Eremo

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Sant'Antonio abate, Padre dell'eremitismo

L'èremo (dal greco ἔρημος érēmos) è un luogo di difficile accesso, dove uno o più individui, detti eremiti o anacoreti (dal greco ἀναχωρητής anachōrētēs, derivato da ἀναχωρεῖν anachōrêin, ritirarsi), si auto-escludono dalla società solitamente per condurre una vita di preghiera e/o ascesi a stretto contatto con la natura.

Eremo di San Nicola, scavato nel tufo verde sulla cima del Monte Epomeo, isola d'Ischia

La definizione di luoghi isolati di preghiera è comune a numerose religioni, soprattutto nel Cristianesimo e nel buddhismo; sono infatti l'Italia, in particolare l'Abruzzo, e il Tibet ad avere la maggiore concentrazione di eremi.

Sant'Antonio abate, insieme a San Paolo di Tebe, è considerato fondatore del monachesimo occidentale ma anche dell'eremitismo, essendosi ritirato nella condizione di anacoreta nel deserto.

La figura dell'eremita è associata spesso a quella del monaco, ma non sempre è legata ai voti religiosi di castità, povertà e obbedienza, oltre che ad una particolare regola.

Il primo eremo, dice San Francesco d'Assisi, è il nostro corpo, nel quale è racchiusa e costretta l'anima. Conservando questa accezione, taluni eremi si sono sviluppati fino a divenire veri e propri monasteri.

Papa Celestino V, al secolo Pietro da Morrone, è stato il maggiore edificatore di eremi in Italia (soprattutto tra le montagne della Maiella), legati all'ordine celestiniano, di cui era fondatore.

Redondesco, Romitorio di San Pietro col torrente Tartaro

Agli inizi del Cristianesimo, III- IV secolo, l'eremo è un rifugio nel deserto, una grotta o un riparo di fortuna; per alcuni eremiti, gli stiliti, l'eremo è costituito da una colonna inaccessibile.

La forma si è evoluta poi in strutture murarie o in pietra a secco, sempre appoggiate a cavità o pareti rocciose. Ma le forme raggiungono nel Medioevo un'alta complessità. Insieme all'arricchimento degli ordini che col tempo li gestiranno, le strutture crescono di dimensioni e sono dislocate su più piani. L'appoggio alla roccia a questo punto non è che un sostitutivo per una delle pareti portanti; gli esterni si arricchiscono di inserti lavorati in pietra e gli interni di affreschi e decorazioni.

L'eremo viene quindi diviso in celle, che ospitano i singoli eremiti.

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