Elezione papale del 1130
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Papa Innocenzo II | |||
Durata | 14 febbraio 1130 | ||
Luogo | Chiesa di San Gregorio al Celio, Roma | ||
Partecipanti | 37-38 | ||
Scrutini | 1 | ||
Decano | Pietro Seniore | ||
Protodiacono | Gregorio Papareschi | ||
Eletto | Innocenzo II (Gregorio Papareschi) | ||
L'elezione papale del 1130 ebbe luogo in seguito alla morte di papa Onorio II e si risolse con una duplice elezione: una parte dei cardinali, guidata dal cardinale cancelliere Aymery de la Châtre (italianizzato in Aimerico), elesse Gregorio Papareschi, che prese il nome di Innocenzo II, ma la rimanente parte dei cardinali ritenne illegittima l'elezione e procedette ad un'altra, eleggendo Pietro Pierleoni, che prese il nome di Anacleto II.
Antefatti e cause
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la precedente, turbolenta elezione di papa Onorio II, i conflitti fra le famiglie importanti romane continuarono. Essi riflettevano anche le posizioni pro o contro il Sacro Romano Impero, iniziato con il Concordato di Worms, che aveva posto fine alla lotta per le investiture. Molti cardinali, particolarmente quelli più anziani, ritenevano l'intesa raggiunta a Worms una rinuncia ai principi della cosiddetta Riforma gregoriana e tendevano a considerarla solo un espediente tattico. Essi sostenevano la tradizionale alleanza del papato con i Normanni del sud dell'Italia. Alcuni di essi erano legati agli antichi centri monastici del meridione italiano, come l'Abbazia di Montecassino. Uno dei principali esponenti di questa corrente era il cardinale Pietro Pierleoni, membro di una delle famiglie più potenti di Roma.[1]
La corrente opposta era capeggiata dal cardinale Aymery de la Châtre, che era stato nominato cardinale e poi Cancelliere della Santa Sede poco dopo la firma del Concordato di Worms e che era uno dei principali artefici della nuova politica pontificia. Egli ed i suoi colleghi di corrente politica vedevano in questo compromesso una buona soluzione sia per la Chiesa che per l'Imperatore e non credevano nel vassallaggio dei Normanni nei confronti della Santa Sede, avendo quelli mostrato tendenze troppo espansionistiche. Inoltre essi erano alleati con la potente famiglia romana dei Frangipani, avversari della famiglia Pierleoni.[2]
L'11 febbraio 1130 Aimerico convocò presso lo stesso monastero i cardinali dei quali riteneva di potersi fidare per preparare la nuova elezione. Il resto della Curia rispose invocando l'anatema su tutti coloro che si accingessero all'elezione prima della morte di Onorio, secondo il decreto In nomine Domini di papa Nicola II del 1059, che regolava le elezioni papali, e nominando una commissione di otto cardinali elettori, due cardinali vescovi più tre cardinali presbiteri e tre cardinali diaconi, in rappresentanza di ambo le parti, che avrebbero dovuto incontrarsi nella chiesa di Sant'Adriano solo dopo la sepoltura del Papa.[3]
La scelta del luogo era stata fatta dai Pierleoni per evitare di essere alla mercé dei Frangipane in Sant'Andrea. In tutta risposta il cardinale cancelliere Aimerico inviò delle guardie a presidiare Sant'Adriano. I cardinali fedeli ai Pierleoni, si ritirarono allora nella chiesa di San Marco.
Cardinali
[modifica | modifica wikitesto]Il Sacro Collegio contava nel febbraio 1130 probabilmente 42 o 43 cardinali. Pare che di questi non più di 36 o 37 fossero presenti a Roma alla morte di Onorio II:[4]
Probabilmente sei cardinali erano assenti da Roma:[18]
Elettore | Paese | Corrente | Titolo cardinalizio | Ruolo | Nascita | Concistoro |
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Gilles de Paris, O.S.B.Clun.[19] | Regno di Francia | Anacleto | Vescovo di Frascati | Legato pontificio nei domini crociati in Siria e Palestina (Outremer) | 1090 ca. | 12/1121 |
Guido | Innocenzo | Vescovo di Tivoli | 1124 | |||
Amico, O.S.B.Cas.[20] | Anacleto | cardinale presbitero dei Santi Nereo ed Achilleo | Abate di San Vincenzo al Volturno presso Capua | 1099 | ||
Uberto Rossi Lanfranchi | Repubblica di Pisa | Innocenzo | cardinale presbitero di San Clemente | Legato pontificio in Spagna; futuro arcivescovo di Pisa (1133–37) | 17/12/1122 | |
Rusticus dei Rustici | Stato Pontificio | Innocenzo | Cardinale presbitero di San Ciriaco | Arciprete della Basilica Vaticana; Legato pontificio in Nord Italia | 1128 | |
Oderisio dei Conti di Sangro, O.S.B.Cas. | Ducato di Puglia e Calabria | Anacleto | Cardinale diacono di Sant'Agata | Già Abate di Montecassino (1123–26) | 1111 |
Preparazione dell'elezione
[modifica | modifica wikitesto]Numericamente le due correnti nelle quali era diviso il Sacro Collegio si equivalevano quasi. Il partito che faceva capo ad Aimerico contava 19 cardinali, mentre i suoi oppositori erano 24 (23, se si esclude Enrico di Santa Prisca), ma il partito del Cancelliere era certo meglio organizzato.[21]
Uno degli aspetti innegabili della divisione è che gli anacletani erano principalmente i cardinali più anziani, veterani della lotta per le investiture, creati o da papa Pasquale II o all'inizio del pontificato di Callisto II, mentre i favorevoli ad Innocenzo II erano stati creati cardinali dopo il Concordato di Worms (1122), che aveva concluso la pace con l'Imperatore. Su diciannove cardinali creati prima del 1122, solo cinque sostenevano Aimerico, mentre su ventiquattro creati dopo quella data scelsero il partito del Cancelliere in quattordici.[22] Gli altri possibili motivi per una così radicale tensione all'interno del Sacro Collegio (es. divisioni fra nazioni, legami con centri di spiritualità diversi) sono stati ampiamente discussi dagli storici, senza che tuttavia si potesse giungere ad una spiegazione finale soddisfacente.[23]
Nella commissione eletta nell'ambito del Sacro Collegio, la corrente di Aimerico contava cinque membri su otto. Ciò era dovuto al metodo utilizzato per l'elezione dei componenti: ciascuno dei tre ordini cardinalizi doveva eleggere due suoi rappresentanti. Sebbene i seguaci di Aimerico fossero, nel complesso dell'intero Collegio, in minoranza, essi avevano la maggioranza in due ordini, quello dei cardinali vescovi e quello dei cardinali diaconi, mentre gli oppositori erano prevalentemente concentrati fra i cardinali presbiteri[24] Quindi all'interno della commissione ristretta incaricata di scegliere il nuovo pontefice, la corrente del cancelliere aveva acquisito la maggioranza del corpo elettorale.[25]
I seguenti cardinali furono eletti nella commissione (gli oppositori di Aimerico sono indicato con un *):[26]
- Cardinali vescovi (due aderenti alla corrente di Aimerico)
- Guglielmo, vescovo di Palestrina
- Corrado della Suburra, vescovo di Sabina
- Cardinali presbiteri (due avversari ed un membro della corrente di Aimerico)
- Pietro Pierleoni, O.S.B.Clun., cardinale di Santa Maria in Trastevere *
- Pietro Pisano, cardinale di Santa Susanna *
- Pietro Ruffino, cardinale dei Santi Silvestro e Martino
- Cardinali diaconi (due aderenti alla corrente di Aimerico ed un oppositore)
- Gregorio Papareschi, C.R.L., cardinale di Sant'Angelo in Pescheria
- Aymery de la Chatre, C.R. SanM.R., cardinale di Santa Maria Nuova e Cancelliere della Santa Sede
- Gionata, cardinale dei Santi Cosma e Damiano *
Decesso di Onorio II ed elezione di Innocenzo II
[modifica | modifica wikitesto]Onorio II morì nel monastero romano di San Gregorio nella notte fra il 13 ed il 14 febbraio del 1130, dopo una lunga malattia. Il cardinale Aimerico organizzò un frettoloso funerale sul luogo e convocò immediatamente i membri della commissione cardinalizia presso il monastero per procedere alla elezione del successore. Ma i cardinali Pierleoni e Gionata, rendendosi conto che la commissione avrebbe certamente eletto un sostenitore del cancelliere, si ritirarono dalla commissione, sperando che la mancanza del quorum avrebbe impedito a questa di operare,[27] ma Aimerico ignorò questa circostanza e riunì la commissione anche con soli sei membri. Nonostante le proteste del cardinale Pietro Pisano, che era un dotto canonista, la commissione elesse uno dei suoi membri, il cardinale Gregorio Papareschi, cardinale diacono di Sant'Angelo in Pescheria, che accettò la nomina e prese il nome di Innocenzo II.[27][28] Egli venne intronato nella Basilica lateranense il 14 febbraio, di prima mattina.[27] La sua elezione venne subito riconosciuta da sei altri cardinali: due cardinali vescovi (Giovanni di Ostia e Mathieu di Albano), quattro cardinali presbiteri (Joselmo di Santa Cecilia, Giovanni di San Crisogono, ma l'identità del quarto è incerta: molto probabilmente si trattava di Gerardo di Santa Croce).[29] In breve tempo ad essi si aggiunsero otto nuovi cardinali.
L'elezione di Anacleto II
[modifica | modifica wikitesto]La maggioranza dei cardinali allora componenti il Sacro Collegio, influenzati dal cardinal Pisano, dotto canonista, che dichiarò invalida l'elezione del cardinal Papareschi al Soglio Pontificio, non riconobbero quest'ultimo come legittimo pontefice.[28] La mattina del 14 febbraio i cardinali avversari di Aimerico si riunirono sotto la guida di Pietro Pierleoni nella basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio per eleggere il "loro" successore di Onorio II. Inizialmente il cardinale Pierleoni propose il nome del Decano del Sacro Collegio, cardinale Pietro Seniore, vescovo di Porto, ma questi rifiutò di accettare la nomina. Allora i cardinali ivi riuniti elessero all'unanimità lo stesso Pierleoni, che accettò e prese il nome di Anacleto II.[27]
Non si sa quanti cardinali abbiano eletto Anacleto II. Il decreto che proclamava la sua elezione, emesso quello stesso giorno, venne sottoscritto da 14 cardinali:[30]
- Cardinali vescovi: Pietro Seniore di Porto,
- Cardinali presbiteri: Gregorio di Ceccano dei Santi XII Apostoli, Saxo di Santo Stefano, Pietro di San Marcello, Comes di Santa Sabina, Gregorio di Santa Balbina, Crescenzio dei Santi Marcellino e Pietro, Lectifredo di San Vitale, Pietro Pisano di Santa Susanna, Matteo di San Pietro in Vincoli ed Enrico di Santa Prisca,
- Cardinali diaconi: Gregorio di Sant'Eustachio, Gionata dei Santi Cosma e Damiano ed Angelo di Santa Maria in Domnica.
Non si sa se i rimanenti cinque cardinali, seguaci del Pierleoni, che si ritiene fossero presenti a Roma, abbiano partecipato alle operazioni di voto.[31] Non vi è dubbio comunque che il clero minore di Roma sia stato rappresentato in questa elezione. Il decreto elettorale di Anacleto II porta le firme di alcuni di essi, compreso il suddiacono Gregorio, primicerius scholae cantorum, che venne nominato cardinale-diacono di Santa Maria in Aquiro il 21 febbraio successivo e and Rainiero, arciprete della Basilica Liberiana.[32]
Divisione del Collegio dei Cardinali
[modifica | modifica wikitesto]La duplice elezione ebbe come conseguenza la spaccatura del Sacro Collegio in due parti, la cui composizione può essere descritta come segue:
- Il Liber Pontificalis cita i nomi di 16 cardinali che sostennero Innocenzo II fin dall'inizio.[33] Ad essi si devono aggiungere altri due cardinali, Guido di Tivoli e Rustico di San Ciriaco, il cui atteggiamento è attestato dal fatto che essi sottoscrissero le bolle di Innocenzo II.[34]
- L'obbedienza di Anacleto II può essere ricostruita basandosi sulla lettera indirizzata al re di Germania Lotario II dai suoi cardinali subito dopo l'incoronazione dello stesso Anacleto.[35] La lettera risulta sottoscritta da 27 cardinali, compresi i cinque appena creati da Anacleto II il 21 febbraio, un venerdì delle Quattro tempora.[36] Ad essi va aggiunto il cardinale Oderisio di Sant'Agata, che successivamente sottoscrisse le bolle di Anacleto II.[37]
Quindi, all'inizio dello scisma, 18 cardinali appartenevano al Collegio di Innocenzo II e 28 a quello di Anacleto II. I cardinali seguaci di Innocenzo, che non sono citati nel Liber Pontificalis, e quelli dell'obbedienza di Anacleto, che non firmarono la lettera a re Lotario, sono segnati con una †.
Obbedienza di Innocenzo II | Obbedienza di Anacleto II |
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1. Guillaume, vescovo di Palestrina 2. Giovanni di Camaldoli, O.S.B.Cam., cardinale vescovo di Ostia 3. Matthieu, O.S.B.Clun., cardianale vescovo di Albano 4. Corrado della Suburra, cardinale vescovo di Sabina 5. Guido, cardinale vescovo di Tivoli † 6. Giovanni Cremense, cardinale presbitero di San Crisogono 7. Pietro Ruffino, cardinale presbitero dei Santi Silvestro e Martino 8. Gerardo Caccianemici, C.R.S.F., cardinale presbitero di Santa Croce in Gerusalemme 9. Uberto Lanfranchi, cardinale presbitero di San Clemente 10. Pierre, cardinale presbitero di Sant'Anastasia 11. Anselmo, cardinale presbitero di San Lorenzo in Lucina 12. Joselmo, cardinale presbitero di Santa Cecilia 13. Rustico, cardinale presbitero di San Ciriaco † 14. Romano, Cardinale diacono di Santa Maria in Portico 15. Gregorio Tarquini, Cardinale diacono dei Santi Sergio e Bacco 16. Aimerico, C.R.S.M.R., Cardinale diacono di Santa Maria Nuova 17. Alberto Teodoli, cardinale diacono di San Teodoro 18. Guido del Castello, cardinale diacono di Santa Maria in Via Lata |
1. Pietro Seniore, cardinale vescovo di Porto 2. Gilles de Paris, O.S.B. Cluny, cardinale vescovo di Tusculum 3. Bonifazio, cardinale presbitero di San Marco 4. Gregorio de Ceccano, cardinale presbitero di Santi XII Apostoli 5. Cosma, cardinale presbitero di Santa Sabina 6. Pietro Pisano, cardinale presbitero di Santa Susanna 7. Desiderio, cardinale presbitero di Santa Prassede 8. Amico, O.S.B. Cas., cardinale presbitero dei Santi Nereo ed Achilleo 9. Sasso di Anagni, cardinale presbitero di Santo Stefano al Monte Celio 10. Sigizo, cardinale presbitero di San Sisto 11. Crescenzio di Anagni, cardinale presbitero dei Santi Marcellino e Pietro 12. Pietro, cardinale presbitero di San Marcello 13. Matteo, cardinale presbitero di San Pietro in Vincoli 14. Gregorio, cardinale presbitero di Santa Balbina 15. Alderico, cardinale presbitero dei Santi Giovanni e Paolo 16. Lectifredo, cardinale presbitero di San Vitale 17. Enrico, cardinale presbitero di Santa Prisca 18. Gregorio, O.S.B., cardinale diacono di Sant'Eustachio 19. Oderisio di Sangro, O.S.B. Cas., Cardinale diacono di Sant'Agata † 20. Gionata, cardinale diacono dei Santi Cosma e Damiano (nominato cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere il 21 febbraio) 21. Angelo, Cardinale diacono di Santa Maria in Domnica 22. Giovanni Dauferio, Cardinale diacono di San Nicola in Carcere (nominato cardinale presbitero di Santa Pudenziana probabilmente il 22 marzo) 23. Stefano Stornato, Cardinale diacono di Santa Lucia in Silice (nominato cardinale presbitero di San Lorenzo in Damaso il 21 febbraio) Nuovi cardinali nominati il 21 febbraio 1130: 1. Pietro, cardinale presbitero di Sant'Eusebio 2. Gregorio, Cardinale diacono di Santa Maria in Aquiro 3. Hermann, Cardinale diacono di Sant'Angelo in Pescheria 4. Silvio, Cardinale diacono di Santa Lucia in Septisolio 5. Romano, Cardinale diacono di Sant'Adriano |
Stefano Stornato si adeguò all'obbedienza di Innocenzo II non più tardi del 1132; Lectifredo di San Vitale[38] e Giovanni Dauferio[39] fece lo stesso nel 1133, Pietro Pisano nel 1137,[40] e Desiderio di Santa Prassede poco prima della fine dello scisma nel 1138.[41] Pare che verso il 1135 Conti di Santa Sabina abbia anche lui abbandonato Anacleto II.[42]
Conseguenze: lo scisma
[modifica | modifica wikitesto]Entrambi i papi furono consacrati ed incoronati nel medesimo giorno, il 23 febbraio. Innocenzo II ricevette la consacrazione episcopale dal cardinale Giovanni di Ostia nella chiesa di Santa Maria Nova, chiesa titolare della diaconia del cancelliere Aimerico. Anacleto II venne consacrato dal cardinale Pietro di Porto nella Basilica Vaticana, il che significa che Anacleto fu avvantaggiato nella città fin dall'inizio. Quasi tutta l'aristocrazia romana (con la significativa eccezione della famiglia Frangipani), la maggioranza del basso clero ed il popolo di Roma riconobbero come papa Anacleto II e in maggio Innocenzo II dovette riparare in Francia.[43] Dopo questa defezione anche i Frangipani si sottomisero ad Anacleto.
In Francia però Innocenzo II trovò un forte alleato in Bernardo di Chiaravalle. Sotto l'influenza di Bernardo, quasi tutti i monarchi ed i vescovi europei riconobbero come papa l'esule Innocenzo II. Anacleto II, nonostante controllasse Roma ed il Patrimonio di San Pietro, trovò sostegno solo dai Normanni del sud dell'Italia, dalla Scozia, dall'Aquitania e da alcune città del nord Italia (fra le quali Milano).[44] e probabilmente anche dalla Polonia.[45]
Entrambe le elezioni erano state irregolari[46] poiché contrarie alle norme stabilite con il decreto di papa Niccolò II del 1059 In nomine Domini, ma entrambe le parti difendevano la legalità dei rispettivi pontefici.
I seguaci di Anacleto sostenevano che egli era stato eletto dalla maggioranza dei cardinali, dal basso clero e dal popolo di Roma. I partigiani di Innocenzo II replicavano che questi era stato eletto dalla maggioranza dei cardinali vescovi, che secondo il decreto di papa Niccolò II In Nomine Domini dovevano avere un ruolo preminente nelle elezioni dei papi. I loro avversari rispondevano con un'altra versione del decreto (falsa, ma molto popolare a quei tempi), che stabiliva che il papa veniva eletto dai cardinali (intendendo cardinali presbiteri e cardinali diaconi), mentre i cardinali vescovi potevano esprimere solo approvazione o disapprovazione. Entrambe le parti utilizzavano per analogia la regola benedettina, la quale stabiliva che in caso di doppia elezione di un abate, quella valida era quella compiuta dalla parte più "sana" (sanior pars) degli elettori, ma non vi era alcun consenso su che cosa si dovesse intendere in questo caso come «parte più sana del Sacro Collegio».[47]
Decisivi per il verdetto circa la legittimità dei due pontificati non furono gli argomenti giuridici, ma l'atteggiamento del mondo cattolico, che riconobbe quasi universalmente Innocenzo II.[48] I suoi sostenitori più importanti furono Bernardo di Chiaravalle, abate di Clairvaux, l'arcivescovo di Magdeburgo, Norberto di Prémontré, e il re di Germania Lotario II. I pochi signori laici che inizialmente avevano sostenuto Anacleto, abbandonarono a poco a poco la sua causa, ritenendola persa e solo Ruggero II, che da Anacleto aveva ricevuto la corona in cambio del suo appoggio, rimase dalla sua parte fino alla fine. Sebbene Anacleto fosse stato in grado mantenere il controllo della città di Roma e del Patrimonio di San Pietro fino alla sua morte, avvenuta nel gennaio 1138, il suo successore si affrettò a sottomettersi ad Innocenzo II, che ora viene visto come il legittimo papa.[49]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, pp. 71-72
- ^ Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, pp. 71-73
- ^ Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 74; Herbert Bloch, Montecassino in the middle ages, p. 946
- ^ La composizione del Sacro Collegio è stata ricostruita da Hans-Walter Klewitz (Reformpapsttum und Kardinalkolleg. Die Entstehung des Kardinalkollegiums. Studien über die Wiederherstellung der römischen Kirche in Süditalien durch das Reformpapsttum. Das Ende des Reformpapsttums, pp. 211–229); da Rudolf Hüls (Kardinäle, Klerus und Kirchen Roms: 1049–1130, p. 84 ff) e da Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 17–19, 31–40). L'unico controverso è il cardinal Enrico di Santa Prisca, del quale Klewitz nega che fosse già cardinale alla data (Hans-Walter Klewitz, op. cit., p. 211 nota 3); Rudolf Hüls dice di lui solo che compare per la prima volta il 14 febbraio 1130 fra i firmatari del decreto di Anacleto, ma non dice quale papa l'avesse nominato (Rudolf Hüls, op. cit., p. 200); Brixius lo indica nell'elenco dei membri del Sacro Collegio alla morte di Onorio II, ma aggiunge che potrebbe essere stato nominato da Anacleto (Johannes Matthias Brixius, op. cit., p. 35-no. 19). Lo stesso Brixius, alla pagina 39 no. 38 dell'opera citata, elenca anche il 44º cardinale nella persona di Petrus, cardinale presbitero di Sant'Eusebio e seguace di Anacleto, ma vedansi Hans-Walter Klewitz, op. cit., pp. 211-212 nota 3, e le stesse note del Brixius (op. cit., pp. 18–19 ed 82.). Anton Chroust, nella sua opera Das Wahldekret Anaklets II, (in:) Mitteilungen des Instituts für österreichische Geschichtsforschung, alla p. 352 afferma che Petrus apparteneva al Sacro Collegio al tempo dell'elezione del successore di Onorio II e lo identifica nell'omonimo cardinale diacono di Santa Maria in Via Lata sotto papa Onorio II, ma questa identificazione è senza dubbio errata (vedi Rudolf Hüls, op. cit., p. 239)
- ^ Data di promozione a cardinale basata principalmente su Rudolf Hüls, Reformpapsttum und Kardinalkolleg. Die Entstehung des Kardinalkollegiums. Studien über die Wiederherstellung der römischen Kirche in Süditalien durch das Reformpapsttum. Das Ende des Reformpapsttums, p. 84–87
- ^ Si tratta del futuro, ed effimero, antipapa Vittore IV, voluto dai Pierleoni per succedere al defunto antipapa Anacleto II nel 1138, ma morì l'anno successivo. Gregorio era tuttavia già stato deposto una prima volta dal cardinalato nel 1112 quando aveva pubblicamente sconfessato l'operato di Pasquale II, che lo aveva nominato nel 1102, nella lotta per le investiture. Fu reintegrato nel 1122 da Callisto II, ma venne nuovamente deposto dalla porpora, da Innocenzo II, allorquando appoggiò l'antipapa Anacleto II l'indomani della travagliata elezione del 1130.
- ^ In alcune fonti appare anche come Didier, ciò dovrebbe indurci a supporre fosse di origine francese.
- ^ Hans Walter Klewitz, Reformpapsttum und Kardinalkolleg. Die Entstehung des Kardinalkollegiums. Studien über die Wiederherstellung der römischen Kirche in Süditalien durch das Reformpapsttum. Das Ende des Reformpapsttums, p. 217 e Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 39 no. 42, conte Sigizo tra le nomine di Pasquale II. Rudolf Hüls (Kardinäle, Klerus und Kirchen Roms: 1049–1130, pp. 64 e 86), indica che egli venne nominato da papa Callisto II nel 1120, basandosi sul suo posto in ordine di anzianità che può essere dedotto dall'ordine delle firme dei cardinali sulle bolle pontificie. L'unica evidenza della sua nomina da parte di Pasquale II è il Liber Pontificalis, che lo cita fra i partecipanti all'elezione papale del 1118; è comunque provato che la sua attribuzione contiene numerose imprecisioni (Rudolf Hüls, op. cit., pp. 63–64, vedi anche le annotazioni proprie di Hans Walter Klewitz's, op. cit., p. 100). Herbert Bloch (Monte Cassino in the middle ages, Volume II, p. 950, note 3) pare accettare che Sigizo sia stato nominato da papa Pasquale II.
- ^ Secondo altre fonti (vedi: (EN) Salvador Miranda, RUFFO, Pietro, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.) Pietro Ruffo sarebbe stato cardinale diacono di Santa Maria in Cosmedin e deceduto una diecina di anni prima dell'elezione papale in questione. Alla data il titolare dei Santi Silvestro e Martino ai Monti sarebbe stato il cardinale Pietro Cariaceno.
- ^ Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181. Berlin : R. Trenkel, 1912, p. 33, no. Tuttavia, appare chiaro che il Miranda confonde il Rufo con il Pietro Cariaceno, che è attestato invece a Sant'Anastasia al momento del conclave
- ^ Questa identificazione, sebbene accettata da Johannes Matthias Brixius (Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 32 no. 8) e da Hans-Walter Klewitz (Reformpapsttum und Kardinalkolleg. Die Entstehung des Kardinalkollegiums. Studien über die Wiederherstellung der römischen Kirche in Süditalien durch das Reformpapsttum. Das Ende des Reformpapsttums, p. 214) è impossibile poiché Cosma di Santa Maria in Aquiro sottoscrisse le bolle pontificie fino al 6 febbraio 1126 (Rudolf Hüls, Kardinäle, Klerus und Kirchen Roms: 1049–1130, p. 231; Philipp Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum, p. 823), mentre Cosma di Santa Sabina compare per la prima volta il 15 aprile 1123 (Rudolf Hüls, op. cit., p. 205; Philipp Jaffé, op. cit., p. 781).
- ^ Tuttavia non sussistono prove che sia stato nominato da Onorio II: il Miranda ne fa risalire la creazione addirittura al 1088, ipotesi plausibile dato che non sono più attestati cardinali con questo nome nel periodo in questione: probabilmente fu promosso a Santa Sabina attorno al 1120-22.
- ^ Ciò è dichiarato da Hans-Walter Klewitz in Reformpapsttum und Kardinalkolleg. Die Entstehung des Kardinalkollegiums. Studien über die Wiederherstellung der römischen Kirche in Süditalien durch das Reformpapsttum. Das Ende des Reformpapsttums, p. 211 nota 3 e da Herbert Bloch in Monte Cassino in the middle ages, Volume II, p. 948. Tuttavia è piuttosto improbabile poiché Errico di Santa Prisca firmò il decreto elettorale di Anacleto il 14 febbraio, cioè lo stesso giorno in cui Anacleto era stato eletto, il che significa che egli avrebbe dovuto essere stato nominato da Anacleto subito dopo la sua elezione. Ciò non sarebbe teoricamente impossibile, ma è più ragionevole accettare come data della sua nomina il 1129 (fornito da: (EN) Salvador Miranda, ERRICO, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.) e da Anton Chroust nel suo Das Wahldekret Anaklets II, (in:) Mitteilungen des Instituts für österreichische Geschichtsforschung, vol. 28, 1907, a p. . 351 (il suo predecessore Gerardo di Santa Prisca morì nell'aprile del 1129). Si deve inoltre aggiungere che la sua identificazione con Enrico di Mazara cardinale diacono di San Teodoro, proposta da Anton Chroust (op. cit., p. 351) è certamente errata, come ha dimostrato Hans-Walter Klewitz (op. cit., p. 211, nota 3) .
- ^ Cardella, 239; Hüls, pp. 236-237
- ^ Questa obbedienza secondo Johannes Matthias Brixius (Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, pp. 39–40 no. 43); Anton Chroust (Das Wahldekret Anaklets II, pp. 351-352); (EN) Salvador Miranda, STEFANO, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.; e Lorenzo Cardella, Memorie storiche de' Cardinali della Santa Romana Chiesa, vol. 1 pt. 1, p. 289. Tutte queste fonti sostengono che Anacleto II lo promosse cardinale presbitero di San Lorenzo in Damaso, ma che non oltre il 1132 egli si allineò all'obbedienza di papa Innocenzo II, che annullò questa promozione. Tuttavia Hans-Walter Klewitz in Reformpapsttum und Kardinalkolleg. Die Entstehung des Kardinalkollegiums. Studien über die Wiederherstellung der römischen Kirche in Süditalien durch das Reformpapsttum. Das Ende des Reformpapsttums, p. 219 nota 38, nega esplicitamente questa promozione e lo annovera fra i cardinali fedeli ad Innocenzo II. Herbert Bloch (Monte Cassino in the middle ages, Volume II, p. 950 note 2) dice che «…quasi certamente…» egli apparteneva al partito di Innocenzo II e suggerisce una sua possibile assenza durante l'elezione pontificia. Rudolf Hüls, nel suo Kardinäle, Klerus und Kirchen Roms: 1049–1130 alle pagine 228-229, dice solo in generale che nel corso del susseguente scisma egli sostenne Innocenzo II ed aggiunge che alcuni autori citano il breve periodo in cui lo Stornato avrebbe aderito all'obbedienza dell'antipapa Anacleto II. Egli è riconosciuto invece come sottomesso ad Innocenzo II solo dal 25 giugno 1132 (Philipp Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum, p. 841), quindi la sua identificazione con il cardinale Stefano di San Lorenzo in Damaso (attestata solo nel 1130) pare la più probabile.
- ^ Secondo Salvatore Miranda, il cardinale Alberto Teodoli sarebbe stato nominato da papa Innocenzo II nel 1130, cioè dopo la "duplice elezione" (vedi: (EN) Salvador Miranda, TEODOLI, Alberto, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.). Al suo posto, titolare della diaconia di San Teodoro, sarebbe stato il suo predecessore Matteo, nominato da papa Onorio II nel 1129, che avrebbe partecipato, anziché Alberto Teodoli, all'elezione papale del 1130 (vedi: (EN) Salvador Miranda, MATTEO, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.).
- ^ Kehr, Nachrichten der K. Gesellschaft der Wissenschaften zu Gottingen, phil.-hist. Klasse (1898) no. 10, p. 79
- ^ Per le assenze di Gilles di Parigi, vescovo di Frascati, Guido, vescovo di Tivoli, Amico ed Oderisio vedi Herbert Bloch, Monte Cassino in the middle ages, Volume II, pp. 949 e 950 nota 2. Per la legazione odi Uberto vedi Hans-Walter Klewitz, Reformpapsttum und Kardinalkolleg. Die Entstehung des Kardinalkollegiums. Studien über die Wiederherstellung der römischen Kirche in Süditalien durch das Reformpapsttum. Das Ende des Reformpapsttums, pp. 224 e 250 e Rudolf Hüls, Kardinäle, Klerus und Kirchen Roms: 1049–1130, p. 162. Per la legazione di Rustico, vedi Hüls, op. cit. p. 158. Le assenze di Oderisio, Rustico e Guido di Tivoli sono citate anche da Johannes Matthias Brixius in Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181 alla pagina 19.
- ^ Salvatore Miranda lo dà presente all'elezione (vedi: (EN) Salvador Miranda, PARIS, O.S.B.Clun., Gilles de, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.)
- ^ Salvatore Miranda lo dà presente all'elezione pontificia del 1130 (vedi: (EN) Salvador Miranda, AMICO, O.S.B.Cas., su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.
- ^ Ian Stuart Robinson (The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, pp. 74-75) sostiene che probabilmente il partito degli oppositori di Aimerico si sia costituito solo durante l'elezione
- ^ La divisione nel Sacro Collegio si basa sull'opera di Hans-Walter Klewitz, Reformpapsttum und Kardinalkolleg. Die Entstehung des Kardinalkollegiums. Studien über die Wiederherstellung der römischen Kirche in Süditalien durch das Reformpapsttum. Das Ende des Reformpapsttums (pp- 211-229) e su quella di Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181 (pp. 17-19), con le correzioni riguardanti la data di nomina del porporato di Santa Sabina. La questione del cardinalato di Enrico di Santa Prisca e l'iniziale atteggiamento di Stefano Stornato è presentata in base a quanto contenuto nell'opera citata del Brixius, mentre quella del cardinalato di Pietro di Sant'Eusebio, secondo quanto indicato dal Klewitz. Vedi anche Herbert Bloch, Montecassino in the middle ages, pp. 946-950, che segue sostanzialmente la tesi di Klewitz. Per il partito di Anacleto II, vedi anche Anton Chroust, Das Wahldekret Anaklets II, (in:) Mitteilungen des Instituts für österreichische Geschichtsforschung, vol. 28, 1907, pp. 348–355
- ^ Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, pp. 70–73.
- ^ Hans-Walter Klewitz, Reformpapsttum und Kardinalkolleg. Die Entstehung des Kardinalkollegiums. Studien über die Wiederherstellung der römischen Kirche in Süditalien durch das Reformpapsttum. Das Ende des Reformpapsttums, p. 251.
- ^ Si ritiene che la commissione stessa sia stata un espediente architettato dal cardinale Aimerico. Vedi Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 74
- ^ Herbert Bloch, Montecassino in the middle ages, p. 947, nota 1; Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 74; Hans-Walter Klewitz, Reformpapsttum und Kardinalkolleg. Die Entstehung des Kardinalkollegiums. Studien über die Wiederherstellung der römischen Kirche in Süditalien durch das Reformpapsttum. Das Ende des Reformpapsttums, p. 252
- ^ a b c d Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 75
- ^ a b Herbert Bloch, Montecassino in the middle ages, p. 946
- ^ Herbert Bloch, Montecassino in the middle ages, p. 946. Bloch non identifica il quarto cardinale presbitero. Gerardo di San Croce pare tuttavia il più probabile poiché egli venne poi nominato da Innocenzo II, già il 18 febbraio, Legato pontificio in Germania, vedi Patrologia Latina. Volumen 179, col. 53-54 no. I-II. Un'altra possibilità è che si trattasse di Anselmo di San Lorenzo in Lucina.
- ^ Anton Chroust, Das Wahldekret Anaklets II, (in:) Mitteilungen des Instituts für österreichische Geschichtsforschung, p. 349
- ^ Herbert Bloch, Montecassino in the middle ages, p. 949
- ^ Anton Chroust, Das Wahldekret Anaklets II, (in:) Mitteilungen des Instituts für österreichische Geschichtsforschung, p. 349–350, 352
- ^ I dati dal Liber Pontificalis si possono trovare sul sito Documenta Catholica Omnia – Innocentius II (Vita Operaque Auctore Cardinali Aragonio). Vedi anche Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 17
- ^ Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 17–18; Herbert Bloch, Montecassino in the middle ages, p. 950 nota 2, che ad essi aggiunge anche Stefano Stornato; vedi anche Philipp Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII. Vol. I, p. 840
- ^ La lettera è compresa in Regesta Imperii Archiviato il 28 maggio 2017 in Internet Archive.. La sua data esatta è incerta, sebbene sia stata indubbiamente scritta dopo la creazione di cinque nuovi cardinali il 21 febbraio. Regesta Imperii fornisce le date 15-18 maggio 1130.
- ^ Per le date di nomina dei nuovi cardinali vedi Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 7–15
- ^ Herbert Bloch, Montecassino in the middle ages, p. 49; e Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181,, p. 18–19 (Brixius sostiene che furono creati solo quattro nuovi cardinali, mentre Bloch afferma che appartenevano a questa categoria ben sette cardinali, aggiungendovi Enrico di Santa Prisca e probabilmente Stefano di San Lorenzo, sebbene quest'ultimo non venga menzionato); vedi anche Philipp Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII. Vol. I, p. 911-912.
- ^ È attestata la sua obbedienza a Innocenzo II dal 21 dicembre 1133 fino al 18 maggio 1140 (Philipp Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII. Vol. I, p. 840; Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 36 no. 27). Secondo Brixius (op. cit., p. 36 no. 27 e p. 48 no. 10), Lectifredo fu deposto da Anacleto già nel 1130, poiché il 5 ed il 10 dicembre del 1130 le bolle dell'antipapa vennero sottoscritte dal cardinale Matteo di San Vitale. Comunque Jaffé non cita il cardinale come firmatario delle bolle di Anacleto (Philipp Jaffé, op. cit., pp. 911-912). Pare che Brixius abbia letto male questo elenco, poiché nell'opera dello Jaffé (Philipp Jaffé, op. cit. , p. 912) vi è un cardinale presbitero di nome Matteo elencato vicino a Lectifredo di San Vitale come firmatario delle bolle dal 5 al 10 dicembre 1130, ma egli non aveva certamente il titolo di San Vitale, ma è elencato come cardinale presbitero privo di titolo. Entrambe le bolle (Philipp Jaffé, op. cit., p. 917 ni. 8417 e 8419) sono pubblicate in Patrologia Latina. Volumen 179, col. 717-719, sebbene con date imprecise; tra i loro firmatari compare Matthaeus, presbiter et cardinalis, senza l'indicazione del titolo cardinalizio, così l'affermazione di Brixius può essere considerata quasi certamente erronea.
- ^ Egli firmò le bolle di Innocenzo II il 21 dicembre 1133 e l'11 gennaio 1134 come cardinale diacono di San Nicola in Carcere (Philipp Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII. Vol. I, p. 841); più avanti egli venne promosso al titolo di Santa Pudenziana da Innocenzo II (Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, pp. 35–36 no. 24).
- ^ Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 138. Egli firmò le bolle di Innocenzo II dal 12 gennaio 1138 (Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 38–39 no. 37; Philipp Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII. Vol. I, p. 840).
- ^ Egli sottoscrisse le bolle di Innocenzo II tra il 22 aprile e il 21 giugno 1138 (Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 33 no. 10; Philipp Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII. Vol. I, p. 840)
- ^ Egli firmò le bolle di papa Innocenzo II solo dopo la fine dello scisma, nel 1138, ma già verso il 1135/37 Anacleto II aveva nominato un nuovo cardinale presbitero di Santa Sabina, il che mostra come già da quella data Conti deve essere stato deposto dall'antipapa (Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, p. 32 no. 8 e p. 47 no. 2).
- ^ Herbert Bloch, Montecassino in the middle ages, p. 951–952
- ^ Anacletus II, Genealogie Mittelalter. Mittelalterliche Genealogie im Deutschen Reich bis zum Ende der Staufer. Materialsammlung, 2005 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2011).
- ^ Il presunto appoggio polacco è basato solo su prove indirette, vedi Dzieje Kościoła w Polsce, ed. A. Wiencek, Kraków 2008, p. 68 e 74.
- ^ Ambrogio M. Piazzoni, Storia delle elezioni pontificie, p. 128
- ^ Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 75–77
- ^ Ian Stuart Robinson, , The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation, p. 77
- ^ Innocent II, The Catholic Encyclopedia, 1907–1914.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ian Stuart Robinson, The Papacy 1073–1198. Continuity and Innovation - Cambridge Medieval Textbooks, Cambridge University Press, 1990, ISBN 0-521-31922-6.
- (DE) Rudolf Hüls, Kardinäle, Klerus und Kirchen Roms: 1049–1130, Bibliothek des Deutschen Historischen Instituts in Rom, 1977, ISBN 978-3-484-80071-7.
- (DE) Hans-Walter Klewitz, Reformpapsttum und Kardinalkolleg. Die Entstehung des Kardinalkollegiums. Studien über die Wiederherstellung der römischen Kirche in Süditalien durch das Reformpapsttum. Das Ende des Reformpapsttums, Darmstadt, Hermann Gentner Verlag, 1957.
- (EN) Herbert Bloch, Monte Cassino in the middle ages Volume II, Roma, 1986.
- (LA) Philipp Jaffé, Regesta pontificum Romanorum ab condita Ecclesia ad annum post Christum natum MCXCVIII. Vol. I, Lipsia, 1885. URL consultato il 13 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2020).
- (LA) Jacques Paul Migne, Patrologia Latina. Volumen 179, Internet Archive, 1899.
- (DE) Johann Friedrich Böhmer, Wolfgang Petke, Regesta Imperii - Lothar III. und Ältere Staufer 1125-1197, Bayerische Staatsbibliothek, 1994. URL consultato il 13 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2017).
- (DE) Johannes Matthias Brixius, Die Mitglieder des Kardinalkollegiums von 1130-1181, Berlino, R. Trenkel, 1912.
- (DE) Anton Chroust, Das Wahldekret Anaklets II, (in:) Mitteilungen des Instituts für österreichische Geschichtsforschung, vol. 28, 1907, pp. 348–355
- Ambrogio M. Piazzoni, Storia delle elezioni pontificie, Casale Monferrato (AL), Edizioni Piemme Sanp.A., 2005. ISBN 88-384-1060-7
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Salvador Miranda, Election of February 14, 1130, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.
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