Camera d'ambra
Camera d'ambra | |
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La Camera d'ambra originale (1931) | |
Autore | Andreas Schlüter |
Data | 1701-1709 |
Materiale | Ambra, foglie d'oro e specchi |
Ubicazione | sconosciuta |
Coordinate | 59°42′57″N 30°23′44″E |
La Camera d'ambra (in russo Янтарная комната?, Jantarnaja Komnata, in tedesco: Bernsteinzimmer) è una stanza che costituisce la maggiore attrattiva del palazzo di Caterina a Carskoe Selo. È una stanza di circa 55 metri quadrati le cui pareti sono completamente rivestite da pannelli decorati con ben sei tonnellate d'ambra, oltre a foglie d'oro e specchi.
Creata originariamente in Prussia e donata poi agli alleati russi, la Camera d'ambra sparì durante la seconda guerra mondiale ed è stata ricostruita nel 2003. Per la sua singolare bellezza è stata spesso definita l'ottava "meraviglia del mondo".
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Creazione
[modifica | modifica wikitesto]La Bernsteinzimmer fu creata fra il 1701 e il 1709 per il Castello di Charlottenburg a Berlino, allora in Prussia. Fu concepita dall'architetto e scultore Andreas Schlüter. Venne realizzata ricoprendo le pareti interamente di ambra; fu chiamata più tardi l'ottava meraviglia del mondo (achte Weltwunder). L'incisore danese Gottfried Wolffram fu scelto su indicazione di Federico IV di Danimarca. Nel 1706 furono incaricati delle decorazioni i mastri incisori di Danzica Ernst Schacht e Gottfried Turau, dato il prezzo ritenuto troppo elevato richiesto da Wolffram. Nel 1712 il compimento dell'opera fu accantonato, probabilmente solo dopo la morte di Federico I, e fu sistemata in una saletta presso la Weißen Saal del Castello di Berlino.
Nel 1716 fu donata dal re di Prussia Federico Guglielmo I al suo alleato, lo zar Pietro il Grande; la figlia di Pietro, la zarina Elisabetta, fece installare la Camera prima nel Palazzo d'Inverno a San Pietroburgo e successivamente nel Palazzo di Caterina a Carskoe Selo. L'architetto italiano Bartolomeo Rastrelli aggiunse alcuni finti pilastri e cornicioni dorati al fine di renderla più fastosa.[1]
Durante la seconda guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]Nel settembre 1941 il palazzo di Caterina fu confiscato dalla Wehrmacht e adibito a residenza. L'amministrazione sovietica non era riuscita ad asportare i pannelli, che furono però nell'emergenza incollati e coperti con carta da parati per evitare scheggiature. Dal 18 ottobre 1941 la Camera d'ambra fu smontata dai nazisti in 36 ore, collocata in 28 casse e spedita a Königsberg, dove si trovava la collezione di Federico II di Prussia. Il 13 novembre 1941 il giornale Königsberger Allgemeine Zeitung diede informazioni dettagliate sull'esposizione di una parte della Camera d'ambra nel castello di Königsberg. Comparve poi un articolo nella rivista Pantheon, le cui immagini mostravano che mancava un mosaico fiorentino. I tedeschi avevano organizzato un gruppo speciale incaricato di recuperare e trasportare in Germania tutte le opere d’arte che riuscivano a trovare nelle zone occupate. Il gruppo di militari incaricato di asportare dalla Casa di Caterina l’intera Sala D’Ambra, mentre stava effettuando il trasporto delle casse dell’intero rivestimento in ambra, si accorse che era inseguito da un battaglione dell’Armata Rossa. Non essendo in grado di sfuggire, nascosero tutto molto bene e cercarono di difendersi per poi tornare a recuperare il tutto. Una volta sconfitti, il colonnello tedesco chiese di parlare con il comandante del battaglione russo che lo ricevette, probabilmente per avere informazioni sul nemico. Quando senti che questi, in cambio della sua salvezza e di quella dei pochi prigionieri, era disponibile a svelare il luogo in cui erano state nascoste le casse d’ambra, forse non capendo di che si trattava, li fucilò tutti.
Dopo un incendio nel 1944 i pannelli furono smontati e probabilmente riposti in casse nei sotterranei del maniero. Durante due attacchi aerei britannici alla fine di agosto del 1944 furono danneggiati, sembra, solo i sei riquadri dello zoccolo.[2]
Scomparsa e ricostruzione
[modifica | modifica wikitesto]La Camera scomparve misteriosamente alla fine del conflitto e non se ne seppe più nulla fatta eccezione per alcuni frammenti ritrovati in varie parti del mondo presso collezionisti privati. Un comò e un mosaico furono scoperti in Germania nel 1997: il mosaico, nel 1996 nella Germania settentrionale, era stato offerto sul "mercato grigio dell'arte" per 2,5 milioni di dollari, ma prima che la vendita avesse luogo, il pezzo fu sequestrato dalla polizia di Brema. Qualche tempo dopo si è saputo il nome della proprietaria del comò a Berlino. I pezzi, considerati gli ultimi originali rimasti, sono stati consegnati dal governo tedesco alla Russia.
Nel 1979 il governo sovietico ha dato l'incarico di ricostruire la Camera basandosi su disegni e fotografie in bianco e nero dell'originale e sull'unica foto a colori disponibile. Dopo un'interruzione dovuta a problemi economici, i lavori sono stati conclusi nel 2003 grazie a una donazione di 3,5 milioni di dollari da parte della società tedesca Ruhrgas (gruppo E.ON). Nel quadro delle celebrazioni per il trecentesimo anniversario della fondazione di San Pietroburgo, il 31 maggio 2003 la Camera ricostruita è stata inaugurata alla presenza del cancelliere Gerhard Schröder e di Vladimir Putin.
Galleria d'immagini
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Nel 1931
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La ricostruzione odierna
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Peter Bruhn: Das Bernsteinzimmer in Zarskoje Selo bei Sankt Petersburg. Bibliographie mit über 3.800 Literaturnachweisen aus den Jahren 1790 bis 2003. Von der Schenkung des Bernsteinzimmers durch den König von Preußen an den Zar, über das ungeklärte Verschwinden des Bernsteinzimmers im Zweiten Weltkrieg, bis zur Vollendung der Rekonstruktion des Bernsteinzimmers im Jahre 2003. = Bibliographie Bernsteinzimmer. 2. sehr vermehrte und erweiterte Auflage. Bock & Kübler, Berlin 2004, ISBN 3-86155-109-8 (Literaturhinweise zu aktuellen Russland-Themen 5).
- (DE) Paul Enke: Bernsteinzimmer Report. Raub, Verschleppung und Suche eines weltbekannten Kunstwerkes. Verlag Die Wirtschaft, Berlin (DDR) 1986, ISBN 3-349-00108-4.
- (DE) Herbert Gold: Das Bernsteinzimmer. Geheimtransport in den Pinzgau. Von Berlin nach St. Petersburg, vom Katharinenpalast nach Königsberg. Die Ermittlungen und Beweise, dass es zu einem Schloss im Pinzgau transportiert wurde. Selbstverlag, Niedernsill 2004, ISBN 3-200-00114-3.
- (RU) Андрей Горляк / Andrej Gorljak: Магия Янтарной комнаты / Magija Jantarnoj komnaty. Содружество А. Богатых и Э. Р. Акитской / Sodrushjestwo A. Bogatyh i E. R. Akitskoj, Москва / Moskva 2002, ISBN 5-93721-107-3.
- (DE) Henry Hatt: Ignorierte Geheimobjekte Hitlers. Kunstraubspuren in Bergwerken. Ein Buch zur Aufarbeitung der Geschehnisse in Thüringens Schieferbergwerken während des II. Weltkrieges. Hattenhauer, Ludwigsstadt 1995, ISBN 3-930988-00-3.
- (DE) Juri Iwanow: Von Kaliningrad nach Königsberg. Auf der Suche nach verlorenen Schätzen. Rautenberg, Leer 1991, ISBN 3-7921-0477-6.
- (DE) Manfred John, Gabi Liebegall: Gebunkerte Geheimnisse. Auf den Spuren des Bernsteinzimmers in Sachsen. Tauchaer Verlag, Taucha 2008, ISBN 978-3-89772-140-1.
- (DE) Guido Knopp: Das Bernsteinzimmer. Dem Mythos auf der Spur. Das Buch zur großen Serie im ZDF. Hoffmann & Campe, Hamburg 2003, ISBN 3-455-09396-5.
- (DE) Margarete Kühn: Schloß Charlottenburg. Deutscher Verein für Kunstwissenschaft, Berlin 1955, S. 48f. (Denkmäler deutscher Kunst).
- (DE) Mario Morgner: Verlorenes Weltwunder - Das Bernsteinzimmer: Die Suche nach einem Mythos in Mitteldeutschland. Norderstedt 2011, ISBN 978-3-8423-6409-7.
- (DE) Mario Morgner: "Geheimsache Bernsteinzimmer: Im Auge des Ministeriums für Staatssicherheit." Taucha 2012, ISBN 3-89772-214-3.
- (DE) Goerd Peschken: Bernsteinkabinett und Rote Kammer. In: Waldemar Strempler (Hrsg.): Aspekte der Kunst und Architektur in Berlin um 1700. Herausgegeben von der Generaldirektorin der Stiftung Preußische Schlösser und Gärten Berlin-Brandenburg. Bearbeitet von Guido Hinterkeuser und Jörg Meiner. Stiftung Preußische Schlösser und Gärten Berlin-Brandenburg, Potsdam 2002, S. 48–57.
- (DE) Maurice Philip Remy: Mythos Bernsteinzimmer. List, München 2003, ISBN 3-471-78579-5.
- (IT) Alberto Rossi: Il gioiello degli zar. la storia della Camera d'ambra. ARPANet, Milano 2010, ISBN 978-88-7426-078-2.
- (DE) I. P. Sautow u. a.: Das Bernsteinzimmer. Drei Jahrhunderte Geschichte. Aurora-Kunstverlag, Sankt Petersburg 2003, ISBN 5-7300-0744-2.
- (DE) Wolfgang Schneider: Die neue Spur des Bernsteinzimmers. Tagebuch einer Kunstfahndung. Kiepenheuer, Leipzig 1994, ISBN 3-378-00580-7.
- (DE) Heinz Schön: Das Geheimnis des Bernsteinzimmers. Das Ende der Legenden um den in Königsberg verschollenen Zarenschatz. Paul Pietsch Verlag, Stuttgart 2002, ISBN 3-613-50401-4.
- (IT) Catherine Scott-Clark, Adrian Levy: Il mistero della Sala d'Ambra, Tea, Milano 2006, ISBN 88-502-1226-7.
- (DE) Martin Stade: Vom Bernsteinzimmer in Thüringen. Berichte über die Tätigkeit des SD 1942–1945. 2. Auflage. Rhino-Verlag, Ilmenau 2008, ISBN 978-3-939399-99-5 (Escher Taschenbuch).
- (DE) Günter Wermusch: Die Bernsteinzimmer-Saga. Spuren, Hypothesen, Rätsel. Links-Verlag, Berlin 1991, ISBN 3-86153-019-8.
- (DE) Zarskoje Selo – Bernsteinzimmer – Katharinenpalast. Kunstverlag Iwan Fjodorow, Sankt Petersburg 2004, ISBN 5-93051-023-7.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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