Antonio Montucci
Antonio Montucci (Siena, 22 maggio 1762 – Siena, 5 marzo 1829) è stato un sinologo, letterato, editore e traduttore italiano.
È considerato uno dei più importanti sinologi europei della sua epoca.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Siena dall'ingegnere Giuseppe Montucci e da Marianna Buonfigli, figlia del pittore Antonio, rimase presto orfano di padre e venne educato in collegio.[1] Nel 1785 conseguì la laurea in legge all'Università di Siena e iniziò a insegnare inglese presso il collegio Tolomei.[1] L'anno seguente, trasferitosi a Firenze, conobbe Josiah Wedgwood jr, figlio dell'industriale inglese Josiah Wedgwood, che lo convinse a seguirlo in Inghilterra per insegnare italiano.[1]
Nel 1789 si trasferì quindi in Inghilterra, dove fu docente di italiano presso alcune famiglie abbienti; tra i suoi allievi vi fu anche un giovane Francis Palgrave.[1] Ebbe in questi anni una corrispondenza epistolare con Vittorio Alfieri.[1] Pubblicò vari libri e saggi sulla lingua e la letteratura italiana, ma anche alcune traduzioni, come quella del Book of Common Prayer; a questo affiancò anche una florida attività editoriale a partire dal 1805, pubblicando i classici italiani.[1]
Con una grande propensione alle lingue straniere (fu definito da Louis Gabriel Michaud come «posseduto dal demone della poliglottomania»),[2] si interessò presto alla cultura cinese.[1] Nel 1793 entrò in contatto con due studiosi cinesi del collegio dei cinesi di Napoli, giunti a Londra per l'organizzazione della prima missione diplomatica britannica in Cina di lord George Macartney, il quale necessitava di traduttori, e praticò con loro la lingua, ricevendo in dono anche il dizionario Zhengzitong, che lo convinse allo studio della sinologia.[1]
A Berlino, dove nel frattempo si era trasferito, pubblicò nel 1808 il De studiis Sinicis.[1] Tentò in tutti modi di farsi sovvenzionare la realizzazione di un dizionario di cinese, un'opera che necessitava lungo tempo e studio, e che lo vide scontrarsi con eminenti sinologi quali Joseph Hager, Chrétien Louis Joseph de Guignes e Robert Morrison.[1] Nel 1819 si trasferì in Sassonia, presso la corte di Federico Augusto I.[1] Abbandonata ogni speranza di terminare un proprio dizionario, vendette tutta la sua collezione di libri e caratteri cinesi di stampa al papa Leone XII (la collezione è conservata nei fondi Borgiano cinese e Borgiano latino della Biblioteca apostolica vaticana).[1]
Nel 1827 tornò nella sua natia Siena dopo più di quarant'anni di assenza dall'Italia.[1] Vi morì il 5 marzo 1829 e fu sepolto nella chiesa dell'Abbondio.[1] Sposato con Henrietta Canton, figlia del fisico inglese John, ebbe un figlio, Enrico, nato a Berlino nel 1808.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Stefano Villani, MONTUCCI, Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 76, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 47565823 · ISNI (EN) 0000 0000 7778 0368 · CERL cnp00404444 · LCCN (EN) nr96029879 · GND (DE) 119175711 · BNF (FR) cb10729510n (data) · J9U (EN, HE) 987007290906405171 |
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