Chiesa di Santa Maria dell'Arco in via Soprammuro
Chiesa di Santa Maria dell'Arco | |
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Chiesa di Santa Maria dell'Arco | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Località | Napoli |
Coordinate | 40°50′55.98″N 14°16′04.98″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Maria |
Arcidiocesi | Napoli |
Consacrazione | 1718 |
Stile architettonico | barocco |
Inizio costruzione | 1718 |
La chiesa di Santa Maria dell'Arco (Sopramuro o al Lavinaio o a Porta Nolana) è una chiesa di interesse storico ed artistico di Napoli.
Fondata nel XVIII secolo, è situata in vico Soprammuro (angolo via Giacomo Savarese), nel rione Lavinaio (quartiere Pendino), all'interno del centro storico di Napoli.
Storia e descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa fece parte dell'urbanizzazione all'interno ed a ridosso della murazione aragonese, che creò nel 1701 il vico Soprammuro. Con un Appuntamento (Atto di concessione) del Tribunale della Fortificazione, Acqua e Mattonata del 1718 viene concessa, a Don Giovanni Battista Brancaccio, un tratto di muraglia di città per la costruzione della chiesa di B. Vergine dell'Arco, a ridosso della Torre "La Fortezza", per potervi collocare un'immagine sacra devozionale, del XVIII secolo, che si trovava sotto un arco in zona e venerata dalla Confraternita di Santa Maria dell'Arco degli Ogliarai che aveva sede presso la chiesa di Santa Maria la Scala.
Il luogo di culto presenta un assetto impiantistico prettamente barocco.
Possiede un altare, del 1787 di marmi commessi, illuminato da due finestre tonde, ai lati, con vetri policromi. Due cappellette, con altarini in marmo, ai lati dell'altare:
- a sinistra (altarino del Vangelo) una nicchia con cristallo in cui è descritta la presenza una statua a mezzo busto di Santa Maria Addolorata;
- a destra (altarino dell'Epistola) uno scarabattolo con cristallo dove le fonti attestano una statuetta di Santa Lucia da Siracusa.
La chiesa dovrebbe ancora custodire, in una nicchia con cornice marmorea, sull'altare maggiore, salvo rastrellamenti, una copia dell'immagine ritrovata, di autore ignoto, dipinta ad olio su rame, rappresentante la Vergine Maria con in braccio Gesù Bambino, solo i due volti sono visibili, poiché tutto il quadro è placcato da lastre d'argento, che mimano i panneggi delle vesti; su di loro due angeli d'argento sostengono sul capo della Vergine Maria una corona d'argento; un'altra corona argentea è sul capo di Gesù Bambino.
All'interno del complesso era in funzione un Monte di Santa Maria dell'Arco sopra muro di Gesù a Portauolana gestito dalla Corporazione degli Orefici e Argentieri.
La chiesa subì un rifacimento nel 1839, con la costruzione del piano superiore[1] ed un restauro all'ingresso il 16 settembre 1961 (o 1981), come attestato da un mosaico con la data sul selciato d'ingresso.
Dal 1º agosto 1943, quando un bombardamento statunitense distrusse la parrocchia di Santa Caterina in Foro Magno (il Foro Magno era l'antico nome di piazza del Mercato), la chiesa dove fu battezzato Masaniello, la sede parrocchiale fu trasferita in Santa Maria dell'Arco fino al 1976, passando per pochissimo anni alla Congregazione di Santa Maria dell'Arco (Madonna dell'Arco) fino alla fine degli anni ottanta, quando fu chiusa e mai più riaperta.
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Mappa del Duca di Noja del 1775 (Foglio 12) con l'ubicazione della Chiesa di Santa Maria dell'Arco
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Mappa Catastale del 2009 (Comune di Napoli - Foglio 144 - Particella 359) con l'ubicazione della Chiesa di Santa Maria dell'Arco
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il 2 novembre 1839, con Decreto del Regno delle Due Sicilie n° 5677, Quaderno n° 222 - Pagina n° 137 "che accorda il beneplacito al rettore pro tempore della cappella della Madonna dell'Arco sopra muro in questo comune di Napoli per l'accettazione del legato fattole da D. Francesco Proto col suo testamento pubblico de' 18 di novembre 1834 rogato dal notajo Luigi Mele del fu Gennaro, e consistente nella rendita alla ragione del sei per cento da corrispondersi al suddetto cappellano da suo cognato D. Raffaele Uccella sulla somma di ducati mille e cento indeminuita, e senza riduzione alcuna, componente la metà del patrimonio del testatore ed esistente presso di detto suo cognato, dal quale abbiasi ad impiegare per completare la costruzione di talune fabbriche, corrispondendone la rendita allo anzidetto rettore per celebrarne messe, colla facoltà a costui di nominarne il cappellano con certa designazione".
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Carlo Celano, Notizie del bello dell'antico e del curioso della Città di Napoli, Volume III, Tipo-Litografia e Libreria di L. Chiurazzi, Napoli 1870, pag. 921.
- Gennaro Aspreno Galante, Guida sacra della città di Napoli, Società Editrice Napoletana, Napoli 1985, pag. 171.
- Napoli Sacra - Guida alle Chiese della Città, IX Itinerario, Elio De Rosa Editore, Napoli 1994.
- Italo Ferraro, Napoli. Atlante della Città Storica – Risanamento e Quartieri Bassi, CLEAN Edizioni, Napoli 2003, ISBN 88-8497-081-4.
- Giuseppe Pignatelli, Napoli: tra il disfar delle mura e l'innalzamento del muro finanziere, Alinea Editrice, Firenze 2006, ISBN 8860550556, ISBN 9788860550552.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Maria dell'Arco in via Soprammuro
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