. ^ Conti et al. 2005, pag. 130.
  15. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 186.
  16. ^ Olmstead 2012.
  17. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 dicembre 2016.
  18. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 28 dicembre 2017.
  19. ^ Beardsley et al. 2002.
  20. ^ Beardsley et al. 2004.
  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.
  • Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore, 1960.
  • Barker, W.R., Nesom, G.L., Beardsley, P.M. & Fraga, N.S., A taxonomic conspectus of Phrymaceae: A narrowed circumscriptions for Mimulus , new and resurrected genera, and new names and combinations (PDF), in Phytoneuron, vol. 39, 16 maggio 2012, pp. 1-60.
  • Paul M. Beardsley & Richard G. Olmstead, Redefining Phrymaceae: the placement of Mimulus, tribe Mimuleae & Phryma (PDF), in American Journal of Botany, vol. 89, n. 7, 2002, pp. 1093-1102.
  • Paul M. Beardsley, Steve E. Schoenig, Justen B. Whittal & Richard G. Olmstead, Patterns of evolution in western North American Mimulus (Phrymaceae) [collegamento interrotto], in American Journal of Botany, vol. 91, n. 3, 2004, pp. 474-489.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume ###, Bologna, Edagricole, 1982, p. ###, ISBN 88-506-2449-2.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume ###, Bologna, Zanichelli, 2004, p. ###.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
  • David Gledhill, The name of plants, Cambridge, Cambridge University Press, 2008.

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