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Alenka Bratušek
Alenka Bratušek | |
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Presidente del Governo della Slovenia | |
Durata mandato | 20 marzo 2013 – 18 settembre 2014 |
Predecessore | Janez Janša |
Successore | Miro Cerar |
Ministro delle Infrastrutture | |
Durata mandato | 13 settembre 2018 – 13 marzo 2020 |
Predecessore | Peter Gašperšič |
Successore | Jernej Vrtovec |
Dati generali | |
Partito politico | Partito di Alenka Bratušek |
Alenka Bratušek (Celje, 31 marzo 1970) è una politica slovena, esponente principale del Partito di Alenka Bratušek.
È stata Presidente del Governo della Slovenia dal 20 marzo 2013 al 18 settembre 2014. Dal 2018 al 2020, dopo la formazione del Governo Šarec, diviene Ministro delle Infrastrutture, succedendo a Peter Gašperšič.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Dal gennaio 2013 all'aprile 2014 è stata presidente del partito politico di orientamento liberal-democratico Slovenia Positiva (Pozitivna Slovenija, PS).
Presidente del Governo sloveno
[modifica | modifica wikitesto]Bratušek è divenuta Presidente del Governo il 20 marzo 2013, dopo il voto di sfiducia parlamentare al governo di Janez Janša[1]. È stata la prima donna a svolgere l'incarico di capo dell'esecutivo in Slovenia.
Dopo la sconfitta al congresso di Slovenia Positiva ha rassegnato le dimissioni e nel maggio 2014 il suo governo liberal-sociale ha perso la fiducia del parlamento. Vengono quindi indette elezioni anticipate per il mese di luglio 2014. Durante la crisi politica e stante la difficoltà del governo di individuare un candidato condiviso a ricoprire la carica di commissario europeo della Slovenia nella commissione Juncker, ha utilizzato la procedura d'urgenza, che secondo il diritto sloveno garantisce ampi poteri discrezionali al primo ministro, per autocandidarsi.[2] La scelta è stata fortemente criticata dalle opposizioni.
In vista delle elezioni politiche ha fondato un nuovo partito denominato Alleanza di Alenka Bratušek (Zavezništvo Alenke Bratušek, ZaAB), che alle elezioni del 13 luglio 2014 ha ottenuto 38.293 voti (pari al 4,38 per cento dei votanti) e 4 seggi, di cui uno per lei. A seguito della sconfitta elettorale, il 18 settembre 2014 ha ceduto l'incarico di capo del governo a Miro Cerar.
La candidatura a commissario europeo
[modifica | modifica wikitesto]Durante l'estate 2014 è stata indicata dal Governo sloveno da lei presieduto quale commissario europeo della Slovenia. Il 5 settembre 2014 Jean-Claude Juncker ha accettato la sua candidatura indicandola per il ruolo di vicepresidente e commissaria europea per l'unione energetica.[3] A partire dal 29 settembre si è presentata, assieme agli altri commissari, al Parlamento europeo per le audizioni, cui hanno fatto seguito le valutazioni e le eventuali votazioni delle commissioni sui candidati ascoltati[4]. La sua audizione pubblica viene dichiarata insoddisfacente da molti parlamentari a causa della sua lacunosa conoscenza della materia energetica.[2] Dopo la bocciatura da parte della commissione parlamentare e dei presidenti dei gruppi politici del Parlamento europeo, ha quindi ritirato la sua candidatura.[2] Il 10 ottobre il Presidente del Governo Miro Cerar ha proposto, Violeta Bulc, come nuovo candidato commissario europeo del suo paese.[5]. Il presidente Juncker ha così deciso un limitato rimpasto del collegio, annunciato il 15 ottobre[6], in tempo per l'approvazione definitiva, prevista per il 22 ottobre 2014[7][8].
L'indagine per abuso d'ufficio
[modifica | modifica wikitesto]Nel marzo 2015 è stata indagata dalla Procura di Lubiana per abuso d'ufficio per essersi auto proposta, attraverso la procedura d'urgenza, come commissaria europea quando era a capo del governo.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lubiana, votata la fiducia al governo Bratušek, su ilpiccolo.gelocal.it, Il Piccolo, 20 marzo 2013. URL consultato il 23 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2013).
- ^ a b c d Alessio Pisanò, Slovenia, la premier si autocandidò a commissaria Ue (poi bocciata): indagata, in Il Fatto Quotidiano.it, 19 marzo 2015.
- ^ La Commissione Juncker: una squadra solida ed esperta orientata al cambiamento
- ^ #EPhearings2014: gli esami degli aspiranti commissari europei iniziano lunedì, in europarl.eu, 26 settembre 2014. URL consultato il 26 settembre 2014.
- ^ (EN) Ecaterina Casinge, Slovenia nominates Bulc to replace Bratušek, in EurActiv, 10 ottobre 2014. URL consultato il 10 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2014).
- ^ (EN) The Juncker Commission: Maroš Šefčovič proposed as Vice-President for Energy Union, Violeta Bulc as Transport Commissioner, in europa.eu, 15 ottobre 2014. URL consultato il 16 ottobre 2014.
- ^ Romano Beda, Come nasce il governo europeo: ecco le tappe verso la nuova Commissione Ue di Juncker, in Il Sole 24 Ore, 9 settembre 2014 (archiviato l'11 settembre 2014).
- ^ (EN) Georgi Gotev, Juncker to request Parliament’s approval on 22 October, in EurActiv, 17 ottobre 2014. URL consultato il 19 ottobre 2014.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alenka Bratušek
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su zaveznistvo.si.
- (EN) Alenka Bratušek, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (NL) Alenka Bratušek, su parlement.com, Parlement & Politiek.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 52151776728418010044 · ISNI (EN) 0000 0005 0175 1612 · LCCN (EN) n2018064147 · GND (DE) 1156591139 · CONOR.SI (SL) 109701987 |
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